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Autore: Rota    29/11/2021    0 recensioni
L’ombra che tentava di scappare per il vicolo fu veloce da fare a malapena due passi: Allen infilzò con un gesto potente la punta della spada lunga nel fianco della taverna, bloccando così il suo movimento di fuga.
-Devo dire che è insolito trovarti da queste parti. Che stai combinando?
Il cappuccio dell’uomo scese sui lunghi capelli biondi, rivelando un’espressione e un sorriso inappropriatamente morbidi e gentili.
-Mon chérie, non è forse permesso divertirsi un po’? E poi, tutta questa attenzione… non è che sei ossessionato da me?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: Salve a tutti e ben ritrovati!
Questa commissione è un po' più particolare delle altre, perché prende due Personaggi Originali in un contesto particolare! Ci ritroviamo in un simil Medio Evo, con tanto di castello e persone con le spade! Per avere un minimo di contesto, Allen è Capitano della Guardia cittadina mentre Derek è un ladruncolo (sexy) che gli gira sempre attorno!
Questa è la prima volta che scrivo su due OC di un'altra persona! Tra le altre cose, è un regalo, spero davvero possa piacere alla persona alla quale è stata destinata! 
(Nel caso qualcuno voglia chiedermi una commissione, qui c'è il mio profilo Twitter con tutti i dettagli: Rota_WFTL )
Buona lettura a tutti!













La musica allegra si fermò quasi di colpo, quando una sedia volò da un capo all’altro della gioviale taverna e andò a spaccarsi contro il muro. Un fragore al posto delle note di mandolino e tamburello: attirò l’attenzione di tutti i presenti.
Allen fu subito in piedi, lasciato il proprio boccale ancora mezzo vuoto, e seguendo il suo esempio anche i soldati seduti accanto a lui, in un tintinnio di armi e giunture d’acciaio duro.
Non fu molto difficile individuare la causa di quel trambusto. Con un ginocchio a spargere le carte da poker sul tavolo tra di loro, un uomo ubriaco e col volto rossissimo stava strattonando il proprio avversario urlandogli cose indecenti a proposito di sua madre, sua sorella e sua zia.
Allen sospirò, preparandosi anche al peggio – e per fortuna il locandiere lo intercettò subito.
-Signore, perdonatelo! È un cliente abituale, di solito non fa così! Ha solo bevuto troppo-
Lo scansò di lato, con una mano decisa ma non brusca.
-Non calcheremo troppo la mano, non si preoccupi.
Uno sguardo d’intesa con i suoi uomini, e furono subito attorno al molesto. Lo sollevarono di peso, con ben poca fatica: l’uomo, visto il luccichio delle loro armature, smise immediatamente ogni azione violenta e si lasciò accompagnare all’ingresso senza alcuna resistenza.
Fuori, all’aria aperta, Allen fece cenno a uno dei suoi.
-Portalo da noi. Almeno per stasera, non farà alcun danno.
E al suo sguardo non molto contento, aggiunse anche un piccolo incentivo.
-Il prossimo giro te lo offro io.
Un po’ più felice, la guardia si caricò il braccio dell’uomo sulle spalle e cominciò a camminare verso il castello, dove c’era la loro sede centrale. Il lungo monologo ubriaco si sparse in eco sempre più deboli lungo le pietre della via, rimbalzando per il profilo delle case aggregate.
Qualcuno rise, e poi la musica all’interno della taverna riprese vivace.
-Signore, torniamo dentro?
Sorrise per rassicurarlo.
-Precedetemi, devo andare un secondo alle latrine.
Spariti i suoi uomini, sparì anche il sorriso dal suo viso sottile. E assicuratosi il mantello blu sulle spalle, si diresse con grandi falcate nel vicolo che si allungava dalla porta di servizio, esattamente dall’altra parte rispetto alle latrine.
 
 
L’ombra che tentava di scappare per il vicolo fu veloce da fare a malapena due passi: Allen infilzò con un gesto potente la punta della spada lunga nel fianco della taverna, bloccando così il suo movimento di fuga.
-Devo dire che è insolito trovarti da queste parti. Che stai combinando?
Il cappuccio dell’uomo scese sui lunghi capelli biondi, rivelando un’espressione e un sorriso inappropriatamente morbidi e gentili.
-Mon chérie, non è forse permesso divertirsi un po’? E poi, tutta questa attenzione… non è che sei ossessionato da me?
Allen alzò le sopracciglia, a quella piccola provocazione, senza riuscire a trattenersi. Gli occhi verdi brillarono alla luce pallida della luna alta.
Abbassò invece le spalle, spostando il proprio baricentro verso il basso, in modo da essere pronto all’azione – e questo movimento certo non sfuggì a Derek, il cui sguardo si fece ancora più penetrante, anche quando la guardia cittadina tornò a incalzarlo.
-Che tu sia in questa zona della città è piuttosto sospetto, visti i tuoi precedenti.
-I miei precedenti… avere pregiudizi sulla gente non è mai molto educato, lo sai? Ti preclude la possibilità di fare delle grandi amicizie!
-Non voglio essere amico tuo.
-No? Allora cosa vuoi essere?
-Voglio essere la persona a cui tu rispondi. Cosa ci facevi qui? Cosa stai combinando?
Derek fece schioccare le labbra, ben accorto a farsi vedere mentre se le umettava con un rapido gesto della lingua.
-Mi stavo divertendo. Solo questo! Bevevo in compagnia-
-Compagnia? Con chi eri?
-Ah! La cameriera carina della taverna-
Altra provocazione: il ladro rise alla sua espressione confusa, forse un po’ troppo. Era brillo lui o era brillo l’altro, o erano brilli entrambi, una delle tre sicuramente era vera.
Allen rilassò le spalle e abbassò la spada, ma non inguainò l’arma. Non si fidava ancora così ciecamente dell’altro, e doveva essere pronto a ogni intervento. Ovviamente, Derek notò anche questo, i suoi occhi guizzavano su ogni dettaglio di lui.
-Sai, penso dovresti divertirti un po’ anche tu, ogni tanto.
-Non ho bisogno dei tuoi consigli, grazie. E io mi diverto tantissimo.
-Uhm, sì. Immagino che agitare quell’affare tutto il giorno sia un sacco spassoso.
-Io non agito la mia spada! La uso con grazia!
Ridacchiò; per qualche motivo – l’alcool di sicuro – quella risata fu l’unica cosa che sentì per qualche istante, come se tutto il resto del mondo fosse diventato all’improvviso niente, in confronto.
Persino gli occhi di Derek sorridevano, pacifici e tranquilli. E Allen si maledisse ancora una volta per notare ogni sfumatura di quei colori tanto chiari.
-Davvero non conosci altri modi di divertirti?
-Spero che tu non sia così squallido da propormi qualcosa di sessuale.
L’altro si schiarì la gola.
-E come potrei? Non riesco neanche a toccarti quando hai tutta questa ferraglia addosso, mon chérie! È davvero difficile che io ti proponga qualcosa del genere!
-Ah, allora era ciò che avevi in mente!
Aggrottò le sopracciglia, irritato. Ma fu distratto dal movimento di un’ombra, un gatto che usciva dal vicolo e scivolava via, verso la strada principale ancora animata dalle voci dei passanti, ad appena qualche metro di distanza.
Abbastanza perché tutto fosse discreto, all’ombra della taverna e della casa quasi adiacente, ma anche abbastanza perché se solo avesse voluto, avrebbe potuto richiamare i propri uomini e fermare quel ladruncolo.
Si riscosse dalle proprie considerazioni col rumore di un passo: Derek era vicinissimo al suo viso, e lui indietreggiò d’istinto, la punta della spada che strisciava a terra. Incontrò dopo pochi metri la parete dell’altro edificio, scontrandovi la schiena dell’armatura.
Appena più grosso, per il biondo fu facile sovrastarlo, intrappolandolo con le mani ai lati del suo viso.
Ancora con le sopracciglia aggrottate, Allen non si fece affatto intimidire.
-E questo cosa dovrebbe essere?
-Un’avance.
-Una- cosa?
-Una proposta indecente.
-Ah, intendi qualcosa di sessuale, quindi?
-Beh, se tu vuoi…
Se lui voleva, in un esplicito consenso. Derek era altrimenti fermo, la fronte che a malapena sfiorava la sua, in una posizione in cui era fin troppo facile continuare a fissarlo.
Forse, dopotutto, era davvero una tecnica per distrarlo. Vedendolo prima nella taverna, aveva pensato che stesse combinando qualcosa, o che stesse tramando un colpo ai danni di qualcuno. Si chiese se fosse lui davvero, la persona a cui Derek era interessato in quel momento, o se il sorriso pacione fosse finto e orchestrato ad arte con il solo scopo di approfittare di lui.
Troppi pensieri. Scosse la testa, e l’altro lo fermò ancora prima che riuscisse a parlare.
-Prima, sai… stavo pensando.
-A cosa?
-A come sarebbe stato poter stare al tuo tavolo e offrirti qualcosa da bere. Godere della tua compagnia…
-Insensato. C’erano i miei uomini con me.
-Appunto per questo, era solo un pensiero. Una fantasticheria tra me e me.
Si mosse appena, un po’ a disagio nella propria armatura.
E Derek continuò.
-Non ho invitato a bere con me nessuna cameriera, perché tu lo sappia.
-Bene, altrimenti avrei dovuto arrestarti per molestie sessuali.
-Addirittura! Non tocco nessuno contro il loro volere!
-Questo lo… so…
Abbassò lo sguardo, imbarazzato dalla sorpresa di lui.
L’odore, il calore che il suo corpo emanava. Aveva bevuto solo mezza pinta di birra, quindi era impossibile che fosse ubriaco. Era davvero Derek a fargli quel maledetto effetto.
Derek rise ancora, e la sua risata era così vicino all’orecchio, una carezza per i sensi.
-Sono contento che ti fidi almeno un po’ di me. Sarebbe stato devastante altrimenti!
-Ti interessa così tanto la mia opinione?
-Certamente!
-Allora smetti di rubare.
-Ah, questo mi sembra davvero una richiesta impossibile.
Finalmente, appoggiò la fronte contro la sua, respirando così piano, così piano.
-Mi perdoni lo stesso?
Sospirò, aggrottando per l’ultima volta le sopracciglia.
-Assolutamente no. Non ti perdono.
Un ciuffo chiaro della sua frangia si sovrappose tra di loro, quando Derek rise e inclinò appena il viso.
Ma Allen non gli lasciò il privilegio d’essere lui, per primo, a baciarlo. Così si sporse e annullò la distanza tra le loro labbra.
Sospirò, ancora, inalando il suo profumo. Sapeva un po’ di alcool, e tutto di Derek.
Socchiuse gli occhi, lasciando che i secondi passassero lenti. Per quei minuti, fu così piacevole dimenticare il mondo.
 
 
Poi, il mondo tornò di prepotenza.
Qualcun altro urlò dall’interno della taverna, e la musica si fermò di nuovo. Allen riconobbe un grido specifico, che non poteva essere frainteso con altri.
-Al ladro! Al ladro!
Spinse via Derek, che non provò neppure a fare il finto tonto – per una volta, almeno. Anche perché Allen impiegò due secondi netti a stringere la presa sull’elsa della propria spada, pronto all’attacco.
-Che significa questo?
Derek sorrise, alzò le spalle e le mani in aria.
-Beh, mica puoi davvero dire che sia un crimine rubare a un borghesotto che molesta abitualmente le cameriere, no-?
Non lo lasciò finire di parlare; si buttò all’attacco con un fendente, ma la sua mente in quel momento era alterata sia dall’alcool sia dalla rabbia: per Derek fu semplice schivare il colpo e portarsi dietro di lui, alzare il suo mantello e coprirgli la visuale.
Due istanti appena furono sufficienti perché Allen lo perse di vista. Corse verso la strada principale, e scansò per un attimo un carretto trainato da un cavallo in corsa. Vide Derek con in mano la refurtiva, dietro il suo compare – nientemeno che la cameriera della taverna. Il suo sorriso, prima di vederlo sparire all’orizzonte.
-Capitano!
I suoi uomini furono subito accanto a lui, in attesa di ordini. All’interno della taverna, il trambusto regnava ancora sovrano. Sospirò, socchiudendo gli occhi solo per recuperare la calma.
Quella volta – oh, quella volta – se avesse messo mano su Derek, sarebbe stato per strozzarlo.
-Prendete i cavalli, svelti!
   
 
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