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Autore: Tabhita_Sakamaki_Taby    11/11/2021    1 recensioni
Anni dopo la sconfitta di Naraku tutto sembra tranquillo per Inuyasha e i suoi amici, ma un giorno si presenta Sesshomaru con una misteriosa pergamena e il ricordo di un passato sconvolgerà le loro vite, malgrado non sia l'unico problema della squadra di Inuyasha, anche il cuore vuole la sua parte. Chi è il misterioso demone ritratto? Che segreto nasconde? Quali sono i suoi obbiettivi? Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luna e il sole si alternarono nel cielo dove si trovava lo Yamashiro, più vivo che mai. Si era stabilita una nuova armonia in quella casa, non vi era più quel silenzio secolare e inquietante, ma un piacevole aleggiare di chiacchiere e risate. Al suo interno I due gemelli si erano sciolti e il loro rapporto era roseo, nonostante i duecento anni di separazione erano riusciti a ritrovarsi, ed entrambi non potevano essere più felici per questo. Kagome e Rin si erano trovate subito a loro agio con la mezzo demone, sebbene gli inizi fossero stati un po' rigidi sembrava che Inuchoi fosse riuscita a sentirsi a suo agio con loro quasi subito.

Anche se non l'avrebbe ammesso ad alta voce, in fondo al cuore l'hanyo desiderava da tempo delle amiche con cui confidarsi.

In ultimo anche Shippo e Jaken sembravano contenti di quella situazione. La pace che si respirava in quel luogo dava a tutti l'impressione di trovarsi in vacanza, lontani dalla frenesia e dallo stress dei propri doveri.

Sesshomaru era rimasto un po' sulle sue ma Rin aveva notato anche in lui dei segnali che si sentiva a suo agio in quel luogo. Il principe aveva continuato a studiare i testi del padre e non solo alla ricerca di un punto debole per prendere la spada del regno dei demoni. I suoi studi si svolgevano per lo più di notte, quando nessuno avrebbe potuto disturbarlo.

Anche quella notte non fu da meno, aveva scoperto che Toisinga, la spada del regno dei demoni richiese un grande sforzo a Totosai, per venire alla luce. Le tre spade erano nate dalle zanne di Inu no Taisho, estratte quando il Daiyōkai era nella sua forma demoniaca, le due zanne erano estremamente grandi e ciò permise al fabbro di sperimentarsi.

Totosai iniziò a lavorarci giorno e notte arrivando a ottenere la prima versione di Tessaiga che la voleva molto più intrattabile e pesante, ma una volta in mano al grande generale cane si spezzò portando il fabbro a lavorarci di nuovo e ottenere la spada che tutti conoscevano. La parte spezzata di conseguenza sarebbe dovuta diventare materiale di scarto, malgrado questo in quel materiale vi era ancora energia demoniaca e Totosai non si diede per vinto, da quello scarto di Tessaiga nacque Tenseiga la spada del regno dei cieli. Toisinga nacque qualche tempo dopo. Stando alle parole del generale, era intento a usare il colpo più temuto di So'unga, durante una delle tante guerre che lo avevano visto partecipe, il Gokuryūha [1]. Il generale si aspettava che il colpo avrebbe fatto ingenti danni come sempre, malgrado il potere della spada fosse diminuito dalla presenza di Tessaiga e Tenseiga, ma le spade si sfoderarono da sole impedendo a So'unga di agire prendendo in pieno il colpo distruttivo. Il generale non seppe mai spiegarsi il perché di quel gesto delle sue armi, seppe solo che rimase sorpreso quando esse si spezzarono di nuovo e le loro punte si unirono diventando un unico materiale di scarto. A quella notizia Totosai rimase stupito ed elaborò quel materiale facendo nascere Toisinga la spada del regno dei demoni. All'inizio il generale era deciso a non sfoderarla, finché non fu la spada stessa a entrare in contatto con il suo spadaccino e iniziando a cucire il rapporto che poi la spada avrebbe avuto con Inuchoi. La spada sembrava molto pretenziosa, richiedeva grande calma psicologica e magica, certe prestazioni fisiche e sembrava anche lei in costante mutamento. Aveva anche scoperto di Chōju l'attacco segreto di Toisinga e del suo funzionamento, questo non fece che far bramare al demone quella spada demoniaca ancor di più, tramite quella spada la principessa Izayoi era diventata capace di vivere secoli come un qualsiasi demone puro, anche Rin avrebbe potuto godere di questa benedizione e restare al suo fianco in eterno. Ricordava perfettamente ogni dettaglio che apprendeva sulla spada, aveva sempre avuto buona memoria quindi non gli era necessario prendere appunti, ma di una cosa era certo, quella spada era davvero strana. Non ci volle molto perché sentisse la temperatura iniziare a scaldarsi, si stava avvicinando l'alba, in totale silenzio mise un segnalibro nella pagina dove era arrivato. Si passò una mano artigliata tra i lunghi capelli color della luna, era il momento di staccare e fare un recap di tutto quello appreso. Andò prima a vedere se la sua Rin stesse dormendo, come si immaginava era ancora addormentata con un meraviglioso viso fanciullesco rilassato e felice capace di scatenare in Sesshomaru una sensazione di tranquillità che non aveva mai provato. Si avvicinò poggiando con estrema delicatezza le labbra sulla fronte di Rin prima di uscire e dirigersi alla cascata vicino, a quell'ora nemmeno Inuchoi era sveglia quindi era sicuro di avere un pò di tempo per se. Arrivato alla cascata staccò lo spallaccio chiodato. Il pezzo dopo che venne sciolto fu l'obi color del sole sistemandolo da parte, seguito dal pettorale, dagli stivali e infine dal kimono. Si passò una mano tra i capelli color dell'argento, spostandoli dietro le robuste spalle. Si immerse in acqua appoggiandosi a una roccia sporgente con la schiena. L'acqua lievemente fredda era un toccasana per i suoi muscoli stanchi. Immerse la mano nell'acqua, ammirando come essa scappò via non vincolata al suo immenso potere e forza. Quante cose non era capace di comandare a proprio volere...Mosse la lunga coda, ammirando la candida pelliccia muoversi senza peso nell'acqua limpida della sorgente. La pallida luce del sole colpì il suo volto dai lineamenti marcati, illuminandolo con dei deboli riflessi dorati e caldi. Il suo corpo era caratterizzato dalla bellezza tipica della sua razza, che lo voleva alto, slanciato, con dei muscoli pronunciati, anche se ciò era in parte dovuto anche agli anni di addestramento intenso, che avevano dipinto i ricordi del demone nei suoi anni più innocenti.

Chiuse gli occhi ambrati e sospirò godendosi quel piccolo momento di pura solitudine e pace. Ma nonostante il suo intento fosse quello di non far partire gli ingranaggi della sua mente, bastò una spinta del cuore per riportarlo all'immagine della giovane Rin addormentata, con quel viso dai dolci lineamenti di fanciulla ancora all'inizio della vita da donna.

Rin, pensó.

Effettivamente qualcosa era cambiato nella ragazza negli ultimi giorni, stava diventato più, matura...sí, così l'avrebbe definita Sesshomaru, si chiese cosa la stesse cambiando, i suoi passi si erano fatti più silenziosi, i suoi movimenti più delicati, il suo vocabolario si era arricchito. La stava vedendo sbocciare fin troppo improvvisamente, ma doveva ammettere che in qualche modo questi cambiamenti la rendevano più, adulta, e Sesshomaru poteva solo rimanerne incantato.

Più passava il tempo e più si malediceva per non aver ancora mantenuto quella promessa. Sapeva perfettamente che Rin non l'aveva dimenticata e aspettava ancora che le chiedesse di seguirlo in giro per le terre dell' Ovest nei suoi viaggi che ormai avevano più una funzione di abitudine che di ricerca.

Il potere negli ultimi anni era passato in secondo piano, per cedere il posto a un qualcosa che Sesshomaru non sapeva esattamente definire, e non voleva nemmeno azzardare a dargli nome, ma sapeva che come centro aveva Rin. Quei pensieri lo tormentarono finché non fu il momento di rivestirsi.

Nello Yamashiro la giornata seguì la normale routine fino all'ora di pranzo.

"Bene con questo il pranzo è servito" Disse la sacerdotessa poggiando un piatto sulla tavola.

"Se Onee-Sama [2] me lo permette, rendo noto che è ora di pranzo" disse Rin, orgogliosa di mostrare i propri miglioramenti alla sua insegnante, prima di allontanarsi ad un cenno della hanyo.

"Inuchoi-Chan stai facendo un meraviglioso lavoro con Rin" affermò Kagome.

"Ha tanta voglia di sbocciare per farsi notare da colui che ha in mano il suo cuore" Inuchoi sorrise tra sé, mentre disponeva le ciotole.

"L'amore fa davvero cambiare le persone", Kagome si appoggiò una mano al ventre.

"Presumo di si", concluse la mezzo demone con lieve malinconia, "Kagome-chan tutto ok?"

"oh-Sì, sì, non preoccuparti, sto pensando a come possa dirglielo..." rispose la sacerdotessa.

"Ancora non ci sei riuscita?" chiese Inuchoi sedendosi al suo posto imitata dalla cognata che sconfortata scosse la testa e spiegò.

"Non sembra cogliere il discorso".

Aveva ragione Inu no Kogo, quando diceva che gli uomini non comprendono certe cose...

Pensò tra sé e sé l'hanyo.

Dopo una manciata di minuti Rin tornò con i quattro demoni al seguito.

"Che buon profumo!",esordì Inuyasha sedendosi al suo posto, "Buon appetito", disse prima di abbuffarsi, con Kagome che avrebbe voluto punirlo con il rosario.

Diverso fu invece il comportamento del principe dei demoni, che si sedette e augurò buon appetito prima di mangiare con silenzio concentrandosi sul suo pasto. Rin sorrise al suo atteggiamento, sedendosi accanto a lui con la schiena dritta, le spalle rilassate, un sorriso sul volto, la testa lievemente alzata, lanciando uno sguardo alla sua insegnante, in cerca di approvazione, a cui la mezzo demone rispose con un cenno del capo, prima di portarsi un boccone alle labbra.

Sesshomaru non si era certo perso gli sguardi e i sorrisi che la sua sorellastra e Rin si scambiavano durante i pasti, come il fatto che il pomeriggio sparissero in una delle stanze della casa fino a cena. Venne spontaneo al demone maggiore chiedersi cosa architettassero le due fanciulle. Dopo il pasto ognuno si allontanò per le proprie faccende, le donne si occuparono di riordinare, mentre Inuyasha andò ad allenarsi con Kirara e Shippo.

Al solito orario Inuchoi si ritirò in quella stanza che era diventata, La Stanza Dell'Etichetta. preparando il necessario per la lezione con Rin, si stavano allenando nell'arte della conversazione e nella danza, armi fondamentali per fare buona figura in società.

All'orecchio di Inuchoi non scappò quel lieve e tranquillo passo prodotto dai piedi della fanciulla.

"Onee-Sama, posso?", chiese bussando alla porta.

"Entra pure Rin", la ragazza entrò, sorridendo prima di venir lodata dalla maestra.

"Hai fatto enormi progressi nell'andatura, il tuo passo è molto più silenzioso, molto bene".

"È tutto merito del tempo che mi dedicate Onee-Sama", disse l'umana chiudendo la porta, e sedendosi vicino a Inuchoi, chiedendo con fare curioso.

"Qual è l'argomento della lezione di oggi?"

"Oggi faremo una simulazione", rispose Inuchoi sedendosi a un tavolo apparecchiato al posto di capotavola

"Una simulazione? di che tipo?", chiese la fanciulla sedendosi al suo fianco

"Immagina che io sia un uomo, tuo marito per la precisione, siamo a cena e abbiamo ospiti, devi dimostrarmi che hai imparato come ci si comporta in questa circostanza."

Rin guardò la mezzodemone, prima di annuire.

"D'accordo", le veniva da sorridere, Inuchoi una mezzo demone così elegante, raffinata, moderata nei modi, gentile e paziente, era troppo femminile per essere paragonata ad un uomo, soprattutto se quell'uomo era suo fratello, e questa buffa comparazione fece scoppiare Rin in una grassa risata, che si spense non appena l'hanyo le lanciò un'occhiata di rimprovero.

Sesshomaru di solito passava i pomeriggi in meditazione o esplorando il bosco circondante lo Yamashiro, ma quel giorno aveva in mente di riprendere gli studi il pomeriggio in modo da poter elaborare un piano il prima possibile.

Stava per entrare nella biblioteca prima di sentire la dolce e squillante risata di Rin, provenire dalla stanza opposta alla sua. La porta non era stata chiusa del tutto permettendo al demone di dare un'occhiata a cosa stesse accadendo, trovando la sorella seduta e Rin con una mano al viso e una mano sulla pancia, mentre cercava di calmarsi.

"Perché ridevi, Rin?" , stava chiedendo Inuchoi non capendo cosa impedisse a Rin di completare l'esercizio.

"Perdonami Onee-Sama" rispose la fanciulla, "Ma non riesco a immaginarvi uomo".

La mezzo demone sospirò, se Rin fosse scoppiata a ridere ogni volta che la guardava, non sarebbero mai riuscite ad andare avanti.

"In questo caso, immagino debba aiutarci colui che giace dietro la porta", rispose l'hanyo, facendo voltare l'umana con curiosità.

La porta si aprì seguendo il percorso impostato dal piccolo sistema a scorrimento mostrando l'elegante e imponente figura del principe dei demoni, Rin sentì il viso andarle a fuoco, Sesshomaru la stava forse spiando!? L'aveva vista mentre scoppiava a ridere in faccia a sua sorella! Cosa aveva appena detto Inuchoi?! Lasciare che lui...

"Buon pomeriggio Sesshomaru" Inuchoi salutò il fratello maggiore.

"Che accade qui?" chiese Sesshomaru entrando nella stanza.

"Ecco..." Iniziò Rin spostandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Onee-Sama mi stava dando lezioni di etichetta."

"Lezioni di etichetta?" ripeté il demone perplesso.

"Qualche settimana fa, Rin mi chiesto di istruirla" argomentò tranquillamente la mezzo demone, "Solo che la piccola sta facendo fatica con una simulazione...magari potresti aiutarci" aggiunse convinta che la presenza di Sesshomaru l'avrebbe aiutata nell'esercizio.

Rin non era dello stesso avviso, il suo viso si era decorato di una potente spolverata di rosso, e il cuore le batteva forte in petto, l'idea che Sesshomaru dovesse fingersi suo marito la agitava.

In realtà aveva fantasticato più volte su questa possibilità, ma ora...sapeva che Sesshomaru avrebbe trovato il tutto assurdo, e in effetti non aveva torto.

Però,

La giovane umana strinse la stoffa del kimono tra le dita.

Però, era per lui che io avevo deciso di imparare, perché lui vedesse che non sono più una bambina, perché, forse per la prima volta, mi notasse...

"Signor Sesshomaru...se non avete nulla in contrario, io vorrei fare questa esercitazione con voi...vi prego." Rin non sapeva che cosa le fosse preso, forse era impazzita, ma, una piccola parte di lei voleva davvero che lui vedesse di cosa era capace.

La giovane tenne lo sguardo fisso sulle sue mani, incapace di incrociare gli occhi del Daiyōkai; fin quando avvertì una presenza sedersi vicino a lei.

Allora, e solo allora, sollevò lo sguardo, Sesshomaru era seduto accanto a lei, la schiena dritta e lo sguardo fisso davanti a sé; Rin non poté trattenersi dal sorridere.

"Possiamo iniziare."

"Sì, Onee-Sama", Rin si ricompose subito raddrizzando la schiena, mentre Inuchoi distribuiva ad entrambi gli oshibori [3] per pulirsi le mani; subito dopo la ragazza congiunse le mani per la preghiera di benedizione.

"Itadakimasu." [4]

Iniziarono dalla zuppa, che alla fine di tutto l'esercizio era la parte più facile, venne consumata senza cucchiaio, erano piatti preparati da Inuchoi quindi Rin era almeno tranquilla sul fatto che i piatti sarebbero piaciuti al demone che, come voleva l'etichetta, fece del lieve rumore con la gola nell'intento di bere, Rin si permise di bere solo dopo che Sesshomaru aveva iniziato. Le ciotole vennero tenute con entrambe le mani, in movimenti calcolati e silenziosi, Rin faceva molta attenzione, anche se non sembrava, a non alzare troppo le braccia o le maniche del kimono si sarebbero ripiegate su se stesse finendo per mostrare gli avambracci.

Sesshomaru osservava attentamente i movimenti della ragazza seduta di fronte a lui: lo sguardo socchiuso, i capelli scarmigliati che ne mostrava la natura ribelle. Il Kimono che indossava era uno dei tanti regalati dal demone negli anni passati, questo in particolare era viola con delle decorazioni lilla e delle farfalle gialle sparse qui e là per la trama dell'abito, l'obi era di un rosa pesca.

Fu inevitabile per i due incrociare i loro sguardi.

Il cuore dell'umana perse un battito, ogni qualvolta che capitava si sentiva penetrare da quelle pupille dorate, come se il demone potesse leggerle l'anima, una lieve spolverata rossa le decorò il viso.

Calma Rin, Calma, si rimproverò tra sé e Sé.

Lo sguardo ricadde sul bicchiere del compagno, era vuoto, ed era suo dovere riempirlo. Con un gesto delicato prese la teiera e piegò lievemente la manica del kimono mostrando un po' troppo la pelle del polso. In tal modo Inuchoi si trovò costretta a riprendere la propria allieva

"Rin stai forse cercando di farmi sentire sulle spalle i miei anni?"

Rin capì subito il suo errore abbassando lievemente la manica.

"Perdonami Onee-Sama, non era mia intenzione" fu la sua risposta poggiando la teiera al suo posto.

Sesshomaru non l'avrebbe mai ammesso ma quel gesto da parte dell'umana aveva attirato la sua attenzione, la pelle di Rin era sempre stata così candida e delicata? Non sapeva dirlo.

Dopo aver finito il brodo, le ciotole vennero messe da parte da Rin che sfiorò per sbaglio le dita di Sesshomaru, altro errore, sia per educazione, che per il suo cuore che era praticamente esploso nel petto. Uno scambio di sguardi tornò a incatenare l'umana al demone che dal canto suo vedeva una Rin davvero cambiata. Era davvero sbocciata come credeva. Non aveva più davanti una bambina pasticciona e interessata solo a giocare. La corvina si permise di fargli un dolce sorriso annullando il contatto con le lunghe e affusolate dita del demone fredde come la neve d'inverno.

Sesshomaru-Sama... non sai quanto il mio cuore batta forte in questo momento, pensò perdendosi in quegli occhi ambrati per l'ennesima volta.

Quello sguardo; tutti coloro che conoscevano, anche solo di nome, il glaciale principe dei demoni, evitavano di incrociare i suoi occhi, come se ne andasse della loro vita.

Lei in quegli stessi occhi vedeva la vita, la sua vita, il suo futuro. Erano la prima cosa che aveva visto quando venne riportata in vita da Tenseiga quando era una bambina, ed era l'ultima cosa che immaginava prima di addormentarsi ogni notte. Si passò alle altre portate che ognuno prese per sé tramite le hashi. [5] Rin riuscì a non ripetere ulteriori errori portando a termine la simulazione. Posò sempre le hashi sull' hashioki [6] quando doveva spostare qualche piatto o riempire il bicchiere del compagno. Prendeva i pezzi di cibo dai piatti comuni con le estremità pulite delle bacchette, passava le ciotole con entrambe le mani. Evitò segni portasfortuna o fraintendibili. A fine pasto unirono di nuovo le mani in segno di preghiera e dissero:

"Gochisoosama" [7]

A quel punto Inuchoi suonò una campanellina

"Bene la simulazione è finita" sentenziò. Rin tirò un respiro di sollievo.

"Onee-Sama come vi sono sembrata?" chiese spostandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio

Inuchoi sembrò pensarci un'attimo, ma in realtà aveva già un giudizio ben preciso nella propria testa.

"All'Inizio sei stata impacciata e hai fatto degli errori piuttosto elementari, e a questo proposito ripasseremo come si sistemano le maniche." la mezzodemone le lanciò un'occhiata eloquente che fece arrossire Rin dalla testa ai piedi.

"Probabilmente eri nervosa ma dopo ti sei sciolta e la situazione è migliorata mostrando le tue reali conoscenze... come insegnante e come donna abbastanza soddisfatta" l'hanyo lanciò uno sguardo a Sesshomaru aggiungendo "Sesshomaru vuoi aggiungere qualcosa dal tuo punto di vista?"

Sesshomaru sinceramente parlando non si sarebbe normalmente abbassato a uno stupido gioco come quello, se non ci fosse stata di mezzo Rin.

"Non ho niente da obbiettare" rispose, abbandonando la stanza.

Una ragazza normale ci sarebbe rimasta male a quella scena ma Rin scrutò attentamente lo sguardo del demone e un sorriso gli si dipinse sul viso.

Note

[1] Gokuryūha: l'attacco più potente di Sō'unga; possiede un potere più distruttivo del Bakuryūha di Tessaiga . Sō'unga scatena un grande, violento e potente tornado viola/nero che annienta tutto ciò che è stato catturato sul suo cammino.

[2] Onee-Sama: È la forma più rispettosa in assoluto per rivolgersi a una sorella maggiore. Non è però un vocabolo che si utilizzerebbe nella vita quotidiana. Si potrebbe usare nei seguenti casi: vuoi scusarti con tua sorella per averle arrecato una grande offesa, la ammiri o sei una persona che si esprime in un modo particolarmente educato in qualsiasi situazione.

[3] Oshibori: piccoli tovagliolini inumiditi per pulirsi le mani

[4] Itadakimasu: significa letteralmente "ricevo questo cibo (e ringrazio)".


[5] Hashi: bacchette tradizionali giapponesi.

[6] Hashioki: sostegno dedicato alle Hashi

[7] Gochisoosama: significa "il pasto era delizioso e nutriente".

Mi dispiace che lo scorso mese la pubblicazione sia saltata, ma ho avuto qualche imprevisto, nulla di grave, posso solo dirvi che tra le tante novità: Ho iniziato un podcast su spotify dove leggo proprio questa fanfiction, link in descrizione! Fatemi sapere che ve ne pare!  

Che la fantasia vi guidi!💙

   
 
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