Capitolo XXXII
Il Gran Consiglio Oscuro
Il Gran Consiglio Oscuro
Nel frattempo, su Vertigo 5, all’interno della Sala del Trono, Scorpio era in riunione insieme a Lisa Preston e ai componenti del Gran Consiglio Oscuro. Questo era formato da tutti i nemici del Dottore, per la prima volta alleati. Scorpio, grazie al suo fascino e alle sue proprietà linguistiche, era riuscito a salire la scala gerarchica arrivando al gradino più alto: egli era, infatti, il Presidente del Gran Consiglio Oscuro e, come tale, godeva di tanti privilegi. Uno di questi era poter convocare una Seduta Straordinaria per fare il punto riguardante la situazione che l’intero Universo stava vivendo.
“Buonasera signori e benvenuti alla decima riunione del Gran Consiglio Oscuro. Vi ho convocati qui stasera per informarvi che la figlia del Dottore è nata e che molto presto diventerà un Signore del Tempo. Attualmente la nostra situazione sembra nettamente migliorata rispetto agli anni precedenti. A quanto pare il nostro “caro e amatissimo” Dottore è molto vulnerabile in questo momento: sua figlia Jasmine di 8 anni, sta morendo mentre la sua amata compagna di viaggio Pearl Bartowski, nonché la sua compagna di vita e madre di sua figlia, è sotto il mio completo controllo. Sarà proprio lei ad uccidere il Dottore e quale momento migliore di questo per agire?”
Tutti i componenti del Gran Consiglio Oscuro tacquero. Solo uno ebbe il coraggio di alzarsi: era un uomo non molto alto ma forte, di costituzione robusta, con un'espressione crudele e terrificante in viso, il lungo naso affilato, le guance magre di colorito rossastro, grandi occhi verdi sovrastati da sopracciglia nere e folte, che accentuavano il lampo minaccioso dello sguardo. Il suo viso era molto curato e ben rasato, ma decorato da lunghi baffi spioventi. Aveva un'ampia fronte, il suo capo era sorretto da un collo muscoloso, quasi taurino e sulle sue spalle larghe scendevano in voluto disordine “una cascata di riccioli neri.” Si identificò come Vlad Ţepeş III , detto Dracula. Egli si distingueva dagli altri, parlava poco ed aveva un portamento quasi regale: lui era il Principe di Valacchia e Grande Signore della Guerra, Cavaliere dell’ordine del Drago e figlio del Drago (Figlio del Diavolo in rumeno). Lui era come il Dottore: aveva vissuto molte guerre ed era sopravvissuto nel Tempo e nello Spazio.
“Agire ora sarebbe un grande errore. Ora il Dottore soffre ed è vulnerabile, è vero. Ma una volta che la ragazzina sarà morta … allora sarà il momento giusto per colpire. Oltre ad aver appena perso la figlia, si vedrà a dover affrontare la sua adorata compagna. Sarà troppo pure per lui, ve lo assicuro. Non ci combatterà e noi avremo la nostra vendetta!” disse l’uomo, spietato. L’aula rimase in un silenzio tombale per qualche secondo. Scorpio valutò attentamente le parole del Principe di Valacchia, poi sorrise.
“Buona osservazione la vostra signor Ţepeş. Voi cosa ne pensate?” aggiunse rivolto agli altri partecipanti. La stanza si riempì di mormorii d’assenso.
“E’ deciso quindi!”.
P.O.V. River
I giorni qui a Londra, passavano veloci come le ore e Jasmine, la figlia del Dottore … peggiorava ogni giorno sempre di più. Presto sarebbe morta e un altro dolore come questo; dopo la dipartita dei coniugi Pond, avrebbe distrutto il Dottore a tal punto da fargli perdere la fiducia in se stesso. Per troppo tempo, aveva vissuto con i sensi di colpa e da secoli, combatteva contro i suoi demoni ed i suoi fantasmi; troppe persone, sono morte a causa della sua misericordia e la morte di sua figlia, lo avrebbe ucciso e si sarebbe aggiunto alle sue innumerevoli ferite che, si porta dietro con se da secoli ormai. Passava le sue intere giornate insieme a Jasmine accanto al suo letto e per renderla felice, viaggiava spesso con lei all’ interno del TARDIS e le faceva vedere tutte le meraviglie dell’ intero Universo attraverso il Tempo e lo Spazio. Lui ne risentiva molto della situazione che stava vivendo, ne soffriva molto ma non lo dava mai a vedere soprattutto, quando era presente sua figlia. Qualche volta lo vedevo di sera, seduto su di una panchina nei giardini dell’ospedale; una volta lo vidi piangere. Aveva la testa chinata in avanti e le mani giunte, e il suo sguardo era rivolto verso il cielo, per la prima volta stava pregando Il Signore Dio, anche se non credeva pienamente in Lui.
“Povero il mio Dottore. Non l’ho mai visto cosi legato ad una persona che conosce da poco; è la prima volta che soffre così tanto per un essere umano …” dissi io con voce malinconica e triste che una lacrima, solcava il mio volto e senza che me ne accorgessi, Donna Noble ... era accanto a me, pronta a consolarmi con parole dolci e tono rassicurante.
“Si, è vero. Il Dottore è molto legato a sua figlia come è legato molto anche a sua madre Pearl ; da quando l’ha conosciuta è molto cambiato. Io l’ho visto e sono contenta per lui ma, allo stesso tempo sono preoccupata : in questi giorni mentre l’osservavo, ho notato che per quanto lui sia forte ed orgoglioso, è anche molto vulnerabile, infatti, si sta lasciando andare e si sta abbandonando a se stesso ed io, non sopporto di vederlo in quello stato e più lo guardo , e più mi rendo conto che si sta allontanando da noi e dalle persone che lo vogliono bene e questo non posso assolutamente accettarlo; dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi !!!”
Donna Noble aveva ragione. Dovevamo fare qualcosa per salvarlo da se stesso, e farlo in fretta altrimenti si sarebbe rovinato con le sue stesse mani.
P.O.V. Jasmine
I giorni qui a Londra, passavano veloci come le ore ed io, passavo la maggior parte del mio tempo all’ interno della mia camera da letto in ospedale; non ricevevo spesso molte visite. Da quando avevo scoperto di soffrire di una malattia sconosciuta e terminale, mi sono sentita crollare il mondo addosso; poi all’improvviso … quando tutto sembrava essere perduto, finalmente avevo rivisto mio padre dopo tanto tempo; non mi sembrava vero e invece … era li accanto a me, per rendere felici i miei giorni tristi e solitari in ospedale.
Passavamo spesso delle giornate insieme e ogni volta vivevamo delle incredibili avventure: viaggiavamo attraverso il Tempo e lo Spazio con una cabina blu della polizia magica …“Si chiama TARDIS , ed è una macchina del tempo, che ti porta lontano e in giro per l’Universo …” mi aveva detto. Spesso e volentieri; viaggiavamo insieme a zia Donna e zia River e ogni giorno, scoprivamo delle cose nuove: pianeti, razze aliene … una volta ho conosciuto Marilyn Monroe e la Principessa di Monaco Grace Kelly i miei idoli ; ed era stata una cosa meravigliosa, soprattutto per una bambina di 8 anni come me. Mi piaceva molto viaggiare con mio padre anche se, mi mancava da morire la mamma: volevo tanto vederla ed abbracciarla per dirle ti voglio bene prima che la mia malattia, mi avrebbe uccisa. Mio padre evitava sempre l’argomento mentre io, ne ero pienamente consapevole. Presto sarei morta e prima di morire, volevo vivere ogni attimo, ogni secondo della mia vita fino al mio ultimo sospiro vitale.
“Buongiorno, mia piccola principessa. Come ti senti oggi?” mi chiese sorridendo all’improvviso mio padre, distogliendomi così dai miei oscuri e tristi pensieri.
“Sto bene, grazie. Tu papà? Come stai invece? Hai dormito bene?” gli chiesi io, con tono curioso e sincero.
“Sto bene, piccola mia. Non preoccuparti per me. Senti mia piccola principessa, ti piacerebbe fare colazione nella Londra ottocentesca insieme alla Regina Vittoria a Buckingham
Palace ?”
“Sarebbe fantastico; ho sempre desiderato conoscerla. Dai papà, mi ci porti? Ti prego …” dissi io, con entusiasta.
“ Che cosa aspetti ? Va a prepararti che ti ci porto subito !!! Sai la Regina Vittoria non ama i ritardi !!!”
Non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di partire insieme a mio padre e la sua macchina del tempo. Stavo per conoscere la Regina Vittoria in persona. Il mio sogno stava per diventare realtà: infatti mise in moto il TARDIS ed insieme a lui scomparimmo nel nulla e davanti agli occhi di zia Donna, zia River e nonno Wilfred che ci salutarono con la mano e sorridendo.
P.O.V. Dottore
Avevo promesso a mia figlia Jasmine, che avremmo fatto colazione insieme alla Regina Vittoria a Buckingham Palace e nella Londra ottocentesca, infatti dopo aver salutato Donna Noble , River e nonno Wilfred, misi in moto il TARDIS e attraverso il Vortice del Tempo raggiungemmo la nostra meta. Durante i nostri viaggi nel tempo, insegnavo a mia figlia, le tecniche di base per saper pilotare il TARDIS come avevo fatto in passato con Pearl , sua madre. Jasmine era molto brava, ed apprendeva in modo veloce tutti i miei insegnamenti come un vero e proprio Signore del Tempo. Mi ricordo che l’ultima volta che sono stato nella Londra Vittoriana, era stato durante la mia decima incarnazione; insieme a Rose Tyler che adesso è intrappolata in un Universo Parallelo con sua madre Jackie, suo padre Pete Tyler e la versione umana di me stesso : Il Dottore Umano che Donna Noble aveva creato durante il suo periodo di metà crisi umana biologica con cui ha rischiato la vita. Ma ora basta parlare del passato, adesso bisogna affrontare il presente : mia figlia Jasmine, stava diventando impaziente e nervosa; voleva incontrare la Regina Vittoria e fare colazione con lei ma, non sapeva che vestito indossare e dalla stanza del guardaroba del TARDIS ; mi chiamò per un consiglio ed io, la raggiunsi subito per aiutarla.
“Papà? Puoi venire qui un momento ? Ho bisogno di un consiglio ...”
“Arrivo, subito piccola mia.” Dissi io mentre attraversavo correndo, gli immensi corridoi del TARDIS per raggiungere la stanza del guardaroba e una volta raggiunto la mia meta, entrai e dissi :
“Che cosa c’è Jasmine? In cosa ti posso essere utile?”
“Papà secondo te, quale di questi due vestiti è il più adatto per una colazione con la Regina Vittoria in persona a Buckingham Palace: questo di seta rosa e con la gonna aderente con fiori che scende a sirena oppure quello azzurro con le maniche velate e la gonna che scende larga sui fianchi; quale preferisci?” mi chiese, mia figlia seria e con lo sguardo fisso su di me.
“Secondo me per una principessa del tuo calibro piccola mia, il vestito perfetto sarebbe quello azzurro con le maniche velate e la gonna ampia. Su, che cosa aspetti … indossalo e fammi vedere come ti sta …” Dissi io, per incoraggiarla e per farle indossare il vestito che le avevo scelto.
“Okay, va bene papà; mi hai convinto.” Detto questo, la piccola Jasmine andò a cambiarsi d’abito all’interno della stanza del guardaroba immensa del TARDIS mentre io, l’aspettavo fuori alla porta tutto il tempo necessario che le serviva per cambiarsi e, dopo qualche ora di lunga attesa, mia figlia uscì dalla stanza e quello che vidi fu davvero una cosa meravigliosa : aveva un viso ovale, di carnagione chiara. I suoi occhi erano di un verde brillante, aveva un sorriso splendido e i suoi lunghi capelli biondi , erano avvolti in una treccia legata da un nastro di seta bianca mentre il suo adorabile vestito azzurro le stava così bene che sembrava davvero una principessa. Lei era la mia principessa ed era davvero bellissima che rimasi senza parole.
P.O.V. Jasmine
Mio padre, quando mi vide uscire dalla stanza del guardaroba del suo TARDIS, con addosso il vestito che aveva scelto per me, lui ne rimase davvero molto stupito da rimanere in silenzio fino a quando non decisi io di rompere il ghiaccio dicendo : “Papà che cos’hai ?Perché stai piangendo?”
“No, Jasmine non sto piangendo e solo che sei … sei bellissima come tua madre … le somigli cosi tanto che a volte penso che tu, sei la sua reincarnazione; mi manca cosi tanto ...” Mi disse lui piangendo, ed io mi avvicinai a lui per consolarlo, con un semplice abbraccio in modo da mandare via la tristezza e goderci la nostra colazione in compagnia della Regina Vittoria, nella speranza di vederlo sorridere di nuovo.
“Dai papà non piangere; sono sicura che la mamma ritornerà presto e ritorneremo ad essere una famiglia; ed ora usciamo da questo TARDIS, altrimenti faremo tardi per la colazione a Buckingham Palace con la Regina Vittoria …” dissi io, sorridendo e con tono sereno e felice.
“Avete ragione, vostra altezza; altrimenti la Regina Vittoria si arrabbierà tantissimo se faremo tardi al nostro appuntamento.” Mi disse mio padre sorridendo e con la sua infinita ed immensa gioia che non aveva limiti, mi aveva contagiata a tal punto che dimenticai la mia malattia, godendomi insieme a mio padre una giornata diciamo “quasi normale” tra padre e figlia, senza che nessuno c’è l’avrebbe rovinata. La giornata passò in fretta e la Regina Vittoria, rimase contenta della nostra visita di cortesia e poco prima di andare via, mi fece un piccolo regalo, come simbolo della sua amicizia e per la sua bontà sincera e generosa.
“Vieni Jasmine, vieni con me che devo darti una cosa …”
Io non capivo il perché mi avesse detto quelle parole, infatti spinta dalla curiosità decisi di seguirla nella sua camera da letto insieme a mio padre che mi teneva per mano ed una volta entrati nella Stanza della Regina, lei si avvicinò ad un piccolo porta gioia e prese un piccolo bracciale bianco, mi disse che era un bracciale di madre perla e me lo porse dicendo:
“Tieni Jasmine, voglio che tu prenda questo bracciale come simbolo della mia amicizia …”
“Vostra Altezza, mi dispiace ma non posso accettarlo, appartiene a voi e non mi sembra giusto di privarvene …”
“No, Jasmine, insisto, voglio che lo prenda tu e poi ho talmente tanti gioielli che posso indossare tutte le volte che voglio; sarei molto felice ed orgogliosa se tu lo accettassi …”
“Molte grazie Vostra Altezza per la vostra immensa generosità. Avete un cuore grande e ricco di bontà. Arrivederci Regina Vittoria; non vi dimenticherò mai …” Detto questo, io e mio padre lasciammo Buckingham Palace per ritornare alla nostra magica cabina blu telefonica degli anni 50 e ritornare nella Londra del Presente da zia Donna, zia River e nonno Wilfred all’ Ospedale di Whitechapel, dove mi stavano aspettando.
P.O.V. Dottore
Avevamo passato una magnifica e meravigliosa giornata io e Jasmine ed eravamo felici insieme. Ogni tanto mi chiedeva di sua madre Pearl e io, le rispondevo sempre e spesso in modo vago, dicendo che era sempre in viaggio per lavoro e che sarebbe ritornata presto da noi, facevo di tutto per nascondergli la verità per proteggerla dal suo destino che era ormai prossimo; perché avevo paura che se le avessi raccontato tutto, l’avrei messa in grave pericolo mettendo a rischio la sua innocente e piccola vita.
“Allora, piccola mia. Come ti è sembrata la Regina Vittoria e la sua Londra Ottocentesca? A me è sembrata fantastica; incredibile di come gli esseri umani siano imprevedibili. Non mi sarei mai aspettato che la Regina Vittoria, mi avrebbe accolto in modo cosi benevolo dopo tanti anni … mi aspettavo di peggio …”
“Dai papà, non essere così cattivo con lei e poi, la Regina Vittoria è una bravissima donna e una meravigliosa persona e poi scusa, perché non doveva accoglierti bene, mica le hai fatto qualcosa di male? Vero?” mi chiese mia figlia curiosa.
“Ehm ... diciamo solo che molto tempo fa, l’ho fatta arrabbiare un pochino troppo da farmi bandire dal suo regno; dopo aver affrontato un enorme e grosso lupo mannaro insieme ad un amica …
“Parli di Rose Tyler vero?” rimasi stupito quando fece il suo nome che le dissi:
“E tu come lo sai? Chi te lo ha raccontato?”
“E’ stata zia Donna a raccontarmelo, quando ero molto piccola. Sai , ho sempre sognato di poter conoscere Rose Tyler. Zia Donna mi raccontava spesso di lei, che era una ragazza molto coraggiosa e che ha combattuto al tuo fianco fino all’ultimo. Non l’hai mai dimenticata fino a quando non hai incontrato mia madre. Raccontami di lei; è un Signore del Tempo come te?” Da quel momento in poi, non potevo più nasconderle nulla era giunto il momento di dirle la verità su sua madre nella speranza di non perderla mai più.