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Autore: PsycoMoon    28/10/2021    1 recensioni
Salve a tutti! Lo ammetto, il rewatch di Inuyasha mi ha fatto tornar la voglia di scrivere e.. la storia mi è piombata in mente.
Cosa è successo dopo che Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio? Che deciderà Rin? Come ha vissuto in questi anni?
Risponderò a queste e altre domande, in questa storia che vede il ritorno di un vecchio trio che nel suo piccolo, contribuirà a combattere durante il bel mezzo della Guerra di Onin.
Un giappone diviso tra periodi di pace e guerre sanguinolenti.
Un destino che è un'incognita sul futuro di esseri umani e demoni.
spero vi piaccia, ovviamente non mancate di farmi sapere il vostro parere nei commenti!! Spero di riuscire a pubblicare un capitolo a settimana!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Kohaku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Il calore di un fuoco da campo scaldava la sua pelle mentre lentamente riapriva gli occhi rendendosi conto di essere avvolta dalla pelliccia del suo signore.

"ma..."

(dove siamo? ... sono svenuta di nuovo? Uffa, certo che questi demoni sono proprio di un altro livello rispetto quelli cui ero abituata...)

Lentamente si alzò strofinandosi gli occhi e per poi guardarsi attorno: Sesshomaru era poggiato per conto suo a un albero con gli occhi socchiusi, mentre Jaken ravvivava la fiamma del piccolo focolare.

"Ti sei svegliata dormigliona!"

"Ehm.. si, spiacente..."

Nessuno seppe mai come sarebbe continuata la frase, poiché jaken le diede uno scappellotto dietro la nuca con il suo bastone: "CI HAI FATTO PREOCCUPARE SCAPESTRATA! NON PERMETTERTI MAI PIU' DI INTERROMPERE UN DUELLO DI PADRON SESSHOMARU!!!"

"Ehm.. jaken, veramente io..."

"IO, IO , IO! NON TI ABBIAMO RIPRESA DAL VILLAGGIO PER.."

"Jaken! Interruppe Sesshomaru."

"Mi scusi mio signore."

"Beh, in realtà non volevo che vi avvicinaste poiché altrimenti si sarebbe attivata la trappola di muramasa e non era il caso di mettere Sesshomaru in inutili rischi.."

"Dubiti della forza del nostro signore?!?!??!"

"No Jaken" disse sorridendo dolcemente "Si tratta solo di evitare scocciature inutili perché comunque data la potenza di padron Sesshomaru, sarebbe stato decisamente impari come scontro, quindi, perché rischiare che il problema che ha già si vada a risvegliare per un fabbro insoddisfatto?"

La voce del demone-cane interruppe il dibattito fra i due: "Rin, chi era questo Muramasa e come possono esserci utili le chiavi che hai dato a jaken?"

"Giusto le chiavi! Allora:" prese un lungo respiro mentre le fiamme illuminavano i contorni del suo viso strappandole alle ombre del buio di una notte priva di luna "esiste una leggenda su quelle che sono considerate le due spade perfette. La prima, assetata di sangue e guerra forgiata da Muramasa, che ottenne il suo potere dopo la benedizione da parte degli dei della guerra, e una forgiata da Masamune, il quale non chiese l'aiuto di alcuna entità ma forgiò la spada alla luce della sua fede e alla conoscenza delle sue capacità. Muramasa inoltre fu allievo di Masamune e un giorno decise di sfidare il suo maestro e la sua spada, chiamata Yawaraka-Te (Mani Teneri).

Muramasa sfoderò il suo attacco tagliando -si dice- l'aria stessa, l'acqua del ruscello e le foglie... mentre la spada di Masamune colpì il vuoto. Qui la leggenda prende due vie: secondo una, la spada di masamune in realtà curò le foglie e tutto ciò che quella spada assetata di sangue aveva tagliato, mentre l'altra dice che un monaco, che assistette al duello spiegò un'altra verità mentre l'allievo derideva l'incapacità del maestro di creare una spada affilata, dato che esternamente pareva che costui avesse colpito il nulla.."

"Non so perché ma mi ricorda vagamente il rapporto che c'è tra Tessaiga e Tenseiga..."

Lo sguardo di Sesshomaru andò a fermarsi sul piccolo demone che aveva interrotto il racconto

"Ehm... scusi signore... prego Rin..."

"il monaco disse che la prima delle due spade era a detta di tutti una bella spada, tuttavia è una lama assetata di sangue e malvagia, poiché non discrimina chi o cosa taglierà. Potrebbe tagliare le farfalle come come le teste. La seconda era di gran lunga la più tagliente tra le due, poichè non taglia inutilmente ciò che è innocente e immeritevole.”

Non sapeva perché ma un brivido lungo la schiena percosse l'antico demone che istintivamente deglutì.
Un attimo di silenzio avvolse il trio fin quando Rin non disse di botto stringendo gli occhi, come se quasi avesse paura delle conseguenze di ciò che stava per dire: "CREDO CHE IN REALTA' OLTRE CHE INSEGNARE LA TECNICA AL SIGNOR INUYASHA IL PADRE DEL NOBILE SESSHOMARU AVESSE BEN ALTRE INTENZIONI OLTRE QUELLE CHE ABBIAMO SCOPERTO E UNA DI QUESTE E' COLLEGATA A QUESTE DUE SPADE!"

di nuovo il silenzio. Entrambi guardarono verso Sesshomaru che intanto contemplava le fiamme che danzavano incuranti di quel racconto.

"Quindi, Rin?"

"le... le chiavi si dice chiudano il racconto delle singole spade... e.... il fatto di ciò che vi è stato fatto... un potere divino del genere... credo che il monaco che vi ha oltraggiato.... ... credo che sia collegato a Masamune".

A queste ultime tre parole, la ferita iniziò a bruciare come non mai.
Egli si portò solo una mano al petto ma un ringhio sommesso riuscì a scappare alla figura pacata e composta.
Al di sotto delle vesti, la maledizione continuava a farsi strada.

"Jaken. Il nobile sesshomaru deve riposare. Domani all'alba partiremo."

"Che c'è, mo dai ordini?" disse scettico, per poi pentirsi delle sue parole, poiché la dolcezza dello sgardo aveva lasciato posto a una stilettata fredda, quasi simile a quegli sguardi del suo signore che non avevano bisogno di parole.

"Dobbiamo raggiungere la sacerdotessa quanto prima e capire come rallentare tutto."

(sesshomaru... se solo potessi prendere parte del tuo dolore...)

Jaken non venne richiamato dal suo signore, che ora era già andato a stendersi accanto una quercia con la schiena poggiata contro il tronco.
Il tutto si stava aggravando e sia l'umana che il piccolo demone lo sapevano.

(Usciremo vittoriosi anche da questa battaglia. A costo di dare in cambio questa vita che tu stesso mi hai donato.)

   
 
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