A Rosmary
A Fede
Perché c’è una parola
nelle ultime righe che pretende questa dedica
Senti la vita
Lily pensa che lei e Sirius siano diventati amici per caso.
Immaginava che non si
sarebbe mai avvicinata a James Potter e ancor meno pensava di farlo nei
confronti di Sirius Black. Invece era finita per
sposare il primo e si era ritrovato il secondo come testimone di nozze.
Lily pensa che Sirius sia un insolente nel momento in cui, dopo ogni suo
turno di guardia, fa tappa a casa loro ancora prima che ritorni James e si
dirige verso la cucina, apre la credenza e sa che troverà una bottiglia per
cominciare a bere qualcosa.
«Non si chiede più?» lo
provoca, sapendo già che arriverà quel suo sorriso sghembo accompagnato da
un'occhiata di traverso.
«C'è scritto Felpato
e Ramoso sull'etichetta» le dice, senza smettere di versare.
«Sulla bottiglia finita
ieri, sì. Su questa c'è scritto Lily. È un liquore babbano.»
Lo vede controllare,
soffermarsi sul suo nome, inarcare le sopracciglia e stupirsi di quella
constatazione.
«Mi fai compagnia?» dice
infine, allungando la bottiglia nella sua direzione.
Lily scuote la testa.
Non beve da un po', da quando ha scoperto di essere incinta. Quella bottiglia è
rimasta quasi intatta a ricordarle tutte le abitudini che è costretta a mettere
da parte. Niente alcool, meno caffè, pochi sforzi, zero stress.
Sorride sconsolata
pensando a James che snocciola quella lista più volte al giorno, continua a
farlo anche quando pensa che zero stress è probabilmente l'obiettivo che
non riuscirà mai a raggiungere, non quando suo marito è in prima linea
nell'Ordine della Fenice e così i loro più cari amici. Non con Petunia che si
impegna con costanza a metterla da parte come sorella e ancora una volta, poche
settimane prima, ha disprezzato lei e i suoi consigli quando ha provato a
convincerla a trasferirsi in un posto più sicuro. Ha cercato di spiegarle
quella guerra, l'ha pregata di cambiare paese. Senza successo.
Vede Sirius
avvicinarsi e sedersi sulla poltrona di fronte al divano sul quale lei è
raggomitolata, brindare a lei e cominciare a sorseggiare quel bicchiere.
«Un liquore
babbano» dice, mentre annuisce di apprezzamento.
«Al caffè»
Lei e Sirius sono amici per circostanza.
Non hanno mai parlato
troppo, si sono conosciuti nelle parole di James.
Lo vede continuare a
osservare quel bicchiere, farlo roteare, poi sorseggiare ancora un po'.
«Perché tarda?» chiede
lei, senza riuscire a non dare voce a quella preoccupazione. Lo fa perché sa
che Sirius conta i minuti come li conta lei, lo fa
con un bicchiere in mano per allontanare il turno appena concluso e la paura
che James possa tornare dal suo troppo tardi, troppo sconvolto, troppo provato
da un eventuale attacco. Che possa non tornare affatto.
«Adesso arriva.»
Lo vede buttare giù quel
che rimane di quel liquore, restare col bicchiere penzoloni nella mano,
guardarla.
Ancora non lo sa, Sirius, che lei e James aspettano un figlio, che
hanno già scelto lui come padrino per quel bambino. Che lei, per quel figlio,
sta cercando di gestire la preoccupazione, di intrappolarla sotto i cuscini del
divano mentre si sposta un po' e li risistema. Forse lo immagina, forse studia
quei movimenti nervosi, quella bottiglia piena. Forse ha notato perfino qualche
turno di guardia che suo marito l’ha costretta a saltare. James glielo ha
sempre detto che Sirius sa osservare.
«Evans»
«Per l'amor del cielo,
Felpato.»
«Lily. Ma tu la senti la
vita?»
Lily pensa che lei e Sirius sono amici per una strana coincidenza. Lei si
è innamorata e poi ha sposato il suo migliore amico e lui è il fratello di
suo marito.
Lily capisce da quella
domanda - perché James lo capirebbe - che Sirius ha
qualche immagine a turbarlo nella mente e che quella non è una vera domanda, è
più che altro un pensiero sfuggito da mille altri pensieri.
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire...» Sirius alza gli occhi a guardare il soffitto, il
lampadario, qualche foto appesa al muro dove appare anche lui, anche gli altri,
in quella casa diventata un po' casa anche per lui «Questa vita la
senti, nonostante la guerra?»
«La sento. Da quando c'è
James, la sento tutta.»
Si stupisce della
velocità con la quale Sirius abbassa gli occhi per
incrociare i suoi. Nota, un attimo soltanto, lo sguardo che corre al suo
ventre. Allora capisce che davvero ha intuito che loro aspettano un figlio, che
quella domanda che le ha fatto ha un senso neanche tanto nascosto e che per un
momento, schiacciato da chissà cosa, deve aver pensato che i suoi amici siano
impazziti.
Spera, Lily, che capisca
però anche tutta la verità che c'è nelle parole che lei ha appena pronunciato.
James crea prospettive diverse, mostra strade nuove, accende speranze sui loro
tormenti.
E lei la sente, la vita.
Nei minuti felici che riescono a ritagliare e che scorrono veloci e in quelli
preoccupati che sembrano non finire mai. La sente nelle ossa, quella scelta
folle di diventare genitori, ogni volta che lei e James riescono ad andare a
letto e a risvegliarsi insieme, la sente nel desiderio disperato che
quel bambino resti aggrappato nella sua pancia nonostante la guerra, la paura,
l’ansia, che abbia la stessa energia di suo padre quando le dice che il momento
giusto non arriverà mai e quindi è sempre il momento giusto.
«Anch'io.» Sirius sorride con quell’aria malandrina e scuote la testa.
«Da quando c'è James.»
Allora ride anche lei e
quella risata la aiuta a dimenticare quel ritardo di suo marito che si dilata
sempre di più. E questo è un po’ quello che sanno fare lei e Sirius da quando si sono scontrati, ridere e punzecchiarsi
su chi fra loro due sia il preferito di James e poi fingere gelosia.
Nemmeno la porta di casa
che finalmente si apre frena quella risata, Sirius
continua ad alimentarla quando si alza e va incontro a James a braccia aperte,
il bicchiere ancora in mano.
Lily sospira di sollievo
incrociando lo sguardo stranito di James e, mentre li vede abbracciarsi, pensa
che forse lei e Sirius un po’ si somigliano nelle
loro inquietudini. Sono diventati amici perché il destino ha voluto
così. Li ha voluti famiglia, dopo essersi lasciato alle spalle la loro.
***
Ciao!
Questa fic è nata per colpa di una canzone di Irama (La genesi del tuo colore, una di quelle belle),
poi Irama è sparito dalle righe ma mi è rimasta la fic. Sarà stata una punizione per lui che scrive tormentoni
estivi terribili. E forse anche per me, perché ero concentrata a scrivere altro e
invece mi sono ritrovata Lily e Sirius nella testa e
per scacciarli via l’unica cosa da fare era metterli nero su bianco.
Spero di averlo fatto al meglio, spero che questo momento abbia senso e che
la lettura sia stata piacevole!
Mano sul cuore,
gabry