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Autore: LadyHeather83    30/10/2021    2 recensioni
Questa storia partecipa all’ “Halloween Party” a cura di Fanwriter.it!
Roland era arrivato in pasticceria di buon mattino quella giornata.
La campanella annunciò la sua entrata quando aprì la porta.
“Buongiorno fam…ahhhhhhh! Che state facendo???” Si avvicinò nervosamente alla nipote che stava addobbando a festa il negozio.
“S-sto decorando per Halloween! E’ forse un reato?” Biascicò non curandosi più di tanto delle sue parole.
“Dove hai preso questi addobbi?” Chiese il vecchio sbiancando.
“In cantina…erano nascoste” Rispose la nipote appendendo un pipistrello.
“Se erano nascoste c’e un motivo, no?”
“Sono così carine…e a me piace Halloween”
“NO…NO…NO…non dovevi prenderle…sono maledette!” Roland si avvicinò alla nipote strappandole dalle mani lo scatolone.
“Lasciala in pace, papà…sei sempre il solito antico, sei troppo legato alla tradizione.” Prese la scatola restituendola alla legittima proprietaria.
“Vi dico che sono maledette…” Cercò di essere più convincente possibile, ma più si sforzava e più la sua famiglia lo guardava come se fosse andato fuori di senno, così abbandonò la sua missione, lui li aveva avvertiti “…ve ne pentirete!” Mormorò assottigliando gli occhi per poi scappare urlando a gambe levate.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maledetto gatto nero!

*

Capitolo Unico

**

“Questa tua ronda improvvisa mi ha spiazzata, chaton” Lady Bug deglutì il nulla ed iniziò a sudare freddo mentre attendeva la risposta del suo compare.

Mmm…sto solo facendo un piacere ad un’amica!” Mormorò spicciolo facendo spallucce per poi stiracchiarsi e sbadigliare sonoramente.

Lady Bug tirò un sospiro di sollievo, per un momento credeva avesse scoperto la sua identità segreta e che quell’appostamento di fronte la panetteria Dupain-Cheng fosse solo un pretesto per schiaffarle in faccia la verità.

Infatti, il gattone durante le ronde in solitaria, non a caso passava spesso da Marinette, intrattenendosi con lei per parlarle dei suoi problemi con Lady Bug e rifilarle qualche monologo su quanto la ami, ma che per quanto lui si sforzi non riesce proprio a dimenticarla e a metterci una pietra sopra, anche se ultimamente le parlava sempre meno dell’eroina coccinella preferendo conoscere un po’ di più sulla corvina.

Marinette si sentiva ultimamente anche lusingata per un certo verso e aveva cominciato a vedere quel ragazzo dalle sembianze di gatto con altri occhi, e il cuore le batteva sempre forte ogni volta che lo vedeva andare via e una lacrima le rigava il volto.

Una volta stava anche per osare a chiedergli di rimanere a dormire da lei, ma le parole le erano morte in gola sopraffatte da un senso di colpa per come lo trattava nei panni di Lady Bug, tutta colpa delle sue avance a volte troppo esagerate che le facevano montare il nervoso.

Quindi…tra te e Marinette è cosa seria, allora…e bravo il nostro gattino che si sta sistemando...” Assottigliò gli occhi e gli diede un leggero buffetto al naso.

“Ma no…ma no…” Chat Noir agitò nervosamente le mani in avanti mentre a quelle parole il cuore iniziò a battere all’impazzata “…le stiamo solo facendo un favore, tutto qui. Mi ha detto che ultimamente accadono cose bizzarre in pasticceria: si sentono degli strani rumori, e quando tutta la famiglia scende di sotto a controllare, c’è solo un gran caos, ma sembra che nessuno sia entrato oppure uscito.”

Mmm…un gran bel problema…non è che siano sonnambuli?” Ipotizzò mordendosi la lingua cercando di essere il più naturale possibile.

“Non credo” Scosse il capo biondo “…a meno che…” Mormorò sornione nella sua direzione “…la colpa non sia tua…o meglio, della tua kwami!”

Lady Bug si alzò in piedi stizzita “Ma come ti vengono in mente certe accuse, eh?”

Chat Noir non si scompose minimamente a quella domanda “Beh! Siamo qui da un paio d’ore e non è ancora successo niente, quindi le cose sono due: o Marinette mi sta mentendo, oppure la colpa è di Tikki che golosa di dolci com’è si è fatta un bel giretto nelle scorse notti…chissà, magari tu sei anche gelosa che pas del tempo con lei quando non sto di guardia con te  e ti stai vendicando.” Spiegò malizioso e in tono altezzoso convinto delle sue parole.

“Tu sei pazzo!” Inveì contro di lui, però doveva ammettere che su Tikki non ci stava mettendo la mano sul fuoco, ed aveva ragione, erano ormai appostati da qualche ora e di stranezze nemmeno l’ombra, quindi lei stava per mettere fine a quella missione, prima che le cose tra loro potessero degenerare, quando all’improvviso la luce della panetteria si accesero filtrando da sotto la saracinesca della porta principale e dalle tapparelle.

“Andiamo!” Disse l’eroina coccinella scuotendo lo yo-yo.

“Come milady comanda!” Anche Chat Noir scese dal tetto leggiadro agitando il bastone per attutire la caduta.

Lady Bug accostò un orecchio per sentire meglio, poi quando udì il rumore delle ceramiche rompersi, non perse tempo ed ordinò al compare di usare il cataclisma per aprirsi un varco.

Poi l’eroe gatto spinse la porta con forza con un calcio rompendo il chiavistello.

Quello che si presentò davanti, gli fecero strabuzzare gli occhi.

La panetteria illuminata a giorno e le decorazioni che Marinette aveva appeso con cura e armonia avevano preso vita.

“Ma che sta succedendo?” Chiese un Chat Noir incredulo.

“La miseria!” Mormorò Lady Bug cercando di evitare la ragnatela che si era allungata sopra fin sopra la sua testa tagliandola con lo yo-yo.

“ATTENTO, CHAT NOIR!” Lady Bug lo spinse via prima di venire colpito da una grossa zucca che finì poi spiaccicata sul muro sporcandolo irrimediabilmente.

“Grazie, milady! Se non fosse stato per te ora ci sarebbe la mia testa spappolata al posto dell’intonaco.” Si alzò aiutando poi l’amica.

“I ringraziamenti dopo…qui sta succedendo un bel casino…forse nonno Roland aveva ragione.” Disse a denti stretti.

“Hai detto qualcosa insettina?” Chat Noir era stato distolto dal verso stridulo di un pipistrello che gli era passato vicino e che grazie al suo bastone aveva potuto schivare.

“No, niente…liberiamoci di queste cose…non so nemmeno come chiamarle.” Poi Lady Bug notò una cosa, erano passati più di dieci minuti da quando Chat Noir aveva usato il suo cataclisma e ancora non aveva iniziato a suonare per avvisare il suo portatore che fosse ora di ricaricare il kwami.

Tikki aveva ragione, la vigilia di Ognissanti infondeva anche a loro poteri speciali, poteri sopra ogni limite.

“CATACLISMA!” Chat Noir richiamò il suo potere, l’unico modo di liberarsi di quegli oggetti animati, era distruggerli.

Tom e Sabine, sentendo il trambusto, scesero di corsa armati fino ai denti e con abiti improponibili, almeno per quello che riguardava il panettiere.

Era vestito con pantaloni corti a righe bianche e azzurre di qualche taglia più grande rigorosamente alzati sopra l’obelico, una maglietta a maniche corte bianca (almeno era pulita, si ritrovò a pensare Marinette), ai piedi calzini di spugna lunghi fino alle ginocchia con infradito marroni e il tutto contornato da una lunga cuffia da notte con pon pon alla fine.

Tom brandiva un mattarello per la pizza.

“Ora ve la vedrete con me…razza di ladri!” Si scagliò contro i super eroi di Parigi, non notando minimamente le decorazioni che avevano preso vita.

Solo quando inciampò in una zucca intagliata che gli sorrideva malignamente pulsando luce rossa, che l’omone spaventato andò a nascondersi dietro la moglie ancora incredula osservando lo spettacolo che le si stava parando davanti.

“SONO GLI ADDOBBI DI HALLOWEEN!” Urlò Lady Bug intenta a combattere alcuni ragni neri, grossi e pelosi che le attraversavano il corpo.

“Cosa? Come?” Chiesero all’unisono i due coniugi guardandosi.

Chat Noir cacciò via un paio di pipistrelli, ma più questi li combatteva e più tornavano.

A nulla erano valsi i tentativi di distruzione con il cataclisma, e nemmeno il lucky charm di Lady Bug aiutava poi molto.

Più richiamava a sé il suo potere speciale, e più le scatole di cartone continuavano a comparire.

“Non capisco…” Disse in preda alla disperazione.

“Sbrigati a capire come usare quelle scatole, o vuoi mettere su un’industria e venderle? Ci potresti anche guadagnare sai?”

Lady Bug digrignò i denti dalla rabbia, già non sapeva come utilizzare il suo lucky charm ed in più ci si metteva anche Chat Noir con le sue battute idiote.

I pipistrelli erano tanti, troppi e il gattone stava per perdere la sua battaglia “Oddio i miei bellissimi capelli…se si attaccano, li dovrò tagliare.” Piagnucolò il ragazzo gatto.

“Non dovrai tagliare niente, Chat Noir, perché io ti aiuterò!” Una Sabine più che determinata prese la sua inseparabile pala da pizzaiolo e combatté al fianco dell’eroe gatto sincronizzando perfettamente i movimenti e addirittura anticipandone le mosse. “FUORI DAL MIO NEGOZIO!!” Tirò fuori una grinta che fece rizzare i capelli a Lady Bug, o a Marinette, non aveva mai visto sua madre così e Chat Noir strabuzzò gli occhi perché quella determinazione le ricordava molto quella della sua lady, che al momento era alle prese con ragni e ragnatele.

Un aracnide era riuscito a tessere una tela lungo tutto il suo corpo impedendole i movimenti.

“CATACLISMA!” Con quello stratagemma riuscì a liberare Lady Bug mentre Sabine spiaccicava quei maledetti ragni sul pavimento.

“Sicura signora Dupain di non essere stata una Lady Bug del passato? Assomiglia moltissimo alla mia Milady.” Si rivolse alla piccola donna cinese con riverenza e rispetto.

Sabine si portò una mano sulle labbra diafane sghignazzando divertita “Oh! Oh! No, no…non sono mai stata una super eroina e i tuoi complimenti mi lusingano.” Disse civettuola facendo venire il voltastomaco a Lady Bug.

Mamm…ehm signora Dupain non dovrebbe dare retta a questo felino, è piuttosto fastidioso se gli si dà corda!” Lady Bug schiacciò un ragno con un piede sul pavimento con riluttanza.

“Ma è così affascinante e voi formate una bella coppia!”

“NON SIAMO UNA COPPIA!” Sbraitò lei riprendendo il combattimento, perché più ne schiacciava e più ne comparivano.

Chat Noir avvilito abbassò le orecchie, non avrebbe mai avuto il cuore della sua milady, ma poco importava, perché sembrava che l’amore che provava per lei ultimamente andasse sempre di più scemando, e quel vuoto veniva riempito sempre di più da Marinette.

E a proposito di quest’ultima, non la notò da nessuna parte.

Marinette non c’è?” Chiese guardandosi attorno con aria preoccupata facendo rizzare le orecchie a Lady Bug.

“Mio marito le ha intimato di rimanere in camera sua.”

“Ha fatto ben…

“AIUTOOOOO!!! Qualcuno mi aiuti!!!!” Chat Noir non fece a tempo a terminare la frase che Tom con la faccia coperta da una zucca incantata, lo investì asfaltandolo sul pavimento lucido della pasticceria con il suo peso.

“ARRIVO!!!” Gli urlò Sabine calpestando la schiena del povero ragazzo gatto, per spaccare quella zucca con l’inseparabile pala da pizza di legno.

“Grazie, tesoro!” La testa dell’omone vorticava per la botta appena presa e dovette sedersi per non svenire.

*

Chat Noir si alzò a fatica pensando che quella non fosse proprio la sua giornata, o meglio nottata.

Stavano combattendo da qualche ora senza alcuna sosta, la pasticceria era ridotta ad un ammasso di legni, vetri e farina sparsa ovunque, senza contare le creature spiaccicate e zucche rotte che continuavano ad arrivare.

Che cosa poteva andare storto ancora?

Semplice, l’arrivo di un altro felino di dimensioni più piccole ovviamente e che camminava a quattro zampe.

Era il gatto che Marinette aveva appoggiato con cura sopra il vetro dove tenevano i dolci.

Soffiava, ringhiava e tirava fuori le unghie davanti ai presenti.

Lady Bug si schiaffeggiò la faccia con una mano guantata pensando che un gatto era più che sufficiente.

“LUCKY CHARM!!” Comparve un’altra scatola. “Dannazione!”

Quella battaglia stava prendendo delle pieghe assurde e l’eroina coccinella stava seriamente pensando di abbandonare la missione.

Già c’erano zucche animate, pipistrelli insistenti, ragni fastidiosi e ragnatele spettrali, ci mancava solo quel gatto a posizionare la ciliegina sulla torta per mettere ulteriore zizzania.

Chat Noir d’altro canto sembrava più a suo agio adesso che in quella stanza c’era quella presenza, ma di sicuro cambiò opinione appena sentì le unghie di quell’animale affondargli nella carne.

E che carne.

Strabuzzò gli occhi che iniziarono poi a lacrimare dal dolore.

Lady Bug cercò di aiutarlo tirandolo via, ma era impigliato, e non le restò altro di buttarsi a terra e piangere divertita, mentre una miriade di ragni la rinchiusero in un bozzolo.

Anche Sabine e Tom cercarono di aiutarlo.

“TOGLIETEMELO DI DOSSO!!!” Continuava ad urlare lui, ormai la sua missione era liberarsi non più degli spiritelli, ma di quel gatto rognoso.

Ma più tiravano e più questi affondava le unghie.

“BASTA! BASTA!” Fece Chat Noir.

Poi come d’incanto, quando ormai fuori iniziò ad albeggiare, i pipistrelli, i ragni, le zucche e persino quel gatto attaccato in mezzo alle gambe di Chat Noir s’impietrirono, cadendo sul pavimento senza vita.

“Ma che?” Chiese Tom guardandosi attorno e prodigandosi per liberare subito la super eroina strappando con le unghie e con i denti il bossolo con cui era avvolta.

Lady Bug si tenne la testa e mentre apriva lentamente gli occhi capì come usare quelle scatole.

“Togliamo tutto e mettiamo via queste cose”

Ripulirono tutto in men che non si dica, tranne una cosa…il gatto non voleva venire via, costringendo così Chat Noir ad uscire dalla pasticceria con il felino penzolante in mezzo alle gambe doloranti.

Lady Bug trattenne a stento una risata.

“Non è divertente!” Incalzò lui cercando di trattenere le lacrime.

“Si che lo è!” Lo rimbeccò avvicinandosi per allungargli una mano sulle parti basse e con un movimento repentino, la coccinella riuscì a togliergli quel fastidio. “Che pensavi?” Chiese in tono malizioso leccandosi le labbra.

*

Roland era arrivato in pasticceria di buon mattino quella giornata.

La campanella annunciò la sua entrata quando aprì la porta.

“Buongiorno fam…ahhhhhhh! Che state facendo???” Si avvicinò nervosamente alla nipote che stava addobbando a festa il negozio.

“S-sto decorando per Halloween! E’ forse un reato?” Biascicò non curandosi più di tanto delle sue parole.

“Dove hai preso questi addobbi?” Chiese il vecchio sbiancando.

“In cantina…erano nascoste” Rispose la nipote appendendo un pipistrello.

“Se erano nascoste c’e un motivo, no?”

“Sono così carine…e a me piace Halloween”

NO…NO…NO…non dovevi prenderle…sono maledette!” Roland si avvicinò alla nipote strappandole dalle mani lo scatolone.

“Lasciala in pace, papà…sei sempre il solito antico, sei troppo legato alla tradizione.” Prese la scatola restituendola alla legittima proprietaria.

“Vi dico che sono maledette…” Cercò di essere più convincente possibile, ma più si sforzava e più la sua famiglia lo guardava come se fosse andato fuori di senno, così abbandonò la sua missione, lui li aveva avvertiti “…ve ne pentirete!” Mormorò assottigliando gli occhi per poi scappare urlando a gambe levate.

*

Marinette riesumò quelle decorazioni dalla cantina la sera stessa, sperando che Chat Noir si facesse vedere nonostante la brutta avventura della notte di Ognissanti.

Gli avrebbe chiesto il favore di distruggerle per sempre visto che la sua speciale visuale le aveva indicato prima le decorazioni, poi la scatola ed infine lui, e questo stava a significare che anche lui avrebbe dato il suo contributo.

La corvina se ne stava appollaiata sulla ringhiera scrutando il cielo puntellato di stelle con addosso una coperta rosa pesante sopra il pigiama, con accanto la scatola incriminata sperando che questa non si animasse proprio in quel momento.

Bonsoir!” La salutò una voce dietro di lei che la costrinse a voltarsi di scatto.

“Oh! Sei qui” Disse sollevata.

“Mi aspettavi?” Mormorò avvicinandosi dolorante.

“Ti fa ancora male?” Chiese cercando di trattenersi dal ridere, quella scena era stata troppo divertente per i suoi gusti.

“Come lo sai?”

Marinette venne percorsa da un brivido lungo la schiena “Me-me lo hanno detto mia madre e mio padre, mi dispiace così tanto.”

“Non ti preoccupare, un po’ di pomata e passa tutto.” Rispose spicciolo e altezzoso mostrando i muscoli delle braccia, ma la sua espressione faceva intuire tutt’altro.

Poi Chat Noir sbiancò quando vide accanto a Marinette la scatola e quell’immondo gattaccio inanimato in cima a tutto il resto.

“Toglimelo dalla vista!” Protestò nascondendosi il volto con il dorso della mano.

“Uh! Farò di meglio…usa il tuo cataclisma su queste cose, temo che nonno Roland abbia avuto ragione e che siano maledette.” Sospirò “…e noi da stupidi gli abbiamo dato del pazzo.”

“Non ti amareggiare, principessa…ora ci penserà il tuo cavaliere nero a sistemare le cose….CATACLIS…

“Ehi!” Il gatto nero si animò davanti a loro facendo indietreggiare l’eroe.

“Stai lontano da me!”

Il felino agitò il corpo scrollandosi via il pelo in eccesso e la polvere.

“Ah già!” Scusami per l’altra sera, ero rimasto…impigliato nel tentativo di saltare sulle tue spalle, da lì avrei avuto una visuale migliore.”

“Peccato che hai beccato le mia pal…

“CHAT NOIR!” Lo rimproverò Marinette stizzita e in imbarazzo.

Scusami…non volevo usare linguaggio volgare…però è esattamente lì dove si è impigliato il nostro nemico.”

Ehm…io non sono nemico, sono amico” Sottolineò l’ultima parola attirando la loro attenzione “…il mio scopo era quello di proteggere chiunque si impossessasse di queste decorazioni, sono maledette, e mi spiace per i tuoi gioielli di famiglia, un po’ di ghiaccio e pomata passa tutto.”

“Sei anche medico?” Chiese guardingo.

“No, ma un guardiano si…e qui il mio compito è finito, ora tu distruggerai questi abomini e io me ne andrò per la mia strada. Tante care cose ragazzi!”

 “Aspetta!” Lo fermò Marinette.

“Che altro c’è?” Chiese in tono irritato.

“Perché le altre volte quando sentivamo rumori e scendevamo di sotto le decorazioni si in animavano, mentre ieri sembrava esserci il caos…sia chiaro, io ho sentito tutto dalla mia camera” Marinette mise la mani avanti prima che Chat Noir potesse sospettare della sua doppia identità.

“Colpa dei miraculous…danno poteri sopra ogni limite nella notte di Ognissanti e questo ha influito anche sulla maledizione. Ora se volete scusarmi…ho altre persone da proteggere.” Il gatto saltò da un tetto all’altro senza tanti saluti e complimenti lasciando completamente basiti i due giovani ad occuparsi di quella scatola.

*

Il tre di novembre la scuola riaprì le porte, i primi ad entrare in classe furono Nino, Alya e Marinette, seguiti poi a ruota dagli altri.

“Strano, Adrien è in ritardo” Fece notare l’aspirante deejay alle ragazze dietro di lui.

“Si starà incipriando il naso” Ipotizzò Alya sghignazzando.

Marinette stava per controbattere qualcosa, quando una testa bionda, claudicante, apparve sull’uscio della porta.

Si sedette al suo posto tirando gli occhi.

“Ehi amico! Tutto bene? Sembra che ti si sia attaccato un gatto ai…beh! Mi hai capito” Fece lui lasciando intendere a dove per non essere troppo volgare.

“Mi sa che ci hai preso!” Rispose lui sussurrando facendo scattare sull’attenti Marinette dietro di lui, che per tutta la durata delle lezioni fino ad arrivare all’intervallo non aveva fatto altro che paragonare Adrien a Chat Noir, a pensare a tutte le coincidenze che facesse credere che infondo fossero la stessa persona.

“L’hai divorata abbastanza quella penna!” Disse Alya togliendola dalle fauci dell’amica.

Marinette sputò su un fazzoletto i resti di plastica mentre osservava Nino ed Adrien allontanarsi per la pausa intermedia.

Li trovò poi in un angolo della palestra a confabulare qualcosa e Nino si separò dall’amico che rimase seduto nella panchina con la testa all’indietro.

La corvina non perse tempo a intercettare il deejay e prendergli dalla mano il sacchetto di ghiaccio che Adrien gli aveva chiesto di andargli gentilmente a prendergli.

“Tu mi devi delle spiegazioni!” Marinette gli lanciò quella busta prendendolo testa.

“Del tipo?” Adrien iniziò a sudare freddo.

“Credi sia stupida?” Berciò indurendo lo sguardo avvicinandosi a lui per puntargli lo sguardo blu indagatore, identico a quello della sua Lady Bug, e lì Adrien capì veramente con chi stava parlando.

Milady…perché mi tratti così?” Chiese in tono calmo cercando di placare gli animi.

“Perché il doloro che ti ha infero quel gatto sarà niente in confronto a quello che ti farò io.”

“Non è giusto…dovresti prenderti cura di me” Le passò maliziosamente il sacchetto contenente il ghiaccio.

“E tu non avresti dovuto mentirmi!” Gli alitò sul volto con gentilezza, mentre internamente avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.

“Diciamo che lo hai fatto anche tu.”

Marinette incassò il colpo.

“Sinceramente volevo vedere fino a che punto ti saresti spinto con…me.”

Adrien deglutì il nulla e scariche di adrenalina gli attraversarono il corpo quando sentì il fiato caldo di Marinette sul suo collo.

Era inerme sotto di lei, lo teneva in scacco.

“E tu fino a che punto lo faresti?” Chiese chiudendo gli occhi iniziando a vagare con la fantasia, svanendo non appena sentì l’intero sacchetto di ghiaccio gocciolagli nelle  parti basse.

“Lo hai appena scoperto” Gli sussurrò alzandosi dal suo busto.

“Non credo” Disse lui convinto.

“Allora ne riparleremo appena mi sarà passata la collera.” Mormorò lei allontanandosi.

“Stasera?” Chiese mordendosi un labbro sorridendo.

Marinette si arrestò e voltò il volto nella sua direzione “Stasera!”

*

FINE

*

Iniziativa: Questa storia partecipa all’ “Halloween Party” a cura di Fanwriter.it!

Numero Parole: 3.224

Prompt/Traccia: 24) A ha una pasticceria/caffetteria e adora addobbare tutto a festa a tema Halloween. BONUS: quello che non sa è che i suoi avventori spesso sono proprio creature soprannaturali. 

 

  
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