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Autore: moira78    02/11/2021    7 recensioni
Un piccolo castello nascosto nei boschi di Lakewood. Una storia che affonda le sue radici in un lontano passato. E un sopralluogo che porterà Candy e gli altri a confrontarsi con eventi soprannaturali. Una mini-fic di Halloween dove tutto può accadere...
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I lavori di ristrutturazione inizieranno già la prossima settimana, al nostro ritorno li seguirò personalmente. Se ne sta occupando Georges", disse Albert affacciandosi al ponte della nave che li stava portando in Scozia.

Al suo fianco, Candy prese un respiro profondo.

"Non mi pare ancora vero che tornerò in Scozia al fianco del mio principe della collina", disse trasmettendogli l'ennesimo brivido.

"Candy...", cominciò con un sorriso contrito.

"Oh, dai, lasciamelo dire ogni tanto!", lo pregò attaccandosi al suo braccio e guardandolo con espressione supplicante.

Per tutta risposta, le prese il volto tra le mani con delicatezza e le sfiorò le labbra con le proprie: erano leggermente fredde.

"Dovremmo rientrare", le disse stringendosela al petto per scaldarla. "Siamo in mezzo all'oceano e la temperatura non è proprio mite".

Candy gli sorrise e annuì.

Mentre si recavano alle cabine, gli chiese: "Sono stati già individuati i luoghi di sepoltura?".

Albert la invitò a sedere su uno dei divanetti interni al corridoio e le spiegò: "Sì, Sophia è in quella fossa comune poco distante dal castello, mentre Lord Scott riposa in un cimitero poco fuori città: nonostante tutto, gli hanno riservato perlomeno un luogo degno in cui riposare. La mia idea è quella di recuperare i resti della donna e tumularla accanto a lui".

Candy prese un respiro tremante: "Sono d'accordo. Quei due poveretti si inseguono da secoli e meritano di avere il loro lieto fine".

Lui le alzò con gentilezza il viso, perdendosi nei suoi occhi: "E il nostro, di lieto fine?".

Le braccia di Candy serpeggiarono intorno al torace e lo strinsero forte: "Noi siamo già destinati a restare uniti per l'eternità".

Ricambiando l'abbraccio, Albert pensò che era vero. I loro destini erano uniti in maniera indissolubile.


 
Se amate anche voi i finali lieti, NON leggete oltre. Al contrario, se avete coraggio e siete a pieno nello spirito di Halloween, abbiate il fegato di leggere anche il resto...

 
- §-
 
 
Archie vide due figure in lontananza sorridere tenendosi per mano e, quando li riconobbe, per poco non perse i sensi.

"Li hai visti anche tu?", chiese Annie tremando e quasi stritolandogli il braccio.

Lui annuì, la gola secca e le parole intrappolate. La coppia era svanita oltre la fila di lapidi e lui si mise a fissare quella che aveva davanti, ove finalmente figuravano i nomi di Lord Scott Ardlay e della sua amata Sophia.

Il corpo di Annie sussultò e lui capì che stava piangendo: sicuramente stava pensando a un'altra lapide simile che avevano eretto a Lakewood, solo poche settimane prima.
Abbracciò la fidanzata, cullandola con dolcezza. Versò lui stesso lacrime silenziose e, quando fu in grado, le parlò: "Ssst, Annie, lo so. Ma li hai visti anche sulla nave: sono felici, si sono accertati che portassimo a termine questa missione. Magari lo faranno anche con i lavori al castello".

"Ma... Lord Logan... voleva che tutti fossero felici, e loro... loro...", singhiozzò stringendo la manica della sua giacca.

"E loro lo sono, anche se in un altra vita", mormorò con voce roca. "Proprio come Scott e Sophia".

E, come in una macabra giostra che non smetteva di girare, Archie rivisse gli eventi che erano accaduti in quel castello, rigirandoseli nella mente ancora e ancora. Come se così potesse finalmente capacitarsi che fosse tutto vero. Come se potesse accettarlo.

Quando avevano rivisto Candy e Albert erano stati più che sicuri che fossero sani e salvi. Diamine, avevano sentito la solidità dei loro corpi, che erano tangibili quanto il proprio.

Era stato nel momento in cui erano usciti fuori dal castello che la realtà li aveva colpiti come un macigno.

Attraverso di loro, filtrava la luce del sole. E la cosa incredibile era stata che persino loro sembravano sconvolti, come se fossero convinti di essere ancora vivi.

Lui era rimasto gelato, sostenendo Annie che tremava quasi come in quel momento. Georges era caduto in ginocchio con un lamento di dolore.

Una donna dai lunghi capelli biondi era apparsa accanto alla coppia e tutti l'avevano guardata con stupore e ammirazione in egual misura. Era andata senza esitazioni proprio verso Georges e, quando lui aveva mormorato il suo nome, Archie ricordò il dipinto in cui l'aveva vista: era Rosemary.

"Alzati, Georges, dovrai essere molto coraggioso e portare a termine ciò che ti ha chiesto Albert poco fa con l'aiuto di Archie: il castello deve essere ristrutturato e Lord Scott e Sophia riuniti". L'uomo si era alzato con gesti lenti e incerti e le aveva baciato la mano con una devozione che non aveva mai visto in lui.

Archie non sapeva più se guardare Albert e Candy, che parevano ancora increduli, o il fantasma di Rosemary.

Quello che era accaduto dopo era stato così straziante che gli era parso un incubo a occhi aperti. Un incubo nel quale la sorella di Albert spiegava loro che la felicità di cui parlava Lord Logan non si verificava necessariamente nella vita terrena e Scott e Sophia ne erano un esempio, perché nonostante fossero morti erano infelici da secoli.
"Voi avete avuto modo di unirvi", aveva spiegato accennando all'anello di Candy, "e quando tutto sarà sistemato vi ricongiungerete a tutti noi".

Intendeva Stair, Anthony e gli altri che Candy e Albert avevano incontrato nei sotterranei, credendo fossero mere apparizioni.

Nel momento in cui la donna aveva cominciato a svanire, anche loro due si erano fatti più eterei, ma Archie non avrebbe mai dimenticato le loro mani allacciate, i loro sorrisi leggeri sotto lo sguardo di scuse.

Come se fosse stata colpa loro essere morti letteralmente di freddo negli scantinati.

Ma il momento peggiore era stato quando erano tornati a casa.

La zia Elroy era convinta che suo nipote e Candy fossero vivi e che ci fosse un fidanzamento da organizzare. Sotto i loro occhi inorriditi, aveva chiesto se ne fossero a conoscenza ed era stato allora che era venuta a galla un'altra verità sconvolgente.

Aveva incontrato e parlato col fantasma di Albert che le aveva confessato di aver chiesto la mano a Candy.

La poveretta era rimasta svenuta a lungo prima di riaversi e, quando era accaduto, pareva di nuovo calma. Aveva parlato loro facendogli tornare le lacrime agli occhi per l'assurdità della situazione e per la tristezza che provava.

Aveva sognato Albert mentre era priva di sensi.

"Nel mio sogno, William... Albert si è scusato per non avermi detto tutta la verità". Era la prima volta che lo chiamava con il nome che lui aveva amato. "Dice di aver voluto la mia benedizione per unirsi a Candice, anche se non sarà in questo mondo e che riposeranno in pace quando tutto quello che ha chiesto Lord Scott sarà compiuto". La donna aveva ricominciato a singhiozzare, la voce rotta, le spalle che si scuotevano e lui era stato sicuro che avrebbero perso anche lei per il dolore.

"Ma ci hanno detto che i sotterranei dovevano salvarli da un incidente nel bosco! Dovevano essere al sicuro!", aveva strillato Annie tra le lacrime, fuori di sé.

Annichilito, aveva udito la voce di Georges, velata di dolore e rassegnazione rispondere al posto della zia, che sembrava non avere più parole.
"Io credo che, se ho interpretato correttamente quella visione, non era comunque in quel bosco che doveva finire tra loro. Quando li abbiamo visti, la signorina Candice aveva al dito un anello e sospetto che lo troveremo sul suo corpo o... su quello del signorino William, quando andremo a prenderli". Aveva fatto una pausa per ricomporsi e Annie e la zia avevano cominciato a piangere più forte. Con gli occhi lucidi, aveva continuato: "Non solo il loro amore è stato suggellato senza eventi tragici, ma hanno potuto comunque ascoltare la storia di Lord Scott e noi possiamo rendere felici due coppie nella loro vita ultraterrena".

Alle labbra gli era salita una domanda scontata ma cruciale e l'aveva fatta con voce rotta dal pianto: "Perché non consentire loro di salvarsi, però? C'erano i genitori e la sorella di Albert, mio fratello e Anthony con loro... perché... perché morire così, per il freddo?".

Mentre infine si scioglieva in lacrime, la voce ora pacata della zia aveva risposto, rauca ma senza esitazioni: "Perché il loro destino, forse, era già segnato e neanche mio fratello può interferire con i piani di Dio. Ma hanno fatto in modo che accadesse in modo diverso, meno violento. E sono contenta di aver visto felice mio nipote".

La riesumazione dei corpi, le mani unite come le avevano viste nei loro spiriti, la giacca di Albert sulle spalle di lei. E quell'anello, nella tasca dei pantaloni di lui che avevano deciso di metterle al dito. Li avevano sepolti vicini e il dolore era stato immenso.

Anche quando lui e Annie si erano resi conto che potevano ancora vederli, durante la pianificazione del loro viaggio in Scozia e persino sulla nave, ad Archie era parso di vivere nella nebbia di un incubo. Non si dava pace. Non poteva credere che anche la dolce amica che una volta lo aveva fatto andare alla deriva con la sua barchetta al portale dell'acqua e che il vagabondo smemorato che si era rivelato suo zio fossero morti.

Insieme, coronando il loro amore che non sarebbe mai stato coronato davvero.

E che non avrebbe mai visto discendenti.

Spalancando gli occhi, Archie vide l'ultimo pezzo del puzzle andare al proprio posto. Annie dovette accorgersi che si era irrigidito, perché alzò su di lui il viso umido di lacrime.
"Che c'è? Sono ancora qui?", chiese speranzosa, guardandosi attorno.

Lui scosse la testa: "No. Ho appena capito perché Sophia sia venuta da noi e ci abbia chiesto di dare il suo nome alla figlia che avrebbe dovuto avere. Sapeva che loro non avrebbero potuto mai farlo. E io che avevo pensato... che magari, che so, avrebbero avuto un erede maschio".

Annie contrasse i lineamenti in una smorfia di dolore: "Avrei tanto voluto vederli finalmente uniti e felici...".

Mentre terminava di dire quella frase, una luce irruppe dalle nuvole di quel pomeriggio uggioso di Glasgow e mostrò loro qualcosa di sorprendente. Una visione di un futuro in un'altra vita o semplicemente ciò che stava accadendo in un mondo a loro inaccessibile.

Candy e Albert, vestiti da sposi che danzavano in una sontuosa sala da ballo, dove poté scorgere le figure dei loro antenati e dei cari più prossimi. E, se gli occhi non lo ingannavano, anche quelle di Lord Scott e della sua Sophia.

Il tutto non durò che pochi istanti ma Archie smise di respirare e Annie trattenne un verso strozzato. Poi tornarono a vedere solo il cimitero e le lapidi.

Due sagome, in lontananza, tenevano le mani ancora allacciate.
 
   
 
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