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Autore: EcateC    15/11/2021    2 recensioni
[Cruella (Live Action)]
[Cruella (Live Action)] Se siete curiosi di sapere cosa è successo dopo che Cruella ha ereditato la villa della Baronessa, allora accomodatevi pure e vestitevi bene, perché sarà proprio lei a raccontarcelo.
(accenni Cruella/Jasper)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Credo sinceramente di essere nata sotto una buona stella. Avrei forse trovato l’ultima sigaretta della Baronessa, se non fosse stato così?

Fumo e mi pare di respirare per la prima volta. È notte inoltrata, ma dopo che hai ereditato un patrimonio miliardario il tempo diventa davvero una banale sequela di numeri. Sono ricca, che altro mi importa? 

Scendo le scale con la sigaretta da una parte e una caraffa di whiskey (whiskey?) dall’altra. Fingo di essere sotto i riflettori e saluto tutta la platea della mia immaginazione. Forse ho bevuto troppo ma come si può scendere scale del genere senza sentirsi una diva? Oh, quante sfilate favolose darò in questa umida magione!

Ho in mente giusto un paio di cose da rifare, rifinire e ritoccare.

L’unica cosa che non cambierei sono i tre dalmata della Baronessa. Hanno un mantello davvero invidiabile. È sprecato su di loro, non trovate?

“Gengi!” esclamo al cane “Con un vestito del genere dovresti stare attenta a dove ti siedi, tesoro!”

Lei guaisce con uno sbadiglio e a me viene da ridere.

 



 

Nei vestiti degli altri stilisti c'è sempre qualcosa che non va, fateci caso. O sono pedestri, banali al limite della mediocrità, o si sforzano di essere estrosi ma senza ottenere risultati credibili. Emerge solo l’affanno, la tensione tra ciò che avrebbero voluto rappresentare e ciò che rappresentano realmente, ovvero il nulla. 

“Oh, so di chi stai parlando, amore” mi risponde Artie “Cosa diavolo è successo a Prada, ultimamente?”

“Sì, cosa è successo a Prada, eh, Horace?”

“Oh, lascia stare, Jasper! Non ci dormo alla notte!”

La linea tra simpatia e stupidità è così sottile! Mi ricorda tanto quella che demarca l’estrosità dalla ridicolaggine. Mi riferisco a quell’eccentricità forzata che rasenta il cattivo gusto, quell’eccesso che vuole stupire ma che riesce soltanto a risultare inopportuno. È questo che dobbiamo assolutamente evitare. Ma come? Che dilemma.

“Jasper, caro, cos’è quel maglione infeltrito?”

Il mio Jasper sembra cogliere ogni provocazione come se fosse un complimento. Io lo adoro.

“Cosa c’è che non va nel mio maglione, Estella?” mi domanda con un sorriso.

“Perfino Gengi è più elegante di te.”

Fin troppo elegante, oserei dire. 

Mi provoca, sapete?

 

 

 

Vorrei sottolineare che tutto questo successo me lo sono guadagnato io con la mia penna.

Il mio capo di punta è finito nella copertina di Vogue. Io sono finita nella copertina di Vogue. I giornalisti vivono accalcati sotto la mia porta e io cosa ottengo in cambio? Rumore. Tanto, tanto rumore. Abbiamo dovuto chiudere Gengi e gli altri due macchiati in soffitta perché abbaiavano continuamente.

Come posso creare, disegnare, dare impulso alla prima rivoluzione della moda se non riesco nemmeno a fumare una sigaretta in pace? Li sento, sento i loro guaiti che mi trapano il cervello.

“Jasper!”

Oh, la mia povera gola.

“Dovresti smettere di fumare così tanto, Estella” mi raggiunge presto. Ha sempre un abbigliamento così casual, dovreste vederlo. Anzi no, meglio che non lo guardiate, non sono così perfida.

“Jasper, tesoro, la mia testa non ragiona con tutto questo baccano.”

Lui ride delle mie disgrazie “Andiamo, hai disegnato in condizioni ben peggiori.”

“Non si vive qui, non riusciamo a lavorare” mi aiuta Artie, per fortuna che c’è lui.

“Cosa dovrei fare, quindi?”

E me lo chiede. Gli punto contro la sigaretta.

“Prendi quei tre cani e falli subito tacere” gli ordino e lui mi guarda, mi guarda dritto negli occhi. Poi se ne va.

 

 

 

Nella mia Mason si cucirà la bellezza, si arriverà finalmente a dare concretezza a ideali che nessuna griffe è mai riuscita a raggiungere. Si plasmeranno le ambizioni delle donne e si porterà la moda a un livello superiore.

Croutons?” 

Jasper mi ha appena porto un vassoio. Dolcetti che ha comprato sul far dell’alba… Che pensiero carino, lui è tanto carino. Se non fosse innamorato di me, avrei potuto anche dirglielo.

“No, grazie” declino gentilmente, sistemandomi gli occhiali da sole sul naso “Oggi solo aria per me” e tiro una bella boccata di fumo.

“Ne prendo uno io!” interviene Horace con la bocca piena di cereali. Si sporge con la manona e ne prende tre insieme. Desolante.

“Dai, Estella. Non essere ridicola” insiste Jasper “Prendine uno.”

“La tua Estella è morta, Jasper” gli ricordo, certe ovvietà vengono dimenticate troppo in fretta. 

“Non è mai stata mia…” sibila piano, tra i denti, ma io lo sento perfettamente. 

Povero caro.


 

 

Artie mi ha regalato un bocchino per le sigarette, di resina, rosso, molto lungo e sottile. Lo adoro. Quando ci sono i fotografi e i giornalisti è un tocco immancabile come il visone in inverno. Il fatto di essere tornata in vita e di aver ereditato tutta la fortuna della Baronessa mi ha reso ancora più famosa. Mi intervistano ormai tutti i giorni, a stento ho tempo per le mie creazioni.

“Come si chiamano i suoi cani, signorina De Vil?”

“Gengi, Tulle ed Elleboro” rispondo loro con fare teatrale. Sono una diva, d’altronde.

“E allora il soprabito che ha indossato la sera del concerto?” mi domanda un altro giornalista “Non era di vera pelliccia di dalmata, quindi?”

Io rido, divertita. 

“Signori, ma che idea balzana!” rispondo loro, con gli occhi accecati dai flash “Conoscete forse qualcuno abbastanza perfido e folle da poter fare una cosa simile?”

E mentre lo dico, un sorriso spontaneo mi stira le labbra.

Io sì.

 

 

Fumo e disegno abiti giorno e notte, ormai. I modelli sono tanti ma i colori, che esigo e prediligo, sono solo tre: nero, rosso e bianco. Gli altri vanno bene solo se avete meno di dieci anni. Blu e marroni lasciateli a chi ha una coda frontale, il grigio solo se siete indecise.

Non abbiate timore di distinguervi, guardate me, sono favolosa proprio perché mi distinguo.

Anche Artie è favoloso perché si distingue. Non per niente è diventato la mia seconda penna, l’ho posto a capo dell’ufficio stile… Beh, capo per modo dire. Solo Cruella De Vil impartisce ordini nella Maison De Vil, e prova anche un certo gusto nel farlo. Il mondo finalmente ha iniziato a girare dalla parte giusta. 

“Sei cambiata.”

Il tono di Jasper è sempre così melodrammatico. Mi dà noia.

“Non ti riconosco più, Estella. Non sei più tu.”

Avete mai accarezzato un dalmata? Provateci. La loro pelliccia è fina e lucida come velluto.

“Mi stavi a cuore prima di diventare così” 

“Se la mia gloria ti infastidisce così tanto, tesoro” gli rispondo, togliendomi la sigaretta di bocca “Quella è la porta. Nessuno ti obbliga a restare.”

Lui mi guarda dritto negli occhi e io sento qualcosa di fastidioso, come se il suo risentimento mi avesse fatto una puntura.

“No, infatti. Addio, Estella.”

Figuriamoci. Non se ne andrà sul serio. Ladri come lui non rinunciano tanto facilmente a vitto e alloggio gratis… e che alloggio, consentitemi. Hall Hell, la mia tenuta baronesca è forse la più bella di tutta l’Inghilterra.
 

Che storia triste, Jasper se ne è andato sul serio.

Potrei dire che mi manca, ma non è così.

Sono ricca, che altro mi occorre?

Una pelliccia di dalmata, Cruella! Mi suggerisce la mia voce da bambina che sento nella testa.

Che dite? Forse ha ragione.

 

 

 

“Non puoi avere a cuore nessun altro, chiunque altro è un ostacolo. Hai a cuore un ostacolo? Sei morta.”

Questo è stato l’unico insegnamento che mi ha lasciato la mia cara madre.

Oggi io l’ho tramandato a Gengi.

Dopotutto vi avevo pure promesso che c’erano tante cose brutte in arrivo. Le persone favolose sono sempre quelle più tormentate, è il prezzo da pagare dell’essere straordinari. Quanti pianti ho versato nella penombra di questo ricco e gelido baldacchino.

Ma è stato proprio durante quella sera che io l’ho creata.

L’ho creata, la carta è macchiata di lacrime e di whiskey, ma io le ho dato vita, il mio cuore bianco e nero ha danzato insieme alla mia penna. 

L’ho creata lunga fino alle caviglie, spessa, lucidissima, a macchie, perfetta. L’ho creata e poi sono morta perché, io lo ammetto, ho a cuore un ostacolo.

 


 

Volete sapere un fatto curioso? Davvero, davvero curioso? Roger e Anita Darling si sono fidanzati! Non è meraviglioso? No, in effetti non lo è.

Ma Perdita, la cagnolina che abbiamo regalato ad Anita, è incinta! E il padre è Pongo, il cane che abbiamo regalato a Roger…

Cuccioli! 

Questo è meraviglioso.

 

 

Quella puntura, quella sensazione fastidiosa, mi punge ancora. Forse non bevo abbastanza whiskey (whiskey?) per mantenermi lucida.

 

 

Ho un’idea.

 

 

Gengi, Tulle ed Elleboro non mi danno pace con le loro pellicce.

“Siete tre egoisti!” ho gridato loro, la sigaretta mi è caduta di bocca. Gengi mi ha guardato e per Giove, anche lei è un ostacolo.

 


 

Non dormo più, ho bisogno di un ladro. Uno bravo, esperto, fidato.

Uno in particolare.

Ho bisogno di Jasper.

È così buffa la vita, darei il mio intero armadio per avere anche solo uno dei suoi maglioni infeltriti.

So dove trovarlo, mi sono trascinata fin nei quartieri bassi di Londra per cercarlo. Ho camminato a passo svelto, i miei tacchi sdegnati sbattevano sui ciottoli. Avevo indosso una grossa giacca, in testa la parrucca vermiglia di Estella. Lui ama Estella.

Sono andata nel nostro vecchio, strampalato rifugio. Non quello che è andato a fuoco, quello della nostra infanzia, capite?

Non mi sono gettata sul materasso perché ho pur sempre delle Loboutin nei piedi. Infatti ho lanciato direttamente quelle.

Lui è giunto pochi istanti dopo, proprio sotto il buco del tetto dove sono affacciata. La luce lunare lo fa sembrare vestito d’argento. Avrei voluto un blocco per disegnarlo.

“Perso le scarpe?” mi domanda col suo tono ironico.

“Puoi rivenderle, se vuoi. Valgono più di questa intera palazzina.”

Lui mi sorride, sembra un arcobaleno in mezzo a tutto questo grigiore. Non è vero che io odio i colori: li odio sui vestiti, non sulle persone.

“Ho bisogno di te.”

“Per che cosa?” mi chiede, ha le mie scarpe in mano. Ha anche il mio cuore in mano.

“Devi rubarmi dei cuccioli.” 

Che frase strana da dire ad alta voce. Anche Jasper è stranito.

“Rubare dei cuccioli?” ripete infatti, le sue sopracciglia si stringono sotto il berretto “Perché?"

Cosa faccio, glielo dico oppure no?

“Intanto che ci pensi, perché non scendi e ci beviamo qualcosa?”

 

Sì, che idea favolosa.




 

 


Note

Ho adorato questo film e ho adorato lei da morire, almeno una storia da parte mia se la meritava tutta. Per come la penso io, la Cruella del live-action non potrebbe mai davvero uccidere dei cuccioli, lo stesso vale per Jasper. Per questo ho ritenuto opportuno inserirla in una sezione diversa dalla "Carica dei 101", perché appunto con quel cartone c'entra ma fino a un certo punto.
Se non fosse chiaro, quando Cruella dice "l'ho creata", si riferiva alla famigerata pelliccia di dalmata, che ha disegnato in un momento di grande depressione. Può dire quello che vuole, ma quando rivede Jasper è felice e non sente più bisogno di fare cose "folli" (chiamiamole così) come anestetico per il dolore.

Spero che questa storia vi sia piaciuta,

A presto!

   
 
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