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Autore: Elgas    24/10/2021    4 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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16. Addicted to the Feeling



Eccolo, lontano e cristallino al tempo stesso; l’odio scorrere, pungergli la Mente, infettargli
il Cuore. Finalmente, finalmente. Era bastato poco; avvicinarsi, lasciare quel Doppelgänger
abilmente celato… un dolce regalo… così poco per dire...

Sono qui… sono già qui...
Mi hai chiamato… il tuo Cuore mi ha chiamato... per tutto questo tempo…


Ukoku sorrise, diverto, piacevolmente eccitato. La sentiva, una nota inebriante nell’eco;
lo stuzzicava, sottile e provocante; si deliziava ricordando quell’istante, quando l’aveva
intravisto oltre le pieghe dell’Oscurità. Quante volte l’aveva immaginato? E la realtà si era
rivelata oltremodo appagante. Bello, una bellezza singolare proprio come la sua femmina;
quel viso, quel corpo… non vedeva l’ora di assaggiarli, violarli, sporcarli nel sangue...
perché odio e amore suonano la stessa melodia.

Odiami… odiami ancora di più…
Ah… il Custode… è lui a trattenerti? Quel piccolo, stupido uomo?
Capisco… bene, sarà divertente…


Un fremito lo colse, potente e lascivo.
Una frusta di fuoco lungo la spina dorsale, attorno al sesso.

Solo così Naraku… solo così potrai amare il tuo allo stesso modo.

In ogni caso Naraku sarebbe stato lieto circa le ultime novità; Sephiroth l’avrebbe
contemplato, perso in desideri che il Cuore tardava a palesare. Pochi passi e l’estasi si
ruppe, divorata da un sottile, irreale soffio gelido. Volse il capo, infastidito; il corridoio
della Muten giaceva immobile, ma il buio si mosse, lento, simile a uno spesso drappo di
stoffa.
« Silenzioso come sempre… eh, Cacciatore? »
Una sagoma emerse, indistinta e spettrale, fermandosi al limitare fra oscurità e il fioco
bagliore delle torce contro le pareti carnose. Era un tutt’uno con le ombre, il Cacciatore,
ultimo fra i Døkkafirar; dedito più di ogni altro a uccidere Fyrir; nient’altro esisteva per
lui, un bisogno che l’aveva incatenato, reso schiavo, tanto da mutarne il corpo, contorcerne
la voce, rendendolo nel tempo un predatore solitario quanto efficiente.
« Non posso farci nulla. Perdonami. »
« Non mi interessano le tue scuse. Sei qui per il solito motivo, deduco. »
« Sì... desideravo comprendere meglio i recenti sviluppi. Tu e il Ragno vi siete mossi dopo
mille anni, avvicinandomi... a tratti percepisco nuovi Fyrir… giungo da te e cosa rivedo
infine? Una chiave… una chiave... immagino non sia l’unica nuova. » (0)
« Già… quattro navi sono partite, di conseguenza possiamo supporre che pure questi…
Keyblade lo siano. »
« Keyblade… dunque è così che si chiamano. Ironico come semplici uomini siano gli unici
a poter chiudere la Porta. Quattro… uhm... lo affermi con una certa sicurezza. »
« Ho visto un solo Prescelto legato alla mia preda… e considerato quanto sia arduo far
sopravvivere dei mortali nel Seiðr, oltre che proteggerli… si tratta di una cifra accettabile.
Priscilla si trova al limitare del loro Universo... vuole divorarlo… banale come sempre, ma
spero ci riesca. Ora dovrò aggiungere anche te al “ grande ed elaborato piano. ” »
« Se ti fa piacere... »
Come Priscilla, egli non poteva scindere dal suo bisogno; in lui però vi era un’aura
malinconica, supplichevole. Questo lo rendeva più sopportabile dell’Incantatrice.
« Conoscendoti Ukoku… immagino di non poter toccare... le vostre prede. »
Vagamente più sopportabile.
« Provaci e ti mangio la faccia. »
La frase finì lì, contro il volto incappucciato, velata di rabbia bestiale. Ne ebbe paura
il Cacciatore, un predatore diventato preda; paura che si tradusse in un silenzio teso,
una punta inquieta nella voce, un fruscio della cappa che lo ricopriva rendendolo
un’ombra fra le ombre.
« Capisco… neppure l'angelo che custodisci gelosamente? »
« Forse dovresti tornare alle tue faccende. Com’è andata l’ultima caccia? »
L’avvertì, un brivido invaderlo famelico; una bestia a caccia, perennemente a caccia…
ecco la triste essenza del Cacciatore.
« Bene… », le pieghe dell’abito si mossero, quel tanto da mostrare cintura e trofei appesi…
occhi, ossa, dita… uno recente, il sangue appena asciutto, « ah... tre millenni e cinque. Solo
cinque. Sono stati degni avversari, mi hanno lasciato qualche… emozione, credo. Però…
ecco... tutto mi appare poca cosa paragonato al Caos creato da te e il Ragno appena nati... »
Ukoku sorrise, deliziato dalla fragilità appena svelata. Affondare il coltello nella piaga;
mandarlo via, tornare a bearsi della propria eccitazione, del proprio amore.
« Distruggere l’Hlif, scopare e ammazzare tre femmine… sì, siamo stati bravi. Da allora
i nostri nemici sono divisi, molti hanno abbandonato ogni morale lasciandosi andare alle
peggiori nefandezze. Almeno noi ci limitiamo a mangiarli, i Mondi, i Cuori, e solo quando
abbiamo fame. Come ho ripetuto a Priscilla, visto lo stato delle cose, una situazione a nostro
completo vantaggio... perché darci tanta pena? Inoltre... solo due possono deliziare me e
Naraku, però... non è per questo che ci invidi, giusto? »
Una lieve esitazione; il Cacciatore gli diede le spalle, infastidito, timoroso al tempo stesso
di venir azzannato. Ukoku l’avrebbe fatto non avesse trovato più appagante torturalo così.
Quando il giovane Døkkafirar parlò, la malinconia gravava sul Cuore.
« Ogni tanto... vorrei sapere cosa si provi ad amare qualcuno », scosse la testa, una pausa
secca, infine proseguì, « Chiavi… altri Immortali… spero si rivelino cacce interessanti. Lo
spero davvero. Ti ringrazio per tempo concesso…. porta i miei saluti anche a Naraku »,
così dicendo sparì nel buio accompagnato da un fruscio sinistro.
Sorrise Ukoku; un pizzico di felicità mentre il piacere tornava a invaderlo, mischiandosi
alle parole ultime del Cacciatore... amare…
Amare…
Tanti nel suo vecchio, piccolo, Mondo l’avevano amato; giovani uomini sedotti da fascino
e carisma, pronti a combattere i nemici di allora solo per ricevere un sorriso, una carezza.
Li aveva usati, distrutti, gettati come pupazzi rotti. Quegli stupidi non meritavano nulla,
tanto meno amore. Nessuno… nessuno ne era all’altezza. (1)
Amare... solo lì era possibile, nel dolce Caos dell’Oscurità…
Solo Naruku, più di ogni altro…
Solo Askin…
Sephiroth… forse... forse....
« Uhm… quasi quasi vengo a vedere come stai, mio piccolo angioletto. »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- ...feci lo stesso col Cuore del mio Mondo… ne strappai un pezzo, un piccolo pezzo e lo mangiai…
lo mangiai. -
- Capisco... questo ci rendere simili e spiega molte tue particolarità. - (2)

Era bastato questo; una verità sussurrata, palesata nelle parole di Ukoku, incisa ora dentro
di lui. Le aveva afferrate, beandosi del loro suono, mischiandole attraverso giorni bui e
notti oscure. Parole atte a definire l’ordine nell’Oscurità. Ordine, il proprio posto accanto
a chi… amava? Amare… bastava il pensiero a riempire il Cuore, là dove per troppo tempo
vi erano stati vuoto, strade decise da altri.

- Il Messia… salvaci! Salvaci dall’oscurità! -
- Un mostro! Sei solo un mostro! -
- Il Cuore! Vai… purifica il Cuore, Sephiroth! -

No… perché? Perché salvare luridi insetti?

- Il nostro Mondo è quasi morto a causa tua! Perché l’hai fatto Sephiroth?! Io… io mi fidavo di te! -

Sciocco… sei sempre stato sciocco Zack... fino all’ultimo… fino all’ultimo...
Non hai capito… e Cloud con te… nessuno di voi può capire...

Attraversare l’Oscurità. Respirarla, sentirla scorrere, attingere, assimilarla...
La Vera Oscurità... così diversa, pressante... bisognava star attenti, procedere a piccoli
passi, altrimenti si rischiava di affogare, smarrire Mente e Cuore, lasciarli divorare e
ridursi a una bestia. Stare attenti... in un respiro lungo e lento. S’irrigidì, teso sopra la
poltrona di carne e ossa incastonata nella parete; la stanza parve ribollire... le pareti,
i mobili che Ukoku aveva costruito plasmando la materia con tocchi invisibili, delicati.
- Hai qualche preferenza, angioletto? -
- Essenziale… la vorrei essenziale -
, ripensando poi a quanto fosse stata stupida come
risposta, retaggio della sciocca esistenza di SOLDIER.
L'Oscurità entrò lenta e inesorabile; fu come cadere, cadere, cadere in un mare di petrolio,
viscido e predatore. Non vi fu paura, non in senso umano, nel passato non vi era nulla da
cui essa potesse attingere e modellarsi; no… l’inquietudine risuonava primordiale, ferale,
necessaria. Solo così poteva capire fin dove spingersi. Riemergere era la parte più difficile;
spesso era Ukoku a trascinarlo fuori dal vorace oblio; si avvicinava dissipandone la
maggior parte; lo aiutava senza chiedere nulla, senza aggiungere altro a quanto già
non fosse stato detto.

- Ne strappai un pezzo, un piccolo pezzo e lo mangiai… lo mangiai.-
- Questo ci rendere simili… -

Ordine, trovare il proprio posto… insieme a lui… lui e il Ragno…

Cadere, assorbire, riemergere…
Le membra si contorsero come stessero fuggendo da un incubo; i pensieri tornarono
come una nube di chiodi. Si ritrovò a contemplare lievi brividi, l’odore impastato del
sudore, il respiro contratto; sorrise deliziato, estesi, rinnovata appena lo sguardo si posò
sul Corvo, in piedi sull’uscio della porta. Un rito consolidato... eppure fu solo allora,
osservandone le ali nere, perfette, che tutto divenne chiaro. Perfettamente chiaro. Del resto
Ukoku parve fiutare l’invisibile consapevolezza; certezza che ancora non aveva acquistato
concretezza. Poi avvertì le piume sfiorargli l’ala, il buio avvolgerlo, protettivo e sensuale.
La paura si mosse, guizzante come una serpe; sorrise... anch’essa era necessaria, così come
la tensione, il calore, vibranti appena il Corvo parlò.
« Ancora un po’ scosso… ma stai decisamente meglio. »
Parole dolci, le dita a serrarsi attorno alla gola parevan artigli pronti a strappare la carne.
Lo costrinse a fissarlo Ukoku, ad assaporare il suo respiro. Lo lasciò fare; non poteva né
voleva altro… solo perdersi... perdersi e svelare la verità.
« Sì… sto bene… finalmente… finalmente ho capito… »
« Oh… davvero? Dimmi… hai la mia più completa attenzione. »
Si tese Sephiroth; la schiena inarcata, il respiro rotto: perso nel limbo d’occhi simili a
ossidiana.
« Io non potrò mai essere come te… come te o il Ragno. È un limite naturale, giusto.
Il Cuore di Gaia, un frammento di blanda oscurità in me… troppo a lungo ho camminato
nel Reame Oscuro, circondato da inutili Heartless. Senza volerlo ho costruito le mie
catene, catene che al tempo stesso mi hanno permesso di arrivare qui… da te. Un limite
naturale, giusto… poco… altrimenti finirà col divorarmi. Lo sento, non mi è permesso
andare oltre... ma va bene così… e poi basterà… per uccidere Cloud, la Luce… »
La voce morì, la leggerezza tornò sul fondo dell’anima, stritolata da una crescente
tensione. Ukoku era lì, sorrideva, nello sguardo luccicò una fievole sorpresa; sorrideva
chino su di lui, rendendo lo spazio sulla poltrona ancora più angusto. Incombeva, la sua
Oscurità a sovrastarlo feroce. Il Cuore tremò. Paura o eccitazione? Entrambe... le voleva
entrambe, aveva bisogno di entrambe.
« Non smetti di deliziarmi Sephiroth. Ancora una volta la tua spiccata intelligenza… mi
colpisce. Spesso le verità semplici ci sfuggono... anche se... non immaginavo accettassi così
di buon grado la tua... passività. C’è... forse altro che vuoi dirmi? »
La domanda suonò vorace, una pugnalata, un morso dritto al Cuore.
Strappata fu l’ennesima verità, liberata dalla vuota prigionia.
« Io… io credo di amarti… »
Cos’era l’amore? Su Gaia non aveva trovato risposte; su Gaia era stato un susseguirsi di
notti vuote, stanze fredde fra i grattacieli della Shinra, di uomini, donne selezionati per
compiacere il Messia, placare la Bestia; vedere il piacere mutato in terrore, affogato infine
nel sangue. Mai amore… solo un sentimento nato dall'idolatria, dalla paura… solitudine.
Cos’era l’amore? Qualunque fosse la verità... ora sapeva, sapeva di aver amato Ukoku
fin dal primo istante; una simile tensione, desiderio erano quanto di più vicino all’amore
avesse mai provato. Vivere, esistere, amare… un tutt’uno possibile, solo lì, solo ora...
« Ukoku… ecco... tu… »
« Hai trovato il tuo posto da solo. Sei degno Sephiroth. Sei degno. »
Ripensò agli sguardi fra lui e Naraku; ai pensieri rivolti all’uomo che ne bramava la morte.
Sì, Ukoku era in grado amarli tutti, in maniera diversa e al tempo stesso autentica, di amare
anche lui.
« Grazie… grazie… »
Un fremito, prima che ogni respiro venisse divorato.
Non si era mai lasciato baciare; tanto meno così. Una vaga constatazione, un pizzico di
sorpresa... pensieri dissipati nel tepore crescente. Morsi, erano più simili a morsi quei baci;
lo facevano respirare appena, brevi istanti e la lingua tornava dentro, affamata e ingorda.
Morsi macchiati di sangue; abiti gettati via, solo i pantaloni rimasero; poi sentì… le dita
scivolare lungo la schiena, gli artigli incidere la carne, ogni pensiero cancellarsi nel
sangue. Piacere… non si poteva, né voleva sfuggirgli; solo assaporarlo; riempire il vuoto,
dissolvere ogni nulla. Eccolo fluire, tratteggiarsi in invisibili onde calde; eccolo nel
sangue
mischiato al sudore, nell’eccitazione a pulsare in ogni muscolo, a fremere in mezzo alle
gambe...
« Ah… fammela sentire meglio la tua voce, Sephiroth… »
Una frase, una risata, brevi attimi reali, sospesi, rotti appena le dita entrarono, delicate
ma tradendo una certa urgenza; distrutti quando la lingua lo avvolse. Giocò con ogni
parte Ukoku, violando angoli finora sconosciuti, lasciandoli respirare, tornandoci piano,
spingendosi via via più in profondità. Il piacere prese nuova forma; nella saliva che lenta
contaminava, divorava tutto... il sudore, il sangue, le prime gocce del seme; salì… vero,
puro... il vuoto dissiparsi… amare… amare, godere… godere... liberarsi dentro di lui…
meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Una leggerezza lo scosse, risalì violenta,
concentrandosi nella bocca, in un bacio, vivendo nei loro respiri tesi. Attorno percepiva
il buio delle ali, confortante e caldo; eppure riuscì a vederli... occhi d’Oscurità deliziati,
felici… e lì ebbe la certezza di essere amato.
« Dovresti vederti Sephiroth… ah… ne vuoi ancora, ne vuoi ancora… »
« Frettolosi come al solito Ukoku… »
Una voce, la penombra abbagliante, un bacio avvolgente come una ragnatela. Era diverso
il Ragno; il sapore, il modo in cui si muoveva... e sul fondo una nota dolce…
« Oh... sapevo avresti apprezzato! »
Si staccò Naraku, senza degnarlo di uno sguardo, rivolgendosi all’amato.
« Solo perché piace a te…quindi ho detto… perché no? »
« Una risposta molto da te… va bene, va bene… vuoi unirti? »
« Uhm… per il momento mi limito a questo… e fai piano, non vorrai romperlo. »
« Affatto... è così prezioso… così bello... per un po’ lo scoperò così… »
Un’istante e Sephiroth lo vide… sentì Ukoku in basso. Chiuse gli occhi; un dolce buio
prima che Naraku gli afferrasse la gola, bloccandolo in un nuovo bacio.
Amare, amarli tutti, lasciarsi amare… ancora e ancora…

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Sprofondare nel silenzio e nell’apatia. Quanti giorni? Mesi? Aveva perso il conto, ma
ormai non gli importava. Restare accanto a Malefica; l’unico gesto a dare un senso al
tutto, a scandir giorno e notte. Restarle accanto; lo sguardo lontano della fiamma perenne
e maledetta; non la fissava mai Pete, voltava sempre il capo anche a costo di risultare
sbarbato agli occhi della padrona.
La fiamma, l'Incantatrice… avrebbero portato solo rovina.
Ci divorerà, questo sussurrava la paura... primordiale, recondita, incatenata al Cuore.
Ci divorerà, ogni volta si sentiva soffocare, la Mente stritolata.
Ci divorerà tutti, gridavano gli incubi a nutrire notti inquiete.

Vorrei salvarti… ma sono un codardo, un vile codardo.

Pensieri che si contorcevano roventi, in giorni sempre uguali.
Non pensava ad altro; persino mangiare non dava più il sollievo di un tempo. L’unico a
preoccuparsi per lui era Ulek e sovente il capo goblin gli metteva qualche leccornia in più,
o si premurava ad accompagnarlo nei giri di pattuglia.
Un conforto vago, in bilico appena lo sguardo si posava su Malefica.
Così accadde ancora una volta. Attorno i flutti a infrangersi contro la scogliera, sipario su
le nubi all’orizzonte nere come inchiostro. Accanto, Ulek non aveva smesso di sbraitare
ordini al piccolo esercito armato di arpioni e reti metalliche. Pete si soffermò appena sul
resto; le onde sporche di sangue, l’odore salmastro mischiato al tanfo della carne; il rosso
vermiglio a riflettersi sulle scaglie dei nemici caduti. Malefica era lì, in cima al crinale
sabbioso, intenta a osservare l’andamento della battaglia; la fiamma ardeva nel braciere
al suo fianco, indifferente all’acqua e al vento. L’Incantatrice era lì, a sussurrare parole
malvagie, promesse di potere, deliziata da un tale spettacolo di morte. Un fil di fumo,
ceneri infinite; così ella infettava la realtà, percependola giorno dopo giorno con maggior
chiarezza, invisibile ai Fyrir. Osservava… in attesa di poter ammirare i Keyblade, alla
ricerca di uno spiraglio... un Cuore Puro corrotto. (3) Attesa che Pete sentiva sempre più
pressante. Quanto avrebbe voluto strappare il braciere, gettarlo fra le onde affinché
l’oceano lo inghiottisse per sempre. Ma ogni volta si figurava la delusione, l’ira negli occhi
di Malefica, sul fondo disperazione e fallimento.

Voglio salvarti… ma non ne ho la forza… se morissi chi altri potrebbe...

Ricordò il Cimitero del Keyblade, il giovane Immortale mutato in abominio. (4)
E per la prima non vi fu paura, ma soltanto consapevolezza. Combattere il Caos col Caos;
il nemico del mio nemico è mio amico. Ecco… l’oscura chiave verso la salvezza; avvertire
i Custodi e con essi i Fyrir. Come riuscirci era un altro paio di maniche; l'Incantatrice
sapeva essere vigile. Ulek suonò il corno e il sollievo svanì in un’eco nefasto.
Lontano, fulmini rompevano le onde annunciando Re Tritone e il resto dell’esercito di
Atlantica; alle spalle, le fiamme di Malefica illuminarono il cielo. Ma l’esito della battaglia
era già deciso; una mattanza per il mero diletto dell’Incantatrice.
Pete strinse la lancia e partì alla carica.





(0) Il Cacciatore vide una Chiave... dettaglio accennato in precedenza, Capitolo 9, parte
Grimmjow.

(1) Per chi non fosse esperto di Saiyuki, il personaggio di Ukoku è questo; usa getta i suoi
“allievi” e in certe scene lascia intendere una spiccata fissa per il sesso. In generale quindi
l’ho mantenuto fedele perché… ci stava bene anche qui, ecco.

(2) Dal Capitolo 10; dove si assiste alla distruzione del Mondo di Oceania da parte del
Corvo e del Ragno e al loro… banchetto.

(3) Un Cuore puro corrotto dalle Tenebre; com’era già accaduto in passato a Ephemer e
Ventus, grazie all’Oscurità nei loro Cuori, i Hwergh riuscirono a penetrare i Confini e a
portare alla distruzione della Seconda Auropoli. (AAA Capitoli 3 e 4)
L’avvicinamento fra lei e Malefica attraverso la fiamma, si è sviluppato nei Capitoli;
- Nove di AAA.
- Tre e Nove di EOR
Il tutto è nato tramite le piume di Sephiroth; Ukoku le ha date all'Incantatrice, Malefica le
ha raccolte grazie ai suoi sgherri, piume rimaste nelle ferite lasciate sui Mondi da Sephiroth
e Cloud. Inoltre persistono microscopiche tracce di Vera Oscurità; Priscilla riesce a
percepirle, intuendo che essa si è già palesata nell’Universo di Kingdom Hearts.

(4) Scena presente nel Capitolo 5 di FFB.
Trasformazione che avviene quando gli Immortali decidono di far scorrere completamente
il Seiðr dentro di loro; sì è intravista nel Capitolo sopracitato, nell’aspetto di Amaimon;
nel Flashback/Scena di Askin nel Capitolo 14 (dove il procedimento viene accennato per
la prima volta).





Angolo Autrice:

Vi ricordo di leggere sempre le note. Sono importanti, le segnalo in rosso, le scrivo in rosso; contengono collegamenti agli scorsi Capitoli, oltre a recap riguardo situazioni lasciate in sospeso. Lo faccio per voi... e un pochino anche per me, lo ammetto XD Per altri dubbi fatemelo sapere nelle recensioni, ma davvero… leggete le note.

Contando la scena nel capitolo precedente ho scritto ben due sess di fila…
Sephiroth passivo è stato… interessante. Come disse una mia cara recensora in tal merito; Sephiroth ha la faccia di quelli che hanno troppo bisogno di ca#§£…insomma quei bottom che te la fanno sudare fino all'ultimo... cit testuale. Ecco cara... qui il ca#§£ non c’è, ma ci arriveremo… magari facendo veramente in un bel ménage à trois. Parlando d’altro… sì è visto anche il Cacciatore, di cui non l’identità rimarrà per un po’ ancora segreta. E basta, non voglio aggiungere altro in merito a questo capitolo.

Avviso che il prossimo sarà l’ultimo del 2021… poi si tornerà su Bleach e League of Leagues, giusto per scattare un po’ da questo e ordinare bene le idee.

Grazie a tutti per il supporto e l’affetto. <3

Un abbraccio fortissimo

Elgas
   
 
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