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Autore: LordLunaPuff    29/11/2021    4 recensioni
"Le sue frasi sibilline erano ormai parte inscindibile del suo personaggio, gli venivano naturali come la magia. In quel momento però non si sentiva ancora pronto."
Albus si ferma un attimo a pensare appoggiato contro il muro. Fine della trama e inizio dei tormenti interiori.
Storia partecipante alla challenge Citazioni a catena e al Platonic Relationship contest.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Albus lasciò andare la testa contro il muro, gli occhi semichiusi. Doveva prendere un attimo fiato, fermarsi a contemplare dentro di sé lo sfacelo della propria vita, prima di andare a parlare con lui. Aveva sempre temuto gli scontri aperti, le rivelazioni chiare, le sue frasi sibilline erano ormai parte inscindibile del suo personaggio, gli venivano naturali come la magia. In quel momento però non si sentiva ancora pronto. 
Respirò lentamente, cercando di prendere consapevolezza di sé. Eccola: una nuova incrinatura nel cuore, una crepa su cui stava collassando un altro pezzetto della propria anima. La sentiva dolere mentre il petto si alzava e abbassava con l’aria, ne avrebbe saputo dire il punto esatto. Ma non era un male fisico, o almeno non di origine, era… Cos’era? Faceva paura pensarci. I sentimenti erano l’unica arma possibile contro Voldemort, l’ultimo baluardo di salvezza per ogni anima: lo sapeva bene, ne era davvero convinto! Solo che avrebbe voluto che per lui fossero un poco più facili le faccende di cuore, almeno un pochino. Almeno una volta!
Un sorriso amaro si aprì a segnargli il volto. Che sciocco. Alla veneranda età di 114 anni, con tutta probabilità, non ci sarebbe stata di certo un’altra volta: non c’era più spazio e tempo per nessuna faccenda di cuore! Il suo primo vero legame sentimentale era stato quello che era stato e in troppi ne avevano pagato il prezzo. Oggi, dopo una intera vita, dopo tanti studi e tanti saggi consigli dati, eccolo di nuovo qui: alle prese con le conseguenze disastrose di un'altra passione sbagliata. La trappola più stupida in cui potesse cadere! E per il suo errore Sirius Black era morto. Era stato davvero così annebbiato? E da cosa?

Era tempo ormai che si interrogava su cosa esattamente provasse per Harry. Ironico, visto che capiva sempre le emozioni e i pensieri di chi lo circondava con una immediatezza che sconcertava i più. Ai propri invece era troppo spaventoso pensare: si sentiva in colpa e forse per questo aveva girato a vuoto, evitando in realtà di rispondersi. Per un anno era rimasto lì, a metà strada tra la voglia di esternare i sentimenti e un comportamento all’apparenza impeccabile da mantenere. Era arrivato addirittura ad evitare Harry, si era concentrato su altro, ma questo tormento doveva averlo logorato da dentro. 
Non aveva idea se desiderasse davvero qualcosa di inopportuno con il ragazzo. Non osava neanche pensarci, e del resto alla sua età il bisogno fisico non era certo una pressione impellente: il suo corpo difficilmente gli dava reazioni chiare ormai, a meno di non dedicargli attenzioni coscienti e insistite. Ma quanto spesso si preoccupava per Harry, quanto spesso si chiedeva come stesse quando non era sotto i suoi occhi? Quante volte aveva desiderato poterlo stringere a sé, rassicurarlo quando era preoccupato. Tenerlo al sicuro - molto più di quanto avrebbe mai potuto fare, molto più di quanto avesse fatto e stesse facendo - al sicuro tra le sue braccia! E quante volte si era fermato a guardarlo da lontano? Ad ammirarne i lineamenti, la sfumatura ambrata della pelle, a sorridere per i suoi capelli spettinati. Quante volte si era sorpreso a sperare, quando Harry lo aveva cercato, quando lo aveva inseguito per tutta la scuola e Albus sapeva di doverlo evitare, di non dover cedere, ma sentirsi cercato da lui, vederlo così smanioso di poter avere proprio quell’abbraccio, quella rassicurazione, quella vicinanza che forse… forse, era…
Quel giorno tutto, qualsiasi dubbio, qualsiasi timore, si era infranto sull’evidenza che, sì, non era stato del tutto lucido. Lui, Albus Wulfric Percival Brian Silente, il più grande mago della sua generazione, la mente più brillante, il miglior legilimens vivente, il più sensibile e acuto osservatore di animi, aveva sbagliato a giudicare la situazione. Aveva agito proprio come Voldemort si aspetta che agiscano gli sciocchi in grado di… di... era davvero… amore?

Chiuse gli occhi. La frattura nel cuore stava stillando sofferenza fino a togliergli il fiato. Non poteva farci niente di quel sentimento, era ovvio. Anche se sapeva, lo sapeva ogni volta che guardava Harry negli occhi, ogni volta che lo vedeva, che lo sentiva , pendere dalle sue labbra, che sarebbe bastato davvero poco per convincerlo di… Lo stomaco gli si rivoltò al pensiero. Che uomo era?! Harry era un ragazzino, un ragazzino, e ora era anche in lutto per il suo padrino, come poteva lui starsene lì a baloccarsi con certe questioni?
Doveva andare, doveva affrontarlo. Lo avrebbe aiutato con il suo dolore, piuttosto, gli avrebbe spiegato quello che era successo, in qualche modo. Gli avrebbe detto la verità, più o meno. In parte. O forse no. Gli avrebbe detto… qualcosa. Qualcosa si sarebbe inventato! Poteva farcela, era sempre stato bravo con i discorsi fumosi, era pur sempre Albus Wulfric Percival Brian Silente: maestro del dire e del non dire, perfetto equilibrista tra pensieri e parole, re delle ambiguità.

 

 

 


 

Allora, come dicevo questa storia partecipa a due iniziative, lanciate entrambe sul forum Ferisce più la penna:

Il Platonic relationship contest lanciato da LadyPalma, con tema amori impossibili e mai consumati.

La challenge Citazioni a catena indetta da Legar, in cui ho prenotato lo stralcio dalla bella storia di Rosa66 La terza lama, al quale ispirarmi.
"Hai sempre temuto gli scontri aperti, le rivelazioni chiare. A metà strada tra la voglia di esternare i sentimenti e un comportamento all’apparenza impeccabile, un perfetto equilibrista tra pensieri e parole".
Trovate queste parole sparpagliate in giro, infatti ho diviso la frase in tre parti, per infonderla in tutta la mia storia.

L'altra ispirazione è ovviamente il dialogo sul finire del quinto libro di Harry Potter, che avviene subito dopo questo mio missing moment, e dal quale ho ripreso quasi interamente la frase: "ho agito esattamente come Voldemort si aspetta che agiscano gli sciocchi in grado di amare".

  
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