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Autore: RuWeasley    20/10/2021    0 recensioni
ripenso che ogni 'come stai?' tu mi abbia chiesto sia servito solo a riuscire a legittimarti in un posto poco confortevole, come le mie gambe, come il divano di casa, come il sedile della mia macchina.
dodici racconti autoconclusivi di epiloghi imbarazzati, romanticismo abbozzato, cuti sfiorate, sguardi sommessi - un manifesto sulle emozioni lievi, su come non ci sia niente da imparare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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lei ha di nuovo i capelli corti, cortissimi. li ha fatti crescere una volta e si è accorta che non ha più funzionato, e solo in quel momento ho capito quanto fosse stupido aver timore di farsi il carone dopo i vent’anni. 

su instagram cercherà una persona con cui trasferirsi, a padova.

io ora le risponderò, perché per la prima volta mi sentirò adulto, e lo sarò talmente poco che deciderò solo in quel momento di andarmene dalla mia città.
per mettere finalmente un cazzo di rivelatore di particelle in un centro sociale.
bari padova sono settecentottanta chilometri. avrò ancora la golf e quando caricheremo le cose le racconterò di come dovrei metterci un adesivo di lula. capiremmo entrambi.
questo è un trasloco vero penserò quando siamo al casello. in uno zaino e due scatole ci sono tutte le cose che sento di possedere. tutta la mia vita entra in una golf con abbastanza spazio da farci entrare la vita di un’altra persona.
fumiamo entrambi, in questo periodo. lei ricomincerà intorno ai ventotto, io sarò rimasto in un limbo eterno, anche se dopo la laurea mi sarò fermato per due settimane, come al solito in queste situazioni. 
credo ci divideremo la benzina, ma le sigarette inevitabilmente le girerà lei. io ho il tabacco e i filtri, lei le cartine, che a me sono finite. 
da rimini in poi saranno le sei, credo, forse le sette. ci sarà una nebbia tremenda e lei metterà i radiohead, e ricorderò che in rainbows è il mio album preferito grazie a lei. dice cose ingombranti, in macchina. vive in un fiume di parole ed è a padova per un giornale o per una pubblicazione. ha a che fare con le parole che lei continua a scrivere su un portatile tappezzato degli adesivi dell’organizzazione. io ascolterò e sarò interessatissimo e terrorizzato. forse anche lei ma di sicuro non può sentirlo ad alta voce, quindi non mi sarà dato saperlo. 
finisce in rainbows e parte lo stato sociale e sarà ancora peggio di come ce lo immaginavamo a vent’anni, tant’è che la musica finisce e siamo ancora sulla a13.
parcheggerò io, e ovviamente non avrò idea di dove dormire. le darò una mano con le scatole. saliamo e lei mi fa 

oi dai ma che davvero devi dormire in macchina, ci stringiamo, tranquillo. 
io ci speravo.
la casa è come le case dei fuorisede. ha una cucina stretta, le mattonelle marroni-rosse chiaro in ceramica sporchissime, i mobili vecchissimi e le pareti decisamente non piatte piene di cose sporgenti strane cavi fili tubi. saranno le otto prenderemo le zucchine dal bangla e mangeremo una roba tipo pasta zucchine e pomodori e apriremo una bottiglia di vino. mentre cucina lei lascia una cosa sul fuoco per troppo tempo. l’ho notato ma aspetto per far nulla, sono solo teso.

e lei urla dario cazzo la padella la padella dammi una mano con un tono quasi di rimprovero e di necessità, mi fa strano da morire ed improvvisamente ho dieci anni in meno, perchè non lo sentivo da un po’.

la pasta non è male ma tanto sono passate otto ore di macchina avremmo mangiato qualunque cosa e finiamo la bottiglia di vino e come al solito io metto la musica. apriremo la seconda bottiglia di vino e il discorso sui massimi sistemi e su come tutti i libri compagni che pubblichiamo generano plus-valore sarà già finito, perché non poteva durare troppo. ed improvvisamente è tutto più drammatico, perché parleremo di viaggi per cui abbiamo qualche soldo per fare ma non sappiamo se è il momento di farli, parleremo del fatto che le nostre vite hanno una forma ed è totalmente indecidibile. 

ci sarà un nuovo discorso sui viaggi in macchina e sulle montagne e lì io avrò capito tutto e mando a fondo un respiro e rido. rideremo entrambi, chinandoci un po’ avanti con la testa e rideremo tanto, e lei mi prenderà il braccio.
il giorno dopo nessuno dei due saprà cosa dire, però io sarò più svelto, e farò io il caffè. basterà quello. nel momento stesso in cui lo verso nelle tazze, il nodo si scioglie, e va tutto bene. fumiamo una sigaretta in cucina.
lei ricomincia la sua vita per l’ennesima volta, io in macchina metto la musica della sera prima, senza accendere il motore perché sono a padova e non so dove cazzo devo andare a vivere.

(forse ti cercherò quando avrò bisogno di una scatola)

 
 
***

// weird fishes/ arpeggi: la canzone che metterà lei poco prima di ancona. entrambi avranno un nodo in gola
   
 
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