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Autore: Cryblue    21/10/2021    2 recensioni
Autumn è una bambina che ha appena perso i genitori e che al mondo non ha altri che sua sorella Summer.
Lindsay è una giovane madre il cui unico scopo nella vita è rendere felice la sua piccola Regina.
Le loro vite si incroceranno e, dall'unione tra il passato e il presente, impareranno che, tutto sommato, hanno bisogno solo l'una dell'altra per essere davvero felici.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ch.8 – Musica.
 
Stai cercando di non fissare, di lasciarle il suo spazio ma non è così facile.

Regina è seduta sul divano del vostro salotto, stringe Rocco tra le braccia e ogni tanto sospira. Hai provato a parlarle ma non hai praticamente ottenuto risposta, all’inizio pensavi fosse perché aveva paura che suo padre venisse a prenderla, ma sono passate ore dall’orario dell’appuntamento e di lui nemmeno l’ombra.

Per quanto non le possa piacere, temi tua figlia si senta rifiutata da quel maledetto succhiacaz…ok no. Sai essere meglio di così.

Summer ti scrive un messaggio per sapere come va, come procede la serata, le rispondi che Andy non si è presentato e, mentre mandi il messaggio, pensi tutto questo sia una punizione per te, perché hai pensato che se Regina stava con suo padre, avresti potuto invitare Summer a cena: un appuntamento vero, solo voi adulte e magari poi venire a casa tua a continuare a far cose da adulti. Con tua figlia in casa non potresti mai fare nulla di lontanamente sessuale, quando sei stata con qualcuna l’hai sempre fatto fuori dalle mura domestiche, hai optato per la macchina piuttosto, ma non con Regina che dormiva nell’altra stanza.

La tua compagna di liceo ti chiede come l’abbia presa tua figlia, le fai una foto perché non sei in grado di spiegare a parole e appena invii il messaggio ne arriva uno di Andy che ti dice che ha avuto un impegno e non può passare a prendere la bambina.

Fanculo non si scusa nemmeno e sembra che quel cretino nemmeno sappia il nome di sua figlia.

Cretino.

Guardi la tua bambina, i suoi capelli arruffati e la sua postura sconfitta e ti chiedi come farai a dirglielo, ti chiedi come si possa infliggere una ferita tanto profonda a una bambina così buona e innocente. Abbandoni il telefono, ti arrampichi sul piano più alto della dispensa e prendi gli oreo, riempi un bicchierone di latte e li poggi sul tavolino davanti a tua figlia, lei non ti guarda, continua a giocherellare con la punta della coda di Rocco.

“Ehi ragazzina. Ti ho portato qualcosa da mangiare.”

Guarda latte e biscotti sul tavolino “Non è ora di cena?”

“Si ma…”

“Non verrà, vero?”

Le metti un braccio attorno alle spalle, lei non si ribella ma non si rilassa nemmeno. “Ha avuto un impegno improvviso. Tua padre è molto preso dallo studio, lo sai. Un giorno diventerà un famoso avvocato e…”

“Non gli importa di me.”

Mordi le labbra e maledici quello stupido ragazzino viziato e te stessa, per esserci andata a letto. Ti dai subito di imbecille perché se tu non ci fossi andata a letto non avresti avuto la meravigliosa bambina che stai tenendo tra le braccia. “Non è così Regina, tuo padre ti vuole bene e non vedeva l’ora di passare del tempo con te.” Odi doverlo difendere, ma lo stai facendo per la tua innocente e meravigliosa bambina.

Quando la vedi così triste e ferita non c’è cosa al mondo che non faresti per lei.

È come se ti strappassero il cuore pezzo per pezzo.

“Quando mi ha chiamata, era davvero distrutto per il dispiacere.”

“Perché non ha chiamato me allora?”

“Cosa?”

Ti indica il ridicolo telefono da bambina che tuo padre le ha regalato per poter parlare con lei saltando lo step di chiamare te, facendola sentire una bambina grande. Avete tutti il numero di quel ridicolo aggeggio e ogni tanto, quando siete in due stanze diverse, la chiami, solo perché ti piace la sua reazione di esagerato fastidio.

“Perché non ha chiamato direttamente me, mamma?”

La sua logica è di una semplicità tale che non sai cosa risponderle, la sollevi e te la metti sulle gambe. “Perché non aveva il coraggio di affrontare la tua vocina triste.”

È la scusa più stupida che tu potessi trovare. A volte ti chiedi perché ci provi ancora, dovresti semplicemente lasciare che tua figlia veda suo padre per il bamboccio viziato che è.

Il punto è che pensi lei meriti di meglio, meriti l’amore incondizionato di un padre.

“Mamma?”

“Dimmi, amore.”

Poggia la fronte contro la tua e il tuo cuore va in frantumi. “Sei la mamma migliore del mondo. Non ti cambierei per niente al mondo.”

“Nemmeno io cambierei te per niente al mondo, Regina.”

“Mamma?”

“Dimmi.”

“Posso dirlo una volta sola?”

“Cos….oh no, no no no no no. NO Regina!”

“Va bene.” Sospira e ti butta le braccine al collo, respiri il suo profumo da bambina, cercando di fissarlo nel cervello, come il profumo dolcissimo che hai passato notti intere ad annusare appena è nata, e vorresti solo rimanesse così piccola per sempre, che i problemi fossero sempre questi.

“Va bene. Una volta sola Regina.”

Ridacchia, ma senza la solita energia. “È uno stupido succhiacazzi.”

Ti si contorce lo stomaco quando la senti pronunciare una parola così volgare, ma lei ridacchia di nuovo e ti dimentichi di tutto. Sospira ancora e si accomoda su di te, la culli dolcemente e le canticchi una canzone, lei si unisce a te di tanto in tanto, ma senza troppa convinzione.

Vorresti spaccare la faccia a quello stupido succhiacazzi.

“Mangiamo i biscotti ora?”

Annuisce e scende da te, man mano che si allontana, cresce in te la sgradevole sensazione di non poterla più proteggere, di non poterla far stare meglio.

Suonano al campanello, lanci un’ultima occhiata a tua figlia che infila il primo biscotto nel latte e vai a vedere chi sia. Apri la porta: un fulmine moro ti passa accanto e un enorme sorriso ti acceca.

“Qualcuno ha ordinato pizza e film?”

L’urlo eccitato di tua figlia ti riporta alla realtà e ti rende la facoltà di parola.

“Summer.”

La tua compagna di liceo dondola sulle gambe e arrossisce lievemente: “Perdonami, Autumn ha visto la foto di Regina e non c’è stato modo di calmarla. Era tanto determinata a volerla consolare che ho temuto scappasse dalla finestra. Ho pensato che la cosa migliore fosse venire anche io con lei, ma non potevo presentarmi a mani vuote.” Solleva leggermente la pizza e se prima era una cotta, ora temi di essere innamorata.

Fai un passo di lato e apri la porta. “Non avrei potuto sperare in niente di meglio.”

In salotto tua figlia ha il volto premuto contro quello della piccola Autumn e continua a pronunciare il suo nome, evidentemente troppo felice per credere solo ai suoi occhi, quel piccolo angelo dal volto dolcissimo si lascia fare di tutto, con il suo solito sorriso pacifico stampato sul volto.

Quella bambina è davvero una benedizione del cielo.

Mostri alla tua ospite adulta dove sistemare le cose e lei ti segue in cucina per aiutarti a prendere piatti, bicchieri e tovaglioli. Ti elenca i film per bambini che ha portato e hai i brividi di paura perché sono tutti potenzialmente pericolosi per l’immaginazione iperattiva della tua piccola peste, ma non ti importa davvero perché, per la prima volta da quando è nata, hai la sensazione che non dovrai affrontare tutto da sola. Hai la sensazione che Autumn sederà la maggior parte delle idee strampalate di tua figlia e, se non dovesse riuscire, Summer ti aiuterà a raccogliere i pezzi.

“Grazie.”

“Di cosa?”

“Di essere qui.”

La tua cotta liceale scoppia a ridere. “Non stavo scherzando Lin.”

Questa novità che ti chiama Lin ti fa attorcigliare le interiora.

“Autumn ha veramente dato fuori di matto, voleva a tutti i costi venire a consolare Regina. Era tanto determinata che mi ha spaventata, se devo essere sincera.” Ride ancora e guarda sua sorella con immenso amore, poi si gira verso di te e ti sembra che il suo sguardo non sia cambiato poi tanto. “Ho solo seguito il tuo consiglio: ho suonato a orecchio e mi piace moltissimo la musica che ne è uscita.”

Ti stai trattenendo con tutte le tue forze dal baciarla, ma le vostre bambine sono a pochi passi da voi e potrebbero vedervi attraverso l’apertura. È troppo presto per coinvolgere le bambine, non sai nemmeno tu se c’è qualcosa in cui coinvolgere o cosa sta succedendo, devi fare le cose con molta, molta cautela.

Come richiamata dal tuo pensiero, tua figlia arriva alle vostre spalle sventolando un dvd, Autumn la segue di pochi passi con Rocco stretto al petto.

“Io e la mia principessa vogliamo vedere questo.”

Guardi cos’è con una strana sensazione, intravedi la copertina del dvd e gli occhiali ti scivolano dal naso, ti è bastato un solo attimo per capire che si trattasse di Imagine me and you.

Ovviamente tra tutti i film per bambini tua figlia ha scelto l’unico che non lo fosse.

Summer sembra sentirsi molto in colpa “Scusa Lin, non sapevo che….pensavo che…io volevo…”

Se ti chiama Lin può far vedere a tua figlia qualunque cosa, anche IT o la Bambola Assassina, anche se forse questi sono film che facevano paura a voi, non ai bambini di oggi. Non ci tieni particolarmente a scoprire se sia ancora così.

“Lindsay Miller mettete su il film, noi andiamo a disfare le mie valige.”

Valige sta per un piccolo trolley azzurro con gli unicorni.

Le due bambine spariscono dalla vostra vista con un risolino felice.

“Tua figlia sa disfare le valige?”

“Assolutamente no. Sparge tutti i vestiti per la stanza e domani mi chiederà aiuto per ripiegarli bene e riordinarli. Non capisco perché non aspetti direttamente domani, ma immagino sia il suo modo di dichiarare l’indipendenza da suo padre.”

Ti giri per affrontare la tua interlocutrice e le labbra di Summer sono sulle tue. Non sapevi davvero se tra voi ci fosse qualcosa, se ti stavi illudendo come una perfetta idiota o se lei si sia avvicinata a te l’altra sera solo perché si sentiva sola e tu l’hai fatta sentire capita.

Questo bacio ti sta dicendo che non è così, che c’è qualcosa. Il modo in cui sta premendo ogni centimetro del suo corpo contro il tuo ti sta dicendo che c’è molto più di qualcosa.

Si stacca da te nel momento esatto in cui tua figlia sta per rientrare nella stanza, fate entrambe un passo indietro per mettere più distanza possibile tra voi.

“Lindsay Miller, sei ancora qui? Sei lenta, come tutte le vecchie.”

Summer scoppia a ridere e tu ti fingi stanca, tua figlia arriva accanto a te e ti tira per la maglia.

“Ho fame, andiamo.”

La afferri e la lanci in aria, te la metti sulle spalle come se fosse un sacco di patate e vai verso il divano, Autumn va verso sua sorella e si fa dare i piatti per aiutare ad apparecchiare.

Speri che quella stupenda bambina faccia sempre parte della vita di tua figlia.

Vi accomodate sul divano e ovviamente Regina decide che lei e Autumn devono sedersi vicine, tu ti metti accanto a tua figlia per impedire faccia troppi disastri mentre mangia e Summer si siede accanto a sua sorella. Ti dispiace siate lontane, ma quando finite di mangiare la tua cotta del liceo poggia il braccio sullo schienale del divano, tu fai lo stesso e le dita delle vostre mani si intrecciano. È un contatto infantile, quasi pudico e pensi sia assolutamente perfetto per la situazione.

Non ti stupisci affatto che durante scena dello stadio quel demonio di tua figlia si metta in piedi sul divano e inizi a urlare:
“Non vali una seeeegaaaaa numeroooo noooooveeeee.”

Sai perfettamente che sentirai questa frase molte, molte, molte volte nelle giornate future ma non ti importa perché anche a te piace molto la musica che state suonando ad orecchio, tutte e quattro insieme.
   
 
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