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Autore: Darty    22/10/2021    12 recensioni
“Tutti gli amori felici si somigliano; ogni amore infelice è invece difficile a modo suo. In casa De Jarjayes tutto era sottosopra” (e spero che L.S. non se ne abbia a male)
Oscar ed Andrè e la loro “storia terrena” appartengono a Riyoko Ikeda ed un po’ anche a Tadao Nagahama e Osamu Dezaki. Questa fanfiction non ha scopo di lucro, ma terapeutico sì...
I versi di David Bowie sono solo suoi: dell’immortale Duca Bianco.
Si incomincia con il Cavaliere Nero. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I bless you madly,
sadly as I tie my shoes
I love you badly,
Just in time, at times, I guess
Because of you I need to rest
Because it’s you
that sets the test
(David Bowie, Cygnet Committee)
https://www.youtube.com/watch?v=OKMSgZo9c8s
 
 
 

Colonnello sveglia, è arrivato il vostro attendente!”
Un uomo incappucciato gettò nella cella André, ferito e malconcio, mentre altri due sgherri lo colpivano alle reni con l’elsa della spada. Sbarrarono la porta, ridendo sguaiatamente.
La cella era stretta ed umida, la volta a crociera alta, nessuna bocca di lupo, nessuna feritoia, nessuna fonte di luce naturale. Un po’ di paglia gettata in terra. Un lume ad olio sulla sommità, a rischiarare appena l’oscurità, per controllare i prigionieri.
Oscar giaceva immobile. In un angolo. Raggomitolata su di sé.
André disperato si avvicinò: “Oscar, sono qui, sono io, sono qui io ... sei ferita?”
André non riusciva a trattenere le lacrime silenziose ma dolenti... mentre l’occhio sinistro, coperto da una benda nera ormai malconcia, bruciava. Ma non era quello a farlo disperare. Oscar non rispondeva.
Una ferita profonda alla tempia destra aveva imbrattato di sangue i capelli biondi. Le scostò i capelli. Un lieve bacio. Strappato un lembo dalla propria camicia, l’aveva bagnato con un poco d’acqua dalla ciotola lì vicina ripulendo la ferita. Passarono interminabili minuti. Oscar gemeva, ma non si destava.
Nel sonno malato che l’aveva colta,  Oscar sognava. Il cavaliere nero si avventava su di lei sguainando la spada, le feriva l’occhio destro con la lama. Mentre si teneva il volto con le mani, prima che il cavaliere nero le desse il colpo di grazia, André accorreva  furioso e li raggiungeva;  proteggendo il corpo di Oscar con il proprio veniva colpito a morte dal cavaliere nero. Ed agonizzando le sussurrava: “sono contento che sia successo a me e non a te Oscar....davvero ... io ti amo, ti amerò sempre e per sempre.”
 “André no ... non puoi morire adesso no ...” Oscar disperata urlava nell’incubo.
“Shhhh sono qui Oscar sono qui, vicino a te ... non ho nessuna intenzione di morire””.  Si era svegliata, gli occhi sbarrati, la dannazione nel cuore. Poi l’aveva visto. L’occhio verde brillante di lacrime, il ciuffo di capelli neri come l’ebano a coprire una benda nera sull’occhio sinistro ... dolorosamente si ricordò della ferita subita da André per colpa sua, solo per colpa sua. Si rammentò di essere stata catturata sì...ma lui era lì, André era lì, il respiro lieve vicino a lei, vivo; le sfuggì un sorriso.
André la strinse fra le braccia, rinfrancato, non poté trattenersi, un bacio, due, una infinità di baci sulla testa bionda. “Cosa ti hanno fatto Oscar, come ti senti?”
André sei tu ... sei tu, mio Dio, André ... nulla, nulla di grave, ora ci sei tu, ora sto bene. Ma tu .... come ti hanno catturato ... l’occhio .... come stai”?
“Mancavi da casa da due giorni, ma io maledizione a me deliravo per la febbre, non lo sapevo... nessuno mi ha avvertito. Solo la nonna stamane. Ma stai tranquilla ...” proseguì sussurrando “siamo venuti a cercarti, Girodelle, io ed anche...Fersen, era disperato anche lui per te, lo sai, ci tiene a te ...ci siamo divisi per cercarti, ma lo sanno, lo sanno che ero venuto a cercarti qui a Palazzo Reale, ci troveranno vedrai ...”
Oscar ascoltava  e pensava: ”Fersen il suo migliore amico (ma davvero era lui il suo migliore amico?) ...disperato ... “ era grata ma, ....  strano...non le importava. Le importava solo che André fosse lì, abbracciandola stretta.
Tu tremi Oscar, hai freddo... maledetti....aspetta...”. Tolta la giacca l’aveva appoggiata sulle spalle di Oscar. Fu allora che si accorse che la camicia era strappata e che si intravedevano le fasce che stringevano il seno. Distolse lo sguardo...”aspetta Oscar indossala, indossa la mia giacca, ecco, così, starai più al caldo”.
Ma lei più al caldo non ci stava, che per togliersi e farle indossare quella giacca -  che anche se era quella del finto cavaliere nero pure profumava di buono, di muschio e sapone, di André -  aveva dovuto sciogliere quell’abbraccio e lei già si sentiva persa.
Ma poi lo guardò. Guardò la tenerezza nel suo sguardo e risoluta pensò che dovevano salvarsi,  che doveva salvarlo.
 
  
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