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Autore: Hannah1987    14/11/2021    1 recensioni
Provate ad immaginare: è un giorno come tanti altri, quando all'improvviso vedete con i vostri occhi davanti al giardino di casa una cabina blu della polizia ed un uomo affascinante chiamato Il Dottore... come reagireste? Questa è la mia storia, una comune ragazza di Brooklyn che rincontra il Dottore dopo sei anni, ma non sa ancora che viaggiando nel Tempo e nello Spazio ... Scoprirà di essere un'altra persona, che mai nessuno si sarebbe aspettato .
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cybermen, Dalek, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Tematiche delicate
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Capitolo XXVIII
Ultimatum
 
Quando la giovane Pearl aprì gli occhi sembrava quasi non l'avesse fatto tanto era buio. Si accorse di essere legata ad una sedia, un bavaglio davanti alla bocca le impediva sia di parlare che respirare.
"Ma dove diavolo mi trovo? Che posto è mai questo?” pensò.
Piano, piano i suoi occhi si abituarono all'oscurità e Pearl poté notare un tavolo dall'altro lato della stanza: sopra erano posati molti arnesi strani. Pearl capì subito dove si trovava. Quella non era solo una semplice stanza isolata ma era anche un laboratorio! Cercò di liberarsi dalle corde ma niente da fare, era tutto inutile, i nodi erano troppo stretti. I suoi pensieri furono interrotti dal sibilo della porta che si apriva. La luce l’aveva accecata e non  appena i suoi occhi si riabituarono ad essa...riuscì ad individuare un uomo in lontananza: la sua carnagione era scura mentre il sua aspetto enigmatico e misterioso le faceva paura ed indossava una lunga mantella nera con il cappuccio che gli copriva il volto sfigurato da una cicatrice sull’occhio destro. Quest' ultimo le si avvicinò dicendogli: "Ben svegliata signorina Pearl, è un vero piacere per me poterla rivedere ancora una volta..."
"Chi sei tu? " gli domandò la giovane Time Lady curiosa.
"Ma come; non mi riconosce? Sono l’Alchimista!!! Scommetto che si ricorda di me!" Pearl sbarrò gli occhi; lo  aveva  riconosciuto e con  il  volto pietrificato dalla  paura disse:
“No, non può essere!!! Tu sei morto Scorpio, sono stata io ad ucciderti!!!”
“No, mia cara è qui che ti sbagli. Come vedi sono io ed è grazie a te, se sono riuscito a scappare e a salvarmi la pelle!!! ” precisò lui orgoglioso di  se  stesso; aveva  la  vittoria in pugno. Presto la sua vendetta si sarebbe  compiuta e chi meglio della compagna del Dottore poteva essere in grado di raggiungere il suo scopo? Nessuno.  Adesso  la giovane Pearl si sentiva terrorizzata voleva  delle  risposte e cosa stesse  succedendo.
“Come ci sei riuscito Scorpio? Come sei riuscito a scappare da Vertigo 5 ?” 
“La spiegazione è molto semplice: quando stavamo su Vertigo  5 e ci siamo battuti tu hai esitato all’ultimo minuto. Questo mi ha dato la possibilità non soltanto di scappare attraverso il teletrasporto, ma anche di ferirti a morte. Ovviamente ti sei rigenerata. Ora è successo di nuovo ed io ho deciso che era arrivato il momento di agire: con la rigenerazione ogni Signore del Tempo come te e il Dottore, affronta un periodo di instabilità fisica e parziale amnesia. E’ successo nel TARDIS vero?” Quando disse quelle parole, Pearl rimase impietrita dal terrore. Com’era possibile tutto questo e con quali mezzi Scorpio, ne era venuto a conoscenza? Alla fine la giovane Time Lady ne venne a capo e con stupore disse: “Tu sapevi che sarebbe successo: l’avevi previsto. Tu sei … come me!!”
“I miei complimenti, giovane Time Lady. Mi hai beccato! Sai, anche io ho il dono della chiaroveggenza, come anche il dono della telepatia.”
“Che cosa vuoi da me Scorpio? Perché non mi hai ucciso quando ne hai avuto l’occasione?"
“E’ molto semplice mia cara. Tu mi servi per realizzare il mio scopo: uccidere il Dottore!”
“Scordatelo Scorpio! Non lo farò mai!”
“Sarai costretta a farlo invece!!! Sai … ho dimenticato di dirti una cosa: quando ti ho ferita a morte, mia cara e dolce Time Lady, il pugnale che ho usato non era un semplice pugnale d’acciaio incastonato di diamanti. E’ un pugnale originario del mio pianeta, Nephlilia, ed è stato forgiato dai miei avi. Ha la capacità di rendere vulnerabile chiunque. Se qualcuno viene ferito oppure trafitto dalla sua speciale lama, il suo immenso potere si manifesta e permette ad un Nephilim di diventare il padrone assoluto del destino della persona che è stata colpita. Ed avere fra le mani la vita di un Signore del Tempo … beh, è il miglior modo per diventare il padrone dell’ intero Universo. Il legame non può essere spezzato a meno che il proprietario non venga ucciso e il pugnale distrutto. Mi dispiace per te Pearl … ma non hai nessuna chance con me, hai perso! ”
“Che tu sia maledetto Scorpio!!! Ti prometto che farò di tutto per rovinare i tuoi piani! Preferisco morire piuttosto che essere il tuo burattino!”
 
P.O.V. Dottore
 Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. Avevo fatto un sogno terribile: Scorpio era riuscito a rapire la mia adorata e dolce Time Lady. Com’ era successo e per quale motivo lo aveva fatto? Che cosa significava quel sogno? Spensi per un istante le mie emozioni ed analizzai con molta attenzione quel sogno ma nulla; non riuscivo a venirne a capo. Mi alzai dal letto con gran velocità ed indossai il mio solito abito ed un cappotto grigio e corsi fuori dall’appartamento del Signor George, per andare a cercarla in tutta Bucarest, sotto la neve che fioccava lenta. Fu tutto inutile, non la trovai da nessuna parte. Un piccolo bagliore attirò la mia attenzione: vidi un cacciavite sonico; il suo cacciavite sonico immerso nella neve. Lo presi fra le mie mani e lo notai; nella sua memoria c'era un messaggio vocale che Pearl mi aveva lasciato e con decisione lo feci partire: “Dottore, se stai ascoltando questo messaggio significa che mi è successo qualcosa. Ascoltami con molta attenzione: L’Alchimista ci ha trovati e ha mandato una spia qui sulla Terra per cercarci ed ucciderci. Il suo nome è … Chi sei tu? Che cosa vuoi da me? lasciami stare! Aiuto Dottore! “ La luce viola del cacciavite sonico si spense. Ero impietrito. Dentro di me, il sangue mi si gelò nelle vene mentre all’interno del mio petto, dove erano posizionati i miei due cuori, si aprì una profonda voragine. Era tutta colpa mia se Pearl era stata rapita e messa in pericolo. La colpa era solo e soltanto mia e di nessun altro. Se le fosse successo qualcosa di spiacevole, non me lo sarei mai perdonato. Il sol pensiero di poterla perdere di nuovo e per sempre … mi avrebbe distrutto. Dovevo assolutamente escogitare qualcosa, e in fretta, se volevo ritrovare la mia amata Time Lady e riportarla indietro ad ogni costo e con qualsiasi mezzo. Era quasi l’alba quando rincasai. La mia mente lavorava frenetica, poi … all’improvviso, una voce nella mia testa mi parlò e mi disse:
“Salve Dottore! Come andiamo?” La riconobbi subito.
“Scorpio? Come hai fatto a contattarmi? Chi sei tu veramente? ” gli risposi adirato e allo stesso tempo curioso, attraverso la telepatia …
“Chi sono non ha importanza. Quello che conta davvero è ciò che entrambi vogliamo: io voglio la mia vendetta mentre tu, tu rivuoi indietro la tua dolce ed adorata Time Lady...”
“Se le torcerai un solo capello Scorpio, ti verrò a cercare e ti ucciderò senza pietà, te lo assicuro!”
“Sta tranquillo Dottore. Non lo farò … per il momento. Hai 24 ore di tempo per consegnarti a me. Se non lo farai allora la ucciderò.”
“Sei un viscido, lurido, schifoso bastardo Scorpio! Giuro solennemente, qui e ora che farò l’impossibile, per trovarti. Ti cercherò, in ogni angolo dell’Universo e ti ucciderò senza esitare. Farò il tuo corpo in mille pezzi e ne brucerò i resti. È una promessa!!!”
“Stai molto attento Dottore: non fare promesse che non puoi mantenere. Avrai presto mie notizie …”La conversazione telepatica si concluse e Scorpio, svanì dalla mia mente che riprese a lavorare.
 
P.O.V. River
 Nei giorni successivi alla scomparsa di Pearl, il Dottore non era più lo stesso. Era cambiato. Passava le sue intere giornate chiuso a chiave nella sua stanza. Non mangiava né dormiva. Era sempre rinchiuso a piangersi addosso e il senso di colpa lo stava lentamente consumando. Non riuscivo a vederlo così … mi faceva male ed io non potevo fare nulla per aiutarlo. Non me lo permetteva. Aveva deciso d’isolarsi e di farsi terra bruciata intorno a sé.
Dovevo fare assolutamente qualcosa per aiutarlo e farlo ritornare ad essere se stesso.
 Decisi di bussare alla sua porta per incoraggiarlo ad uscire. Cominciai a picchiettare sul legno, prima piano e poi sempre più forte ma nulla. Dopo un paio di minuti, il Dottore finalmente rispose: “Signor George, la prego … mi lasci stare. Non sono in vena. Quindi la supplico, se ne vada e mi lasci da solo.”
“Ehi, dolcezza! Perché non apri questa porta e mi fai entrare, così parliamo un po’...” gli chiesi preoccupata mentre continuavo a bussare con insistenza alla sua porta.
“Per favore River, vattene. Non mi va di parlare … Soprattutto con te!” mi rispose acidamente.
“Dottore smettila di fare il bambino! Apri subito questa porta ed esci dalla stanza, come un adulto!” lo rimproverai spazientita. Ma il Dottore m’ignorò completamente. Sospirai, preoccupata.
“Ti prego Dottore … lascia che ti aiuti. Ne hai bisogno …”
“Non ho bisogno di nessuno aiuto River, sto benissimo così!” ribatté lui ostinato.
 
 P.O.V. Pearl
 Adesso ero davvero nei guai e in guai seri: Scorpio era in vantaggio e aveva il coltello dalla parte del manico. Mi domandavo quale fosse il suo piano per distruggere il Dottore. E per quale motivo aveva scelto proprio me per fare il lavoro sporco al posto suo ? Dovevo fare assolutamente qualcosa, dovevo impedire a Scorpio di farmi il lavaggio del cervello e realizzare il suo scopo. Cercai nuovamente di liberarmi da quelle dannate catene con i metodi tradizionali ma era tutto inutile, sembravano essere state incantate. Improvvisamente quelle catene presero vita e mi ritrovai davanti un enorme serpente alieno a due teste e dalla pelle grigiastra che mi stritolava forte e più mi muovevo, più la sua presa diventava stretta mentre il mio respiro s’indeboliva sempre di più.
“Basta così Reddie. La ragazza mi serve viva ...”
“Come desidera padrone, obbedisco!” rispose il rettiliano prima di congedarsi mentre io ripresi a respirare.
“Piaciuta la mia sorpresa Miss Pearl? Non le trova adorabili?” mi chiese lui, con spavalderia.
“Argh!!! Maledetto!!! Che cos’è questa storia Scorpio? Perché queste corde hanno cercato di uccidermi? Parla!!!” lo incitai io, con rabbia.
“Oh … le mie adorabili creature dice? Non sono delle semplici corde mia cara, sono una razza aliena mutaforma. I Rettiliani provengono dai pianeti della costellazione del Drago. Loro non hanno soltanto la capacità di trasformarsi in qualunque cosa ma hanno anche la capacità di uccidere in pochi istanti la propria vittima senza che nessuno se ne accorga e una volta che raggiungono il proprio scopo, assumono la forma di un Umanoide viscido e squamoso, in attesa di riprodursi e cambiare la muta.
“Tu sei un folle psicopatico Scorpio che merita di essere rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, per restarci tutta la vita!” dissi alzando la voce e con convinzione.
“Sono un folle l’ho ammetto e ne sono fiero ma … sono anche un genio del Male e nessuno può competere con me. Ahahahah!! Presto sarai la mia schiava My Dear: domani, quando il Sole calerà, dimenticherai chi sei e il tuo amato Dottore non potrà fare nulla perché perderà la sua amata Time Lady e si ritroverà davanti ai suoi occhi non più Pearl Bartowski ma il suo lato Oscuro. Ormai la tua trasformazione è quasi completa, manca poco …”
“Che cosa mi hai fatto Scorpio?” dissi spaventata.
“Guarda tu stessa …” mi disse. Lui girò lo specchio verso di me ... e quel che vidi mi stupì molto. Avevo un fisico formoso e sodo, molto tonico e giovanile. Folta e ribelle chioma rosso rame. Occhi dolci di un azzurro chiaro: doveva essere la mia terza rigenerazione. Ero davvero molto sexy in quel corpo ma poi, di colpo, il mio aspetto cambiò: i miei occhi divennero nerissimi come la pece e iniettati di sangue, la mia pelle era diventata bianchissima come quella dei vampiri. Il mio sguardo era freddo come il ghiaccio e al posto dei denti avevo degli aguzzi canini. Il dolore che provavo era lancinante … Che cosa mi stava succedendo? Per quale motivo Scorpio mi aveva fatto questo? Che cos’era quella maledizione e come sarei riuscita a spezzarla?
“Ti ho fatto una maledizione che soltanto un uomo dopo di me, sarà in grado di spezzare. Pearl Bartowski, da questo momento tu sei condannata per il resto della tua immortale vita a vagare senza meta nell’ombra. Ogni volta che la Luna raggiungerà il suo plenilunio tu subirai questa trasformazione: sarai una creatura della notte, un cacciatore notturno, un assassino. La tua sete e la tua fame diventeranno irrefrenabili e l’odore del sangue ti manderà in estasi e sarai destinata ad uccidere il tuo uomo...” mi disse sghignazzando mentre se ne andava via.
 
 P.O.V. Dottore
 “Ehi, dolcezza! Perché non apri questa porta e mi fai entrare, così parliamo un po’...” mi disse River, preoccupata.
“Per favore River, vattene. Non mi va di parlare … Soprattutto con te!” le risposi. Sapevo che era ingiusto da parte mia, ma non potevo farne a meno.
“Dottore smettila di fare il bambino! Apri subito questa porta ed esci dalla stanza, come un adulto!” mi rimproverò. Era   stata  ferita dalle mie parole  ed io  potevo sentirlo . L' avevo completamente ignorata e poi ero troppo sconvolto per  quello che  era  successo alla mia amata e il dolore che  stavo vivendo era  troppo grande  per me. Nella  mia  lunga  ed immortale  vita  avevo sofferto a  causa  del mio passato turbolento. Troppe vite perse a causa  della  mia  misericordia. Troppe  guerre  avevo vissuto, troppe ferite da  sanare che  nemmeno tutta   la  mia  immortale vita basterebbe.
“Ti prego Dottore … lascia che ti aiuti. Ne hai bisogno." insistette River.
“Non ho bisogno di nessuno aiuto River, sto benissimo così!” ribattei ostinato.
“Dottore, se continuerai così non otterrai nessun risultato. Il tuo orgoglio e la tua arroganza ti rovineranno. E’ il momento di reagire, altrimenti perderai tutte le persone che ti sono care.”
Detto questo sentii i suoi passi allontanarsi mentre io mi misi in un  angolo a pensare .
“Bel modo di consolarmi, River. I miei complimenti!” sospirai, ferito “Se solo Jasmine e Pearl fossero qui.”
                          
P.O.V. Donna Noble
 A Londra, nel quartiere di Chiswick, la piccola Jasmine, cresceva sana e forte.
“Pronta per il tuo primo giorno di scuola, piccola mia?” chiesi alla bambina.
“Si, zia Donna. Lo sono e solo che … ho un po’ paura …”
“Paura?! E di cosa? Non c’è nessun bisogno di avere paura piccola mia. Vedrai, andrà tutto bene. Adesso è giunta l’ora di andare a letto a dormire che domani, ci aspetta una lunga giornata. Buonanotte piccola mia!!” le dissi mentre le accarezzavo dolcemente il volto ed i capelli, baciandole la fronte.
“Buonanotte zia Donna” mi disse lei poco prima che me ne andassi dalla sua camera da letto color salmone, chiudendole la porta e spegnendo la luce.
Andai in camera mia e presi in mano il diario. Lo avevo iniziato da quando la piccola Time Lady era entrata nella vita della Famiglia Noble: mia madre Sylvia Noble era cambiata radicalmente. Si è presa cura di lei quando era una neonata. Anche nonno Wilfred si era affezionato a lei: quando non era impegnato, la portava a fare passeggiate, a guardare le stelle o le raccontava delle storie. Accesi la piccola lampada sulla scrivania, presi una penna e cominciai a scrivere:
 -Caro Diario, in questi giorni ho notato che la piccola Jasmine somiglia moltissimo a sua madre Pearl e ha gli occhi verdi come suo padre, il Dottore. Dio come mi mancano. Vorrei tanto rivederli, parlargli della loro figlia e dir loro che sta crescendo sana e forte come i suoi genitori … Ho promesso che l’avrei protetta, anche a costo della mia stessa vita. Ho giurato loro che non le avrei mai svelato la verità sulle sue origini, soprattutto su di lei e sul fatto che in un prossimo futuro sarebbe diventata un Signore del Tempo fino a quando non sarebbe stato necessario… spero tanto che non dovrò mai arrivare ad infrangere il giuramento. Buonanotte. - Chiusi il mio diario a chiave in un cassetto e una volta spenta la luce mi misi a dormire in attesa dell’alba di un nuovo giorno.
 



 
   
 
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