Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    14/11/2021    1 recensioni
Un possente muro di nebbia divide due regni completamente diversi. Da una parte Arendelle, governata dai sovrani Anna e Hans e dai loro figli, non crede nell'esistenza della magia della quale solo pochi cantastorie possono raccontare attraverso miti e leggende. Dall'altra il popolo dei Northuldri che vive in armonia con la natura, governata dalla guardiana Elsa, unica in grado di controllarla grazie ai propri poteri. La nebbia che li divide, però, sarà costretta a dissolversi per mettere così a conoscenza entrambi i regni dei profondi segreti che una volta li univano e a causa dei quali sono stati costretti a separarsi...dimenticando uno dell'esistenza dell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Fratelli di Hans, Hans, Kristoff
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 10
DENTRO LA NEBBIA

 
Il popolo dei Northuldri viveva le proprie giornate intensamente, traendo beneficio dai doni della natura. L’aspetto migliore del loro stile di vita era la condivisione di beni, avventure, calore ed esperienze in modo da sentirsi tutti appartenenti a un’unica grande famiglia.

La sera, terminate le attività giornaliere, i Northuldri si radunavano intorno a immensi falò per scambiarsi due parole confortanti e bere infusi interamente preparati da loro.

“Belle fanciulle, io parto” esclama il biondo Kristoff preparando la propria slitta trainata dalla fedele renna Sven.

“Esci dalla nebbia?! Di nuovo?!” chiede Honeymaren preoccupata per quella visita esterna che ogni tanto l’amico doveva svolgere.

“Non dovete avere così tanta paura del mondo che c’è lì fuori! Non tutte le persone sono contrarie alla magia e alla comunione tra le popolazioni!” si lamenta Kristoff, aprendo le braccia con tranquillità.

“La prudenza non è mai troppa…” si inserisce Jelena, giunta sul posto per salutare colui che equipara a un figlio.

“Tu ed Elsa lo dovreste sapere bene. Entrambi avete dovuto lasciare le vostre famiglie per colpa della discordia umana e da piccoli avete anche rischiato la vita” spiega ancora l’anziana con tono austero.

“Ma… il bambino con cui avevamo giocato non era cattivo” si aggiunge Elsa intimidita dalla situazione.

“Quel bambino è ora diventato un sovrano che, come tutti i suoi simili, non conosce l’esistenza della magia e probabilmente non ne tollera la parola! Le persone, Elsa, possono anche essere buone, ma se la cultura in cui sono immerse le porta a giudicare nociva una tal cosa, risulterà loro impossibile discernere il bene dal male” conclude Jelena per poi posare una mano sulla spalla di Kristoff e augurargli buon viaggio.

Il giovane attraversa la nebbia titubante, abbassando lo sguardo e ripensando al proprio doloroso passato.

Molti anni prima…

“Mamma! Guarda che bella stalattite!” esclama un bambino di circa 6 anni, indicando una meravigliosa scultura di ghiaccio naturale che pendeva dal tetto della propria casa.

“Veramente stupenda! Sarebbe bello riuscire a conservare il ghiaccio per sempre vero? Senza sciogliersi!” risponde una donna dalla chioma castana legata in una fascia, appoggiando una mano sulla spalla del figlio.

“Ma io da grande ci riuscirò mamma! Andrò a tagliare il ghiaccio come papà e troverò un modo per crearti la statua ghiacciata più bella del mondo!” continua il piccoletto, aprendo le braccia ed enfatizzando con la voce il proprio importante desiderio.

“Sei molto dolce mio piccolo Kristoff. Ora vieni dentro, fa freddo e la minestra è quasi pronta” comunica la donna dai profondi occhi castani, arruffando i capelli del bambino che si appresta a seguirla con il sorriso sulle labbra.

La cena dei due trascorre piacevolmente all’interno del casolare. La famiglia di Kristoff, ordinaria e semplice, era particolarmente povera ma riusciva a trarre vantaggio da tutto ciò che la terra e il duro lavoro offriva loro. La casa, costruita in legno, aveva un piccolo soppalco dove Kristoff e suo fratello maggiore Olsen si coricavano.

“Perché ci mettono tanto a tornare dal lavoro?” chiede il piccolo biondino, pulendosi la bocca dal residuo di verdura.

La madre, però, si limita a non rispondere e, intimorita, tende l’orecchio verso l’esterno dove avverte l’arrivo di un passo pesante e trascinato.

Mylena, questo il dolce nome della fanciulla, abbandona velocemente la propria scodella sul tavolo, la quale comincia a roteare come una trottola facendo strabordare il brodo che si riversa disordinatamente sulla sedia.

“Kiros! Che cosa ti è successo?!” esclama la donna spaventata, aprendo la porta e correndo incontro a suo marito zoppicante.

L’uomo, umile venditore di ghiaccio, preme la mano sulla gamba destra inerme e abbandonata dal resto del corpo, lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue.

“Che cosa è successo?! Dov’è Olsen?!” domanda allora la donna terrorizzata, guardandosi intorno nella speranza di veder comparire il figlio maggiore di tredici anni.

“L’hanno preso…” riesce a biascicare l’uomo, singhiozzando per il dolore provocato dalla ferita alla gamba e, soprattutto, da quella nel cuore per aver assistito all’allontanamento del primogenito.

“Come l’hanno preso?! Chi?!” chiede Mylena scuotendo il marito per non farlo addormentare, distrutta dall’idea di non avere lì il piccolo Olsen.

“Le guardie in protesta! Hanno intensificato i controlli sulla magia! Pensano che Olsen abbia dei poteri e me l’hanno strappato dalle braccia mentre tagliavamo il ghiaccio!” descrive il genitore, lasciando scorrere alcune lacrime mentre cerca di gestire il respiro per continuare il discorso.

“Ho fatto di tutto per impedirlo, addirittura scagliare dei pezzi di ghiaccio per fermare i loro cavalli, ma ho finito solo per guadagnarmi una pugnalata alla gamba”

“Non possono averlo preso! Non possono! Cosa dicono i sovrani di Arendelle?! Non è possibile che lascino tutto così!” si lamenta la donna, cercando appiglio sui dolci sovrani che ha sempre rispettato.

“Loro non possono fare niente Mylena! Presto scopriranno anche della principessa e la strapperanno via proprio come hanno fatto con Olsen! I nostri sovrani non possono opporsi al regime legislativo dei secoli addietro!” ribadisce il marito appoggiandosi alla spalla della moglie e cercando di rialzarsi.

“Non puoi muoverti in queste condizioni! Dove credi di andare?!” lo blocca immediatamente la moglie, trovandosi però di fronte opposizione.

“Non hai capito Mylena?! Stanno venendo a cercare tutti! Dobbiamo chiedere aiuto ai trolls e portare via Kristoff o rischieremo di perdere anche lui!” urla Kiros, affondando le unghie nel mantello di lana della moglie e guardandola intensamente negli occhi, desideroso di convincerla a dargli ascolto.

Impossibile tenere nascosto la faccenda al piccolo Kristoff che, come qualsiasi bambino incuriosito, osserva la scena ansimante dalla finestra. Il respiro affannato e caldo appanna il vetro della finestra e le sue mani sudano a contatto con il materiale ghiacciato. Kristoff comprende di non avere altra scelta e, facendosi improvvisamente coraggioso, indossa un berretto e una giaccia correndo ad aprire la stalla dove dormivano beatamente le loro quattro renne: Blitz, Dasher, Frozen e il nuovo arrivato Sven.

“Bravissimo tesoro, aiutiamo papà a salire sulla slitta” comunica la madre, invitando Kristoff a trascinare il padre sull’affezionato mezzo.

“Kristoff, prendi il piccolo Sven e tienilo abbracciato a te. Te lo regalo e dovrà essere il tuo migliore amico capito?!” esordisce l’uomo facendo segno al bambino di correre a prendere la nuova renna. Kiros, infatti, aveva già compreso che quello sarebbe stato l’ultimo incontro con suo figlio, motivo per cui voleva donargli il tesoro più prezioso della loro povera famiglia.

Il viaggio gestito dalle veloci renne consente alla famiglia di arrivare velocemente alla collina dei Trolls dove, già esperti del luogo e della magia, bussano tre volte su una roccia sentendo poi il terreno tremare.

“Vi prego, diteci che cosa sta accadendo e che cosa dobbiamo fare!” dice disperata Mylena, inginocchiandosi a Granpapà implorando aiuto.

“Mia cara, io so che voi credete nella magia, motivo per cui riuscite a vederci e siete a conoscenza della nostra presenza e solo questo è un motivo forte che vi mette in pericolo. Presto ci sarà una vera e propria guerra. In questi anni gli antichi governanti hanno aumentato le restrizioni sulla magia, arrivando a creare una vera e propria persecuzione. Il vostro Olsen è stato preso in quanto, probabilmente, portatore di qualche dote magica che voi non conoscete e pure Kristoff potrebbe celarne in sé. Ci occuperemo di lui con ogni premura, sperando di potervelo riportare un giorno” spiega il capo dei Trolls, invitando il bambino e la piccola renna a farsi avanti.

“Mamma…” sussurra Kristoff con le lacrime agli occhi, avvicinandosi alla donna che non esita a stringerlo tra le proprie braccia.

“Devi essere forte Kristoff, questo non è un addio! Un giorno ci rivedremo te lo prometto! Guarda il piccolo Sven, ricordati ciò che ti ho detto: se tu ti prenderai cura di lui, vedrai che riceverai lo stesso!” si aggiunge il padre ottenendo la propria parte di abbraccio.

“Posso darvi queste due pozioni. Una farà migliorare la tua ferita alla gamba e l’altra è volta ad attenuare il dolore che state provando per questa separazione” conclude poi Granpapà, consegnando due fialette ai forestieri che si allontanano ringraziando infinitamente.

Kristoff trascorre ancora due anni in compagnia dei trolls finché, una sera, non assiste da lontano a un incontro tra Granpapà e i sovrani di Arendelle che, disperati, sembrano dire addio alla figlia addormentata. La vista della scena apre in Kristoff una profonda ferita che era riuscito a rimuovere in due anni. Vedeva sé nella sua coetanea Elsa che, addormentata, non avrebbe più rivisto i genitori al proprio risveglio.

“Kristoff!” esclama Granpapà una volta salutata la famiglia, affidata alle cure di Jelena, vedendosi comparire il bambino dai cespugli adiacenti.

“Dove portano la bambina?” chiede subito lui curioso, non capendo la situazione.

“In un posto magico, oltre la nebbia che divide il mondo senza magia dai Northuldri” spiega Granpapà guardandosi intorno preoccupato, facendo segno al bambino di accelerare il passo per tornare alla collina.

“Anche io voglio andarci!” si blocca subito Kristoff, fischiando e invitando Sven ad avvicinarsi a lui.

“Perché ci vorresti andare?” chiede pensieroso il troll, consapevole di avere di fronte, però, una nuova opportunità per il bambino.

“Perché anche io ho sofferto tanto come quella bambina e voglio aiutarla a non avere paura! Voglio starle vicina e diventare suo amico!” motiva animatamente il giovanotto che colpisce profondamente l’essere di pietra.

“Caro Kristoff, devi sapere che in quel luogo possono accedere solo i Northuldri… ma anche tutte le persone pure di cuore proprio come te. Possiedi dentro di te un amore grande piccolo ometto e sono sicuro che là potrai trovare la tua vera dimensione. Accolgo piacevolmente la tua richiesta Kristoff… ti accompagno dai Northuldri” conclude Granpapà, porgendo la manina al bambino che non esita ad accettarla.

Da quel giorno Kristoff diventò un vero e proprio Northuldro, seppur inconsapevole, grazie a una pozione di Granpapà, di avere come migliore amica Elsa: la futura regina di Arendelle.

Presente…

“Mammina?” sussurra Leila tremante, intenta a camminare nel bosco da molto tempo.

“Tieni duro piccola, sono sicura che presto troveremo un posto dove fermarci” risponde Anna facendosi luce con una fiaccola, per poi chinarsi sulla bambina donandole uno scialle viola con cui coprirsi ulteriormente.

“Lo scialle della nonna?” domanda la piccina avvolgendosi nel morbido tessuto.

“Sì, vedrai che con quello ti sentirai meglio. A me ha sempre aiutato” le sorride Anna celando la propria paura e il senso di colpa che la stava divorando.

A causa della sua pazza idea di fuga ora stava facendo morire di freddo la figlia, in mezzo ad un bosco nel pieno della notte. Che cosa le era passato in mente?

Anna pensava di tornare indietro, di arrendersi e confidare la sua motivazione a Hans, per poi continuare imperterrita la ricerca della strada giusta che la potesse portare da Einar, per poi gettare la spugna avvertendo la tensione e la stanchezza farsi strada in lei.

La giovane era preda di tutte quelle contraddizioni quando, improvvisamente, vede una slitta illuminata avvicinarsi a loro. Kristoff, infatti, trovandosi sullo stesso tragitto intenzionato a raggiungere il regno, si imbatte nelle due figure inesperte convinto di dover aiutare.

“Vi siete perse? Cosa fate nel cuore della foresta a quest’ora?!” chiede lui in tono di rimprovero, trovandosi di fronte una fanciulla dai profondi occhi azzurri che stringeva la mano di una bimba piccolina che batteva i denti dal freddo.

“Cercavamo un posto in cui fermarci, ma non sappiamo dove andare” spiega Anna titubante di fronte allo sconosciuto muscoloso dai capelli biondi e il buffo berretto grigio.

“Tu esci nella notte con una bambina così piccola senza una meta? Che cosa ti è saltato in mente, lo sai che temperature si raggiungono qui?! Vieni piccina… ti scaldo io” invita Kristoff con tono di rimprovero nei confronti di quella che gli pare, all’apparenza, una giovane madre sbadata e incosciente.

“Forse la regina ha una buona motivazione per farlo non credi?!” si altera subito Anna, cercando di frenare la bambina che, però, rimane subito colpita dalla renna che le offre riparo con la propria calda pelliccia.

“La regina? Voi siete Anna?! Vostra maestà che cosa succede?!” chiede allora Kristoff vergognandosi del proprio tono sgarbato, ma realmente preoccupato per la sorte di quella coppia.

“Sto cercando mio figlio… lo stanno addestrando in uno specifico campo, ma lui non è sereno e me lo hanno strappato via senza farmelo salutare” si confida subito Anna, cercando di nascondere le lacrime che provano a sgorgarle dagli occhi.

Al sentire quelle parole il cuore di Kristoff ha un sussulto. Nella sua mente ritornano i ricordi relativi al proprio abbandono e a quello di Elsa e un profondo sentimento di empatia si fa vivo in lui.

L’uomo è così intenzionato ad accompagnare le due alla locanda di Oaken quando un particolare di Leila sembra bloccarlo.

“Dove… dove avete preso quello scialle?” chiede subito Kristoff, indicando l’indumento viola della piccina.

“Era di mia madre perché?” risponde dubbiosa Anna, non capendo il motivo di tale richiesta.

“Ma, è uno scialle dei Northuldri!” esclama Kristoff portandosi le mani tra i capelli.

“Northul…cosa?” ribatte Leila confusa storcendo la bocca.

“Per caso…” inizia a proporre Kristoff, consapevole di essere di fronte a una violazione della regola, ma pur sempre mosso da una strana sensazione che lo spinge a conoscere meglio le due forestiere.

“Per caso, vedete quella nebbia?” si espone allora lui, sapendo che, dopo l’arrivo di lui ed Elsa dai Northuldri, i troll avevano fatto sparire il muro di nebbia. Il possente ostacolo, infatti, poteva essere visto solo dai discendenti dei Northuldri, motivo per cui Kristoff prova ad esporsi in tale senso.

“Sì, infatti stavo per chiederti che cosa fosse… non ho mai visto nulla del genere. Leila la vedi anche tu?” chiede Anna, confusa da quei quesiti così banali e in parte intimorita dalla coltre atmosferica.

“Sì, è tantissima” fa cenno la piccolina muovendo la testa su e giù.

Kristoff deglutisce profondamente, confuso nel trovarsi di fronte la sovrana di Arendelle misteriosamente imparentata con una generazione di Northuldri. Sa bene di aver già infranto una regola, ma l’attrazione verso le due non può fare altro che alimentare in lui il desiderio di conoscerle meglio. Per questo motivo, dopo aver preso un profondo respiro ed essersi sistemato il berretto,

Kristoff comunica:

“Vi offro io alloggio stanotte…andiamo dentro la nebbia”
  
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