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Autore: EcchanEcchan    29/10/2021    4 recensioni
ATTUALMENTE IN PAUSA! I'm back guys! Una piccola AU senza pretese per ricordarci quanto sono belli Inuyasha e Kagome insieme.
Kagome ha venticinque anni e la sua relazione non potrebbe andare peggio di così. Inuyasha di anni ne ha ventisette ed è arrivato a Tokyo per stare vicino alla sua ragazza Kikyo, che ha una migliore amica inspiegabilmente irritante e carina.
Dal testo:
"Inuyasha annuì, senza staccare lo sguardo da Kagome. “E’ carina” pensò mentre la osservava sistemarsi la scollatura del vestito. Pensieri poco casti attraversarono la mente del mezzodemone, mentre si stupiva di sé stesso. Era fidanzato, che diamine!"
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Page 05

 
Koga sembrava nervoso, quasi irritato dalla presenza della sua ragazza. Appena mezz’ora prima, Kagome si era presentata a lavoro da lui senza preavviso. Agli occhi di un estraneo il ragazzo sarebbe sembrato felice della sorpresa, ma all’occhio attento di Kagome sembrava che fosse stato preso in contropiede, come se lei gli avesse appena rovinato i piani per la serata. “Sto vaneggiando, sono solo paranoie” pensò mentre sorseggiava il suo frappè a guardava il suo compagno digitare freneticamente sul cellulare. “A chi scrivi?” disse a mezza voce, quasi impaurita dalla possibile reazione. “Roba di lavoro piccola” abbozzò un sorriso. “La tua sorpresa ha scombussolato la mia tabella di marcia e sto riorganizzando la riunione di domani.”
Kagome sospirò, era plausibile dopotutto. Koga era sempre stato uno stakanovista, si era laureato a tempo di record, con una media di tutto rispetto e aveva iniziato subito a lavorare per un’azienda informatica in qualità di supervisor del team di sviluppo software. I suoi assistenti, Ginta e Hakkaku, sembravano venerarlo. Ogni sua parola era legge e loro gli scondinzolavano dietro come bravi lupacchiotti.
“Senti” Kagome si risvegliò dai suoi pensieri e diresse la sua attenzione verso Koga, che aveva finalmente abbandonato il telefono sul tavolo con lo schermo rivolto verso il basso. “Io devo proprio andare, ti accompagno a casa, ok?”.
“Ma come? Pensavo di cenare con te” sussurrò irritata Kagome, non amava fare scenate in pubblico. “Dai piccola, sono sommerso dal lavoro”. Più che dispiaciuto sembrava infastidito. Kagome sbuffò rassegnata e si alzò per andare a pagare. “Faccio io” provò il ragazzo, guadagnandosi un’occhiata tagliente.
Kagome rifiutò categoricamente il passaggio che Koga le stava offrendo, non voleva stare un secondo di più in compagnia di quello stronzo. Sapeva che sarebbe esplosa se fosse rimasta in macchina con lui.
Inuyasha stava stravaccato sul divano, in tuta, a ingozzarsi di popcorn al cioccolato. “Questa merda è strepitosa” disse a sé stesso mentre si riempiva le guance come uno scoiattolo. Sentì la porta di ingresso sbattere e passi pesanti avvicinarsi. D’istinto si mise seduto, cercando di scorgere la sua coinquilina.
Quando la testa bruna di Kagome sbucò in soggiorno, Inuyasha la fissava interdetto. L’appuntamento doveva essere stato un disastro se era tornata così presto. Con le guance ancora piene del suo nuovo snack preferito bofonchiò qualcosa tipo “Ehi tutto ok?”. Kagome alzò lo sguardo di scatto e gli occhi le si riempirono di lacrime. Inuyasha balzò in piedi agitando nervosamente le mani come per scacciare quella visione. “No no ti prego, non piangere, perché piangi? No domanda stupida, ti prego non mi piace vedere le donne piangere” la sua voce si fece ridicolmente acuta mentre sputacchiava in giro pezzi di popcorn.
Kagome, senza riuscire a fermare le lacrime, lo guardò “Sei veramente disgustoso”. Le orecchie canine del mezzodemone scattarono al suono della voce della ragazza, rotta dal pianto. La abbracciò senza dire nulla. La ragazza non sapeva bene cosa fare, lasciò cadere mollemente le braccia lungo i fianchi e si beò di quel calore che sembrava così familiare. Il profumo di Inuyasha le invase le narici, sapeva di pulito, di sigarette e di cioccolato. Probabilmente si era pulito le mani sulla t-shirt mentre mangiava.
Il mezzodemone le accarezzava i capelli, non aveva intenzione di lasciarla andare finchè l’odore delle sue lacrime non fosse svanito. Rimasero così per pochi minuti, che sembravano infiniti.
Continuando a tenerla stretta, Inuyasha la scortò sul divano, facendola sedere. Non sapeva come comportarsi, così le offrì la ciotola con i pochi popcorn dolci rimasti. Kagome fece un mezzo sorriso, rifiutando.
“Avresti una sigaretta?” Inuyasha la guardò scioccato, non se lo sarebbe mai aspettato. Le allungò il pacchetto e l’accendino.
Kagome prese una grossa boccata di fumo. Erano almeno tre anni che non ne toccava una. Koga, quando si erano messi insieme, le aveva imposto di togliersi quel vizio da adolescente. Certo, il primo periodo ne fumava qualcuna di nascosto, rubandole a Miroku; poi aveva davvero smesso.
“Ho preso il vizio quando avevo quindici anni” sospirò Kagome. “Pensavo di sembrare più adulta”. Inuyasha la osservò di sottecchi “Si, ma non penso sia questo il motivo del tuo crollo poco fa”.
Anche lui si accese una sigaretta, per farle compagnia disse a sé stesso, anche se in realtà cercava di togliersi di dosso il profumo dolce di lei. Inutile, visto che la casa ne era impregnata da quando ci aveva messo piede per la prima volta.
“Sono andata da Koga” mormorò mentre sputava il fumo “Non era per niente contento di vedermi. Sembrava di fretta, irritato”
Inuyasha lanciò maledizioni irripetibili al lupastro, nella sua testa almeno. “Ma no, magari era solo stanco. Ti avevo detto che aveva molto lavoro da sbrigare.” Provò il mezzodemone.
“Sappiamo entrambi che c’è qualcosa sotto” sorrise amaramente lei. Inuyasha deglutì rumorosamente, quando un’idea folle gli si palesò nel cervello. Rivolse un sorriso sghembo alla ragazza, mostrando i canini aguzzi. “Ubriachiamoci”
Kagome lo guardò interrogativa. “Senti, so che non abbiamo grande confidenza e che probabilmente preferiresti mangiare gelato sottomarca con Sango mentre guardate Le pagine della nostra vita o simili” fece una pausa “Però in mi sento di doverti aiutare e immaginarti mentre ti sbrodoli di gelato, lacrime e muco mi disgusta un po'. Quindi” battè le mani “io ora vado a comprare una stecca di sigarette e… vediamo” sembrò studiarla “e due bottiglie di vodka alla pesca, la redbull la abbiamo già in casa.”
La ragazza sembrava scioccata “Come hai…?”
“Oh andiamo, te lo si legge in faccia che bevi solo roba dolcissima, come il tuo profumo.”
Kagome si sentì avvampare.
 
“COME?” urlò “Maledetto demone idiota, io lo uccido”. Kagome allontanò un poco il telefono dal suo orecchio. Sango era appena venuta a conoscenza del comportamento del demone lupo e non riusciva a contenere la rabbia. Utilizzò diversi improperi che avrebbero fatto impallidire anche il più volgare degli scaricatori di porto. “Adesso mi vesto e usciamo” esordì l’amica.
“No, io… umh… Inuyasha” bisbigliò Kagome. Il silenzio dall’altra parte del telefono valeva più di mille parole. “Mi ha vista piangere e si è offerto di stare con me… insomma, è andato a comprare alcol e sigarette.”
“Kagome” sibilò “Kikyo non ti ha detto nulla? E hai ripreso a fumare signorina?”
La ragazza scosse la testa, come se Sango avesse potuto vederla. L’amica capì al volo, non aveva certo bisogno di averla davanti. “Stamattina hanno discusso per messaggio, Inuyasha da quando è tornato a Tokyo è lontano dice lei. Si sono presi una pausa.”
Kagome spalancò la bocca. “Si, anche io sono rimasta senza parole. Non mi ha voluto dire i motivi, c’è sicuramente altro dietro. Probabilmente non ti ha avvisata visto che vivi con lui e non voleva creare casini. Non hai risposto alla mia domanda comunque, se scopro che fumi ti prendo a schiaffi”
La ragazza mugugnò in segno di assenso. “Senti Sango, devo salutarti. Inuyasha è tornato, ti scrivo dopo, ok?”
Sango provò a replicare qualcosa, ma Kagome aveva già attaccato. Dall’ingresso fece capolino una chioma argentea e un bel sorriso soddisfatto. La ragazza rise vedendolo alzare con orgoglio la busta con l’alcol.
 
“Bene” esordì il mezzodemone iniziando a preparare i drink, piuttosto arrangiati. “Facciamoci male, anche io ho bisogno di staccare la spina.”
Un’ora dopo il soggiorno era attraversato da una sottile coltre di fumo bianco e grasse risate si spargevano per la stanza. “Sai” biascicò Kagome ormai al quinto drink e molto ubriaca “Pensavo fossi uno stronzo pallone gonfiato, però sei simpatico” e si accasciò sul tappeto.
“Oh anche tu sei simpatica, ma sei proprio irritante e bacchettona” si accese quella che doveva essere la quindicesima sigaretta. Kagome mostrò un broncio infastidito. “Scherzavo dai, sei proprio carina quando fai quella faccia”
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli, guadagnandosi una risata di scherno.
Le ore passarono e, alle 3.45, l’ubriachezza molesta lasciò spazio a quello che Inuyasha chiamava “il confessionale”. Di solito ci arrivava dopo molti litri di alcol e, qualche volta, una canna. Tuttavia quella sera era particolarmente in vena di “confessarsi”.
“Sango mi ha detto di te e Kikyo” prese coraggio Kagome. “Oh… ecco… al diavolo. Lei vuole convivere, figli, famiglia e queste stronzate. Io non sono pronto! Lei mi piace eh… forse non nel senso che vorrebbe lei.”
“Perché sei venuto a Tokyo con lei?” disse mentre si avvicinava a carponi al tavolino dove erano poggiate le sigarette. Inuyasha deglutì. “Allora, prima cosa, non metterti in quella posizione con quei pantaloncini inguinali.” Si beccò l’accendino sul naso. “Ahi! E seconda cosa non lo so, pensavo fosse la cosa giusta. Poi sono arrivato qui e non ho capito più nulla. Mi aveva promesso che ci saremo andati piano, ma appena ha messo piede qui ha iniziato a parlare di matrimonio. Vuole cambiarmi.”
“La ami?” l’alcol rendeva Kagome molto audace. “No” sussurrò “non la amo. Le voglio bene, scopa da Dio…” Non finì la frase perché la ragazza gli aveva tirato un cuscino addosso.
“Non voglio saperle certe cose, è comunque una delle mie migliori amiche!”
Inuyasha sbuffò “Sei troppo violenta”.
Passò un’altra ora in cui parlarono di tutto, la loro infanzia, i sogni e le paure. Kagome non si era mai sentita così tanto in sintonia con qualcuno, era tutto perfetto. Finchè la vibrazione del suo cellulare non la ridestò dal quell’incanto. Era Koga.
“Scusami per oggi piccola, so che non dormi perché vedo l’ultimo accesso. Ti va se passo da te?”
Kagome assunse un’espressione corrucciata, probabilmente stava cercando di inquadrare la tastiera dello smartphone per rispondere. Inuyasha sbirciò lo schermo e osservò la ragazza, come per capirne le intenzioni.
“Puoi startene dove sei razza di imbecille col culo moscio” urlò Kagome lasciando andare il tasto della registrazione e guardando Inuyasha soddisfatta. Lui di tutta risposta iniziò a ridere così forte da ruzzolare per terra. La chiamata di Koga non tardò ad arrivare. “Si può sapere che cazzo ti prende?” urlò “Hai bevuto? Dimmi dove sei, vengo a prenderti!”
Kagome rise “Non ti preoccupare sto bene, ho bevuto e sono a casa al sicuro”. Koga continuava a imprecare dall’altra parte del telefono, ma la ragazza già non lo ascoltava più. Era troppo concentrata a guardare Inuyasha che si toglieva la maglietta. “Cazzo” la ragazza si ridestò dai suoi pensieri e chiuse la chiamata, senza dare ulteriore spazio a Koga. Inuyasha stava armeggiando con l’indumento che si era appena levato, cercando di trovare il buco causato dalla cenere bollente della sigaretta.
Kagome si ritrovò a pensare che la cenere non era l’unica cosa bollente in quella stanza. Provò ad alzarsi ma un capogiro la fece cadere a peso morto sul divano. Inuyasha, ancora mezzo nudo, le corse incontro.
“Ehi tutto bene?” chiese preoccupato. “Mhm, si ho solo fumato troppo.”
Il mezzodemone sospirò di sollievo, nessuna corsa in ospedale quella notte, o forse mattina, visto che erano ormai le cinque.
Si caricò la ragazza in braccio, deciso a metterla a letto. “Per stanotte basta baby, abbiamo dato abbastanza” disse ironico. La mise giù davanti alla porta della sua camera, attendendo che lei dicesse qualcosa. QUALSIASI cosa.
“Umh Inuyasha? Grazie” biascicò lei, ancora troppo ubriaca per tirare fuori qualche frase di senso compiuto.
Inuyasha prese a osservarla. Le gambe magre completamente nude, la canotta bianca che le fasciava il seno, lasciando intravedere il pizzo del suo intimo nero, i capelli scarmigliati che le incorniciavano il viso.
Le labbra leggermente dischiuse e quegli occhioni marroni che lo fissavano. Inuyasha non resistette, complice l’alcol. La schiacciò contro il muro, prendendole i polsi e alzandoli sopra di lei. Incollò le sue labbra a quelle di Kagome, in un bacio che di romantico aveva poco. Le succhiò il labbro inferiore, come a chiederle il permesso di entrare e esplorare la sua bocca con la lingua.
Kagome dal canto suo non capiva più nulla, la lingua di Inuyasha era calda e sapeva di vodka. Si lasciò andare a quel bacio pieno di passione e fame, forse.
Poi il buio totale.
 
 
 
EE’s corner
Maccccccciao babiesss
La situazione è spinosa, i personaggi mi stanno sfuggendo dalle mani e fanno tutto loro. Avrei voluto aspettare un altro po' per il loro primo bacio, ma stavano esplodendo entrambi.
Che dire, non sono un asso nelle scene erotiche o pseudoerotiche, ma prima di arrivare al dunque cercherò di migliorare! Grazie per le recensioni, siete sempre così gentili che vorrei abbracciarvi tutt* <3
Un bacetto <3
   
 
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