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Autore: LadyNorin    21/11/2021    2 recensioni
Quando Sherlock e John quella mattina fecero ritorno al 221B di Baker Street, e Sherlock abbassò la maniglia per entrare, quasi rischiò un colpo, trovandosi subito oltre la soglia, la signora Hudons, che a quanto pareva doveva averli sentiti arrivare e aveva ben pensato di intercettarli prima ancora che salissero le scale.
Il buon dottore, dopo aver visto l’amico sussultare, si era spaventato a sua volta.
Un misterioso cliente, proveniente dal passato di John, è arrivato a Baker Sreet, pronto a portare scompiglio nella vita dei due uomini.
[Questa storia non ha un ambientazione specifica, ma si svolge dopo la seconda stagione.]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Parte prima:




***



Quando Sherlock e John infilarono la chiave nella serratura della porta di casa, al 221B di Baker Street, e Sherlock abbassò la maniglia per entrare, quasi rischiò un colpo, trovandosi subito oltre la soglia, la signora Hudons, che a quanto pareva doveva averli sentiti arrivare e aveva ben pensato di intercettarli prima ancora che salissero le scale.
Il buon dottore, dopo aver visto l’amico sussultare, si era spaventato a sua volta.
«Sherlock? Che ti prende?» cercò di infilarsi tra lo spazio ristretto dello stipite e del suo imponente amico, che gli impediva la visuale e quindi di capire la situazione e agire di conseguenza, ma ci trovò appunto, solo la signora Hudson, con un'espressione allarmata in volto.
«Signora Hudson?»
«Oh ragazzi per fortuna che siete tornati.» prese i due uomini per le maniche dei loro cappotti e quasi gli tirò nell’ingresso a forza, assicurandosi di chiudere bene la porta dopo che furono entrati.
«Che cosa le prende?» il dottore era sempre più preoccupato, vedendo la donna così agitata. Era un comportamento sospetto e così poco da lei.
«Signora Hudson?» questa volta era stato Sherlock a parlare, e anche dal suo tono il dottore aveva capito che nemmeno l’intelligente consulente, aveva la più pallida idea di che diavolo stesse succedendo.
«C’è qualcuno di sopra, vi sta aspettando da almeno un ora.»
«Un cliente? E cosa c’è di così strano?» domandò Sherlock.
La signora Hudson puntò il suo sguardo su John, che si sentì come quando a scuola combinava qualcosa e la maestra lo umiliava davanti a tutta la classe, come punizione.
«Che-che-c’è… Perché mi sta guardando in quel modo?»
«Sta cercando te John.»
«Me? Chi! Chi c’è di sopra signora Hudson?»
Anche Sherlock sembrava molto sorpreso che qualcuno cercasse espressamente John, e non lui. La cosa un po' lo ingelosiva.
Chi poteva preferire John, a lui? Il super Detective?


Quando John Watson si era svegliato quella mattina, credeva che sarebbe stato un giorno come un altro. Aveva un caso da risolvere con il suo amico, coinquilino e partner di indagini, Sherlock Holmes. Un caso su cui stavano indagando già da più di una settimana.
Un uomo era stato ucciso. Ovviamente. La particolarità di quel caso era che la vittima fosse morta cadendo da una grande altezza, e lo avevano ritrovato in una vecchia barca senza remi o motore, a qualche chilometro dalla costa.
Ora, di come un uomo che era morto per una caduta da una forte altezza, fosse finito in una barca in mezzo al mare, rimaneva un enigma. Enigma che aveva tenuto impegnata la mente di Sherlock per tutto quel tempo. Soprattutto perché all’inizio non avevano alcun indizio, non sapevano chi fosse il morto, da dove provenisse, dove si trovasse la scena principale del crimine, e nemmeno di chi fosse la barca su cui era stata trovata la vittima, che era stata rinvenuta da alcuni pescatori, a faccia in giù, e senza alcun documento.
Per fortuna il corpo era in giro da poco, e le foto del volto, pubblicato dalla polizia locale, furono utili a trovare la piccola cittadina di origine.
Da lì in poi il resto venne da sé, soprattutto dopo aver scoperto che la barca proveniva da un faro, e che il corpo senza vita, fosse stato messo lì, dopo che da vivo, l’assassino, aveva buttato giù la vittima dalla cima del suddetto faro. Un gran brutto volo per una storia con un triste finale, perché era venuto fuori che la vittima non era così tanto una vittima e che l’assassino era solo una povera donna che si era difesa da un marito violento.

Quindi ora l’unica cosa che voleva John, era fare una lunga doccia calda e stendersi sul suo comodo letto, dove dormire per almeno due giorni di fila, non un altro maledetto caso. E soprattutto non capiva chi potesse cercarlo. Pensò a qualche vecchio commilitone che era venuto a sapere del suo nuovo lavoro.
«Oh no no, è una donna.» la voce della signora Hudson che parlava in tono frenetico lo ridestò da quel flusso di pensieri.
«Come ha detto prego?» domandò John, sicuro di aver capito male.
«Che è una donna.»
Il consulente al suo fianco gli lanciò una strana occhiata.
«Una donna? Io non conosco nessuna donna…» anche la signora Hudson lo guardò con un espressione dubbiosa.
«Che c’è? E’ vero! E poi scusi non le ha detto chi è?»
La signora Hudson scosse la testa.
«No, solo che doveva parlare assolutamente con te. Sembrava conoscerti molto bene.»
«Uhm… E non è che magari ha notato se fosse armata?»
La faccia della signora Hudson si riempì di indignazione.
«Per chi mi avete preso un poliziotto! Non mi metto a perquisire le persone!»
«Ma no, non intendevo in quel senso. Però se uno si porta una pistola si nota. Di solito.»
«No, niente armi, è solo una donna.»
«Perché una donna che dice di conoscerti dovrebbe venire a cercarti armata?»
A John non era sfuggito il tono divertito con cui Sherlock aveva detto quelle parole.
«E io che ne so!»
«Allora andiamo a vedere di chi si tratta.» Sherlock sembrò sottolineare l’ovvio.
John sospirò.
«Sì andiamo, è stupido stare qui a fare congetture. Però prima vai tu.»
«Nell’esercito non insegnano ad essere coraggiosi?»
John lanciò un'occhiataccia a Sherlock, che stava sorridendo sornione. Lo odiava quando faceva così, però aveva già preso le scale, così non gli restò che seguirlo.
«Io resto qui, urlate se devo chiamare la polizia.» la saggia signora Hudson.


Le scale scricchiolavano ad ogni passo, facendo crescere l’ansia di John. Arrivarono in cima. Ovviamente la porta dell’appartamento non era chiusa a chiave, così a Sherlock bastò abbassare la maniglia. John era dietro e non poteva vedere nulla, dal momento che la schiena del consulente gli copriva del tutto la visuale. Forse non era stata una grande idea mandare avanti lui.
«Buona sera.» sentì il tono pacato di Sherlock, che salutava chiunque fosse presente nel loro appartamento, ma non sentì la risposta.
Quando finalmente Sherlock fu entrato per levare sciarpa e cappotto, anche John entrò.
Effettivamente c’era una donna seduta su una delle poltrone, dava loro le spalle e poteva vedere solo che aveva i capelli biondo cenere con un taglio a caschetto che non andava più di moda da almeno gli anni novanta. In quel momento lei si alzò in piedi e si voltò verso i due uomini.
Aveva un gran sorriso e le braccia spalancate, e John credette che sotto i propri piedi si fosse aperta una voragine in cui era certo stava precipitando, o almeno ci sperava.




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Note d’autrice:

Vi sono mancata eh? (Si detto come lo direbbe Moriarty).
Questa sarà una follia che ha partorito la mia mente. Io ve l’ho detto, poi non dite che non vi ho avvisati. E’ una storia divisa in parti, tipo prima, seconda, terza ecc...
Non si colloca in nessun periodo specifico, solo dopo la seconda stagione.

Ok visto che tanto non so mai cosa scrivere, mi raccomando recensite <3 e ci si scrive presto con la seconda parte!

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