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Autore: eddiefrancesco    21/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Juliana proseguì col dire: «Mi chiedo di che cosa Annie Sawyer avesse paura, per scappare via in tutta fretta.» «State ancora parlando di quella cameriera?» domandò Seraphina, annoiata. «Quella ragazza è un'oca. Ha paura perfino della sua ombra. Una bella bastonata le toglierebbe quelle fantasie dalla testa.» intervenne Lilith. «So bene quanto ti piacciono soluzioni del genere» commento' Nicholas in tono freddo e duro. Lilith sollevò leggermente le sopracciglia prima di dedicarsi alla zuppa. «Io credo che sappia qualcosa» riprese Juliana. «Che cosa volete dire?» chiese Winifred, sconcertata. «Intendete qualcosa sull'omicidio?» domandò Sir Herbert. «Come? Credete che sia stata Annie a uccidere Crandall?» Lilith parve sorpresa. «Be'...» Sir Herbert lanciò un'occhiata a Winifred e subito distolse lo sguardo. Sembrava a disagio. «Direi che non è così assurdo. Crandall aveva una certa reputazione e...» «Annie è molto graziosa» disse Seraphina, che aveva finalmente capito di che cosa si stava parlando. «Volete dire che Crandall potrebbe averla infastidita?» intervenne Peter Hakebourne. «E che lei l'avrebbe ucciso per difendersi?» «Che assurdità!» sbotto' Lilith, con gli occhi fiammeggianti. «Come potete pensare una cosa simile? Credete di poter infangare il nome di Crandall solo perché non è qui a difendersi? Non ve lo permettero'!» «Non vogliamo gettare discredito su di lui, te l'assicuro, zia Lilith. Non credo che sia stata Annie a uccidere Crandall, ma potrebbe aver visto o trovato qualcosa.» si affretto' a dire Juliana. Si guardò intorno rapidamente, sperando che qualcuno si tradisse udendo quelle parole. Se aveva ragione nel credere che il rubino apparteneva all'assassino, probabilmente questi si era accorto di averlo perso. Ma non notò alcuna reazione sospetta nei presenti. «Se fosse così, perché mai non avrebbe parlato?» domandò Sir Herbert. «Non lo so. Forse temeva che l'assassino se la sarebbe presa con lei se avesse detto quello che aveva visto. O forse non era sicura della sua identità» ipotizzò Nicholas. «Ma adesso che se ne è andata, come faremo a scoprire cosa sapeva?» chiese Seraphina. «Temo che sia impossibile» replicò Juliana, facendosi scura in volto. Non le era difficile mostrarsi frustrata, perché era proprio così che si sentiva, non essendo riuscita a cogliere nulla nelle espressioni degli altri. «Questo non è un argomento adatto a una cena» dichiarò Lilith con fermezza. Juliana decise di non insistere e prese il cucchiaio, lasciando cadere la conversazione. Il mattino seguente lei e Nicholas non rivelarono a nessuno che intendevano recarsi a Bridgewater. Quando scesero a colazione, trovarono Lilith e Peter Hakebourne insieme a Sir Herbert. Conversarono del più e del meno, concentrandosi prevalentemente sul tempo e sulla pariglia di cavalli che Sir Herbert voleva acquistare per la sua carrozza. Lilith si informò educatamente sui progetti di Juliana per la giornata. «Pensavo di andare a trovare Mrs. Cooper» mentì. Era l'unica scusa che le era venuta in mente per giustificare la sua assenza. Lilith annuì. «Dell'altro tè?» «Sì, grazie.» Juliana le tese la tazza. Lilith sembrava essersi leggermente ripresa quel giorno, notò. Aveva le guance un po' più colorite e aveva preso parte alla conversazione. Il discorso si spostò sulla campagna e sull'imminente raccolto e Sir Herbert mostrò di essere interessato all'argomento, mentre il giovane Peter Hakebourne seguiva la conversazione distrattamente. Juliana si chiese fino a quando il peso delle difficoltà economiche in cui versava avrebbe superato la sua evidente riluttanza a essere confinato in campagna. Mise da parte le uova che aveva nel piatto, troppo agitata per mangiarne ancora. Sorseggio' il tè e sbocconcello' una fetta di pane tostato, lanciando uno sguardo ai piatti degli altri, nella speranza che finissero in fretta. Non vedeva l'ora di mettersi in viaggio, perché temeva che Annie Sawyer potesse fare un colpo di testa e andare da qualche parte prima del loro arrivo. Finalmente, quando gli altri ebbero finito di mangiare, disse: «Se volete scusarmi...» «Ma certo, mia cara.» Nicholas si affretto' a scostarle la sedia. Juliana si alzò troppo in fretta e il movimento repentino le diede le vertigini. Barcollo' e Nicholas la sostenne con prontezza afferrandole il braccio. «Ti senti bene?» le domandò, preoccupato. «È solo... un leggero capogiro...» mormorò Juliana, sorpresa lei stessa. Si portò una mano allo stomaco, sentendo salire la nausea. «Forse è meglio che tu vada a sdraiarti» suggerì Lilith. «Sì, solo per un po'» disse Juliana. Mentre lasciavano la stanza, si appoggiò al braccio di Nicholas più di quanto facesse di solito. Il pavimento sembrava ondeggiare sotto i suoi piedi... Si fermò, portandosi una mano alla bocca, e degluti' per cercare di trattenere il cibo. Sarebbe stato troppo umiliante vomitare la colazione davanti a tutti. «Mi dispiace» mormorò. «Non c'è nulla di cui tu debba scusarti. Sei terribilmente pallida. Ti porterò io su per le scale.» le rispose Nicholas. «No, posso camminare» gli assicurò, ma lui non le diede ascolto e, dopo averla presa in braccio, salì al piano di sopra. Juliana chiuse gli occhi e posò il capo sulla sua spalla, concentrandosi nel tentativo di controllare la nausea. Si chiese se avesse mangiato qualcosa di avariato... A meno che... No, di certo non era possibile... Se anche fosse stata incinta, era improbabile che le nausee mattutine incominciassero così presto. Tuttavia avvertì un guizzo di piacere all'idea di aspettare un bambino... il figlio di Nicholas. Lui l'aveva appena deposta sul letto, quando Celia si precipitò nella stanza. «Mrs. Barre mi ha detto che non vi sentite bene» esclamò, accorrendo accanto al letto e posando la mano sulla fronte di Juliana. La stanza vorticava intorno a lei. «Ho la nausea...» mormorò, stringendo i denti per resistere. «Vado subito a prendere un catino» disse Celia, allontanandosi. Juliana si sforzo' di raccogliere le forze. Sapeva che di lì a poco avrebbe dato di stomaco e non voleva farsi vedere in quelle condizioni da Nicholas. «È meglio che tu vada da solo» gli disse, sforzandosi di parlare con voce normale. «No, ci andremo un altro giorno» si affretto' a rispondere lui. Anche Nicholas era insolitamente pallido. «Preferisco restare qui con te.» lei scosse il capo. «No, no, ti prego. È solo un po' di nausea, passerà subito. Probabilmente ho mangiato qualcosa che mi ha dato fastidio. Celia si prenderà cura di me.» «Ma...» provò col replicare Nicholas. «No, davvero.» Juliana tese una mano e gli rivolse uno sguardo implorante. «Voglio che tu vada. Devi parlare con Annie. Non dobbiamo lasciarcela sfuggire. Io mi sarò ristabilita del tutto per il tuo ritorno. Non possiamo rimandare.» Nicholas era evidentemente combattuto. «No, non posso lasciarti in questo stato.» «Non è niente di grave, signore» lo rassicuro' Celia, che era tornata con un catino che posò accanto al letto. «Vedrete che si rivelerà una bella notizia» aggiunse con un sorriso. «Come?» Nicholas fissò la giovane donna senza capire. «Di che cosa state parlando?» «Be', siete sposati da poco... non ci sarebbe niente di strano.» Nick guardò Juliana e un sorriso gli spunto' sulle labbra. «Credi che sia possibile?» «Non lo so.» Dentro di sé sperava che non fosse così, perché non era sicura di sopportare di stare tanto male ogni giorno per mesi. Nicholas si chino' a baciarla sulla fronte. «Va bene, vado, ma forse sarebbe meglio mandare a chiamare un medico.» suggerì. «È ancora troppo pesto per sapere se sono incinta» mormorò Juliana. Strinse i denti per contrastare un'altra ondata di nausea e affondò le unghie nel cuscino. Stranamente, aveva anche un'abbondante secrezione di saliva. Nicholas andò alla porta, promettendole che sarebbe tornato il più presto possibile. Lei borbotto' qualcosa in risposta e, non appena fu uscito, si voltò verso Celia che le reggeva previdentemente il catino, e vomito' anche l'anima
   
 
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