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Autore: Retep    10/11/2021    0 recensioni
Non c'è molto da dire sulla trama di questa fanfiction: voglio presentarvi una versione alternativa di RWBY, in parte indirizzando la storia in una direzione che sarebbe piaciuta A ME e in parte modificando degli aspetti che si possono oggettivamente considerare dei difetti. Se pensate che suddetti cambiamenti peggioreranno la storia invece di migliorarla, recensioni negative e critiche costruttive sono sempre bene accette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ozpin, Qrow Branwen, Ruby Rose
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehilà ragazzi, come va? Tutto bene in famiglia? Vabbè tagliamo le formalità: vi va di leggere una delle 234354352 milioni di riscritture fatte a partire dalla fine del volume 3? Se sì, siete nel posto giusto. I capitoli che corrispondono alla fine del volume 3 sono il prologo. Se passo da un evento ad un altro lasciando tre spazi tra una frase e l’altra, tutto quello che è successo in mezzo è andato come nella serie originale. Dall’inizio del volume 4 in poi questa fanfiction diventerà una vera e propria timeline alternativa.
………..
………..
*Silenzio imbarazzante*
  • Beh, allora…divertitevi e ditemi cosa ne pensate.
  • MA PRIMA
Leviamoci il dente dolente con entrambe le D maiuscole:
la questione ship.
Se siete di quelli a cui non fanno né caldo né freddo: accomodatevi pure, dall’alto della mia superbia penso di avere altro da offrire.
Se siete di quelli che proprio non riescono a leggere fanfiction con le coppie che non gli piacciono, metterò in chiaro le cose fin da subito. Qui troverete:
-Lancester (JauneXRuby)
-Blacksun (SunXBlake)
-Ovviamente, ReNora (RenXNora)
-Devo ancora decidere per Qrow, ma la scelta sarà tra Robin e Winter. Mi dispiace ma dopo il finale del settimo volume non ce la faccio ad immaginarmelo con Clover. 
Buona lettura.
 

L’illuminazione nel cortile dell’accademia era ridotta al minimo durante la notte, probabilmente per incentivare gli studenti a non andarsene in giro durante la notte. I lampioni erano estremamente distanti gli uni dagli altri ed emanavano talmente poca luce che se li avessero spenti probabilmente non sarebbe cambiato niente. La luna spezzata e le poche stelle sembravano buchi nel manto nero come la pece che si vedeva alzando la testa, ma permettevano alla ragazza nel cortile di orientarsi meglio dell’illuminazione artificiale. Ella era appoggiata ad un lampione, con le braccia incrociate e l’aria a metà tra assonnata e irritata. L’unico lievissimo rumore che si sentiva era il suo piede che sbatteva costantemente contro il terreno, rompendo il silenzio che accompagnava una delle tante notti pacifiche della scuola più sicura al mondo.
“Se quell’idiota non arriva entro cinque minuti me ne torno in camera.”
Poco prima, il suo irritante amico le aveva scritto un messaggio con delle coordinate e le aveva detto di recarsi lì immediatamente.
“Che cosa può aver scoperto di così importante?!” Pensò la giovane. “Se scopro che mi ha fatto venire qui solo per farmi uno scherzo giuro che io…”
“Lieto di vedere che sei arrivata subito.” Disse una voce a lei familiare, interrompendo i suoi pensieri. Lentamente si avvicinò a lei il suo compagno dai capelli grigi e dalla faccia più picchiabile che l’umanità avesse mai visto.
“Mercury, eccoti finalmente! Che cosa accidenti vuoi?! Sappi che se mi hai fatta venire qui solo perché ti annoiavi a stare nascosto…”
“Emerald, anche io ogni tanto lavoro seriamente.” Rispose Mercury.
“Come no. Qualunque cosa fosse, non potevi dirmela al telefono o sgattaiolare di nascosto in camera?”
“Qualsiasi telefonata potrebbe essere intercettata e le mura che separano il nostro dormitorio da quello dei nostri vicini sono spesse come un grissino. In più, questo è l’unico punto in tutto il cortile che per Ozpin è un punto cieco.”
Istintivamente, Emerald si girò verso l’accademia e notò che effettivamente una colonna si parava tra lei e la finestra dell’ufficio di Ozpin.
“Pensi che quel tizio sospetti di noi?”
“Nah, ma prevenire è meglio che curare.” 
Per quanto le sembrasse incredibile, Mercury aveva effettivamente fatto i compiti a casa e si era dimostrato molto scaltro. Per evitare che la gente indagasse a fondo su quello che era successo durante il suo incontro con Yang poche ore prima, lui e Cinder avevano cominciato a nascondersi dal pubblico, fingendo che Mercury fosse convalescente. Formalmente, solo Emerald era rimasta a Beacon per assistere al torneo, quindi Mercury aveva trovato il modo di incontrarla senza che i due potessero essere scoperti.
“Adesso veniamo a noi: ti ricordi il piano, giusto?”
“Sì: con Yang squalificata, Penny e Phyrra si scontreranno prima o poi. Quando capiterà, dovrò usare la mia semblance su Phyrra e farle credere che Penny voglia ucciderla, così andrà nel panico e farà a brandelli il robottino di Ironwood. Poi Cinder farà il suo discorso alla popolazione e tu riprenderai il caos che seguirà.”
“Sì beh, c’è stato un piccolo cambio di programma. I piani alti vogliono che il nostro…scherzetto…si concentri in particolare su tre persone.”
“Chi?”
“La rosa, la campionessa e il cavaliere.”
“Quindi Ruby, Pyrrha e…Jaune?! Capisco Pyrrha, ma quegli altri due, soprattutto quell’idiota biondo, che razza di minaccia possono costituire per Salem?!”
“Non ha spiegato i particolari neanche a me. A quanto pare, i loro genitori sono stati una spina nel fianco per Salem in passato e Salem ha paura che la nuova generazione sia tanto problematica quanto la vecchia. Quindi dobbiamo indebolirli.”
“In che modo?”
“Lascia che ti spieghi…”
La spiegazione non richiese a Mercury più di un minuto e alla fine il ragazzo dai capelli grigi guardò la sua amica negli occhi e le chiese: “…e questo è quanto, tutto chiaro?”
“Ma allora…io dovrò…non so se sono in grado di usare la mia semblance…su tre persone…”
“Beh, sai già cosa succederà se fallisci, quindi…” e dopo un attimo di esitazione, Mercury allontanò lo sguardo dal volto della sua amica e le mise una mano sulla spalla. “…vedi di fare le cose fatte bene. Cinder conta su di te.”
“Io…”
“Ehi, lo ha messo in chiaro fin dal primo momento: o eseguiamo alla lettera i suoi ordini, oppure ci leviamo da piedi. Ma se ci tiriamo indietro proprio adesso, tireremo le cuoia.”
“Beh, andiamo a letto…domani sarà l’ultima volta che potremo permetterci di dormire fino a tardi, forse per un bel po’.”
“Già…”
 
 
 
  Chi invece quel giorno si svegliò molto presto fu il team RWBY e non certo per andare a divertirsi.  Le ragazze dovettero sorbirsi una lunga ramanzina da parte del generale Ironwood riguardo alla condotta di Yang durante il suo combattimento.
“Ma io non ho…” cercò di protestare la bionda.
“Quello che tu hai fatto è ciò che tutti hanno visto!” Tuonò il generale con il suo tono autoritario.
“Non ne so il motivo…” riprese dopo aver ritrovato la sua solita compostezza. “…non ne conosco le dinamiche, ma so che queste cose non hanno importanza. Il mondo è convinto di qualcosa e il vostro negare in maniera inflessibile quello che ai loro occhi appare come evidente non porterà a nulla di buono.”
Sentendo queste parole, un dubbio balenò nella mente delle quattro giovani cacciatrici. Fu Ruby a trasformare quel pensiero in una domanda: “Lei…crede alla versione di Yang?”
Ironwood sospirò. 
“Io credo alle parole di Ozpin e Glynda, i quali sostengono che voi quattro siete delle brave studentesse che non si abbasserebbero mai ad un tale livello.”
“Allora…”
“Tuttavia, credo anche ad un’altra cosa.”
“Ai suoi occhi?” Suggerì Yang, ancora mortificata e confusa dagli eventi della sera prima.
“Alla mia esperienza, che mi ha insegnato quanto sia comune per guerrieri giovani ed immaturi farsi possedere dall’adrenalina. Inoltre, so anche quanto facilmente lo stress possa ingannare i nostri occhi e la nostra mente.”
Ironwood si era voltato e stava per afferrare il pomello della porta, quando sentì Yang dire:
“E suppongo che avrà visto tante ragazzine scalmanate come me fare cose del genere.” 
La ragazza avvicinò le ginocchia al petto, si cinse le gambe con le braccia e abbassò la testa. Per Ruby, che era abituata a vedere Yang come la sorella maggiore che non dubitava mai di se stessa e che non era mai giù di corda, vederla così fu uno schock. Il generale non si voltò, ma prima di uscire disse a Yang:
“Tu ammiri tuo zio Qrow, dico bene?”
“Uh? Che c’entra? Comunque, sì, ovviamente lo ammiro.”
“Beh, lui non è esattamente uno con la testa sulle spalle, però è il miglior cacciatore con cui abbia avuto il piacere di lavorare. Non devi sentirti inadeguata per il tuo carattere…devi solo imparare dai tuoi errori.”
E con queste parole, il generale abbandonò la stanza… 

 
 
 
La giornata per Ruby era volata. Passare le ore del pomeriggio in città tra le attrazioni le aveva permesso di dimenticarsi per qualche ora di ciò che era successo con Yang. Le dispiacque non poter passare quella giornata di divertimento con sua sorella, ma capiva che Yang aveva bisogno di passare del tempo da sola a riflettere e Ruby non voleva infastidirla. 
“Ma appena sarà pronta a parlarne, sarò lì per consolarla.”
Disse la ragazza dentro di sé mentre camminava nel cortile della Beacon verso il suo dormitorio. Lei, Weiss e Blake erano tornate a scuola insieme, ma Ruby era tornata di corsa alla fiera per cercare il portafogli che aveva smarrito. 
“Già che c’ero, ho preso un pensierino per Yang, spero le piac…” la ragazza si interruppe quando sentì una voce a lei famigliare lanciare un urlo di stupore e di dolore. Voltandosi, Ruby vide Phyrra usare la sua semblance contro Jaune per sbatterlo con violenza contro il muro. 
“Jaune! Stai bene!?” Urlò la ragazza correndo verso il suo amico e aiutandolo a rialzarsi.
“Ecco appoggiati a me.” Sussurrò Ruby appoggiando il braccio di Jaune attorno alle proprie spalle.
“Phyrra ma che accidenti ti è saltato in mente!? Potevi fargli male!” Esclamò infine la giovane cacciatrice, tirando fuori un tono più arrabbiato di quanto lei stessa non si aspettasse.
“Io…non volevo…mi dispiace…”
“Ruby, tranquilla…sto bene. Phyrra è solo…stressata e io stavo cercando di consolarla, ma…penso di aver detto qualcosa di sbagliato. Perdonami Phyrra…” disse il ragazzo allontanandosi da Ruby e avvicinandosi a Phyrra: “…se ti va ancora di parlarne, io sono pronto ad ascoltarti. E sono sicuro che lo stesso valga per Ruby, vero?” 
Chiese Jaune voltandosi verso la sua amica.
“O-ovviamente. Perdonami, non avrei dovuto urlarti contro.” 
Ruby aveva sempre avuto dei sentimenti contrastanti per Phyrra. Le voleva bene e la considerava una cara amica, ma ogni tanto provava una sensazione a metà tra il disagio e il fastidio quando era con lei. La ragazza dagli occhi d’argento non aveva mai capito cosa causasse in lei quel sentimento: era qualcosa di lieve, eppure nei mesi che avevano passato insieme non era mai sparito.
“Ragazzi…voi…” balbettò Phyrra tra i singhiozzi e le lacrime. “…non dovreste essere voi a scusarvi.” 
“Phyrra, va tutto bene.” Disse Ruby nel tentativo di rassicurarla. “Spiegaci solo cosa succede.”
“Grazie ragazzi, ma tutto quello che potevo dire l’ho già detto a Jaune.”
“Ed io le ho detto qualcosa di tremendamente sbagliato.” Pensò Jaune. “Ma cosa?! Dannazione, sei il leader brutto idiota, cerca di capire cosa provano i tuoi compagni!” 
“Scusate ragazzi…io…devo andare.” Disse la ragazza dai capelli rossi, per poi voltarsi e correre via. 
“Phyrra!” Urlò Jaune cercando di correrle dietro, ma dovette fermarsi dopo pochi passi a causa del dolore al petto. Ruby avrebbe potuto rincorrerla, ma preferì accompagnare Jaune all’infermeria, notando che da dietro la testa del ragazzo usciva del sangue. Dopo aver aiutato il suo amico a sdraiarsi sul letto, la ragazza gli sentì dire: “Ruby…se incontri Phyrra, digli che sto bene e che non è successo niente.”
“Certamente…” rispose Ruby prima di prendere la mano di Jaune tra le sue. “…ma tu promettimi di chiamarmi se hai bisogno di qualcosa.”
“Voglio che tu ti affidi anche a me, non solo a lei.” Aggiunse Ruby con un tono di voce talmente basso che neanche lei riuscì a sentire le sue stesse parole. In seguito, la ragazza dagli occhi d’argento lasciò il suo amico alle cure dell’infermiera. Ruby decise di farsi una lunga passeggiata per dimenticarsi di ciò che era successo, ma le fu impossibile. Forse casualmente, forse guidata dall’istinto, ella arrivò di fronte all’arena dove si svolgevano le fasi finali del torneo e guardando il maxischermo notò che quella sera era proprio il turno di Phyrra di combattere.
“Beh, visto che non riesco a togliermela dalla testa, tanto vale andare a guardare il suo scontro. Magari, se mi vede tra gli spalti, la convincerò ad aprirsi con me e spiegarmi che è successo.”
Quando notò contro chi Phyrra avrebbe dovuto combattere, Ruby aggiunse: “Ma internamente, farò il tifo per Penny.” 
Arrivata sugli spalti, la ragazza trovò un posto in prima fila. In mezzo alla folla adorante che richiedeva a gran voce l’inizio dell’incontro, Ruby riconobbe un volto a lei famigliare. D’altronde, la Beacon era stracolma di gente eccentrica e sopra le righe, ma una ragazza con i capelli verdi non si sarebbe riuscita a mischiare in nessuna folla. Quando anche Emerald notò la presenza di Ruby, la seconda notò che la prima sembrava…stranamente sollevata, quasi contenta di vederla lì tra il pubblico.
“Vorrà chiarire le cose…sono veramente felice che abbia scelto di rimanere qui e di non tornare a Heaven con Mercury e Cinder. A proposito, chissà come sta Mercury…” Pensò Ruby, genuinamente preoccupata per il ragazzo “ferito”.
Intanto, nella mente di Emerald, risuonarono queste parole: “MENOMALE CHE QUELLA PICCOLA DEMENTE SI È FATTA VEDERE. Non so perché Salem sia così interessata a quei 3, ma so cosa mi farà se non li faccio litigare. E DOVE DIAMINE STA JAUNE!?”
“SIGNORE E SIGNORI…” il vocione del professor Port risuonò in tutto lo stadio. “…l’incontro tra il prodigio di Vale e l’orgoglio di Atlas sta per cominciare. SIETE PRONTI!?”
“Eh, godiamoci lo spettacolo.” Pensò Ruby. “Le parlerò dopo. DISTRUGGILA PENNY. Buona…fortuna, Phyrra.” 
 
 Orrore. Sconforto. Paura. Incredulità. Queste sono le uniche quattro parole che avrebbero potuto riassumere lo stato d’animo di Ruby di fronte alla scena a cui aveva appena assistito. Phyrra era riuscita a sfondare la linea difensiva che Penny aveva creato con i suoi coltelli, per poi infilare brutalmente la sua lancia nel petto della ragazza cyborg. In seguito, ella aveva estratto la sua arma dal petto di Penny e l’aveva colpita con un calcio per farla cadere a terra. Per concludere, mentre Penny era a terra, sul suo volto si era dipinta un’espressione terrorizzata mentre guardava lo scudo della sua avversaria avvicinarsi al suo collo, causando la separazione della sua testa dal resto del corpo. 
Vedendo la giovane guerriera cadere in ginocchio e scoppiare in lacrime, Ruby perse la pazienza. 
“Si può sapere che razza di problemi hai!?” Urlò Ruby rossa in volto e con gli occhi gonfi di lacrime. “Per caso per te è una passione far male alle persone a cui tengo e poi metterti a piangere?!”
“Ruby…io…”
In quel momento, una voce femminile misteriosa ma famigliare per Ruby risuonò in tutta l’arena.
“Uno spettacolo a dir poco vergognoso. Cittadini di tutti e quattro i regni: siete venuti fin qui per assistere a scontri leali tra valorosi aspiranti cacciatori, i paladini del mondo di domani, ma quale spettacolo vi hanno riservato invece? Fino ad ora, i rappresentati del regno di Vale si sono mostrati capaci soltanto di un’insensata brutalità. Forse è questo il modo che Ozpin considera il più adeguato per educare i suoi allievi. O forse, il preside della Beacon stava cercando di mandare un messaggio ai suoi colleghi degli altri regni ed in particolare al generale Ironwood, che ha osato oltrepassare i confini di Vale con il suo esercito. Ma a prescindere dalle motivazioni, c’è una cosa su cui vi invito a riflettere: se per gli uomini più potenti di Remnant i cacciatori non sono altro che armi, noi civili cosa potremo mai essere, se non delle misere pedine?”
La fine del discorso di quella donna misteriosa coincise con l’inizio del caos più totale: quelle parole avevano risvegliato in tutti i presenti un sentimento di insicurezza, sconforto e…paura, la ricetta perfetta per l’arrivo di un enorme Grimm dalle sembianze di un volatile. Mentre il mostro cercava con tutte le sue forze di distruggere il campo di forza che lo separava dai cittadini, questi ultimi iniziarono a darsi rapidamente alla fuga. L’unica persona rimasta immobile, pietrificata di fronte a ciò che era rimasto del suo avversario, era Phyrra. Vedendo la giovane guerriera stringere tra le braccia la testa di Penny, Ruby ricominciò a provare pena per lei. Proprio in quel momento, il grimm riuscì a fare breccia nel campo di forza e si lanciò in picchiata contro Phyrra. Istintivamente, Ruby si gettò nell’arena e afferrò uno dei coltelli di Penny e lo lanciò contro il grimm. Tuttavia, mentre stringeva l’arma, Ruby pensò: “Perché sto usando il coltello di Penny per salvare la sua assassina?” e distratta da questa domanda inutile, riuscì solo a sfiorare il collo del mostro. A salvare Phyrra fu un attacco combinato degli altri finalisti al torneo e di tutti i suoi amici, che avevano assistito allo scontro dagli spalti.
“Ragazzi…Ruby…io…non volevo…”
“Ne parleremo dopo.” Rispose Ruby con un tono gelido, ma tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
“Non è stato un incidente.” Commentò Ren. “Ma un piano orchestrato da chiunque fosse la donna al microfono.”
Sì, Ren ha ragione…” ammise Ruby, mentre tremava ancora per la rabbia e per la disperazione. “…la colpa non è tua. Dobbiamo andare a scovare il vero colpevole prima che scappi.”
Ruby si guardò intorno. Gli unici a non essere scappati erano: lei, Phyrra, Ren, Nora, il team di Sun e il team di Coco. 
In quel momento, i versi coordinati di centinaia di Grimm fecero gelare il sangue nelle vene di tutti i ragazzi presenti.
“Dobbiamo andarcene.” Commentò Phyrra.
“Hai ragione.” Ammise Ruby. “E non potremo farlo senza il gioco di squadra. Che ne direste di formare un unico team e di scappare insieme?”
Tutti rimasero piacevolmente sorpresi dalla proposta di Ruby e annuirono simultaneamente.
“E non ci limiteremo a scappare.” Aggiunse Phyrra. “Proteggeremo i civili fino alla fine dell’evacuazione e recupereremo i nostri amici che sono ancora a scuola.”
“Io ci sto.” Disse Sun. “Ma ogni team ha bisogno di un leader e per uno così numeroso ce ne vorranno almeno due. Non siete d’accordo?” Ed il giovane fauno indico Phyrra e Ruby con la sua coda.
“A me sta bene, ma sbrighiamoci. I grimm saranno qui a momenti.” Disse Coco, parlando a nome di tutti.


Il gruppo riuscì ad uscire dall’arena senza troppe difficoltà. I grimm che avevano preso d’assalto la scuola erano tantied erano delle tipologie più disparate, ma Ruby e il suo gruppo incontrarono solo quelli più deboli.
Dopo aver passato un Beowulf da parte a parte ed aver decapitato un Ursa, Ruby pensò:
“Lo zio Qrow e gli altri adulti devono starsi occupando dei grimm più potenti fuori dalla scuola. E se l’esercito di Ironwood continua ad evacuare i civili a questa velocità, questa storia finirà in fretta.”
Un Nevermore, che si trovava alle spalle di Ruby, volò in picchiata verso la giovane cacciatrice, ma la ragazza poggiò Crescent Rose sulle proprie spalle e sparò alla bestia, facendola schiantare a terra. “Spero solo che abbiano dato la precedenza a Jau…ai feriti, ai feriti...”
Ruby guardò verso il cielo: tre navicelle avevano appena spiccato il volo. Mentre scappavano dall’arena, lei ed il suo gruppo avevano incontrato il generale Ironwood e ripensò a quello che egli aveva detto loro:
“Di fronte a voi avete una scelta: combattere o salvarvi la vita. Nessuno vi biasimerà se deciderete di mettervi in salvo.”
“Già…” pensò Ruby, come se stesse realizzando solo in quel momento la portata di ciò che stava avvenendo. “…questa non è un’esercitazione. Non ci sono più gli insegnanti a guidarci e a dirci come comportarci. Adesso abbiamo la libertà…no, la responsabilità di scegliere.”
E Ruby cominciò a riflettere su quale scelta compiere:
“Qualcosa sta ostacolando i mezzi di comunicazione. Se voglio trovare Weiss, Blake e Yang, le devo cercare di persona.
Sono preoccupatissima per loro, però…sono tutte e tre molto forti.” E la ragazza si guardò intorno alla ricerca dell’infermeria. “Lui invece potrebbe essere ancora lì, incosciente e indifeso.
Ruby si accorse solo all’ultimo mento che un Ursa le stava saltando addosso da dietro, pronto a tranciarle il corpo con i suoi artigli. La ragazza fece in tempo a trasformare la sua falce in un’arma da fuoco, ma prima che potesse sparargli a bruciapelo, una spada attraversò la gola del grimm, decapitandolo. Vedere la testa del mostro venire separata dal resto del corpo dalla lama di Pyrrha fece sentire Ruby sollevata per un secondo, per poi risvegliare in lei una grande rabbia.
“Gra…” si sforzò di dire la ragazza, ma venne interrotta dalla sua amica.
“Vai da lui. Lo so anche io che probabilmente è già stato portato in salvo, ma nessuna di noi due si calmerà finché non ne avremo la certezza.”
“Grazie…” rispose Ruby, stavolta tutto d’un fiato e senza esitazione. “…proteggi tutti. Portali al sicuro. Non lasciare che nessun altro muoia.” Quella frase sembrò per metà una preghiera e per metà un’intimazione.
“Lo farò.”
E in un battito di ciglia, la ragazza con il mantello rosso sparì dalla vista della sua amica. Correndo più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua, Ruby raggiunse la struttura dove aveva lasciato il suo amico per farlo riposare. Nei corridoi ella vide Jaune, che stava facendo quello che poteva contro alcuni grimm. Con un affondo il ragazzo colpì un beowulf nell’occhio e con un rapido fendente ne tranciò in due un altro alla sua destra. Ma quando cercò di dare il colpo di grazia al primo dei due mostri che aveva colpito, una fitta di dolore gli fece perdere l’equilibrio. 
Jaune cadde in ginocchio e si preparò ad incassare il colpo del mostro. Per sua fortuna, il bracciò del beowulf venne tagliato in due da Ruby, che in seguito procedette ad eliminare rapidamente gli altri grimm che li avevano circondati. 
“Jaune, stai bene?”
“Ruby?”
Il ragazzo venne sorpreso da un abbraccio improvviso.
“Meno male che sono arrivata in tempo. Non sarei riuscita a sopportare di perdere un’altra persona importante.”
“Ruby, tranquilla, sto ben…aspetta, UN’ALTRA? Cosa è successo?”
Il ragazzo, rimanendo abbracciato alla sua amica, indietreggiò leggermente per guardarla in faccia. In quel momento, alcune lacrime cominciarono ad accarezzare le guance di Ruby. 

“PYRRHA HA FATTO COSA?!” 
“Siamo rimasti tutti sbalorditi…”
“Non posso crederci, non può averlo fatto!” Jaune difese la sua compagna di squadra con una sicurezza tale da irritare Ruby, la quale ripensò a ciò che aveva detto Ironwood. 
“Jaune, basta un attimo per perdere la testa e fare follie durante un combattimento.”
“Già, ma…prima Yang, poi Pyrrha. C’è qualcosa che…” in quel momento, i due ragazzi sentirono il verso di un grimm che non avevano mai udito prima.
“Stanno arrivando quelli grossi…” commentò Ruby. “Jaune, dobbiamo raggiungere la piazza. Da lì potrai prendere una navicella e scappare.”
“Potrò?”
“Sì, io ti raggiungerò dopo aver recuperato la mia squadra.”
“No.” Si impose Jaune, mettendo una mano sulla spalla di Ruby. “Se tu resti, resto anche io.”
“Ma, sei ferito…”
“Non riesco a muovermi come vorrei…” ammise il ragazzo, raccogliendo da terra la sua spada e rimettendola nel fodero. “…ma mi sono ripromesso che non sarei mai più stato inutile come ero all’inizio.” Ed egli alzò il braccio sinistro, con cui impugnava lo scudo.
“Vorrei essere così figo da dirti: ti proteggerò io. Purtroppo, sembrerei solo ridicolo se lo facessi. In compenso, ti supporterò.”
“Jaune…tu sei un figo…”
Quell’affermazione e soprattutto il tono con cui essa uscì dalla bocca di Ruby sorprese Jaune e lo fece arrossire. La stessa Ruby sentì le sue guance diventare rosse quando realizzò cosa aveva detto. A rompere il silenzio imbarazzante fu Jaune che disse un semplice: “Dovremmo muoverci.”
“Già…giusto…”

Durante il tragitto, Ruby fece fuori la maggior parte dei grimm che li attaccarono, fino a quando i due ragazzi non si ritrovarono difronte ad una scena inaspettata. Un gruppo di militari di Atlas stava attaccando degli studenti terrorizzati.
“Perché i militari…non stanno…combattendo i grimm…” 
La corsa aveva fatto riaprire le sue ferite e oramai Jaune riusciva a malapena a parlare. 
“Non lo so, ma li fermerò!” Disse la ragazza, per poi precipitarsi a difendere i civili. Jaune ebbe l’istinto di buttarsi nella battaglia assieme a lei, ma il dolore lo fermò.
“Dannazione, sono inutile…che cosa posso fare per aiutare tutti gli altri, se il mio corpo è in questo stato? Pensa Jaune…i soldati di atlas sono per la maggior parte dei robot e probabilmente c’è un solo dispositivo che li controlla tutti. I nemici saranno riusciti a metterci le mani? Se solo riuscissimo a…AHHHH CHE DOLORE! Quello stupido Beowulf mi ha preso proprio nella sessa zona in cui mi ero fatto male. Ma perché la mia aura non mi ha protetto da quella botta?! E soprattutto perché non riesco a guarire?”
Intanto, Ruby aveva distrutto i robot ed era tornata dal suo amico.
“Siamo quasi arrivati alla piazza. Cerca di resistere ancora per un po’.”
“Ok…” 
Arrivati alla zona da dove partivano le navicelle, Ruby trovò i compagni da cui si era separata pochi minuti prima intenti a coprire la ritirata degli ultimi civili rimasti. Ella fu inoltre sollevata nel constatare che Weiss e si era unita al gruppo e che anche Yang, proprio in quel momento, si stava avvicinando alla zona.
Dopo un breve combattimento contro un folto gruppo di grimm e militari, Yang corse da sua sorella per abbracciarla. Finito il momento di affetto famigliare, la bionda chiese: “Com’è la situazione?”
“Brutta.” Commentò Sun. “La maggior parte dei civili sono riusciti a scappare, ma adesso dobbiamo preoccuparci sia dei grimm che dell’esercito di Atlas. E la parte peggiore è che Blake non si trova da nessuna parte.”
“Andrò a cercarla.” Commentò Yang.
“Verrò con te.” Aggiunse Sun. “Ruby, per favore prendi il mio posto nella linea difensiva.”
“Certo. Trovate Blake.” 
E immediatamente, i due biondi si diressero verso la scuola.
I combattenti rimasti riuscirono a sconfiggere i militari di Atlas impazziti e i Grimm nel circondario con relativa facilità. Riposte le armi, i membri del gruppo si guardarono intorno per controllare che non ci fossero feriti.
“Dov’è…Pyrrha…” Chiese Jaune con un filo di voce.
“Già…dov’è andata?” Chiese Ruby. “Non ditemi che ha abbandonato tutto ed è scappata?!”
“Non proprio…” spiegò Ren, che si avvicinò a Jaune per offrirgli un appoggio e permettergli di camminare verso una navicella pronta a partire. “…Ozpin è apparso dal nulla e le ha ordinato di seguirlo. Nella confusione della battaglia non siamo riusciti a vedere dove sono andati.”
“Prima di andarsene ha detto qualcosa del tipo: il mio destino è proteggere tutti. Sono disposta a rinunciare a tutto pur di portarlo a compimento.” Aggiunse Nora.
In quel momento, a Jaune tornò in mente la conversazione che aveva avuto con Pyrrha poche ore prima.
“Ho una brutta sensazione.” Disse il ragazzo, estraendo dalla tasca il suo telefono*
“Jaune, le comunicazioni sono interrotte.” Gli disse Weiss. “E non credo che Pyrrha possa permettersi di parlare in questo momento.”
“Non sto cercando…di chiamarla.” Spiegò il ragazzo.
I suoi amici posarono lo sguardo sullo schermo del suo dispositivo e notarono che egli era riuscito a rintracciare la posizione di Pyrrha. 
“Si trova ai piedi della torre, dalla parte opposta rispetto alla nostra.”
Una fitta di dolore portò il ragazzo a toccarsi istintivamente il petto e quando egli guardò la sua mano, notò che essa era piena di sangue.
“Dannazione…la mia unica qualità era avere tantissima aura…perché non riesco a guarire da una ferita del genere…” ed il ragazzo, colto alla sprovvista da un capogiro, cadde a terra.
“JAUNE!” Urlò Ruby, che si precipitò ad aiutarlo, seguita da Ren, Nora e Weiss.
“Ragazzi…questo è il mio limite…raggiungete Pyrrha…e aiutatela…vi prego…”
Ren, Weiss, Nora e Ruby si guardarono negli occhi l’un l’altro e presero una decisione senza proferire parola.
“Neptune, Coco, per favore…” chiese Ruby. “…aiutate i civili a fuggire e portate in salvo Jaune.”
“Contaci.” Dissero i due in coro.
 
Intanto, Sun e Yang erano arrivati nei pressi della sala da pranzo, o almeno di quello che ne rimaneva. Attraverso una delle finestre distrutte, i due videro Blake a terra.
Alla destra della ragazza gatto vi era un Ursa che le si avvicinava minacciosamente, mentre davanti a lei c’era un uomo misterioso con i capelli rossi ed una veste nera. Egli, in qualche modo, emanava un’aura omicida ancora più vasta di quella del grimm. Sun si scagliò immediatamente contro l’ursa, riuscendo facilmente a sconfiggerlo. Yang invece tentò di difendere Blake dal misterioso spadaccino, ma egli, con un singolo fendente che Sun non riuscì neanche a seguire con gli occhi, squarciò il braccio destro di Yang, che si staccò dal resto del corpo. 
Vedendo la scena, Blake lanciò un urlo di disperazione e si avvicinò alla sua amica, mentre Sun si frappose tra le due ragazze e l’uomo vestito di nero. Sun avrebbe voluto gettarsi contro quel bastardo e massacrarlo, ma il suo istinto lo frenò.
“Blake, prendi Yang e scappa.” Disse il ragazzo con tono secco e deciso.
“No Sun…” gli rispose la ragazza dai capelli corvini, incapace di trattenere le lacrime. “…Non posso lasciarti qui da solo ad affrontarlo. Lui è troppo…”
“Lo so Blake!” La interruppe Sun. “Chiunque possa sconfiggere Yang in un solo colpo non è un avversario alla mia portata. Ma questo non vuol dire che gli permetterò di farti del male.”
“Non voglio…non posso scappare per l’ennesima volta dal mio passato…”
“Non lo stai facendo. Stai proteggendo il tuo presente, il tuo futuro e cosa più importante: una tua amica.”
In quel momento, Blake capì che rimanere lì a disperarsi avrebbe semplicemente causato la sua morte e quella di Yang. Ella si alzò in piedi e prese la sua amica sulle spalle.
“Sopravvivi.” Intimò a Sun. “E raggiungici appena puoi.”
Tutto ciò che fece il ragazzo dai capelli biondi fu sorridere, per poi voltarsi a scrutare il suo destino negli occhi. 
Durante il combattimento, Sun rimase sulla difensiva fino a quando Blake non fu andata via e grazie alla sua agilità riuscì ad evitare i colpi mortali del suo avversario. Più che un duello, sembrava una partita ad acchiapparella, che sarebbe finita molto più rapidamente se Sun non fosse stato un fauno.
“Allora, non hai intenzione di rivelarmi neanche il tuo nome?” A questo punto, ogni scusa era buona per guadagnare tempo.
“Io sono Adam Taurus, il futuro leader delle zanne bianche. E tu sei Sun Wukong…il leader carismatico del team più amato di tutta Heaven. Si dice che la tua popolarità e il tuo bell’aspetto abbiano aiutato l’integrazione dei fauni più di quanto non abbiano fatto le zanne bianche negli ultimi anni.”
“Vuoi forse negarlo?”
“Certo che no. D’altronde, io non sono mai stato per l’integrazione.”
   
 
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