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Autore: Rosmary    08/11/2021    7 recensioni
{Seconda classificata al contest Platonic relationship indetto da LadyPalma sul forum Writing games}
Effie era insegnamenti netti e cumuli di convinzioni, Haymitch l’aveva guardata con diffidenza sin dal primo istante.
«Hai un odore nauseabondo, Abernathy.»
«Ringrazia di avere il naso per sentirlo.»
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I personaggi presenti in questo racconto non mi appartengono; la flashfic è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Antipodi

 
Effie era insegnamenti netti e cumuli di convinzioni, Haymitch l’aveva guardata con diffidenza sin dal primo istante e l’aveva giudicata una marionetta rivestita di plastica, utile solo ad abbindolare con un’appariscenza disturbante.
 
«Hai un odore nauseabondo, Abernathy.»
«Ringrazia di avere il naso per sentirlo.»
 
Haymitch era insofferenza grezza e cumuli di veleno, Effie aveva imparato a distinguere la sua ombra da qualsiasi altra e s’era convinta di avere dinanzi un randagio irrequieto, utile solo a ricordarle la sozzura dei Distretti.
 
«Nei Giochi saresti stata la prima a morire, Trinket.»
«Ringrazia di essere qui per dirmelo.»
 
S’erano scoperti in tempi di Memoria, quando tutto era come non avrebbe dovuto essere e le crepe che perseguitavano lui s’erano insinuate anche in lei, quando l’insulto era evoluto in provocazione e la provocazione in inattesa confidenza – il primo bicchiere svuotato assieme aveva il sapore degli interrogativi pericolosi, quelli da tacere persino ai pensieri.
 
«Hai mai pensato a...»
«Sta’ zitta, Effie.»
 
Condividere bevute non era mai diventata un’abitudine, ma quando accadeva l’alcol non era che un pretesto per attardarsi, fingere di avere molto da discutere, sfiorarsi in superficie, improvvisarsi persone qualsiasi in un mondo libero – le labbra di Effie avevano toccato la bottiglia, una volta, e Haymitch l’aveva svuotata l’istante dopo persuaso da occhi lascivi.
 
«Domani sera, perché non...»
«Sta’ zitto, Haymitch.»
 
S’erano ritrovati in tempi anomali, quando tutto era ordinato in maniera diversa e nuovi vincitori promettevano crepe rimarginate – l’ultimo bicchiere svuotato assieme aveva il sapore nostalgico degli addii forzati, quelli da gridare a gran voce.
 
«Resti a Capitol.»
«È casa mia.»
 
Bere in solitudine era sempre stato il quotidiano per Haymitch, ma Effie non era crollata in quel circolo vizioso e le succedeva di rado di rinchiudersi in casa per confondere i ricordi – le labbra toccavano sempre la bottiglia, quelle volte, ed Effie si costringeva a svuotarla per cancellare ogni impronta.
 
«Non dovresti tornare al Dodici.»
«È casa mia.»
 
C’erano stati giorni, nel passato condiviso, in cui era stato pressante il desiderio di abbandonarsi alla tensione che li induceva a cercarsi a oltranza e alle fantasie che squarciavano gli incubi e all’agitazione che metteva a nudo ogni singola negazione.
Ma.
Erano nati agli antipodi e non esistevano parole, sorrisi, innamoramenti capaci di affievolire la distanza esistente tra loro – ogni certezza posseduta da Effie era una lama conficcata in Haymitch e ogni accusa vomitata da Haymitch era una colpa franata su Effie.
Se.
Avrebbero potuto accantonare tutto, improvvisarsi senza passato né radici, dimenticare che mentre Haymitch arrancava per sopravvivere ai Giochi nella casa di Effie sorseggiavano champagne, che mentre Effie rischiava l’esecuzione per il tradimento altrui nel Tredici assaporavano le future conquiste.
No.
Non potevano reinventarsi altri, malgrado anche solo guardarsi fosse l’emozione più implosiva di tutte – s’erano salutati con un cenno, mentre un bacio mai nato moriva assieme a un amore che non era stato niente quando avrebbe potuto essere tutto.
 
~
 
«Se noi non fossimo stati noi...»
«Ma lo siamo, Haymitch.»
«...ti avrei amata molto.»
«Lo so.»
 
 




 
Note dell’autrice: è la prima volta che scrivo di Hunger Games e spero di aver caratterizzato bene i personaggi nonostante abbia scelto una coppia fanon. Lo sprono per scrivere questo racconto lo devo al contest Platonic relationship indetto da LadyPalma.
Grazie della lettura. ❤
   
 
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