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Autore: BellaLuna    22/11/2021    5 recensioni
[Goku e Vegeta Road to Friendship. Accenni Vegeta/Bulma.]
Ci sono eroi e ci sono mostri, insegnano ai bambini terrestri.
Quando arriva sul pianeta blu, Goku non è niente, nessuno, se non lo scarto di cui una razza di mercenari alieni ha voluto disfarsi.
Vegeta, al contrario, veste già i panni di un lupo al comando di un Imperatore del male.
La Terra e i suoi abitanti, però, faranno di loro qualcos'altro.
[Questa storia partecipa alla Challenge "Questioni di voci e stile" indetta da Rosmary sul Forum Writing Games - Ferisce più la penna.]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Saiyan - No monsters. No heroes.
 


§



Goku

 
This one’s for the lonely,
The one is seek and found.
Only to be left down,
Time after time.

 
 
Ci sono eroi e ci sono mostri.
Quand’eri un cucciolo sperduto fra i Monti Paoz, la differenza fra queste due entità ti era sempre sembrata inequivocabile.
Eppure, già a quei tempi, guardandoti dentro avresti dovuto sapere che non era così: che non esiste alcun confine netto, alcuna demarcazione precisa. Che la linea può sbavare, curvare, perfino ritorcersi su stessa.
Cresciuto in mezzo al nulla delle tue montagne, protetto da un segreto terribile, non eri nient’altro se non un elemento fuori posto.
Una spedizione finita male, lo scarto che qualcuno aveva mandato via.
A ripensarci dopo tutti questi anni, ti viene quasi da ridere.
Sei arrivato sulla Terra che eri niente, e i terrestri invece t’hanno innalzato a loro eroe.
In verità, sai di non meritarlo. Sai che tutto quello che hai fatto non è stato che viaggiare seguendo i sogni di qualcun altro: quelli di tuo nonno, quelli di Bulma. Non eri niente, prima di loro.
E tutto ciò che hai fatto dopo, non l’hai fatto seguendo l’indole dell’eroe innato che sei, ma perché una bestia dentro di te desiderava emergere, desiderava sempre un nuovo scontro, un nuovo avversario, una nuova eccitante avventura.
Sei maturato grazie all’ammirazione e all’affetto dei tuoi amici. Ne hai assorbito gli effetti fino a quando un giorno ti sei finalmente sentito reale, un terrestre, e non più un orfano senza passato, che non sa nemmeno di cosa debba provare nostalgia.

“Sei mio fratello, un saiyan.”

Quando le pronuncia, le parole di Radish ti fanno male, scavano e riportano alla luce cose che avresti preferito rimanessero per sempre sopite – come la bestia che sei, e che in fondo hai sempre saputo d’essere.
Fanno ancora più male quando Gohan ti si stringe addosso.
Perché cos’è tuo figlio se nemmeno tu sai più chi sei?

“Noi saiyan eravamo soliti dividere la nostra prole fra scarti e guerrieri elitari. Ormai l’avrai capito, Kakarot: tu appartenevi alla terza classe. Non eri che immondizia, per noi.”
“Non mi chiamo Kakarot. Io sono Goku. E sono un terrestre.”

Dirlo a Vegeta è facile, quella prima volta.
Sbatterlo giù dalla sua torre d’arroganza è facile, un po' meno scontrarsi con il demone che vi dimora dentro.

 
“Ecco chi sei.”

È questa la tua verità inequivocabile, e l’accetti nell’attimo in cui confidi che anche il tuo bambino diventi un mostro pur di salvare la Terra – che non è il tuo pianeta, e quello non è il tuo popolo, ma Goku è frutto di quella terra, Goku è frutto dell’amore dei terrestri.
Tolto quello, di te resta solo Kakarot –  e che razza di demone è Kakarot?
Quant’è simile Goku a Vegeta privato di ciò?
Tanto, è la risposta che ti dai su Namecc, quando Vegeta cade supplicandoti di vendicare con il sangue il vostro popolo.
E dunque, quando Freezer ti chiede: “Tu chi sei?” improvvisamente rispondere alla sua domanda è più difficile, fa quasi male.  
Perché lo sai bene: un terrestre non può sconfiggerlo, ma un altro mostro sì.

“Sono un saiyan cresciuto sulla Terra.”
 
 
 


Vegeta

This one’s for the torn down,
The experts at the fall...
 


Nell’oscurità dello spazio non esistono eroi, solo mostri.
Gli eroi sono per i bambini. Sono favole per i perdenti.
Io non volevo essere un eroe.
Ero nato per essere Re, ero nato per essere Leggenda.
Eroe no. Eroe mai.
Non puoi essere un eroe, quando la prima cosa che ti viene insegnata è che esiste una sola legge: quella del più forte. O vinci o muori. Fine della storia.
Ho creduto nelle Leggende, però. Tutto il mio sciocco e detestabile popolo di mostri c’ha creduto, fino alla fine.
Ma nessun guerriero d’oro è venuto a salvarci da Freezer, né dall’oblio.
Ho creduto che un Drago potesse farlo, che se qualcuno fosse destinato a ridare onore al mio popolo chi poteva essere se non io? Se non il suo principe, colui che portava il nome di un pianeta ormai cenere?
Ioioio.
Io la leggenda, io il mostro, io il prodigio, io il mercenario di Freezer.
La vendetta era ciò che mi teneva in vita.
Perché, a conti fatti, il mio orgoglio era l’unica cosa insieme al mio nome che potessi ancora affermare di possedere, l’unica cosa che non mi fosse stata rubata.
Sulla Terra, Kakarot aveva scalfito il mio amor proprio. Mi aveva mostrato come il sangue non significava niente, se possedevi la volontà di cambiare.
Mi aveva mostrato perdono.
A me.
Perché mai?
Io ero la morte. La distruzione. Il caos.
Io ero venuto perché volevo l’immortalità, volevo prendere quello che mi spettava e spazzare via tutto il resto.

 
“È pur sempre mio fratello. Spero che un giorno possa cambiare.”

Kakarot non capiva. La Terra l’aveva corrotto e forse lui non riusciva a vederlo, ma io .
Non esisteva redenzione per i demoni come noi. Non esisteva nemmeno una scelta.
Nascevamo per essere mostri. Morivamo come figli della guerra.
Non c’era altro. Non poteva esserci.
O la morte del nemico, o la nostra. Ognuno era l’eroe della propria fottuta storia finché non crepava male.
Su Namecc ho lanciato la mia maledizione su Freezer. Su Namecc sono morto e risorto e ho visto Kakarot coronarsi d’oro.
L’ho odiato per molto tempo per questo.
L’ho odiato perché Freezer aveva raso al suolo la mia casa, aveva spezzato la mia vita, non la sua.
Perciò ero io – il prodigio, l’assassino, il principe – che avrei dovuto toglierlo di mezzo, non lui che quell’oro e quella vendetta non li aveva mai nemmeno cercati.
L’ho odiato perché l’odio era tutto ciò che avevo – di nuovo.
L’ho odiato perché... morto il mio popolo, morto Freezer, io chi ero?
Di certo non l’eroe di nessuno. O il principe di nessuno. Qual era il mio destino, allora?

 
“Posso essere io il tuo destino.”

Bulma sorride mentre mi offre una mano, una casa, una vita.
Una mano, una casa e una vita terrestre.
Un mostro in mezzo agli eroi.

 
“Io voglio solo te, Vegeta.”

L’amore mette a tacere i demoni, addomestica la bestia.
Forse un giorno ritornerà –  un’ultima volta, per reclamare una corona di niente.
O forse morirà per lei.
 
 
 
 
 
Saiyan

...Come on friends get up now,
You’re not alone at all...
 
 
Dopo tanti anni passati al fronte, Vegeta ormai lo sa: non importa che tu sia un eroe o un mostro, entrambi sono solo favole che si raccontano a guerra finita.
Non ci saranno eroi al Torneo del Potere, e Vegeta sa che indosserà la sua armatura e ritornerà a essere il cattivo nella storia di qualcuno.
Del resto, lui eroe non si è sentito mai, né ha mai voluto esserlo, ma adesso ci sono delle persone che deve necessariamente proteggere.
“Anche tu non stai nella pelle per il torneo, eh?”
Per Goku è diverso, lui eroe lo è stato sempre e comunque.
Vegeta gli rifila un’occhiata storta, continuando poi a rimirare l’imbrunire da una delle portefinestre della CapsuleCorp.
In quel momento, se solo non riconoscesse il brivido d’eccitazione che scorre nelle vene dell’altro saiyan, probabilmente l’ammazzerebbe.
“In realtà, Kakarot, stavo pensando a come sarebbe per una volta avere un figlio e non essere sull’orlo dell’apocalisse, grazie tante!”
Aveva promesso a Bulma che sarebbe stato diverso, stavolta. Che non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola né riportare indietro il tempo per nessuno di loro.
Invece...
“Andiamo, Vegeta! Come potevo sapere che con eliminazione totale, Zeno intendesse proprio un’eliminazione totale?!”
“L’avresti intuito, se solo non fossi un’idiota!”
Sbuffando, Goku gli si avvicina e Vegeta intravede l’ombra di un tormento nei suoi occhi mentre ammira l’orizzonte.
“Ultimamente credo che il mio lato saiyan stia emergendo di più, che dici?”
Vegeta sospira, indeciso se soddisfare la sua voglia di spaccargli la testa oppure elargirgli qualche perla d’aliena conoscenza.
D’altronde sono gli unici saiyan rimasti, e Kakarot è l’unico che possa capire come ci si sente a osservare i terrestri e pensare, sì, io abito con loro, mangio con loro, vivo insieme a loro, ma questo non è il mio mondo, non completamente.
Goku ha iniziato a viaggiare fra i mondi degli Dei, pur di sopprimere la voce della belva nella sua testa.
Mentre Vegeta, che ha già sprecato metà della sua vita a viaggiare per lo spazio in solitudine, s’è da tempo reso conto che tutto quello che desidera è un posto da chiamare casa.
E adesso ne ha una alla quale tiene moltissimo.
E Kakarot, con il suo spirito saiyan, l’ha appena messa a rischio.
Proprio come tempo prima, per dar voce alla bestia sepolta dentro di lui, Vegeta aveva fatto altrettanto.
“Non si scappa mai a lungo dalla propria natura, Kakarot.”
Senza preavviso, l’eterno rivale gli rifila una pacca sulla spalla ed ecco che la voglia d’ammazzarlo ritorna.
“Sono contento che tu abbia allargato la tua famiglia.”
“Anch’io sarei contento del torneo, se solo non rischiasse d’eliminarci tutti dall’universo.”
“Non preoccuparti! Insomma, pensi davvero che potremmo incontrare guerrieri più forti di noi?”
“Tu lo speri.”
“E tu no?”
Anche se non vuole, Vegeta può sentire il ghigno del distruttore risorgere a piegargli le labbra.
Esistono eroi ed esistono mostri, raccontano ai bambini sulla Terra.
E poi esistono eroi che sono anche un po' mostri.
Dalle loro parti, la gente li chiama saiyan.
 
 


FINE
 




N/A: ben ritrovati a tutti, cari lettori!
Ritorno dopo un bel po' di tempo in questo mio amato fandom, grazie alla challenge di Rosmary indetta sul forum Ferisce più la penna.
Questa sfida prevedeva che in tre flash (massimo 500 parole ciascuna) dovessimo parlare prima di un personaggio A, poi di un personaggio B, e infine nell’ultima di entrambi, facendo emergere il loro legame.
Per portare a compimento la Challenge era anche necessario utilizzare sempre una voce narrante diversa: ecco perché la prima Flash, quella dedicata a Goku, è in seconda persona. Quella di Vegeta in prima, e l’ultima in terza. Era inoltre obbligatorio che i dialoghi fossero indipendenti (cioè non potevamo completarli con verbi come “disse”, “chiese”, “rispose”, ecc...).
La canzone che ho usato come prompt è Comes and Goes, di Greg Laswell, che vi consiglio di ascoltare perché è davvero bellissima.
Dopo avervi spiegato questi espedienti tecnici, passo a parlarvi un attimo del perché io abbia deciso di mostrarvi proprio questi spaccati di vita dei due saiyan.
Spero abbiate notato che ho voluto dare al mio Goku un carattere un pochino più “dark” e maturo del solito: questo perché volevo esplorare come anche lui, in fondo, abbia sempre vissuto questo dualismo interno, eternamente in lotta fra le sue nature predominanti: alle origini, Goku non ha idea di chi sia, è puro istinto (battutaccia, lo so, sorry!), ma questo istinto è comunque mitigato dalle persone che lo circondano, dai legami tutti terrestri che si crea e che fanno di Goku quello che Goku è.
Quando scopre grazie a Radish di essere un saiyan, in lui scatta un rifiuto totale, perché non vuole essere come loro, non vuole accettare la sua natura aliena anche se, a parer mio, in fondo ha sempre sospettato che ci fosse qualcosa di diverso dentro di lui.
Anche quando combatte contro Vegeta, Goku continua a ripetere “Io sono un terrestre!” e su questo punto non vacilla mai, se non alla fine, quando nella versione del doppiaggio italiano chiama Vegeta “suo fratello” a indicare che il sangue che scorre nelle loro vene è lo stesso.
Ma, la vera presa di coscienza, il nostro Goku la ha solo e soltanto su Namecc: quando dice a Freezer “io sono un saiyan cresciuto sulla Terra!” ed è da lì che pian piano il percorso di “saiyanizzazione” di Goku andrà sempre più avanti, perciò la mia flash si interrompe.
Al contrario procede invece il percorso del nostro principe: Vegeta sa perfettamente chi è, sa che cosa vuol dire essere un saiyan, e inizia ad accantonare gli aspetti negativi della sua natura solo quando comincia a vivere sulla Terra, per poi innamorarsi di Bulma. Infatti è lì che la sua flash si interrompe.
La terza è invece ambientata poco prima del torneo del potere, in un momento sospeso nel tempo in cui la natura saiyan di Goku è emersa più prepotentemente (mette a repentaglio TUTTO L’UNIVERSO solo perché vuol menar le mani!), e così quella terrestre di Vegeta (che era addirittura pronto a rinunciare al torneo, se sua figlia non fosse nata per tempo!).
In poche parole, volevo mostrarmi il viaggio parallelo compiuto da questi due grandi personaggi.
Spero di esserci riuscita, che la storia vi sia piaciuta e di poter leggere anche le vostre opinioni a riguardo!
Alla prossima,
BellaLuna 
  
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