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Autore: LadyBlack3    21/10/2021    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Due facce

<< Porca miseria. >> commentò Alecto quando, insieme a Selwyn Merope e Tom, scese a terra per contare i cadaveri.
Numerosi sacchi vuoti e privi di anima ricoprivano il terreno circostante, le palpebre aperte che li fissavano con aria terrorizzata… la bambina fece fatica a mantenere la lucidità. Nonostante non vedesse di buon occhio i Mangiamorte, vederli morire in quella maniera fu un’esperienza raccapricciante.
Cercò di non versare altre lacrime, anche perché non sarebbe servito a molto. Ormai non c’era più nulla da fare per loro, non ci sarebbe stata nessun aldilà ad accoglierli, niente di niente.
Fu alla vista di Bellatrix, però, che sentì una sensazione forte di nausea: sul volto le era rimasto impresso un barlume di pazzia, le sue pupille erano rivolte verso di lei ed era come se la scrutasse in profondità.
Il pensiero che fosse morta la Pupilla di suo fratello la fece raggelare e per un momento s’incantò a guardarla.
<< Ehi >> Tom le toccò la spalla e lei sussultò << Stai bene? >> chiese in tono serio. Dall’espressione che trapelava, era evidente che la scena non gli procurasse chissà quale emozione. Era sempre stato molto apatico quando si trattava delle disgrazie altrui.
<< Eh? Oh, sì… sì, sto bene >> rispose Merope, distogliendo lo sguardo da Bella.
<< Siamo nella merda >> commentò all’improvviso Selwyn, che aveva finito di ispezionare i corpi degli ex colleghi. Scosse il capo e aggiunse: << Cosa diremo al Padrone? Quando scoprirà che anche Bellatrix è morta andrà su tutte le furie! >>
Merope detestava riconoscerlo, ma Selwyn aveva ragione. Bellatrix era il fiore all’occhiello di Voldemort, la seconda in fatto di abilità e potenza, e adesso era diventata un ammasso di carne in decomposizione.
Alecto batté in ritirata: << Ah be’, cavatevela da soli, io me ne vado. >>
<< Non fare la vigliacca, Carrow! >>
<< Senti, ho appena perso mio fratello e i miei compagni, non rischio ulteriormente la vita appresso al Signore Oscuro. E poi, se proprio vogliamo dirlo, il primo vigliacco è stato proprio lui che ci ha lasciati soli a combattere. >> ringhiò la donna, che ricevette le occhiate bieche di Merope e Tom.
Quest’ultimo sogghignò, forse per non mostrare troppa offesa per quelle parole che “tecnicamente” non erano rivolte a lui.
<< Dovreste mostrare più lealtà al vostro Signore piuttosto che giudicare situazioni che non conoscete. >> disse il ragazzo, fin troppo calmo.
Merope sperò non sarebbe scoppiata una carneficina, ben sapendo quale fosse il carattere di suo fratello maggiore, ma per fortuna Alecto aveva tutta l’aria di voler abbandonare la partita prima di litigare.
<< Lealtà un corno! Ci ha messo nei casini dopo aver sciolto la sua alleanza. Sapeva benissimo che non sapessimo difenderci dai Dissennatori e lui non è intervenuto! Tu sei nuovo, magari avrà maggior riguardo nei tuoi confronti. Che dire, buona vita! >> e proferito ciò, salì sulla scopa e se ne andò lontano, lasciandoli a bocca asciutta.
Tom provò a reprimere l’astio che stava emergendo dentro di sé, anche se gli risultò parecchio faticoso. Si limitò ad assumere uno sguardo assassino e a ringhiare sottovoce.
<< Mi spiace dirlo, ma non ha torto >> soffiò Selwyn a Merope.
<< Non potete affermare una cosa del genere! >> ribatté la piccola, che teneva d’occhio le reazioni del grande.
Il Mangiamorte ruggì: << E allora spiegami perché non è venuto ad aiutarci! È alle prese con il sonnellino pomeridiano?? Da un po’ di tempo sta perdendo colpi! >> attese palpitante una risposta da Merope che era intenta a trattenere la rabbia del fratello, tuttavia le iridi dell’uomo ricaddero su un particolare.
Scorse la bacchetta di Lord Voldemort stretta in mano al nuovo arrivato e d’istinto gli chiese: << Per quale motivo ce l’hai tu?? >>
Tom non replicò subito, si trovò spiazzato dalla domanda improvvisa così come Merope. Entrambi si scambiarono occhiate complici e il ragazzo disse: << Me l’ha prestata >>
<< Mi prendi per il culo? Lord Voldemort non darebbe mai la sua bacchetta a un estraneo. Non permette di toccarla nemmeno a lei che è la sorella! >> sbottò indicando Merope.
<< Ehm… >> quest’ultima fece mente locale per cercare una soluzione, ma non le veniva in mente nulla.
<< Non sono affari che ti riguardano. >> liquidò Riddle, gelido.
Selwyn nell’incontrare le sue pupille color pece venne sopraffatto da un brivido di paura, che solo con il Padrone riusciva a provare.
L’osservò meglio e non poté non notare come Merope fosse attaccata in maniera strana al giovane.
Con aria sospetta, domandò: << Per caso siete parenti? >>
Merope arrossì vistosamente. I due si scambiarono di nuovo un’occhiata fugace e Tom inarcò le labbra all’insù.
<< Io parente di questa? >> fece sarcastico, guadagnandosi la fronte aggrottata della sorellina << Non sopporterei una grifondoro nella mia famiglia. >>
<< Ah già… >> commentò Selwyn alla vista della spada << Ora capisco perché non andavamo d’accordo. >>
La bambina lanciò raggi laser al giovane Tom che la ignorò bellamente, poi udì la domanda alquanto imbarazzante del Marchiato.
<< Non è che è il tuo nuovo fidanzato? >>
<< Che spiritoso! >> Merope divenne rossa. Sapeva che scherzasse, peccato che anni prima lo considerava davvero tale…
<< Ah, non mi trovavi bello? >> la provocò Tom con un ammiccamento, che peggiorò ulteriormente il rossore della bambina.
<< Saresti capacissima. Hai un pericoloso interesse per i ragazzi più grandi, tu >> commentò Selwyn.
Merope iniziò a sudare freddo: << Io?? Figurati, che sciocchezza! >> non osò guardare suo fratello, che doveva essere sicuramente l’ultimo ad ascoltare certi discorsi.
<< Come no… mio nipote però ti piaceva. Quanto siete stati insieme, 6 mesi? Forse anche di più >> aggiunse il Mangiamorte con non-chalance, e la bambina avrebbe voluto ammazzarlo in quell’esatto momento. Tom difatti non sapeva dell’esistenza di Gaius e conoscendo la sua gelosia Merope desiderò sotterrarsi.
Come se gli avesse letto nel pensiero, il fratello prese a squadrarla maligno.
<< Stava con il nipote di un Mangiamorte? >> chiese mantenendo la calma.
<< Eh già, è il figlio di mia sorella. Si chiama Gaius. Dovevi vedere come si sbaciucchiavano quando stavano insieme… >>
<< Ah, ma davvero? >> sibilò il ragazzo a denti stretti e rivolgendole uno sguardo di fuoco.
Merope, completamente avvampata, s’innervosì: << Insomma, come cavolo ti viene in mente di spifferare al vento queste cose? >>
<< E allora? Menomale che non è tuo fratello, altrimenti ti avrebbe massacrata. >> disse Selwyn, al che la piccola, sbattendosi una mano sulla faccia, resistette dal bestemmiarlo.
<< Ma certo, menomale! >>
Tom la fissò severo prima che Selwyn aggiungesse: << A proposito, se vuoi ti restituisco le foto! >>
<< Cos…? Non è necessario, non stiamo più insieme! >> giunse subito ai ripari la bimba.
Ma il Mangiamorte aveva appena estratto le fotografie animate dalla tasca della sua uniforme e gliele aveva porse con disinvoltura << Tieni, è inutile che le tenga io! >>
Merope era rimasta così paralizzata da non riuscire a muovere un muscolo. Vide Tom studiare tutte le foto con esplicito disgusto per poi rivolgerle uno sguardo iracondo, e fu in quell’istante che ebbe la prontezza di afferrarle e nasconderle rigorosamente nel suo vestito.
<< Va bene, grazie, noi andiamo! >> disse prendendo per mano il maggiore e trascinandolo insieme a lei, con le guance ancora imporporate.
<< Andate pure, io mi sbarazzerò di queste carcasse >> rivelò Selwyn a voce sommessa.
Merope si fermò e si voltò nella sua direzione, il cuore che le batteva a mille. L’uomo incenerì i cadaveri dei compagni con l’Incanto Fuocondro e, assistendo, la piccola Riddle si sentì sprofondare.
Deglutì e, dopo vari secondi di elaborazione dell’accaduto, gli chiese: << Vieni con noi? >>
<< Non credo >> rispose aspro Selwyn dopo che ebbe finito il lavoro sporco << Ho fatto fin troppo oggi. E poi non mi va di vederlo. >> disse riferendosi a Voldemort. Prese la sua scopa e spiccò il volo, scomparendo all’orizzonte.
Un silenzio assordante avvolse entrambi i fratelli. Merope non riusciva a smettere di pensare alla sorte dei Mangiamorte, a come avevano trovato la loro fine in modo così cruento. Si mise nei loro panni e per poco non ebbe un rigetto. Quello sarebbe potuto essere benissimo il destino suo e di Tom…
Si girò verso di lui e le fece scalpore la serietà con cui osservava la scena. La capacità di celare il suo vero volto gli diede la possibilità di non essere scoperto dalla madre e dalla sorella durante la sua giovinezza, per questo motivo Merope quasi si spaventò nel leggere lo stesso sguardo di Lord Voldemort in lui.
<< Mi dispiace, Tom… >> sussurrò la bambina.
<< E per cosa? >> le chiese il ragazzo, non cambiando espressione.
<< Per i tuoi seguaci… non ci sono più per colpa mia >>
<< Non m’importa di quelle mezze calzette >> rispose austero, per poi ricambiarle lo sguardo << Piuttosto mi vuoi dire chi sarebbe questo Gaius? >>
Merope lo squadrò indignata.
Possibile che in quel momento drammatico doveva tirare in ballo il suo ex? I suoi seguaci erano appena andati in pasto a dei Dissennatori e di certo non se la sentiva di discutere su una questione chiusa da tempo.
<< Non era nessuno. >> sbuffò la piccola Riddle.
Tom le scoccò un’occhiataccia: << A me è parso di capire che stavate insieme. >>
<< Infatti, stavamo. Ora non più, per tua grande felicità! >> esclamò mentre si dirigeva a grandi passi verso casa.
<< Peccato, lo avrei ucciso volentieri. >> la seguì Tom.
<< Ovvio! Tu sai come risolvere i problemi nel modo giusto! >> ribatté rabbiosa.
<< I pervertiti non mi sono mai piaciuti. >> sentenziò il fratello, e qui Merope si bloccò di colpo e lo fissò piena di sdegno.
<< Non sei cambiato di una virgola! Non voglio parlare di lui, ho cose più importanti a cui pensare! Ti ricordo che abbiamo appena assistito a Baci di Dissennatori nei confronti di tuoi seguaci! Non è stato un bello spettacolo per me, lo capisci?? >> urlò scoppiando a piangere. Fino ad allora aveva tenuto tutto dentro, ma non ce la fece più e si sfogò come aveva sempre fatto << Il Ministero ha messo una taglia su di me… sono ricercata senza una ragione… quei mostri volevano catturarmi e portarmi da loro… ho paura! >>
Tom comprese la situazione e l’abbracciò. Lui non poteva fare niente, ma la sorellina l’aveva aiutato a tornare in vita. Era in debito con lei, per non averlo abbandonato e per essergli sempre stato vicino…
<< Ti proteggerò io >> le sorrise facendola andare in ebollizione << Tu lo hai fatto con me, nell’aldilà. >>
<< Sì, è vero… >> continuò imbarazzata.
<< Anche se mi fa ribrezzo pensare di aver avuto bisogno di qualcuno per sopravvivere… >>
<< Quindi ti ricordi cosa mi facevi? >> gli chiese divertita.
Tom ci mise un po’ per rispondere: << A dire la verità no >> disse falsamente.
Merope ridacchiò prima di intristirsi di nuovo: << Dimmi che lui sta bene… >>
<< Lui? >>
<< Voldemort! Perché non è venuto con te? Perché non è uscito di casa? >> domandò, impaurita all’idea che gli fosse successo qualcosa.
Il fratello la fissò con intensità: << Lui sta bene, ma per farmi uscire dal diario ha dovuto cedere la maggior parte della sua energia >>
<< Q-quindi significa che… >> balbettò Merope, che non perse neanche un attimo e si precipitò verso la villa. Tom però la trattenne.
<< Aspetta. >>
<< Che c’è?? Per favore, fammi andare da lui! >> lo supplicò piangente.
Il maggiore insistette: << Ti chiedo solo un minuto >> era talmente serio che le venne un colpo al cuore. Sembrava stesse meditando la maniera migliore per esprimere le proprie paure, cosa che impressionò molto la sorella.
Il sole, il vento, l’aria cristallina illuminarono il suo sguardo così scuro e nero. Trasmisero a Merope l’immagine di un Tom diverso, più responsabile ed emotivo del solito.
<< È vero che ti ha fatto del male? >>
La bambina sbiancò: << Perché dici questo? >>
<< Non fare la stupida. >> soffiò severo il fratello, guardandola pieno di vergogna << Lo sai il perché. >>
Merope sospirò affranta, quasi intimorita dal dover rispondere: << Come fai a saperlo? >>
<< La tua amica ne parlava sempre col Babbano. >> disse riferendosi ad Eric << E percepivo le tue emozioni quando stavi con me… >>
<< Tom. >> lo interruppe la sorellina, in un tono che non ammetteva repliche << È acqua passata. >>
Il giovane non la vedeva allo stesso modo. Sapere che l’altra parte di lui l’avesse ferita lo turbò. Non riusciva a incrociare il suo sguardo limpido che adesso mostrava una certa freddezza.
<< Non credo proprio. Tu sei la cosa più preziosa che ho, non posso credere che ti abbia torturata… >> la voce gli si bloccò in gola come se si rifiutasse di continuare. Merope capì che cercava di non cedere a sentimenti per lui troppo umani, ma non aveva intenzione di vederlo in quello stato.
<< Neanche io lo pensavo >> soffiò la piccola, zittendolo << Eri arrabbiato con me per un sciocchezza che ho detto e sei esploso. Mi sembra di aver ribadito più volte che ho superato la faccenda. >>
Tom però non ne era tanto convinto: << Una cosa del genere non si supera così facilmente! >> esclamò infuriato << Te lo assicuro io che ho ammazzato e torturato tantissimi maghi e streghe! Ma tu… non dovevi essere minimamente toccata dal sottoscritto! >>
<< Già… hai ragione. Sai, prima di te ho subìto violenza da parte della maestra dell’asilo, del nonno, dei miei due assassini, dei Dissennatori… quando lo hai fatto tu è stato diverso… mi stava ferendo mio fratello, la persona che più amavo. >>
<< Quindi è come dico io. >> si disperò Tom.
Merope attese qualche istante, poi disse: << Sì… non posso dimenticare una cosa del genere >> e dopo aver percepito i sospiri sommessi del maggiore, aggiunse << Ma so che è stata la tua condizione a causarlo. Se la tua anima fosse stata apposto non sarebbe accaduto nulla. Per me è difficile non pensarci, ma non devi preoccuparti… l’aldilà mi ha aiutato a superarlo… è stata Ariana a farmi ragionare. >>
Tom emise dei grugniti al suono di quel nome, però non ci badò e rivolse alla sorellina un’occhiata grave. Si inginocchiò alla sua altezza e le chiese: << Non provi ribrezzo nei miei confronti? >>
<< Sei mio fratello. >> rispose arrabbiata << Mi hai cresciuta e curata tu quando mamma non ce la faceva. Ti ho difeso da quel lurido di nostro padre dopo che ti ha chiamato aborto! Sai come l’ho avuta questa?? >> sbottò mostrandogli la spada incastonata di rubini << Ho combattuto contro Silente e ho rischiato la vita pur di proteggere il diario! Hai il coraggio di farmi una domanda così stupida?? >>
Riddle non seppe cosa ribattere e l’unica sua reazione fu quella di abbracciarla.
<< Stai tranquillo, Tom… >> disse baciandolo sulla guancia << Tutti commettiamo errori >>
<< Io ho il terrore che possa ferirti di nuovo. >>
<< Non succederà. >>
Lui rimase per un po’ in ginocchio mentre Merope si dirigeva velocemente verso la villa.
Sperò con tutto il cuore che fosse vero; era terrorizzato all’idea che la sorellina sarebbe stata in pericolo ogni volta che gli si avvicinava… ma lei si fidava più di sé stesso ed era sicura che quella parte di lui non sarebbe riemersa una seconda volta.
Prese un grosso respiro e, ancora sgomento, la seguì a occhi bassi. Decise di non pensarci, o quantomeno di provarci. Lei sarebbe stata d’accordo, in fondo…
Appena entrò in casa, la bambina chiamò a voce alta Voldemort senza ottenere risposta.
<< È nella sua stanza >> la informò il ragazzo, che comparve alle sue spalle in silenzio.
Preoccupata fino al midollo, Merope balzò lungo le scale e raggiunse la camera del fratello con l’Horcrux al seguito.
<< Thomas! >> esclamò spalancando la porta.
Non era molto spaziosa come sala, ma il letto era abbastanza grande da ospitare almeno due persone… proprio lì c’era Voldemort, disteso e con l’aria malaticcia. Pareva addormentato.
Merope si precipitò da lui e per prima cosa notò la sua bacchetta spezzata posata sul comodino. La osservò a lungo e, nonostante il sentimento di tristezza che provava, pensò fosse stato un gesto molto carino da parte sua quello di non buttarla via.
Accanto ad essa vi trovò il diario.
<< Svegliati! >> disse la bimba, scuotendolo << Tom, sono viva! >>
Non si aspettava che aprisse gli occhi così presto. Immediatamente Voldemort sgranò le palpebre, come destato da un brutto sogno, e incontrò le iridi smeraldine della sorellina.
Un gran sollievo travolse il mago oscuro che le accennò un lieve sorriso e le strinse le mani in segno di conforto. La debolezza fisica e spirituale gli impedivano di parlare, ma anche solo tramite lo sguardo Merope comprese tutto.
Lo ricambiò anch’ella con un sorriso e per poco non si commosse: << Hai evocato il tuo Horcrux per aiutarmi? >>
Voldemort annuì a fatica.
<< Ti ringrazio! >>
<< Gradirei non ti avvicinassi troppo >> commentò il giovane, scrutando il mago oscuro con fare minaccioso.
Merope roteò le pupille: << Idiota, lui è te. >>
<< Purtroppo lo so >> disse mentre si squadravano a vicenda.
<< Smettila con questa storia. Non mi faresti mai del male! E poi ha perso i poteri… >> proseguì Merope, apprensiva.
Tom sogghignò, guadagnandosi l’espressione adirata della sorella: << Allora posso stare tranquillo >>
Merope sbuffò sonoramente e lo raggiunse a passi pesanti.
<< Se non ti fidi di te stesso, come posso io fidarmi di te? >> sibilò scrupolosa, e il maggiore si ammutolì di colpo, non sapendo come ribattere.
Per svariati attimi la stanza fu occupata da un silenzio assoluto, sicché la bambina ebbe la prontezza di esordire: << Voglio che rientri nel diario >>
<< Cosa? >> Tom la fissò allibito.
<< Altrimenti Voldemort non si riprenderà >> disse girandosi verso il letto e guardando il fratello inerme.
Il giovane si rabbuiò: << Credevo fossi felice di vedermi >>
<< E lo sono! Ma voglio parlare con l’altra parte di te. >> rispose Merope, che prese ad ammirarlo dall’alto al basso con le labbra inarcate.
Quando vide il fratello rassegnarsi, soffiò: << Mi mancherai molto >>
<< Anche tu >> la ricambiò arrabbiato << Promettimi che non ti fidanzerai mai >>
<< Questo non posso promettertelo >> rise lei, circondandolo tra le sue braccia << Ma sarai sempre tu il mio eroe! >>
Tom arrossì, come ogni volta che gli si rivolgeva in quel modo, poi si staccò e si diresse verso il diario.
<< È stato bello rivederti >> continuò sorridente Merope.
Lui non rispose. Diede una fugace occhiata al suo omonimo così diverso nell’aspetto ma uguali nell’anima. Non proferì parola, ma appena allacciò le sue iridi color pece con quelle rosse di Voldemort i loro sguardi rimasero in sospeso, colmi di ostilità.
Alla fine distolse l’attenzione da lui, aprì il diario in una pagina qualsiasi e fece per toccarla, ma poi Merope lo fermò.
<< Era molto bello il tuo Patronus >> gli scoccò una sbirciata maliziosa << Cosa hai pensato per evocarlo? >>
Tom emise un ghignò e rispose: << All’omicidio di nostro padre >>
<< Ne ero certa >> disse sarcastica la sorella, che sapeva bene che stesse mentendo.
In quel momento il ragazzo toccò il diario e scomparve alla vista della sorellina. L’Horcrux sfogliò intere pagine richiudendosi da solo e, travolto da un’ondata di energia, Lord Voldemort sentì riacquistare tutte le forze che aveva perduto.
Scattò sul letto e si mise a sedere.
<< Merope! >>
<< Fratellone! >> esclamò saltandogli addosso.
Lui la strinse a sé, ancora spaventato dal pensiero di perderla. Osservò il diario con apprensione prima di guardare intensamente la sorellina, e pian piano iniziò a carburare nella sua testa la consapevolezza che non era morta e che, davvero, era riuscito ad “aiutarla” nonostante non fosse presente.
<< Dove sono i Dissennatori…? >> chiese in un fil di voce, vedendo la spada di grifondoro in mano alla bimba.
Merope si accomodò accanto a lui: << Sono fuggiti tutti. Tom mi ha aiutato! O meglio… tu mi hai aiutato! >> esclamò felice.
Voldemort ci mise qualche secondo per ribattere. Sembrava alquanto riluttante: << Ce l’ha fatta, allora… >>
<< Non vedo il perché ti stupisca. Se ci sei riuscito tu, ci sarebbe riuscito benissimo anche lui! Io ero senza bacchetta, perciò… >> soffiò la piccola << E a proposito… >> aggiunse diventando rossa << Grazie per averlo riportato qui… >>
Il fratello non rispose di nuovo, si limitò a scrutarla languido e a sospirare, comportamento che a Merope non sfuggì. Smise di sorridere e gli rivolse uno sguardo preoccupato, tant’è che per un momento pensò che avesse assistito alla dipartita dei suoi seguaci e fosse triste per quel motivo. Un moto di angoscia la incupì, ma Voldemort ruppe il silenzio con un’altra questione.
<< Non ero sicuro di star facendo la cosa giusta >> confessò il mago << Il me del passato era molto più subdolo e crudele di quanto lo sia adesso >>
Merope rimase di sasso, in senso negativo. Lo fissò incredula, non capacitandosi di come ora avrebbe dovuto ragionare con lui proprio dopo aver fatto ragionare il Tom giovane nei confronti del vecchio: << Avevi paura che mi facesse cose brutte? >>
Voldemort girò gli occhi verso di lei, un po’ imbarazzato: << Ricordo com’ero ai tempi… devi comprendermi >>
<< Io non ci ho trovato alcuna differenza >> lo interruppe brusca << Chi può riconoscerlo meglio di me? Tom, sei sempre tu! Anche se da giovane eri più bello… >> rise alla fine << So che mi hai amata fin da bambino, non devi smettere di fidarti di te stesso per colpa mia. >>
Per l’ennesima volta non diede cenno di risposta, così lei aggiunse: << Anche il tuo Horcrux non si fida di te >>
Voldemort, che fino a quel momento era sempre stato serio, emise un ghigno di falsa allegria: << Lo so… mi ha rinfacciato il perché. E come biasimarlo? >>
Merope avrebbe voluto rimproverarlo senza mezzi termini, visto che evidentemente era duro di comprendonio e che di perdonarsi non ne aveva intenzione. Si era stancata di farglielo notare, ma in tutta onestà le infondeva amarezza vederlo ogni giorno che passava più abbattuto per quella faccenda.
<< Non ricominciare. >> lo avvertì Merope.
<< Giusto >> disse atono, per poi soppesarla con lo sguardo << Non ti sei fatta nulla, vero? >>
<< No… >> rispose la bambina.
<< Hai usato la spada per tutto il tempo prima che intervenisse l’Horcux? E sei riuscita a batterli da sola? >> domandò stupito.
Merope si rattristò all’istante, ricordandosi del sorte infame dei Mangiamorte: << Ehm… più o meno >>
Il Signore Oscuro percepì la nota dolente delle sue labbra: << Più o meno? >>
La bimba deglutì. Non sapeva come dirglielo…
<< Non ti arrabbiare, ti prego >>
<< Perché dovrei? >> chiese sospettoso il maggiore, lanciandole un’occhiata sinistra.
<< Non ero sola quando stavo affrontando i Dissennatori… a un certo punto sono arrivati i tuoi seguaci >> spiegò dispiaciuta Merope, evitando di guardarlo in faccia << Mi hanno aiutata il più possibile, ma… molti di loro sono stati Baciati >>
La rivelazione non parve procurare eccessivo stordimento in Voldemort, che in seguito alla sorpresa iniziale, sbuffò brutale e sibilò dolcemente: << Branco di incapaci. >>
Merope sospirò sommessa e col cuore palpitante.
<< Credevo dovessi dirmi qualcosa di più importante… cosa m’importa di loro? Non ho perso niente >> commentò burbero.
<< Tom… anche Bellatrix è stata Baciata >>
Parecchi attimi di quiete susseguirono le parole della bambina, la quale non si meravigliò della reazione del fratello che sembrava avesse appena saputo della morte della madre.
Come temeva, la sua scomparsa la considerava in maniera diversa rispetto alle altre… per tal motivo ebbe riluttanza dal principio nel dirglielo. Sapeva che era la sua Pupilla, la migliore dopo di lui, e seppur la odiasse non provò altro che pena al volto scurito di Voldemort.
<< Com’è successo? >> chiese sibilando, le pupille meno scintillanti del solito.
<< Troppo in fretta >> rispose di getto la bambina << è apparso alle sue spalle e io… non ho potuto fare nulla >>
Il fratello annuì, per metà arrabbiato e metà rassegnato.
<< Tom… >> lo scosse la piccola, notando un certo mutismo da parte sua << Ti senti bene? >>
La risposta che ricevette fu l’esplosione improvvisa della lampada sul suo comodino. Si spaventò, ma subito dopo comprese il significato.
Fissò sconvolta il maggiore e disse: << T-ti sono tornati i poteri… >>
<< Lasciami solo >> fece Riddle, alzandosi di colpo dal letto.
<< Mi dispiace tanto… >>
Tom si voltò nella sua direzione, poi si girò di nuovo e ribadì il suo desiderio di restare da solo.
Merope abbassò il capo, mesta. Prese i pezzi della sua bacchetta e uscì dalla stanza. Richiuse la porta dietro di sé vi poggiò l’orecchio per controllare che non esplodesse di rabbia.
<< Non mi hai sentito?? >> fece il fratello dall’altra parte.
La bambina corse al piano di sotto.
Non era sicura di come prenderla: nonostante sapesse del suo rapporto con Bellatrix, le dava comunque fastidio che Voldemort stesse male per lei, una strega che non aveva fatto altro che renderle la vita impossibile e che aveva cercato addirittura di Marchiarla…
Cercò di non cedere alla gelosia, ma non era facile. Merope, al momento, aveva perso tutto tranne Tom. Non riusciva a immaginare di non innervosirsi al pensiero di lui mentre rimuginava continuamente sulla strega.




   
 
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