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Autore: M a k o    30/10/2021    9 recensioni
• Datastormshipping (Ryoken/Yusaku)
• Questa Raccolta partecipa alla “Datastorm AU Week”
• Day 1 {Angel/Demon!AU} – Yusaku aveva deciso di maledirsi offrendo la propria innocenza a Ryoken; Ryoken aveva deciso di purificarsi appropriandosi della cosa più preziosa che Yusaku possedeva.
• Day 2 {Behind The Scenes!AU} – (Ryoken era come il boss finale dell'immenso groviglio di livelli della sua emotività: troppo forte per essere battuto).
• Day 3 {Roomates!AU} – «Volevi baciarmi?» domandò con un filo di voce. «Perché non avrei opposto resistenza…»
• Day 4 {Android!AU} – (Permettimi solo di rivedere i tuoi occhi un'ultima volta. Poi, te lo giuro, avrai tutto il diritto di chiuderli per sempre e concederti quel meritato riposo tanto agognato).
• Day 5 {Hospital!AU} – «Porca miseria, Ryoken, mi hai salvato la vita! Cosa vuoi che me ne importi di un taglio sul mento?»
• Day 6 {Rockstar/Band!AU} – Ryoken nella propria vita aveva imparato a fare due cose: suonare la chitarra elettrica e riconoscere ogni più piccola sfumatura dello stato d'animo di Yusaku con una semplice occhiata.
• Day 7 {Merpeople/Undersea!AU} – «Le nostre paure non sono poi tanto diverse, non trovi?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ryoken Kogami/Revolver, Yusaku Fujiki/Playmaker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Datastorm Week(s)'
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#06.Rockastar-Band!AU Questa è la storia che più ho amato scrivere insieme alla Android!AU.
Forse perché è proprio con storie del genere che riesco a dare il meglio di me con l'introspezione dei personaggi – “mi piace sguazzare tra le catastrofi”, ricordate? –, forse perché è proprio con le tematiche che emergeranno durante lo scritto che riesco a raccontare di Yusaku in ogni sua sfumatura attraverso gli occhi di Ryoken, forse perché qui entrambi reincarnano quegli artisti che mi hanno letteralmente salvato la vita con la loro musica, non lo so, fatto sta che tengo davvero tanto a questa storia e spero che possa piacere anche a voi.

Ho descritto Ryoken e Yusaku (quest'ultimo soprattutto) mettendo “su carta” tutto l'amore che provo per le mie tre band preferite, soprattutto attraverso certi dialoghi.
Considero questa storia come un omaggio a loro, alla loro musica e a tutte le volte che mi hanno aiutata senza neanche conoscermi semplicemente cantando.
Il titolo della One Shot è un ulteriore omaggio, mi piaceva troppo l'idea di unire quelle tre parole per creare qualcosa di nuovo – e non nego che spesso ho immaginato di far parte di una cover band chiamata proprio così, lol
Vi lascio di seguito lo specchietto e vi auguro buona lettura!



• Day 6: Rockstar/Band!AU; POV Ryoken
• Rating: Arancione
• Generi: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale
• Avvertimenti: Tematiche delicate



Our New April



Dedicata a:

Our Last Night
From Ashes To New
Dead by April

(Grazie.)



1

Ryoken nella propria vita aveva imparato a fare due cose: suonare la chitarra elettrica e riconoscere ogni più piccola sfumatura dello stato d'animo di Yusaku con una semplice occhiata.
Per quanto riguardava il primo punto, erano stati necessari anni e anni di dure prove, esibizioni nei locali più improbabili per farsi un nome, notti insonni trascorse a rivedere
    (e soprattutto ascoltare)
i grandi concerti di un tempo, un litigio pesante con suo padre che voleva frequentasse l'università e ripartire da zero una volta realizzato di essere rimasto solo al mondo, quantomeno prima di entrare a far parte di una band – e non una qualunque.
Per quanto riguardava il secondo punto, invece, era stato talmente immediato e intuitivo che in un primo momento Ryoken si era sentito come scaraventato in un altro universo. Entrare in sintonia con Yusaku e comprenderlo fino in fondo era stata la cosa più naturale al mondo; da quando l'aveva sentito cantare per la prima volta aveva capito che avrebbe seguito lui e lui soltanto per il resto dei suoi giorni e che mai, neanche sotto tortura, avrebbe suonato la chitarra per accompagnare la voce di qualcun altro.
Era come se entrambi fossero nati per quello: per unirsi e diventare una cosa sola sempre, sia sul palco che al di fuori di esso. Come due note musicali che se suonate in continuazione creavano una melodia nuova e bellissima.


2

Yusaku, Yusei e Judai cercavano un nuovo chitarrista per la loro band. Avevano già alle spalle un discreto successo quando Ryoken li incontrò per la prima volta dal vivo, un giorno di aprile che all'apparenza sembrava uguale a tutti gli altri.
Tutto ciò che aveva mostrato loro durante il suo assolo era la metà perfetta che Yusaku stava cercando da tantissimo tempo. Non glielo aveva detto esplicitamente, ma glielo aveva fatto capire cantando durante le loro prime prove: Yusaku necessitava di un chitarrista che non mollasse mai la presa nemmeno dopo aver raggiunto il picco massimo di esasperazione; necessitava di qualcuno che accompagnasse la sua voce costantemente, guidandola e supportandola a ogni parola; necessitava di qualcuno che riuscisse a stare al passo senza mai battere ciglio e che considerasse la cosa nel modo più naturale possibile.
    (Ryoken non sapeva quanto fosse stata gonfiata la storia che Yusei – il batterista – e Judai – il bassista – gli avevano raccontato, ma la leggenda narrava che prima del suo arrivo innumerevoli chitarristi se ne fossero andati dopo poche settimane di prove poiché troppo esasperati dai ritmi che dovevano sostenere. Era come se la voce di Yusaku incutesse loro un terrore atavico che impediva la buona esecuzione di tutte le canzoni da lui scritte).
C'era qualcosa, nel modo in cui Yusaku cantava, che distruggeva le pareti del cuore con martellate potenti e rimbombanti. Scavava fino in fondo nella psiche, facendo riemergere dalle viscere dell'animo umano parole taciute per anni dal mefitico odore della disperazione.
La voce di Yusaku prendeva a pugni chiunque la ascoltasse. Colpiva dritto alla bocca dello stomaco, piegando in due l'emotività e facendola poi a brandelli con una rabbia tale da far paura… ma Ryoken non aveva paura.
Non aveva mai avuto paura di Yusaku e del suo passato. Lo aveva accolto a braccia aperte.
Fu con l'arrivo di Ryoken che gli Our New April raggiunsero l'apice del successo: perché finalmente avevano trovato un equilibrio che all'inizio pareva solo un miraggio confuso e sfocato; perché finalmente Yusaku aveva trovato qualcuno a cui aggrapparsi senza timore di lasciarsi del tutto andare.


3

Yusaku si era intrufolato nella sua vita allo stesso modo in cui si intrufolava nel suo letto ogni notte: con irruenza e tanta passione.
Yusaku era suo per tutto il tempo: di mattina quando Ryoken si svegliava e lo trovava ancora addormentato tra le sue braccia, di giorno durante le prove, di sera durante un concerto e poi di nuovo di notte, quando facevano l'amore prima che il coperchio del sonno si chiudesse su di loro.
Si appartenevano a vicenda. E la loro fiducia reciproca raggiunse il proprio apogeo nel momento in cui Yusaku si espose senza filtri, facendo emergere dal fango i propri demoni interiori.
Gli raccontò tutto: dai genitori anaffettivi alla depressione, dai brutti pensieri che avevano popolato la sua mente tormentandolo di notte all'insonnia perenne per provare a mandarli via.
Gli raccontò di come per anni si fosse sentito costantemente invisibile poiché i suoi genitori fingevano di non avere un figlio che consideravano un incidente di percorso, un orribile errore che non potevano più cancellare.
Gli raccontò di come la musica e l'incontro con Yusei e Judai lo avessero salvato, facendolo risorgere dalle ceneri. Di come in ogni canzone che scriveva cercava sempre di dare una forma a qualcosa che, per anni, era sempre stato inspiegabile. Di come Yusei fosse diventato il suo migliore amico e Judai un supporto morale. Di come si fosse sentito perfido nei loro confronti quando aveva realizzato che nonostante tutto loro tre insieme non bastavano, che mancava ancora qualcuno, ma che questo qualcuno non arrivava mai e allora lui si innervosiva sempre più con lo scorrere ineluttabile del tempo, divenendo a tratti ingestibile.
E poi gli raccontò di come si fosse finalmente sentito in pace con se stesso quando lo aveva sentito suonare la chitarra e del modo in cui aveva preso per mano la sua voce e i suoi sentimenti per sostenerli sempre, senza mai farli cadere.
Ryoken non ebbe paura neanche quella volta. Provò solo un amore sconfinato per quel bellissimo ragazzo che giaceva sul letto accanto a lui.


4

    («Sai, ho iniziato a cantare per essere ascoltato» gli aveva detto Yusaku pochi giorni dopo l'inizio della loro relazione. Avevano da poco finito di fare l'amore e Ryoken si era acceso una sigaretta, con immenso disappunto da parte del cantante, anche se lui per primo tendeva a fumare molto quando era nervoso – e, guarda caso, Ryoken si ritrovava sempre con mezzo pacchetto vuoto di punto in bianco).
    («Ascoltare una canzone non è come parlare con qualcuno: nel secondo caso, spesso chi ti sta di fronte finge solo di essere interessato a ciò che gli stai raccontando, liquidando il tutto con le solite frasi di circostanza. Magari ti interrompe con domande inopportune o cambia discorso con una leggerezza tale da far paura. Quando ascolti una canzone non è così: non la stoppi di punto in bianco per pensare ad altro, non la interrompi per chiedere qualcosa di stupido, la ascolti fino alla fine e provi qualcosa. Provi delle emozioni. E magari quella canzone può risollevarti la giornata, può aiutarti ad andare avanti, può salvarti la vita». Si bloccò, cominciando a stropicciare il lenzuolo nel quale era avvolto con dita tremanti. «Io non sono un eroe, sono solo una persona che ha sofferto e che nonostante tutto si regge ancora in piedi. Se le nostre canzoni hanno il potere di aiutare le persone… allora sono felice di essere ancora qui e di non essermi arreso quando credevo di non avere più alcun motivo per vivere»).
    (Ryoken aveva abbandonato la sigaretta nel posacenere dopo qualche tiro, lasciando che si consumasse nella solitudine più assoluta. Aveva stretto a sé Yusaku, lasciando che si sfogasse, e lo aveva abbracciato forte per una notte intera – la prima di tante).


5

    «Qualcosa non va».
Quella non era una domanda, era una vera e propria constatazione.
Dopo tre anni di successo inarrestabile, la band si stava nuovamente esibendo in America con un tour che avrebbe prosciugato ogni energia ma che, in cambio, avrebbe dato un sacco di soddisfazioni.
Ryoken era da poco uscito dalla doccia e aveva visto Yusaku intento a fumare una delle sue sigarette sul balcone della camera d'hotel in cui avrebbero pernottato prima di partire verso la nuova tappa del tour. E lui sapeva fin troppo bene che quando Yusaku cedeva al tabacco era perché si sentiva nervoso e agitato.
    «Le tue sigarette fanno schifo» disse Yusaku senza voltarsi. «Sono davvero pesanti».
    «E tu non dovresti fumarle».
    «Se è per questo, nemmeno tu».
    «Non sono io quello che deve preservare la propria voce per le performance» ribatté Ryoken che, dopo essersi vestito, gli si avvicinò, poggiando poi i gomiti sulla ringhiera.
Yusaku si voltò nella sua direzione, fulminandolo con lo sguardo. «Sto parlando in generale» proferì tagliente, e Ryoken non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.
    «Se me lo dici mentre fumi una delle mie sigarette, non riesco a prenderti tanto sul serio» ammise con un sorriso.
Yusaku alzò gli occhi al cielo. «Sì, lo so» borbottò, per poi spegnere il mozzicone nel posacenere. «Comunque… prima di partire per il tour ho iniziato a scrivere una nuova canzone. Per il momento è ancora incompleta, ma… non lo so, credo che non riuscirò mai a concluderla».
    «È per questo che c'è qualcosa che non va?»
    «Sì. Perché questa canzone racconta di te, di noi. E per la prima volta non so come rendere reale ciò che provo». Respirò a fondo e Ryoken lo osservò, perdendosi nel suo sguardo spaventato. «Ho paura perché per anni non ho fatto altro che tirare fuori tutta la rabbia e la disperazione che ho provato nel corso della mia vita, dando loro una forma concreta. Ci sono sempre riuscito perché il bisogno di esorcizzare i miei demoni interiori era ciò che mi permetteva di restare in piedi e continua a farlo ancora oggi. Ma ora con le nostre canzoni vorrei provare anche a raccontare qualcos'altro oltre al dolore, la rabbia e la solitudine, solo che…»
Deglutì a fatica, guardando Ryoken con una consapevolezza dal retrogusto di rassegnazione. «Io non riesco a scrivere canzoni d'amore» ammise infine. «Riesco a dare una forma solo alle cose brutte che ho vissuto, senza rendere giustizia a tutto ciò che di bello mi è capitato negli ultimi anni. Da quando ti ho incontrato ho iniziato a provare delle emozioni che nemmeno conoscevo e… e…»
Ryoken sapeva quanto Yusaku detestasse essere interrotto mentre parlava, ma non riuscì a trattenersi e poggiò delicatamente le labbra sulle sue, lasciando che il sapore del tabacco gli invadesse la bocca. Portò le mani sui suoi fianchi, stringendoli con garbo mentre approfondiva pian piano quel bacio sotto lo sguardo vigile delle stelle di Los Angeles.
    «Ti amo anch'io» sussurrò, prima di baciarlo ancora.


6

    («Non pensarci troppo» gli disse quella notte, stringendolo a sé dopo aver fatto l'amore. «Quando arriverà il momento, saprai esattamente come incastrare le parole tra loro. Io ho giurato di suonare la chitarra per te e per te soltanto, e sai che qualunque cosa accadrà, sarò sempre al tuo fianco e ti sosterrò con tutte le mie forze. E quando racconterai e canterai di noi, già lo so, tremerà il mondo intero. Io la aspetto. La canzone più bella del mondo. E non vedo l'ora di farne parte»).
   
 
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