Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lita_85    20/10/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ebbi neanche il tempo di aprire la porta d'entrata, che l'uragano Chiara aveva già chiesto tutto con lo sguardo felice e interrogativo di chi sperava in un succoso racconto. I suoi occhi blu-verdi spalancati come non mai, aspettavano quella risposta alla sua domanda silente che non arrivò mai.
Lasciai la maniglia della porta senza  risponderle, e avanzando annoiata verso la cucina la mollai lì dov'era come un salame.

« Embè?! » chiese sconvolta, chiudendo di riflesso la porta raggiungendomi di corsa.

« Embè cosa?... »

« Tu e Dario! Dai non fare la gnorri per favore! », disse entrando anche lei in cucina aggrappandosi allo schienale della sedia Di legno bianco.

« Non c'è stato nulla... È andato via... », risposi sempre più scocciata mentre richiudevo il barattolo di Nutella.

Avevo pensato tutta la notte alla giornata passata con lui e alla felicità che avevo provato. Una meravigliosa felicità, eclissata subito dopo dai miei pensieri negativi. Mi resi conto, che quella sua uscita di scena repentina non era sicuramente una cosa positiva, è che lui stava scappando per l'ennesima volta. Mi lasciai travolgere da quei pensieri nefasti, non pensando più a tutto il bello che c'era stato in quella giornata passata troppo in fretta.

« Però anche tu, potevi dirmelo che dovevi vederti con Dario! »

« Non lo sapevo neanche io... », affermai sedendomi a tavola girando il mio cappuccino ormai senza schiuma.

« Hey, mi dici qual'è il problema? » Chiara, si affrettò sedendosi vicino a me, spostando una delle ciocche che erano sfuggite al mio chignon fatto male.

« Il problema è che lui non mi ama Chiara... O se lo fa, non quanto lo amo io... »

« Tesoro... »

« Chiara, mi sa che ci sono ricascata... »
« Ascoltarmi, può essere che lui sia solo spaventato... A volte capita con quegli zucconi dei ragazzi! »

« Ma a te non è capitato con Fabio! Lui dal primo momento che ti ha vista voleva sposarti! »

« È solo la pazzia degli ingegneri! Loro voglio tutto preciso e inquadrato! »

« Chiara... »

« Ok, a parte gli scherzi... Fabio era già più grande, aveva avuto le sue storie, e voleva sistemarsi... Ognuno di loro è diverso purtroppo, e non ci sono manuali da seguire... Dagli un po' di tempo...»

« Chiara, io gli ho dato tutto! Gli ho dato comprensione, accesso facilitato e il mio cuore sul palmo della mia mano! Cosa vuoi che faccia? »

« Dagli ancora un po' di tempo...e non fare altro ok? »

« Ok... », risposi abbassando nuovamente il capo verso quella tazza stracolma di cappuccino.

« Ok campione! Hai finito di bere il tuo latte?! », chiese poi a Riccardo che nel frattempo guardava i cartoni alla TV.

« Sì mamma! », rispose lui alzandosi di scatto prendendo il suo zainetto di Jurassic Park.

Non ero molto convinta del discorso fatto da Chiara, ma non potevo fare diversamente al momento. Era l'unica cosa sensata per non rischiare di perderlo per sempre.

***

« Buongiorno Dottor Mancini, è bello rivederla in forma! », esclamò Vanda nel vedermi varcare la soglia dello studio.

Tutti erano rimasti scioccati dal mio comportamento con Alessandro. Anche io, a mente lucida, incominciai a capire che quel mio comportamento era stato spropositato, e che quella gelosia mi aveva portato solo in un vicolo cieco.

« Grazie Vanna, in effetti, ci voleva una giornata di completo relax! », sorrisi a quella signora di mezza età che era con noi da quando avevamo aperto lo studio, ormai era proprio una di famiglia.

 « Dario, potresti venire un attimo? » la voce di Mirko, che sembrò più calma del solito, uscì dalla porta socchiusa del nostro ufficio, destandomi da quella conversazione amichevole che sapeva di normalità.

Mi avvicinai alla porta, stringendo tra le dita della mano destra il piccolo borsone che usavo per il lavoro, e prendendo un grosso respiro varcai quella porta come se fossi un condannato a morte. 

« Dottor Testi... » 

« Dottor Mancini... Perché ho come l'impressione che succederà qualcosa oggi? », chiese Mirko senza neanche alzare lo sguardo dal foglio dove stava applicando alcune firme.

« Eh? Io sono tranquillo! »

« Sarà meglio per te, perché lo sai che tra una quattro giorni mi sposo, e che lo studio rimarrà nelle tue mani... Non mi fare rimpiangere di aver scelto di sposarmi in questo periodo... »

« Io in realtà, avevo pensato di farti rimpiangere proprio l'idea idiota che hai avuto l'anno scorso quando hai deciso di sposarti... », risposi avvicinandomi alla scrivania sorridendo.

« Sei divertente Dottor Mancini, ma, secondo me anche tu ti sposerai presto! »

« Cosa?! Io?! Ma non ci penso proprio! », risposi convinto gettando il borsone du una delle sedie disponibili.

Sapevo bene che quel vincolo matrimoniale non faceva per me, e non lo era mai stato. Anche se, dopo aver fatto l'amore con Anita, mi era capitato di pensarla come mia sposa. Quel pensiero, che durava un tempo indefinito, spariva nell'istante in cui quella fottuta paura tornava, ricordandomi di non essere all'altezza della situazione. Ricordandomi che lei non sarebbe mai stata la signora Mancini.

Il flusso costante di pensieri deliranti furono interrotti dal telefono sulla nostra scrivania. Schiacciai rapidamente il tasto per rispondere e aspettai che Vanna ci dicesse quale era  l'emergenza di quella mattina.

« Vanna, mi dica pure... »

« Dottor Mancini c'è l'avvocato Monte sulla linea due... »

« Ok, ce lo passi pure...»
La voce di Saverio non tardò ad arrivare,  provocandoci subito un sorriso complice.
« Ma si può sapere dove cazzo avete i cellulari?! E da mezz'ora che vi chiamo teste di cazzo! »

« E buongiorno anche a te bocca di rose! » ridacchiai poggiando la cornetta nell'apposito alloggio.

« Tu, per favore fai meno il cretino, perché dovevamo vederci al bar ma non mi hai fatto sapere niente! » 

« Hai ragione, ma stamattina ho fatto tardi e non avevo tempo per passare dal bar... » 

« Hai fatto tardi? Oooooh ma quanto mi dispiace! » 
« Sa, perché non ti prendi una bella tisana? Mi sembri abbastanza alterato stamattina... », affermò Mirko distogliendo lo sguardo dai fogli che aveva tra le mani, per poi guardare verso il telefono.
« Guarda che ce n'è anche per te! Tu e la signorina Rottenmeier, dovete smetterla di rompermi i coglioni con queste serate e seratine! Fatevi una vita! Vi state sposando per questo no?! » 

« Cazzo ho dimenticato ad avvisarti! », Esclamò a sorpresa Mirko aprendo i palmi sui fogli continuando a guardare il telefono.

« Dottore, guarda che il problema non è quello, il problema è che dovete lasciarmi in pace! Queste seratine del cazzo puoi organizzare per quel coglione di Dario, che con tutto il rispetto parlando, ci sta scassando anche lui le palle! » 

« Ma si può sapere perché stai reagendo così? Ho interrotto qualcosa? » 
« In realtà si! Avevo un impegno! »

« Ma Ginevra viene stasera, con chi l'avevi questo fantomatico impegno?! »

« Con lei... »

« Continuo a non capire... »

« Avevo organizzato una cosa per lei... A sua insaputa Dottore da centodieci e lode »

Granai gli occhi verso il telefono e poi verso Mirko che mi guardò allibito.

« Sa, ma che vuoi dire? », domandai cercando di capire fino a che punto si era spinto l'avvocato.

« Non voglio dire un bel niente, ho comprato quel completino da padel... »

« Completino da padel?!...  », si schiarì la voce Mirko guardandomi cercando di raccattare i fogli che aveva sotto le sue braccia.
« Sì, è una storia lunga...  », risposi sorridendo, per poi essere interrotto dal diretto interessato.
« Non tanto lunga, se voglio scoparmi Ginevra con quello addosso! »

« In effetti...  » dichiarai, continuando a sorridere e grattandomi la testa.

« Ok cazzoni, io adesso vi saluto, anche perché ho una riunione tra poco! Ci vediamo stasera! Ah Mirko, preparati per il tuo addio al celibato... L'hai voluto tu!  », la telefonata si chiuse con questa mezza minaccia alla Saverio, che se non sapessi cosa avrebbe organizzato avrei avuto paura anche io. 

« Dario... Che voleva dire? Vi ho detto chiaramente che non voglio Streep Club, spogliarelliste, o cose varie!  », Mirko che era sembrato il santo appena sceso in mezzo agli uomini per essere beatificato, si trasformò incrociando le braccia al petto.

« Ma non so di cosa sta parlando! », mentii spudoratamente. In realtà sapevo tutto, ma non lo avrei mai spifferato al povero Mirko.
« Dario... vi ammazzo... Io vi sto avvisando! », prese tutte le sue scartoffie dalla scrivania, e con passo veloce se ne andò senza aggiungere altro.

Mirko aveva sempre avuto paura dell'addio al celibato La sera che ci aveva confessato che aveva chiesto a Claudia di sposarlo, la seconda cosa che ci disse fu proprio " niente addio al celibato". Nel corso dei mesi, eravamo riusciti a dissuaderlo, ma alla sue regole. La cosa che non sapeva era che eravamo riusciti a deviare l'ostacolo Mirko, riuscendo lo stesso ad organizzare un festino davvero singolare.

                               ***


Erano passate da poco le venti, e io sfrecciavo per le vie di Milano nella vana speranza che il mio "leggero" ritardo non venisse notato da nessuno. Imboccai una di quelle vie solitarie e deserte per riuscire ad arrivare prima al Star Sing, uno dei più rinomati locali per karaoke di tutta Milano, nonché il preferito di Claudia. Mi infilai velocemente in una delle traverse che tagliavano la strada, quando ad un certo punto la macchina iniziò a fare le bizze. Sentii lo sterzo tremare sotto le mie mani, fino a che l'auto non si accasciò sulla parte sinistra. Spensi subito la macchina, e presa da una rabbia incontrollata iniziai a battere le mani verso lo sterzo chiamando tutti santi del paradiso nella speranza che fosse tutto un brutto sogno. In preda alla disperazione più totale, uscii fuori constatando quello che avevo sperato che non fosse accaduto: si era bucata la gomma anteriore sinistra. Chiusi lo sportello più forte che potevo, e iniziai ad imprecare contro quella stupida ruota. Il vestitino fiorato in jersey iniziò ad ondeggiare trascinato da quel vento invernale facendomi stringere le braccia tra loro. Aprii la portiera posteriore e recuperando il capotto nero e il cellulare, iniziai a scorrere l'elenco telefonico in cerca di qualcuno che potesse salvarmi da quella situazione surreale. 

Dopo diversi secondi decisi che l'unico che avrei voluto vicino in questa situazione era Dario. Cercai il suo numero in rubrica scendendo piano con il pollice, fino a quando arrivata davanti a quel codice numerico mi bloccai davanti al suono di una voce famigliare.

« Anita?! »

« Alessandro! »

« Ma cos'è successo?! » chiese ancora dentro l'abitacolo accostando la macchina alla mia.

« Credo di aver bucato una gomma... », affermai stringendo ancora più forte le braccia al petto. Mi sentivo tremendamente a disagio dopo il nostro l'ultimo incontro rivelatore nel mio ufficio. 

« Vediamo un po'... » disse, avvicinandosi con un sorriso così contagioso da farlo replicare sul mio viso.

Iniziai a pensare che forse non era stato un male averlo incontrato, e che magari poteva aiutarmi con la mia gomma.

« Credo che tu abbia ragione… la gomma è andata! », affermò alzandosi in piedi, battendo le mani tra di loro come a voler togliere la polvere che aveva sulle mani dopo aver toccato la ruota. 

« Perfetto! Non arriverò mai in tempo! », esclamai portandomi tutte due le.mani sui capelli.

« Stai andato da Star Sing? »

« Si… non mi dire che anche tu… »

« Già… alla fine Claudia mi ha convinto… quella ragazza non accetta un no come risposta… »

« Già… Claudia… », replicai portando dietro le orecchie quei capelli che avevo lasciato liberi per l'occasione.

« Allora, posso darti un passaggio? Penso io a chiamare il carro attrezzi… »

« Ok… ti ringrazio… », risposi con un sorriso di gratitudine avvicinandomi alla sua automobile. 

Finalmente il fato aveva fatto uno sgambetto bello e buono a quella mia sfortuna cronica. Adesso, nulla avrebbe potuto rovinare la serata, ed io, sarei arrivata puntale e felice a quella che era partita come un disastro. I presupposti c'erano veramente tutti, ed io non vedevo l'ora di arrivare a destinazione. Arrivare da lui. 



Note: Capitolo Quaranta. Buonasera miei cari ed eccoci qui in questo capitolo che avevo battezzato come quello del karaoke, ma, per forza di cose, è tutto posticipato al prossimo ♥️ ️ Che cosa succederà adesso che Anita arriverà con Alessandro al locale? Il Fato avrà giocato davvero a suo favore? Dario prenderà bene questa cosa? Voi che ne pensate? Io dico di no… 🤣🤐 Ci aspetta davvero un capitolo infuocato! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ❤️
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lita_85