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Autore: Mary P_Stark    25/10/2021    0 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Epilogo.
 


Cecily si era svegliata riposata e fresca, la mattina seguente a quella strana serata di indubbi cambiamenti, dove non si era solo deciso ufficialmente di istituire la chat room per licantropi su un sito specifico sul dark web.

Era stato dato mandato al Clan di Matlock di indagare sulle possibili interconnessioni tra i branchi di lupi italici e i licantropi figli di Fenrir. Potendo contare sulla presenza di Amanda Goffredo in loco - l'amica di Brianna - un membro del Clan si sarebbe reso partecipe della missione su suolo italico, così da espandere le loro conoscenze dei branchi europei.

A tal fine, anche Marvin e Soren del Clan di Talgarth, di origine francese, erano stati invitati a fare lo stesso con la loro sorella, che era Fenrir all'interno di un branco nel nord della Francia.

Come ultima istanza, però, era stata aggiunta una nota amara ma necessaria al termine della Riunione e così, richiamati ai propri doveri, i Fenrir delle Orcadi e di Falmouth avevano dovuto imporre il proprio Veto su Tempest e Hugh.

Ricoprendo ruoli cruciali all’interno dei rispettivi clan, a nessuno dei due era permesso abbandonare anche una sola delle due cariche. Ciò, però, non avrebbe impedito ai due di vedersi, né di proseguire la loro relazione appena agli inizi. A questo, nessuno dei due Fenrir si era minimamente opposto.

Cosa ne sarebbe venuto dopo, nessuno era in grado di saperlo, ma quella puntualizzazione era stata ritenuta necessaria proprio a causa delle due persone coinvolte.

La mattina seguente, però, Cecily raggiunse Hugh nella sua tenda, vi si intrufolò strusciando contro il suo sacco a pelo per poi avvolgerlo con un braccio e dirgli melliflua: "Ho intenzione di andare a casa senza di te, perciò vedi di comportarti bene. Ci rivendiamo lunedì, okay?"

Hugh la fissò stranito per alcuni istanti prima di scivolare fuori dal sacco a pelo e scrutarla con espressione confusa.

Cecily, quindi, si ripeté e, dopo averlo scrutato con aria a metà tra il malizioso e il geloso, aggiunse: "Non so se ti voglio dividere con un'altra lupa ma, visto che non ho intenzione di fare sesso con te, mi sa che mi toccherà."

Hugh impiegò diversi secondi per comprendere esattamente le parole profferte dalla sua Fenrir ma, quando finalmente raggiunsero il suo cervello ancora in parte addormentato, lui la mandò a quel paese.

Lei allora uscì tutta soddisfatta, lasciandolo solo con i suoi improperi. Improperi che perdurarono fino a che Hugh non fu pronto per affrontarla nuovamente, e stavolta con gli abiti addosso.

Raggiunta finalmente la sua Fenrir, impegnata in una conversazione con Bryan, Hugh sbottò dicendo: "Sei pregata di svegliarmi come tutte le persone normali, se proprio vuoi sostituire la mia sveglia, invece di fare la pazza dentro la mia tenda."

Cecily a quel punto si interruppe, lo fissò da sopra una spalla e replicò: "Oh, poverino! Sei già in astinenza? Allora, vedi che devi passare un po' di tempo in Scozia, invece di rompere le palle a me durante il viaggio di ritorno?"

Hugh sospirò e, nello scuotere il capo, disse con tono maggiormente calmo: "Cosa ti costa, per una volta, essere educata e cortese?"

"Se non lo fossi, ti avrei rivoltato come un calzino e ti avrei tagliato le palle su un ceppo, pur di evitarti la grana in cui ti stai cacciando ma tant'è... pare che vi siate trovati e, l'unico modo per capire dove porterà questa scoperta, è approfondire la conoscenza" scrollò le spalle Cecily, frizzandolo con uno sguardo d'acciaio color cobalto.

Bryan sorrise nervosamente, esalando: "Spero tu non debba mai occuparti dei miei affari di cuore, Cecily. Hai dei modi assai drastici di vedere le cose."

Hugh assentì con vigore, ma abbracciò ugualmente Cecily, mormorando: "Sei antipatica come un mal di denti, ma ti voglio bene lo stesso."

"Lo so, caro. E ora sparisci e vai da Tempest. Ti sta aspettando in auto per portarti a prendere il traghetto per Holm of Huip. Io tornerò con Keath, che si è gentilmente offerto di farmi da scorta, visto che tu sarai irreperibile per un po'" gli disse sbrigativa Cecily.

"Da scorta, eh? Si dice così, adesso?" ironizzò a quel punto Hugh, lanciando un'occhiata a Keath, che teneva in mano il proprio zaino e quello di Cecily.

La sua Fenrir lo fissò con espressione serafica dopodiché, ancheggiando spudoratamente per raggiungere Keath in attesa, si allontanò senza più dire niente.

Bryan a quel punto rise divertito, passò un braccio attorno alle spalle di Hugh e, con lui, si allontanò dal campo ormai inesistente per raggiungere le rispettive automobili.

"Cecily è davvero strana, e ha un concetto di protezione del tutto fuori scala, ma è anche fortemente materna. Non l'avrei mai detto" chiosò Bryan con aria sorpresa.

"La mia Fenrir sarà una madre stupenda, se e quando troverà un uomo capace di sopportarla" celiò Hugh. "Fino a quel giorno, però, io sarò la sua cavia da esperimenti e dovrò aiutarla a capire come non uccidere il malcapitato che le si avvicinerà per un approccio."

"Ma senza testare il sesso."

"Esatto" assentì Hugh, lanciando un sorriso a Tempest quando infine raggiunsero la sua auto.

Lei accolse entrambi con un sorrisino e, dopo aver salutato il suo Fenrir, invitò Hugh ad accomodarsi sulla sua jeep Renegade, dopodiché mise in moto e partì per raggiungere la costa e, da lì, il porto dove avrebbero preso il traghetto.

"Pentito? Vuoi scappare?" gli domandò lei mentre, con movimenti pronti e sicuri, percorreva la sterrata che li aveva condotti lì solo tre giorni addietro.

"Né l'una, né l'altra. Voglio capire dove ci porterà quello che abbiamo condiviso" scosse il capo lui, sorridendole sicuro di sé. 

"Anche se sai che soffriremo?" gli domandò lei, scrutandolo per alcuni istanti con espressione esitante.

"Tu te la senti?" 

Lei assentì con sicurezza perciò Hugh, nello stringerle per un istante la mano poggiata sul pomo del cambio, mormorò: "Allora siamo in due."

Il sorriso con cui Tempest rispose alla sua frase fu sufficiente per permettere a Hugh di lasciarsi alle spalle gli ultimi residui di dubbio. 

Voleva conoscerla meglio, voleva scoprire tutto di lei e, se ciò avesse comportato anni e anni di estenuanti andirivieni, non gli sarebbe importato nulla. La sfida non lo spaventava, così come non spaventava lei, perciò, avrebbero proseguito diritti lungo la via, senza mai voltarsi indietro.
 
***

Una mano poggiata sul volante mentre l'altra era impegnata a trovare una stazione radio decente, e che non trasmettesse sempre brani melensi e sdolcinati, Keath lanciò un'occhiata di straforo alla sua compagna di viaggio, borbottando: "Guarda che ti lancio nel primo burrone disponibile."

"Siamo in pianura, Keath. Dove vuoi trovare dei burroni?" replicò serafica Cecily, pur sorridendo a mezzo.

"E' inutile che continui a preoccuparti per il tuo cucciolino. Sa quel che fa" ribatté Keath, trovando finalmente un brano degli Oasis. Non proprio il massimo, ma poteva andare.

"E tu come lo sai?"

"Sono cose che un uomo capisce. Hugh non è un idiota e sa il fatto suo, così come Tempest, che mi sembra una ragazza tosta. Visto il suo mestiere, poi, non potrebbe essere altrimenti" si limitò a dire Freki, scrollando le spalle. "Capisco che tu lo veda come un fratellino da accudire, ma ormai è grande e devi mollare la presa."

"Soffrirà!" sbottò a quel punto Cecily. "Soffrirà a causa mia, perché non può abbandonare il mio fianco a causa del titolo che gli compete."

"Non mi sembra sia stata tu a farlo nascere con la livrea corvina, o sbaglio?" replicò Keath con tono inquisitorio.

Cecily emise uno sbuffo infastidito, ma Keath proseguì dicendo: "Si è padroni solo del proprio destino, Cecily, e Hugh ha fatto la sua scelta. E' rimasto intrigato da quella lupa e, chiaramente, anche lei da lui, altrimenti non avrebbero fatto l'amore insieme. Si sarebbero limitati a fare quel che abbiamo fatto noi."

"Come conosci la differenza, scusa?" ringhiò Cecily, pentendosene subito dopo. "Perdonami. Sono stata scortese."

Lui non vi fece caso, replicando: "Conosco la differenza perché me l'ha mostrata Hugh. I suoi occhi cercavano lei, come lei i suoi. Il linguaggio del loro corpo era emblematico, poi. Danzavano assieme pur non toccandosi, rispondevano agli infinitesimali segnali l'uno dell'altra ma, più di tutto, sorridevano di quel sorriso segreto che ho visto solo nelle coppie affiatate."

"Quindi, non si molleranno alla prima difficoltà."

"Dubito,... e soffriranno, sì, perché quei sorrisi aiutano a respirare. Per lo meno, Joshua e Gretchen mi hanno dato questa impressione" scrollò le spalle Keath. "Il tuo compito di Fenrir sarà sostenerlo, ma non farti carico del suo dolore, perché non ne sei la causa."

"Sei dannatamente percettivo e profondo, sai?" mugugnò Cecily, vagamente sorpresa.

Lui ghignò in risposta, scrollò una spalla e ammise: "Psicanalizzare le persone fa parte dei miei compiti. Se tu ne parlassi con Baltazar, ti direbbe le stesse cose."

"Se lo dici tu..."

"Prova. Vedrai che non sbaglio" ammiccò il giovane, lasciandosi andare a un sorriso lascivo.

Cecily assottigliò le palpebre, mosse una mano sinuosa verso il cavallo dei calzoni di lui e, voluttuosa, mormorò: "Ho fame."

Keath mugugnò un assenso, inserì la freccia per svoltare alla prima uscita disponibile e, mentre cercava uno stradello appartato in cui fermarsi, le domandò: "Per quando prevedevi di tornare?"

"Non ho orari" sottolineò lei, aprendogli la patta dei pantaloni.

"Bene" mormorò Keath, bloccando l'auto all'ombra di un carpino. Non aveva bisogno di sapere altro.
 
***

Mentre il traghetto avanzava pigro e placido in direzione di Holm of Huip, Hugh lanciò un'occhiata alle spalle per scrutare la terraferma che si allontanava e Tempest, poggiata contro il parapetto di proravia, gli domandò: "Paura di non tornare?"

"No. Mi domandavo come fosse vivere sempre circondati dal mare. Io vivo accanto al mare, non avvolto da esso, così stavo immaginando come fosse vivere su un piccolo isolotto circondato dalle onde in tempesta" scosse il capo lui, tornando a scrutarla.

Lei ammiccò all'indirizzo di un corpo nuvoloso in lontananza, gli diede di gomito e mormorò: "Beh, direi che sarai accontentato. Scoprirai presto cosa vuole dire avere a che fare con una tempesta."







N.d.A.: e qui termina la storia di come si conobbero Tempest e Hugh. Come ovviamente sapete, passeranno ancora diversi anni, prima che i due possano finalmente stare assieme, ma almeno siete sicuri che questo avverrà!
Nelle prossime settimane, comincerò a postare una nuova storia, che stavolta avrà come protagonisti i Cacciatori e il clan di Bradford, perciò tenetevi pront*... si riparte!
  
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