Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Captain Riddle    19/10/2021    0 recensioni
Nel magico regno di Expatempem sono comparsi dei mostri dalla morte degli ultimi discendenti del temuto Re della Morte. Dopo la misteriosa morte del nuovo re, quando salirà al trono suo figlio, questo scatenerà una serie di eventi catastrofici a catena, che rischieranno di causare la distruzione del regno se qualcuno non dovesse intervenire. Scoprite la storia del regno magico attraverso gli occhi di sette protagonisti, dilettatevi con gli intrecci e tenete alta la guardia perché il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pov:Teurum

Quel bel pomeriggio di fine inverno iniziava a sentirsi il tiepido calore primaverile, il mese di vigesio era vicino, fuori splendeva un sole pallido a tratti nascosto da nuvole bianche, ma presto la primavera sarebbe arrivata del tutto, lasciandosi alle spalle l'inverno. Teurum era nella sua camera e già gli sembrava di sentir cantare gli uccelli, vedeva i fiori riempire i canali ai bordi dei campi e le farfalle svolazzare. A Teurum non era mai piaciuta molto la primavera, anche se in realtà erano veramente poche le cose che gli piacevano sul serio e ovviamente il primo posto era occupato da sé stesso, infatti Teurum era sempre stato un ragazzo particolarmente vanitoso ed egocentrico, adorava farsi adulare dagli altri e si compiaceva della frequenza con cui la cosa avveniva, ma d'altronde era impossibile non adorarlo, insomma, era eccezionale.

Teurum si stava guardando allo specchio compiaciuto anche quella mattina mentre finiva di vestirsi, ammirando la sua bellezza invidiabile e coprendosi i muscoli sottili ma forti con abiti della migliore seta, gli unici abiti degni del re che era. Quello poteva essere veramente un giorno importante per la sua vita, Teurum infatti aveva deciso di chiedere ufficialmente la mano di Dasha a Pontroius. Certamente non voleva sposarsi, tantomeno con quella ragazza insignificante ma poteva essere quella la scelta giusta per la sua scalata al potere.

Teurum però voleva essere certo, perché non si sarebbe esposto se non fosse stato sicuro di compiere la scelta giusta. Prima di affrettarsi a compiere il grande passo quindi avrebbe cercato di vedere il suo futuro tentando di indursi una profezia. Il ragazzo vestito di tutto punto si sistemò comodamente sul letto, con le gambe incrociate e iniziò a concentrarsi, con gli occhi chiusi.

Per diversi minuti non accadde nulla, Teurum continuò a vedere tutto nero ma poi iniziò a intravedere qualcosa, un biancore e un azzurro indefiniti sfocavano delle figure confuse. Teurum si concentrò di più, doveva capire cos'erano quelle immagini, doveva focalizzarle. E poi finalmente lo vide: era un velo da sposa in fiamme, lentamente il velo si inceneriva, divorato dalle fiamme, e al suo fianco cadeva una corona. Teurum riaprì gli occhi e si alzò in preda all'eccitazione.

Era fatta pensò, era evidente il significato di quella profezia per chi sapeva leggere i segni, il velo che bruciava era la morte di Dasha e la corona che cadeva lì accanto era ovvio, era la conferma che lui dopo la morte della ragazza sarebbe stato sempre più vicino al suo obbiettivo. Teurum si sentì molto soddisfatto di quello che aveva scoperto, o meglio, di quello che avrebbe potuto essere, aveva ricevuto esattamente la conferma che voleva e adesso avrebbe solo dovuto trovare il modo per uccidere Dasha, ci sarebbe riuscito senza neanche troppi sforzi, quello che importava era sapere che il matrimonio si sarebbe effettivamente rivelato utile.

Ma c'era un'altra cosa che Teurum avrebbe voluto sapere molto volentieri, il ragazzo dei coccodrilli sembrava un soggetto che avrebbe potuto rivelarsi molto utile per la fedeltà cieca che dimostrava, ma Teurum non ne era certo, era solo un'intuizione della sua mente geniale. Teurum sapeva che provare a indursi un'altra profezia, per giunta subito dopo averne fatta una poco prima sarebbe stato rischioso e stupido da parte sua e poi non era una cosa così essenziale, soprattutto non gli serviva saperlo subito. Intanto Teurum aveva scoperto quello che gli premeva maggiormente, con Damian avrebbe continuato a essere ugualmente gentile come era con tutti, quindi non ci sarebbero stati problemi a guadagnarsi la sua fiducia.

Teurum sorridente e soddisfatto si sistemò il colletto e poi si passò una mano tra i capelli per sistemarsi il ciuffo per l'ennesima volta, dopo di che uscì. Teurum non era assolutamente preoccupato per quello che stava per domandare, lui in realtà non era mai agitato per nulla, era talmente tronfio di sé che non aveva mai paura di sbagliare, inoltre non c'era il minimo motivo per essere preoccupato in quella situazione, insomma, era evidente che gli Hardex pendessero dalle sue labbra e non attendessero nell'altro che quello, era evidente dai sorrisi leziosi che gli rivolgeva Pontroius, sino ovviamente a Dasha che gli rivolgeva sguardi sognanti.

Teurum scese le scale con sicurezza e quando arrivò nel salone imbandito per la colazione trovò unicamente Pontroius ad attenderlo, come accadeva spesso, mentre la altre due erano con tutta probabilità ancora in camera a prepararsi. Tutto insomma in quella situazione era perfetto per Teurum, quando l'uomo lo vide fare il suo ingresso nella stanza gli rivolse uno dei soliti sorrisi benevolmente fastidiosi "Buongiorno caro Teurum" lo salutò soavemente "Come si sente questa mattina il più illustre dei signori?" Teurum rispose al sorriso con la consueta eleganza "Devo confidarvi che mi sento un po' agitato in realtà, ma non posso lamentarmi" mentì lui, utilizzando tali parole appositamente per scatenare la curiosità dell'altro.

"Agitato?" si sorprese infatti Pontroius "E cosa vi rende tanto agitato?" poi subito aggiunse "Ovviamente se non oso domandarvi troppo" "Assolutamente" replicò subito Teurum "Anzi" continuò, avvicinandosi "Non solo potete ma dovete saperlo, perché una parte della mia agitazione deriva proprio da qualcosa che vorrei domandarvi, ma temo di essere avventato e di fare richieste troppo pretenziose e inappropriate per la mia condizione". Teurum si fermò un attimo, tentando di non ridere in faccia all'altro.

Pontroius fortunatamente aveva capito, eccome se aveva capito! Sul volto magro dell'uomo aleggiava un sorriso soddisfatto, un sorriso di vittoria "Voi siete un illustrissimo ospite" rispose Pontroius, tentando di trattenere l'entusiasmo, ma Teurum comprese quanto dovesse essere difficile per l'uomo, finalmente stava per ottenere quello che desiderava da anni, forse addirittura dal giorno stesso della nascita di Dasha. "Sapete che per noi siete il più caro degli amici, il più stimato tra i signori, quindi non avete alcun motivo per darvi tante noie! Voi potete chiedermi qualsiasi cosa senza esitazioni e io mi prodigherò affinché ogni vostra richiesta possa essere esaudita prontamente, almeno finché è in mio potere farlo". Pontroius si fermò e sorrise, mostrando i denti ingialliti e un po' storti "Avanti, domandate pure" lo incoraggiò in tono affabile.

"Preferirei che ci mettessimo a sedere" disse Teurum "E' una questione piuttosto importante quella di cui vorrei discorrere insieme a voi, quindi potremmo impiegarci del tempo e preferirei che stessimo comodi. Sempre se non vi dispiace ovviamente" aggiunse, sempre sorridendo con eleganza e innocenza. Pontroius sorrise di più se possibile e annuì "Tutto quello che desiderate, accomodatevi pure qui di fianco a me" lo incoraggiò il suddetto giocondo, sedendosi e facendo cenno a Teurum di sedersi a sua volta. Teurum si avvicinò lentamente, godendosi la scena di quel vecchio entusiasta e impaziente, povero sciocco! Teurum riteneva che fosse un mentecatto, era troppo facile raggiungere i suoi scopi con gente simile intorno, eppure eccolo lì, Pontroius era pronto a fare qualsiasi cosa pur di compiacerlo. Facevano tutti così con Teurum, lo facevano entrare nelle loro vite, inconsapevoli di star portando una serpe che li avrebbe avvelenati con le sue false parole.

Teurum si mise a sedere lentamente ed elegantemente sullo schienale imbottito, rigido e composto come il re che era destinato a essere, notando appena la frutta disposta su vassoi decorati in oro, vicini a uno dei servizi da tè più sontuosi ed esagerati degli Hardex, quasi avessero saputo che proprio quel giorno Teurum avrebbe domandato la mano della loro figliola. Teurum sentì il profumo della cioccolata e si voltò, tornando a degnare il vecchio di uno sguardo "Mio buon signore" iniziò, con una tipica formula per accattivarsi l'altro nonostante non ce ne fosse alcun bisogno "Caro Pontroius" continuò "Vorrei iniziare quella che per me potrebbe essere una delle conversazioni più importanti della mia vita ringraziandovi per tutta l'ospitalità che mi avete concesso in questi mesi, sempre impeccabile e calorosa". L'uomo lo interruppe "Non dovreste neppure pensare a ringraziarmi per questo" disse, scuotendo un poco il capo e il suo caschetto danzò leggermente sopra le spalle sottili "Il sottoscritto è sempre onorato di poter servire il nostro re e maggiormente sono onorato di avere come ospite nel mio castello un ospite meritevole di ogni lode come siete voi, Teurum. Siamo noi Hardex a dover ringraziare voi per la compagnia che ci avete offerto".

Teurum era davvero divertito, era veramente troppo facile, talmente tanto che quasi non c'era gusto. Gli sarebbe piaciuto avere un avversario degno per una volta, uno in grado di stuzzicare la sua mente fina, ma in tanti anni Teurum non era mai riuscito a trovarne uno, così si era rassegnato e aveva imparato a beffarsi dei suoi burattini senza mai sperare in qualcosa di meglio. Alla fine l'importante era ottenere ciò che bramava, il divertimento vero poteva essere sacrificato. Teurum rispose al vecchio con un sorriso quasi pigramente, ma più che altro irritato per essere stato interrotto mentre parlava "Eppure non potrei fare altrimenti" rispose, simulando abilmente un tono dimesso che mai avrebbe usato davvero con qualcuno "Voi mi avete accolto a braccia aperte senza la minima remora" disse "Mi avete sempre riservato i massimi riguardi, ma non come ospite, mai mi sono sentito un ospite nel vostro castello. No, dal primo giorno mi sono sentito parte della vostra famiglia, come se fossi stato vostro figlio, e questo io non potrò mai dimenticarlo".

Teurum si interruppe un attimo e poi riprese, fingendo di trovare le parole giuste per continuare "Mi avete fatto comprendere cos'è veramente il calore di una famiglia e questo non vi era mai stato domandato dal principe ed è qualcosa che non avrei trovato da nessun'altra parte". Dopo aver detto quelle parole quasi Teurum si sentì male per essersi costretto a usare parole tanto sentimentali che normalmente lo avrebbe fatto inorridire, ma per ottenere potere avrebbe fatto ben di peggio che rivolgere patetiche moine a un vecchio. Mutò tono prima di continuare, per fingere meglio "Voi per noi siete diventato veramente come un figlio e come tale vi abbiamo trattato, come se voi foste sempre stato parte di questa famiglia" lo interruppe però ancora Pontroius, fremente. Teurum annuì piano "E per me voi siete stato come un padre" continuò "E vostra moglie Matata è stata come una madre". Si fermò nuovamente, godendosi a pieno lo sguardo del vecchio "Ma, ahimè" finse con un pizzico di teatralità che gli era sempre stata propria "Devo confessarvi una cosa" disse quasi tragico "Il sentimento di fratellanza che inizialmente mi legava alla vostra Dasha è mutato durante il mio soggiorno al castello e non potrò più pensare a lei considerandola al pari di una sorella".

Teurum si interruppe per un'ennesima pausa scenica, una pausa che mozzò il fiato a Pontroius, perché Teurum non voleva rinunciare del tutto al divertimento, voleva prendersi tutto quello che quel povero idiota aveva da offrirgli "Perché non si può provare per una sorella quello che io sento per Dasha senza essere maledetti dagli dèi e dall'opinione degli uomini" concluse Teurum col capo chino, abbassando un poco la voce per conferire una maggiore solennità alla sua confessione amorosa. Teurum poco dopo però rialzò lo sguardo verso il suo interlocutore: adesso la visione era meritevolmente spassosa, Pontroius aveva distolto lo sguardo dal ragazzo e fissava la parete tentando di celare una smorfia euforica, vittoriosa, e Teurum quasi temette che all'altro potesse venire un colpo al cuore per l'eccessivo coinvolgimento emotivo.

"Perché Pontroius" continuò allora Teurum, in tono vagamente drammatico e subito l'uomo si voltò verso di lui per tornare a guardarlo "Perché...No!" esclamò poi, sempre per divertirsi un poco e mettere alla prova le sue doti attoriali e continuare e beffare il vecchio "Non posso! Non posso confessare una cosa del genere proprio a voi, che siete il padre della ragazza!" esclamò, melodrammatico "Ma temo di non poter aspettare oltre, perché ho bisogno di ricevere una risposta, altrimenti la mia mente continuerebbe a vagare e rischierei di illudermi invano". Pontroius aveva gli occhi spalancati mentre lo guardava, le occhiaie erano ben evidenti sotto al volto piccolo e scavato e a Teurum ricordò prepotentemente un pazzo "Allora parlatemi!"" esclamò Pontroius a sua volta, senza riuscire a trattenersi oltre "Parlatemi Teurum e non affliggetevi oltre!"

Teurum trattenne con enorme fatica un ghigno compiaciuto e canzonatorio per simulare uno sguardo vagamente sognante, innamorato "Io credo che vostra figlia abbia fatto comprendere al mio animo arido cosa sia l'esperienza della passione amorosa" disse finalmente, con voce sommessa e trasognante, sospirata e morbida "Ne sono innamorato" disse ancora, a voce bassa "La mia mente indugia a pensare alla dolcezza del suo volto e desidererei trascorrere insieme a lei buona parte del mio tempo, dilettandomi a passeggiare insieme a lei, vicino ai campi. E l'idea che presto dovrò fare ritorno al mio castello per non vederla più così spesso affligge il mio cuore innamorato come mai avrei immaginato potesse accadere" concluse Teurum, sospirando silenziosamente.

Pontroius incredibilmente si alzò e rimase voltato, in silenzio, impedendo a Teurum di guardarlo in volto "Vi domando perdono se vi ho importunato con le mie ardite parole sfrontate e indecenti" disse ancora Teurum, sempre a voce bassa "Non era mia intenzione turbare la vostra serenità. Temevo di poter rovinare il nostro bel rapporto di stima sincera, ma tutto quello che ho vi ho detto è la verità e pensavo fosse giusto che voi foste il primo a sapere quali sentimenti mi legano a vostra figlia". Per un attimo continuò a esserci silenzio, ma Teurum neanche per un secondo si preoccupò della cosa, mai gli passò per la mente che l'altro avrebbe potuto reagire malamente, impedendogli di fare la vera richiesta.

"In conclusione che cosa mi state chiedendo?" parlò finalmente Pontroius, sempre voltato di spalle e a voce bassa e il ragazzo si stupì di come l'altro avesse ritrovato il contegno. Teurum si alzò e si fermò poco distante dal vecchio "Vi sto chiedendo di concedermi l'onore di prendere in moglie la vostra splendida figlia per farne la mia legittima sposa" rispose Teurum e la sua voce era leggere come un alito di vento. Quando Pontroius si voltò, Teurum si sentì vagamente allarmato perché per un momento il volto dell'uomo fu illuminato da un sorriso folle.

"Oh, Teurum" rispose l'uomo con voce soave "Concedetemi di rivelarvi che già avevo notato da qualche tempo l'affinità che si è venuta a creare tra voi e la mia Dasha" disse, con un sorriso appena trattenuto che irritò Teurum, veramente quell'uomo si credeva tanto scaltro? Che patetico! "E vi confiderò anche di aver sperato che voi poteste innamorarvi l'uno dell'altra". Si fermò nuovamente e sorrise senza remore "A quanto pare per una volta gli dèi hanno ascoltato le mie preghiere" parlò Pontroius con solennità, entusiasta ma contegnoso "Teurum" disse ancora "Voi e Dasha, questo sarebbe un sogno idilliaco per tutti noi". Si avvicinò e strinse la mano ossuta intorno a quella di Teurum "Questo significa che mi concedete il vostro bene placido per sposare vostra figlia?" domandò Teurum, simulando un sorriso speranzoso.

"Come potrei non concedervi la sua mano!?" rise amabilmente l'altro, trattenendo a stento la gioia "Oh, Pontroius!" rispose di rimando Teurum, continuando a fingere impeccabilmente "Questa è una notizia meravigliosa! Sarà un onore per me legarmi non soltanto a vostra figlia, ma al vostro glorioso casato". Il sorriso fastidioso si Pontroius si fece più ampio sul volto scarno "Siamo noi Hardex a essere onorati di potervi dare il benvenuto ufficiale all'interno della nostra famiglia" replicò Pontroius con somma soddisfazione "Voi siete un uomo onorevole e valoroso, nessuno potrebbe disprezzarvi, nessuno!" Teurum annuì, fingendo di sorridere con modestia e gratitudine "Dovremo iniziare subito i preparativi, in questo modo potremo celebrare il matrimonio durante la belle stagione che sta per arrivare!" continuò l'uomo, ansioso che la figlia prendesse marito.

Teurum però corrugò le sopracciglia "Aspettate un attimo" "Che cosa dovrei aspettare?" lo fissò perplesso Pontroius "Non starete riconsiderando la vostra richiesta?" disse, improvvisamente allarmato "Ma certo che no!" lo rassicurò subito Teurum "Solo, vorrei assicurarmi che questo matrimonio renda felice anche Dasha. Vorrei domandare a lei se desidera sposarmi, perché non potrei mai sposarla se lei non lo desiderasse, preferirei tirarmi indietro e saperla felice al fianco di un altro piuttosto che vederla infelice al mio fianco".

Pontroius parve seriamente confuso da quelle parole, infatti corrugò le sopracciglia "Non dovete neppure porvi un interrogativo tale" disse con noncuranza "E' ovvio che mia figlia desideri sposarvi!" Teurum lo guardò poco convinto "Ma se non vi dispiace preferirei comunque dichiararmi a lei e se acconsentirà a sposarmi come affermate voi allora potremmo iniziare i preparativi per le nostre nozze anche oggi stesso". Pontroius non capiva tanta premura per una donna, nonostante si trattasse della figlia, ma per acconsentire alla bizzarra richiesta di Teurum accettò senza aggiungere altro. Certo a Teurum non interessava veramente l'opinione di Dasha, sapeva già che la ragazza non desiderava null'altro che sposarlo e se anche non lo avesse voluto lui l'avrebbe sposata ugualmente, quella richiesta era solo un'altra parte della sua recita studiata con minuzia nei particolari e quello era solo un altro modo per mostrare a Pontroius quanto fosse affidabile e premuroso.

Niente di più falso della realtà insomma. Teurum e Pontroius continuarono a parlare per qualche minuto di come avrebbe potuto essere il matrimonio, poi finalmente arrivarono Matara e Dasha. Non appena le videro entrambi gli uomini si alzarono e gli andarono intorno, sorridendo "Buongiorno mie adorate!" le salutò Pontroius con il falso tono "Buongiorno!" disse a sua volta Teurum, simulando nuovamente una vaga agitazione. Le donne sorrisero a loro volta "Buongiorno a voi" li salutò Matara "A cosa si devono questi bei sorrisi?" Il sorriso di Pontroius si allargò "Oggi è una giornata splendida!" replicò con convinzione "A proposito di questo cara, perché noi due non ci dilettiamo a prendere un po' d'aria prima della colazione e lasciamo mangiare da soli questi due giovani?"

Matara sentendo quelle parole spalancò gli occhi e fissò il marito e un lampo di consapevolezza, o magari di semplice speranza, attraversò i suoi occhi; sembrava proprio che la donna avesse capito con un misero sguardo il vero significato delle parole del marito perché iniziò a fremere e Teurum restò stupito "E' un'idea splendida!" esclamò, improvvisamente su di giri "Buona colazione ragazzi!" e dopo averli congedati Teurum vide i due allontanarsi a braccetto, mentre mormoravano esagitati. Teurum distolse lo sguardo dalla coppia e tornò a guardare Dasha, la ragazza era seriamente confusa da quella nuova situazione che si era venuta a creare perché guardava i genitori che si allontanavano con un'espressione perplessa. La reazione di Dasha però non sorprese Teurum, d'altronde era risaputo che la ragazza non fosse dotata di grande acume.

Dasha si voltò verso Teurum con gli occhi vacui "Voi avete compreso il motivo del loro comportamento tanto bizzarro?" domandò la ragazza. Teurum scrollò le spalle con noncuranza "Ah, chi può saperlo" rispose lui "Ma sarà meglio accontentarli e mangiare come hanno chiesto, quindi perché non ci mettiamo a sedere?" Dasha annuì e i due si avvicinarono al tavolo. Teurum per iniziare al meglio spostò la sedia a Dasha in un gesto galante per farla accomodare "Signorina Hardex" disse con voce suadente e vellutata, avvolgendola nel suo sguardo. Dasha fece un risolino e ringraziò, sedendosi. Dopo aver aiutato Dasha, Teurum andò a sedersi di fronte a lei e quando le fu difronte le rivolse un sorriso abbacinante, prendendo una fetta di torta mentre una serva versava della cioccolata per Dasha.

"E' una bella giornata oggi a quanto pare" disse banalmente Dasha, mettendosi a discorrere sul tempo. Teurum annuì "Non immaginate minimamente quanto mia cara" rispose con voce soave. Dasha dopo aver bevuto un sorso di cioccolata guardò l'altro, interrogativa "Cosa intendete dire, Teurum?" Lui smise di mangiare e si raddrizzò sullo schienale della sedia, guardandola negli occhi senza degnarsi ancora di parlare. "Che sta succedendo, Teurum?" lo incalzò ancora Dasha "Perché siete diventato tanto serio? Forse conoscete la reale motivazione del bizzarro comportamento dei miei genitori e non volete rendermi partecipe per non turbarmi?"

Teurum dopo quelle parole tornò a sorridere "Mi avete scoperto signorina Hardex" rispose "E' impossibile nascondervi qualcosa, avete una mente troppo arguta" si beffò di lei "Effettivamente so cosa ha spinto i vostri genitori a comportarsi in modo tale, ma posso assicurarvi che non avete alcun motivo di temere, perché potrebbero esserci notizie magnifiche molto presto, talmente gioiose che porterebbero il castello e tutti i suoi abitanti in uno stato di festa. Ma la verità è che tutto questo dipende unicamente da voi" terminò, mantenendosi volutamente vago per accrescere la curiosità della sua interlocutrice. Dasha lo guardò allucinata, con la bocca mezza aperta, sempre più perplessa "Perdonatemi" gli disse "Ma io davvero continuo a non comprendere le vostre parole, quindi vi prego di essere più chiaro". Teurum annuì, mascherando un sorriso inopportuno di scherno che rischiava di arricciargli le labbra sottili e si preparò a recitare nuovamente, iniziando con un sospiro.

"Dasha, io vorrei parlarvi con la massima onestà, ma spero che voi non consideriate le parole che sto per rivolgervi troppo avventate, perché saranno parole dettate non dalla ragione ma da qualcosa di più profondo e travolgente". La ragazza si raddrizzò sullo schienale, improvvisamente attenta "Non tenermi sulle spine Teurum, vi prego di parlami!" lo pregò, allora lui annuì e sospirò brevemente "Vi confiderò, sono abbastanza agitato per la confessione che sto per farvi". Dasha si portò una mano al petto, mentre la cioccolata restante nella tazzina elaborata dal manico dorato si raffreddava lentamente "Mi state allarmando davvero, Teurum!"

"Non avete motivo di preoccuparvi, ve l'ho già detto!" la rassicurò lui "Dasha" disse con la testa un poco chinata "Io devo dirvelo ormai, ne ho già discusso con vostro padre, ma vorrei sapere la vostra opinione mia cara". La ragazza aveva il fiato sospeso "Io nutro nei vostri confronti un sentimento che si spinge oltre la semplice amicizia, questo sentimento causa in me un piacevole senso di agitazione quando mi trovo in vostra presenza e oserei apostrofarlo come un nascente sentimento d'amore se la cosa non vi offende".

Teurum guardò la ragazza, aveva la bocca aperta e gli occhi spalancati dallo stupore "Per questo ho chiesto a vostro padre di concedermi l'onore e la benedizione per avere il permesso di rendervi la mia legittima sposa, ma questo solo se voi doveste provare un sentimento affine al mio" precisò. Teurum si fermò nuovamente, unicamente per accrescere il pathos e sentì gli occhi dei servitori e soprattutto quelli delle serve posarsi su di lui "Perché nel mio animo sento sbocciare nei vostri riguardi un sentimento d'amore, Dasha" disse a chiare lettere "E dopo aver ricevuto la benedizione di vostro padre non posso più tacere i miei sentimenti. La vostra voce soave e i vostri occhi ridenti animano i miei sogni cupi rendendoli dolci da un po' di tempo a questa parte e desidererei sapere se posso nutrire qualche speranza che voi possiate ricambiarmi oppure no e mettere così a tacere questi pensieri per sempre".

Dasha aveva preso il suo ventaglio e adesso si sventolava con intensità, sembrava profondamente colpita da quelle belle parole "Oh, Teurum" mormorò e la sua voce fu sospirata "Voi quindi mi state chiedendo..." "Vi sto chiedendo di rendere i miei sogni reali, vi sto domandando di sposarmi! Ma badate bene" precisò ancora "Voglio che mi diciate di sì unicamente se sentite quello che sento io per voi, perché non potrei mai condannarvi all'infelicità eterna legando il vostro destino al mio senza che voi lo desideriate veramente. Questo per me sarebbe una sofferenza ben peggiore di potevi avere per sempre al mio fianco".

La ragazza parve sul punto di svenire, era impallidita e aveva le lacrime agli occhi, respirava a fatica "Non era mia intenzione causarvi un tale turbarti" parlò ancora Teurum, guardando in volto l'altra "Ma non potevo sopportare oltre di tenermi dentro questo dubbio. Ovviamente vi concederò tutto il tempo di cui avrete bisogno per pensare alle mie parole, perché questa potrebbe ben definirsi come una delle decisioni più importante della vostra vita". "Sì!" strillò invece la ragazza, alzandosi di scatto, perdendo momentaneamente il contegno "Sì!?" ripeté lui con un sorriso prontamente trattenuto sino ad allora "Ma certo che vi sposerò, Teurum!" replicò la ragazza, più composta ma sempre gioiosa "Potrei sposarvi anche oggi, adesso se fosse tutto pronto!" La ragazza spostò la sedia per raggiungerlo e così Teurum si alzò e le andò incontro, incontrandola a metà strada "Io vi amo, Teurum!" ammise la ragazza "Vi ho amato dal primo giorno in cui vi ho visto e nulla mi renderebbe più lieta che diventare la vostra sposa!"

La ragazza in uno slancio eccessivo di entusiasmo, nonostante l'abito un poco troppo ingombrante, lo strinse a sé. Teurum in un primo momento restò fermo e rigido, infastidito da quell'improvviso contatto fisico seppur lieve, poi si costrinse a rispondere appena, solamente per rendere felice l'altra, sentendosi comunque compiaciuto per la buona riuscita del suo piano anche quella volta "Evviva gli sposi!" I due si separarono velocemente e Teurum fu lieto di separarsi della ragazza; Matara e Pontroius erano proprio lì dietro alla porta del salone da pranzo a spiarli e Matara li aveva fatti scoprire con quell'incauto grido di giubilo. La donna non perse tempo a scusarsi o cose simili, semplicemente si avvicinò e si congratulò con entrambi "Quindi vi sposerete, giusto!?" Teurum e Dasha annuirono contemporaneamente "Splendido, veramente splendido!" Esclamò Pontroius al settimo cielo. L'uomo e la donna si misero a sedere e invitarono Teurum e Dasha a raggiungerli.

I quattro si sederono intorno al tavolo imbandito e si riempirono i piatti senza prestare attenzione "Dobbiamo subito iniziare i preparativi!" Disse Matara con voce più acuta del solito "Assolutamente!" confermò Pontroius "Se iniziamo subito potremo celebrare il matrimonio durante questa primavera, tra un paio di settimane al massimo!" Dasha si portò le mani al volto, emozionata e felice oltre ogni dire "Non posso ancora credere a quello che sta accadendo!" Cinguettò la fanciulla "Credici figliola mia, perché tra poco vi sposerete!" Gli rispose Pontroius con sommo orgoglioso. Teurum sorrise "Sarà una cerimonia memorabile" disse senza una particolare enfasi "Organizzeremo solo il meglio per voi!"

I tre Hardex trascorsero tutta la colazione parlando del matrimonio, del banchetto che ne sarebbe seguito e di altre frivolezze simili. Teurum elargiva sorrisi di approvazione, segni di assenso e ogni tanto diceva qualche parola, unicamente per rendere felici gli altri commensali, perché a lui non interessava granché dei preparativi sapendo che avrebbero organizzato tutto a regola d'arte. Teurum comunque aveva ben altri pensieri per la testa, pensieri molto più cupi e intricati: lui doveva progettare un omicidio, precisamente l'omicidio della sua futura moglie. Gli veniva da ridere, mentre quegli sciocchi pensavano a un matrimonio lui pensava a un omicidio, era lì che si vedeva quanto fossero diversi, quanto lui fosse superiore alle frivolezze mondane.

Gli Hardex non erano altro che dei buffoni, si divertivano a torturare i più deboli e si lamentavano tanto senza fare nulla di veramente concreto per ottenere tutto il potere che desideravano. Per quello erano le pedine perfette per Teurum, perché si credevano furbi e scaltri quando in realtà erano dei mentecatti. Ormai il re stava tornando e nonostante tutto forse Teurum avrebbe potuto concedersi un giorno di riposo prima dell'ideazione dell'omicidio di Dasha, per poi passare al piano per uccidere Matara e Pontroius, decisamente il re poteva concederselo. Teurum così si poggiò allo schienale e mangiò tranquillamente, godendosi quella placida situazione. Stava andando tutto secondo i piani, come sempre d'altronde, come era giusto che fosse per l'unico vero erede al trono e presto anche il presunto re Morfgan avrebbe avuto motivo di temere, perché il suo breve regno sarebbe giunto al termine.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Captain Riddle