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Autore: Lady Moon    23/11/2021    1 recensioni
Due innamorati, un tormento interiore in comune, un desiderio più forte della loro ragione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Nota dell'autrice: i nomi sono ispirati ai protagonisti del meraviglioso e romantico mito greco, Selene e Endimione. Nonostante le due storie non sono strettamente collegate, vi invito caldamente a leggerlo se siete amanti del genere!*

 

Castigo.

 

Selene era lì, bella e profumata come un giglio. Le lunghe trecce raccolte, il suo ventaglio preferito, vestita della sua solita malinconia.
Endimione la guardava come fosse il più particolare dipinto della sala o come fosse il peggiore dei suoi peccati.
Lei lo notò e lo stomaco in un istante andò in subbuglio, gli occhi verdi fissi sulla sua cravatta; solo se qualcuno fosse stato capace di scavare a fondo per ore e ore con una vecchia pala, in un terreno arido, avrebbe potuto riconoscere in lei il tormento della passione, poiché era ormai diventata impeccabile nell'arte del fingere.
Endimione non smetteva di osservarla, le labbra carnose e la schiena scoperta. Le viscere gli si contorcevano contro, era inevitabile, non riusciva più a nasconderlo, la desiderava, la desiderava ardentemente.
Voltò il capo e a Selene parve di riconoscere il Purgatorio, forse non era così felice di rivederla, forse si era immaginata tutto prima di quel momento. Sospirò e uscì frettolosamente fuori da quella sala, costringendosi - ancora una volta - a trattenere le lacrime.
Endimione la seguì con la coda dell'occhio, una parte di sè avrebbe voluto pedinarla, l'istinto, l'altra rimanere lì, al sicuro, lontano dai suoi lineamenti dolci, la ragione. Vinse la prima, la raggiunse.


"Selene" - urlò.

"End...Endimione" - non fece in tempo a concretizzare che la sua alta figura fosse davanti a lei che si sentì tirare da forti braccia. Endimione la baciò, fu un bacio così lungo che pareva durasse un giorno.
Le mani tastarono il suo corpo, scesero lungo i fianchi, come a cercare un tesoro perduto, strinsero la sua carne, era finalmente in suo possesso. Selene si lasciò sfuggire un gemito di piacere, per un attimo si era completamente dimenticata di dove fosse e perché, chi era veramente, quanti anni avesse. Era come se si fosse teletrasportata in una dimensione opposta, spirituale, idilliaca.

Non seppero come, ma giunsero in una stanza protetta, una dove nessuno li avrebbe visti, lontani da occhi estranei. Le luci spente, per annientare la loro stessa coscienza.
Selene era nuda e il suo corpo agli occhi di Endimione pareva brillare, lo avrebbe saputo riconoscere, pezzo per pezzo, nonostante il buio predominasse. Lei gli accarezzava e tirava i folti capelli neri, costringendolo a non staccarsi dal suo seno. Il fiato corto di Endimione accendeva sempre di più il suo istinto materno, voleva proteggerlo e dominarlo al tempo stesso. Era ormai suo in ogni centimetro.


Consumarono la loro passione, in quel momento nemmeno Dio avrebbe potuto ostacolarli, era il peccato ad aver vinto o forse era proprio questo stesso Dio a volere ciò, castigarli per le loro colpe, perché l'indomani, di nuovo, sarebbero stati lontani e un nuovo tormento, un nuovo desiderio inappagato li avrebbe accompagnati per tutto il giorno.

   
 
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