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Autore: GiO hErOnDaLe    31/10/2021    0 recensioni
Megan è una ragazza muta, nata con le corde vocali danneggiate. Una sera mentre era con il suo fidanzato Félix, egli le dice che gli piacerebbe sentirla pronunciare il suo nome e questo porta la ragazza ad una violenta crisi.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Megan era accasciata nel piatto della doccia mentre l'acqua inzuppava il suo corpo minuto e nudo. La ragazza era rannicchiata su se stessa, le spalle scosse da singhiozzi violenti ma silenziosi. «Voglio sapere come suonerebbe il mio nome pronunciato da te» Quelle parole le riecheggiavano nella testa ogni volta che vedeva Félix o anche solo voleva avvicinarsi a lei. Era diventata distante, timida, non gli sorrideva nemmeno più e sapeva che gli stava facendo del male ma non riusciva a superarlo. Le sue mani si aggrapparono ai propri bicipiti, graffiandoli poco dopo come se avesse bisogno di un punto d'appoggio, ma le sue unghie scivolarono sulla carne morbida e bagnata. «Voglio sapere come suonerebbe il mio nome pronunciato da te» un grido silenzioso lascia le labbra di Megan nel sentire di nuovo la voce di Félix nella sua testa e tutto accade troppo velocemente per capire davvero. Il suo grido senza suono, il suo panico, qualcosa in vetro che si rompe e il dolore assordante nella sua mano e poi tutto quello che sa è che l'acqua gelida che cade su di lei è colorata di rosso. Megan non sente i pugni che battono sulla porta, la sua testa era piena di voci ed i suoi occhi erano persi guardando la sua mano destra piena di schegge e sangue. È così che Félix la ritrova dopo che è riuscito a sfondare la porta del bagno. Rannicchiata nell'angolo della doccia con le labbra quasi azzurre, gli occhi azzurri arrossati e gonfi, la mano destra distrutta e il cuore del ragazzo che sprofonda in un abisso. «Megan» la chiama preoccupato, avvicinandosi a lei e chiudendo subito l'acqua. Il ragazzo si guarda intorno alla doccia mentre prende un asciugamano e lo avvolge intorno al corpo di Megan, sollevandola da terra. Lo specchio della doccia era stato rotto e questo spiegava la mano della ragazza. La sentiva tremare tra le braccia e cercava di rassicurarla, credendo che fosse spaventata da quello che era successo ma Félix, in fondo, sapeva che c'era dell'altro ma in quel momento era importante portare la ragazza al ospedale e così ha fatto. Lo hanno fatto aspettare per ore prima di fargli vedere Megan. Un'infermiera gli aveva detto che la cicatrice sarebbe rimasta e che era stata una fortuna che si fosse rotta solo tre dita invece di tutta la mano. «Ehi» la salutò il ragazzo, in piedi davanti a lei con un sorriso tirato sulle labbra. Non l'avrebbe mai ammesso ma aveva avuto paura e non poco... Vedendo che la ragazza non aveva nemmeno alzato lo sguardo, Felix sospirò, togliendosi la felpa e posandola sulle piccole spalle del biondo. «Andiamo a casa, i medici hanno detto che possiamo andare» Megan invece non t muoversi e il ragazzo è costretto a prenderla in braccio e riportarla in macchina. Il viaggio verso casa è silenzioso, entrambi assorti nei loro pensieri. Quando arrivano a casa, il ragazzo prende in braccio la sorella ed entra, dirigendosi verso la camera di Félix, dove la stende sul letto e la copre. Per la prima volta, la mano di Megan traccia alcune linee sul polso del ragazzo, che si irrigidisce. «Anche io, vorrei sentirti dire il tuo nome» il ragazzo non sa come prenderlo, si limita a guardare gli occhi limpidi di Megan che per la prima volta si sono posati nei suoi. «Vorrei urlare anch'io, farti sentire la mia voce in un sussurro così puoi dormire, gemere nel tuo orecchio quando mi dai piacere semplicemente baciandomi il collo ma le mie corde vocali sono nate danneggiate e non potrò mai fare tutto questo... non ho voce e io' non potrò mai farti sentire pronunciare il tuo nome» Le dita gelide di Megan tremarono e i suoi occhi azzurri lasciarono cadere altre gocce di rugiada sul cuscino di Félix che istintivamente si alzò dal suo fianco, voltandole le spalle in modo che lei non potesse vedere le lacrime che scorrevano lungo il suo faccia. Poco dopo, però, una manina si posa al centro della sua schiena ed è raggiunta anche dalla fronte della ragazza. I due rimasero in silenzio, ascoltando il respiro dell'altro, cercando di consolarsi solo attraverso la loro reciproca presenza. una piccola mano poggia al centro della sua schiena ed è raggiunta anche dalla fronte della ragazza. I due rimasero in silenzio, ascoltando il respiro dell'altro, cercando di consolarsi solo attraverso la loro reciproca presenza. una piccola mano poggia al centro della sua schiena ed è raggiunta anche dalla fronte della ragazza. I due rimasero in silenzio, ascoltando il respiro dell'altro, cercando di consolarsi solo attraverso la loro reciproca presenza.​
  
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