L’uomo è lupo per l’uomo.

Era una frase che gli aveva detto Sang-woo quando erano più giovani, ma il divario nella loro intelligenza era già marcato. Gli aveva chiesto se significasse che gli uomini sono crudeli gli uni con gli altri, e alla sua risposta affermativa Gi-hun si era opposto: le persone sono gentili, devi solo saper scovare la loro bontà.
Ne era sempre stato convinto e nemmeno la sua miseria e il suo dolore (o quel gioco folle) lo avevano smosso da quella semplice certezza. Fino a quel momento, almeno. 

«Dispari.»
«Cosa hai detto?»
«Pari.»

Fu scortato nella stanza bianca dove avevano scelto le coppie – dove aveva condannato un amico, credendo di salvarlo. Vide il numero 101 ridere insieme a uno dei suoi scagnozzi e, in disparte, notò anche Sae-byeok con la testa bassa e le mani piantate dentro le tasche dei pantaloni. Infine, scorse una delle persone che sperava di rivedere – quella che più sperava di rivedere.
Si avvicinò a Sang-woo e gli mise una mano sul braccio. L’uomo sussultò, probabilmente risvegliato da qualche pensiero, e quando lo notò si limitò a un breve cenno del capo.
«Ali ha perso?» Domanda sciocca, conosceva già la risposta.
Sang-woo tremò impercettibilmente, ma annuì.
«Sì. Ha perso. Anche il signore anziano.»
«Si chiamava Oh Il-nam.» Fu tutto ciò che riuscì a dire.
 

«Ingannarmi e prendersi tutte le mie biglie ha senso?»

Credeva nel bene. Credeva nell’onestà e nell’unione. Credeva nella lealtà.
«Ricordi che cosa mi dicesti, tanto tempo fa?» Lo chiese al suo passato più che all’uomo seduto al suo fianco.
«Ti ho detto molte cose.»
Gi-hun annuì. Il numero 16 campeggiava sul grande schermo, davanti a un pacco regalo nero – era decisamente di cattivo gusto, ma lui poteva ancora giudicare?
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla: era il gesto più affettuoso che Sang-woo gli avesse mai rivolto. Tremava: una vibrazione minima che Gi-hun sentiva attraverso la stoffa della felpa sbagliata; una vibrazione che non raggiunse la voce, che uscì limpida dalle sue labbra.
«Combatti e porterai rispetto a chi si è sacrificato prima di noi. Alla fine solo uno lascerà questo posto, ricordatelo.»
Siamo in due, avrebbe voluto rispondergli, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Dentro quelle mura, tra di loro, era sempre riecheggiata quella verità che Gi-hun aveva negato a se stesso con tutte le sue forze.

L’uomo è lupo per gli uomini.