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Autore: Hannah1987    14/11/2021    1 recensioni
Provate ad immaginare: è un giorno come tanti altri, quando all'improvviso vedete con i vostri occhi davanti al giardino di casa una cabina blu della polizia ed un uomo affascinante chiamato Il Dottore... come reagireste? Questa è la mia storia, una comune ragazza di Brooklyn che rincontra il Dottore dopo sei anni, ma non sa ancora che viaggiando nel Tempo e nello Spazio ... Scoprirà di essere un'altra persona, che mai nessuno si sarebbe aspettato .
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cybermen, Dalek, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Tematiche delicate
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Capitolo XXVI
La Visione si Avvera
 
 
P.O.V. River
 All'improvviso un bagliore dorato avvolse il suo corpo. Che cosa significava? Chi era veramente quella ragazza ? Rivolsi il mio sguardo stupito prima al Dottore e poi alla ragazza, distesa sul pavimento del TARDIS e priva di sensi. In pochi istanti si riprese e si rialzò sulle sue gambe. Quella luce dorata che le aveva avvolto il corpo divenne più forte e violenta. Sembrava proprio … energia rigenerativa! Ma questo voleva dire che il Dottore non aveva mentito, quella ragazza era  davvero un  Signore del Tempo ma  com' era possibile ? Rimasi allibita. 
Pensavo che il Dottore fosse l’ultimo. Io lo sono in parte solo perché i miei genitori mi hanno concepita sul TARDIS. Credevo non ne esistessero altri. Improvvisamente la situazione mutò: l’energia rigenerativa nell’aria s'intensificò  ed era   diventata incontrollabile;  presto o tardi ci sarebbe stata un'esplosione violenta  da  compromettere  tutte  le  funzioni del TARDIS.
“Dottore! Che sta succedendo? Chi è quella ragazza?” chiesi incredula. Il Dottore non mi considerò nemmeno: la sua attenzione era rivolta a Pearl, che si stava agitando, in preda al dolore.
"Dottore!!! Che cosa mi sta succedendo? Ho paura!!!" urlava. Il Dottore si avvicinò a lei  e stringendole  la  mano forte le disse :
"Sta tranquilla Pearl, andrà tutto bene. Sentir dolore durante il processo di rigenerazione è una cosa più che normale per 
 i Signori del Tempo, soprattutto  dopo essere  stati  feriti a  morte da un  Dalek e sono  sicuro che ci  riuscirai a superare tutto questo, come  hai sempre fatto ed io ti starò vicino tutto il tempo necessario." disse  il Dottore  per  rassicurarla.
“Dottore! Allontanati da lei, presto! E’ iniziata e  fra poco ci sarà una  forte esplosione!” gli urlai contro, cercando di farlo ragionare. Il Dottore mi fulminò con lo sguardo:
“Non la lascio sola, River! Ha bisogno di me!” Feci per avvicinarmi a lui;  nella speranza  di allontanarlo in tempo dal processo di  rigenerazione della giovane  Pearl Bartowski  che ormai era fuori controllo e  proprio quando ero riuscita  a  portarlo in salvo un  forte boato attirò la mia  attenzione : il TARDIS era in fiamme, il Dottore era svenuto mentre io ero l'unica rimasta cosciente e pochi istanti prima che  la  nave  spaziale  esplodesse, mi avvicinai alla  console  giusto in tempo per attivare un  atterraggio d'emergenza   da  riuscire a salvarci tutti.
 
P.O.V. Dottore
L’esplosione prevista da River mi scagliò lontano da Pearl, contro le pareti del TARDIS. Persi conoscenza per qualche minuto. Appena mi risvegliai mi guardai intorno: anche River era stata sbalzata via, ma stava bene. Il TARDIS era in fiamme e Pearl era ancora là, dove l’avevo lasciata, che urlava per il dolore. Quel suono mi spezzava entrambi i cuori: avrei voluto fare qualcosa per lei, per alleviarle il dolore. Ma era la sua battaglia … doveva combatterla da sola. Il TARDIS in fiamme, vagava attraverso l’Universo, in cerca di un ancoraggio. River si rialzò in piedi e si avvicinò alla console dei comandi: voleva cercare di fare un atterraggio d’emergenza. Purtroppo fu tutto vano … perse il controllo della nave, che divenne incontrollabile. Poco dopo ci schiantammo in un posto sperduto del pianeta Terra e in un' epoca storica sconosciuta. Appena mi ripresi dal violento atterraggio, uscii per cercare di capire dove eravamo finiti. Eravamo atterrati nel bel mezzo di una fitta boscaglia, lontani dalla città. River uscì dal TARDIS in fiamme con in braccio Pearl, avvolta in una coperta di pile beige; mi avvicinai a lei e con lo sguardo preoccupato. Non urlava più dal dolore, ma non riuscivo a capire se fosse un bene o un male. Evidentemente River capì ciò che stavo pensando perché mi disse:  
“Non preoccuparti … Non è nulla di grave; è soltanto svenuta dopo essersi rigenerata. Ora ha bisogno di un letto caldo dove dormire. Dobbiamo trovare qualcuno che sia disposto ad ospitarci: il TARDIS è inutilizzabile e ci metterà un bel po’ a ripararsi; l’esplosione ha causato moltissimi danni.” concluse leggermente adirata. Odiavo quando faceva la sapientona … ormai stava calando la sera e il cielo sopra le nostre teste, si stava oscurando; presi in braccio Pearl e m'incamminai insieme a River in cerca di un rifugio dove  riposare. Una leggera pioggia autunnale, mi bagnò il volto e i capelli. Nel giro di pochi istanti divenne fitta e talmente forte che m’impedì di vedere la strada … Incrociammo un uomo di mezza età, dai capelli brizzolati, vestito di stracci e con una lanterna accesa in mano.
Quest'ultimo ci vide in difficoltà e si avvicinò a noi per  prestarci   soccorso dicendo: “Buonasera signori; io mi chiamo George. Vi serve aiuto?”
“Grazie per l’interesse George ma … non ci serve alcun aiuto; sappiamo cavarcela benissimo da soli.” dissi infastidito mentre River, mi diede una gomitata accompagnata da un rimprovero.
“Signor George, le saremmo molto grati se sapesse dirci dove possiamo trovare qualcuno che ci ospiti per un po’. Noi siamo dei viaggiatori ed è da molto tempo che siamo in viaggio; abbiamo bisogno di un posto dove stare ma soprattutto abbiamo bisogno di cibo e di acqua .” rispose River, cercando di essere più educata possibile.
“Stia tranquilla signorina …” rispose l’uomo sorridendo “....vi ospiterò a casa mia; per tutto il tempo necessario." Decidemmo di fidarci di quell’uomo, senza sapere nemmeno chi fosse … ma in fondo … quale altra scelta avevamo? Ci allontanammo dal TARDIS e dalla fitta boscaglia sotto alla pioggia che non smetteva di cadere; imboccammo un sentiero lungo e fangoso avvolto da una nebbia fitta, fredda ed umida che ti penetrava nelle ossa, fino a soffocarti. Camminammo per diverse miglia fino a quando non vedemmo in lontananza un’abitazione rudimentale, immersa fra gli alberi. Un cane dal pelo corto e rossiccio
ci corse incontro. George ci disse che era il suo. Si chiamava Tobias.
“Ciao Tobias! Vieni qui da papà!”
“Prego signori, accomodatevi. Fate come se foste a casa vostra!!”ci disse mentre ci faceva da guida all’interno della sua abitazione, mostrandoci le nostre stanze.
 
P.O.V. River 
 
Mi guardai intorno ed analizzai con molta attenzione, ogni angolo e ogni stanza di quella abitazione: era una casa in stile rudimentale e dalle pareti fatte di mattoni. Ogni stanza di quella casa era diversa dalla precedente: ognuna aveva un proprio stile e un proprio arredamento. Analizzai attentamente la camera, sia con il mio cacciavite sonico che con lo sguardo.
Era una stanza di media grandezza, dalle mura antiche. C’erano due letti, uno singolo e uno matrimoniale, a baldacchino. Il Dottore adagiò delicatamente Pearl al centro di quest’ultimo. Poi si sedette accanto a lei, deciso a vegliarla.
“E’ davvero una casa molto accogliente.” dissi al padrone di casa “forse un po’ troppo grande per un uomo che vive da solo con un cane …” Dovevo distogliere la mia attenzione dal Dottore; mi faceva male vederlo così preoccupato .
“Un tempo questa casa, la condividevo con mia moglie ed i miei due figli … lei si chiamava Nadine. Era la donna più bella ed affascinante che io avessi mai conosciuto.” Mi rispose. Mentre parlava tornammo in cucina, lasciando soli i due “piccioncini”. Ci sedemmo al tavolo.
“E che cosa le è successo?” chiesi curiosa a George.
“Nadine era originaria di Bucarest e faceva la cuoca presso la corte di Vlad Dracul II, governatore della Transilvania. La conobbi a Bucarest, nella primavera del 1438. Ricordo che era seduta su di una panchina, vicino ad una fontana, intenta a leggere un libro. Ogni tanto si spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ogni volta che la guardavo ne rimanevo incantato. Mi resi conto di essermi innamorato di lei. Eravamo felici insieme, ci amavamo. Poi, in un giorno d’estate, un essere malvagio e senza volto me la portò via con la forza. La uccise davanti a miei occhi, affondando i suoi denti aguzzi nella sua pelle candida, fino a prosciugarle anche l’ultima goccia di sangue che aveva nelle vene. Aveva lo sguardo freddo come il ghiaccio e la sua anima era gelida come la neve. Sento ancora le sue grida mentre quella misteriosa creatura me la portava via. Ah, povera Nadine … è morta di una morte orribile.” 
 
 
   
 
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