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Autore: Manu_00    30/11/2021    6 recensioni
[Hazbin Hotel]
Uscita viva dall'ultima litigata con Innozenz, Mihaela è stata ingaggiata per indagare su un'attività di scavi presso il complesso della metropolitana di Pentagram City.
Avventuratasi nel grande mondo sotterraneo formato da linee della metro iniziate e mai portate a termine, deposti di gang criminali, rifugi improvvisati ed evidenti sintomi della megalomania di qualche overlord, dovrà avvalersi di una guida per non smarrirsi.
Anche se, tutto sommato, tra la compagnia della guida ed il perdersi sotto terra, non saprebbe dire quale sia l'alternativa peggiore.
[Seguito diretto di Radioactive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII


<< VI ODIO! PERCHÈ TRA TUTTI GLI IMBECILLI DI QUESTO GIRONE INFERNALE DOVEVATE CAPITARMI PROPRIO VOI DUE? AVETE ROVINATO LE MIE CHANCHE DI CARRIERA E ADESSO RISCHIO DI MORIRE COME UNA MERDA QUALSIASI! ANZI! HO DAVANTI A ME UNA MORTE DOLOROSA INCHIODATO ALLA PORTA DI UNA QUALCHE SETTA DI SADOMASOCHISTI! E TUTTO GRAZIE A VOI DUE CHE NON VI TENETE LE MANI NEL CULO! VOLEVO SOLO CAMPARE CON LA DROGA PORCO SATANA! >>
Il vagone correva velocemente sopra i binari, ma il frastuono provocato dal metallo delle ruote malformi che strideva contro la superficie delle rotaie non era però sufficiente a coprire le urla del pusher, che bloccato sul davanti dai corpi di Mihaela e Jack, stava venendo schiacciato tra questi e il freddo acciaio di pessima qualità che componeva il loro trasporto di fortuna.
<< INFATTI! È TUTTA COLPA TUA ROSSA! >>
Jack si trovava a sua volta schiacciato tra Mihaela, che era agilmente riuscita a guadagnarsi la posizione più comoda, e il dolorante corpo di Nathan, che trovandosi a prua del carrello inclinato verso il basso stava venendo schiacciato dal peso congiunto dei due demoni.
Ma anche se non era Jack la persona ad essere schiacciata dal peso di due individui, aveva la sfortuna che uno di quei due suddetti individui stesse diventando caldo come il sole, e la sua pelle avrebbe potuto risentirne malamente se non fosse che era già schifosamente bruciata.
<< IO? SE NON ERA PER ME VE NE STAVATE IN QUELLA STANZETTA DEL CAZZO A FARVI SVENTRARE! >>
Dal canto suo, se Mihaela non stava venendo né schiacciata né bruciata viva, doveva comunque sopportare il grande stress del lottare contro il proprio corpo per tenerlo a temperature abbastanza basse da non sciogliere il loro mezzo mentre questo correva sul vuoto (e, come seconda priorità, mantenere incolumi i propri compagni di viaggio), ed era difficile mantenere la calma a quella velocità e con due imbecilli che urlavano come maiali sgozzati e le addossavano la colpa di quello schifo di giornata.
<< S-SE NON FOSSE STATO PER TE NESSUNO DI NOI ORA SAREBBE QUI! >>
Con le braccia aggrappate ai bordi del vagone, Mihaela girò la testa quanto bastava per incontrare lo sguardo di un Nathan dolorante e terrorizzato.
<< A QUEST'ORA SAREI A CASA A GODERMI LA COCAINA ACQUISTATA CON I SOLDI GUADAGNATI VENDENDO OPPIACEI! >>
<< SÌ! ED IO... ME NE STAREI A CASA A FARMI DI OPPIACEI CON I SOLDI GUADAGNATI... >>
<< HO CAPITO CHE SIETE DUE TOSSICI! MA SE CONTINUATE A CAGARE IL CAZZO SARETE DUE TOSSICI MORTI O PERCHÈ VI AVRÒ SCIOLTO LA FACCIA O PERCHÈ FAREMO UN TUFFO NEL VUOTO! NO RETTIFICO: SE SUCCEDE SARÀ MIA PREMURA ASSICURARMI CHE CADIATE SCIOLTI! >>
Nathan e Jack si strinsero terrorizzati, ma questa volta il demone disoccupato non volle rinunciare a dire la sua in quelli che potevano essere i suoi ultimi minuti di vita.
<< DEVI SEMPRE MINACCIARCI OGNI VOLTA CHE CONTESTIAMO QUALCOSA?! >>
<< BEH. FACCIA BRUCIATA LO STAREI PAGANDO E TE TI SEI AUTOINVITATO, QUINDI DIREI DI AVERNE TUTTO IL DIRITTO! >>
<< … Beh in effetti sono sotto contratto. >>
<< Ok ok non dico più nulla ma sarete la causa della mia morte!! >>
<< BENE! >>
Messi a tacere i due, Mihaela tornò a guardare davanti a sé.
Pessima scelta, guardando dal retro poteva vedere la velocità con cui si lasciavano svariati metri di binari alle spalle, e il punto da cui erano partiti non era più visibile.
Beh in realtà niente era visibile oltre quel breve perimetro dove la sua radioluminescenza riusciva ad arrivare.
Radioluminiscenza che le ricordava che se non si dava una calmata presto il loro vagone si sarebbe sfaldato malamente con loro sopra.
Compagna Mihaela, respira e calmati.
Per fortuna da quando aveva iniziato a frequentarsi con Melanie aveva appreso svariati esercizi di respirazione.
Iniziò chiudendo gli occhi (meglio non guardare la velocità idiota con cui stavano per schiantarsi chissà dove) e appoggiando la mano destra sulla pancia, mentre con la sinistra continuava a reggersi al bordo del loro mezzo di fortuna.
Di seguitò iniziò a respirare profondamente attraverso il naso, per poi arrestarsi subito non appena uno scossone fece partire urla e bestemmie da dietro di lei.
<< Devo buttarvi fuori?! >>
Nessuna risposta.
Finalmente silenzio.
Eccetto per il suono prodotto dallo spostamento del loro mezzo, ma rimaneva un compromesso accettabile.
Bene, d'accapo.
Mano sulla pancia, respirare attraverso il naso, sentire la parete addominale che si gonfia.
Adesso... espirare, più a lungo di quanto si inspira.
Il tutto in dieci secondo da ripetere per dieci volte.
Inspira ed espira, inspira ed espira.
No.
Niente.
Non era sufficiente per lei, non in questa situazione, chi cazzo fa degli esercizi di respirazione quando sa che potrebbe morire?
Beh, non che aveva molta scelta al riguardo. doveva accontentarsi.
Con un po' di evasione la cosa poteva sembrare meno terribile.
Ad esempio... da bambina non aveva sempre sognato di pilotare un MiG-21 e bombardare Budapest?
Ok forse la parte di sganciare una bomba su Budapest era farina del sacco di suo nonno, ma tutto il resto era un sincero e purissimo desiderio infantile.
Ecco, stava viaggiando più veloce di quanto avesse mai viaggiato in vita sua, proprio come su un aereo, no?
Doveva solo tenere gli occhi chiusi, pensare di essere su un aereo e che le persone accanto a lei erano abili piloti (facendo finta che il suo MiG potesse ospitarne più di uno) e non due imbecilli che avrebbe scaraventato volentieri nel vuoto.
E nel mentre che lo faceva, doveva inspirare ed espirare, inspira... ed espira...
Ok, convincersi di essere da tutt'altra parte era impossibile, ma se non altro lo sforzo di pensarci stava dando i suoi effetti.
Ecco, stava almeno immaginando di essere su un Mikoyan-Gurevich 21.
Entrato in servizio nell'aviazione sovietica nel 1959, questo versatile e manovrabile cacciabombardiere intercettore divenne presto uno dei migliori caccia in circolazione, tanto da essere adottato nel 1962 dall'aereonautica militare rumena oltre che dalla quasi totalità del mondo socialista..
Mihaela poteva ricordare benissimo la prima volta che ne vide uno: era la Giornata della Grande Unione, lei era piccola, non sapeva nemmeno cosa fosse un aereo ma il primo pensiero che ci aveva fatto sopra era stato quello di entrarci dentro e volare via fino ai confini del mondo conosciuto.
Beh per fortuna l'idea rimase appunto un'idea, o l'epilogo sarebbe stato quello di un terribile schianto a seguito dell'esaurimento del carburante.
Forse avrebbe dovuto entrare nell'aviazione anziché nel controspionaggio: il massimo dell'azione sarebbero state lunghe e pacifiche ricognizioni sui cieli nazionali, e certamente non sarebbe morta in maniera lenta e dolorosa come invece le era successo.
Massimo si sarebbe schiantata contro una montagna in seguito ad un'avaria, e il suo decesso sarebbe stato un colpo secco, una rapida e violenta esplosione prima di abbandonarsi al nulla e non una lenta e agonizzante degenerazione.
Sarebbe potuta vivere abbastanza a lungo per pilotare un Vultur, uno dei primi aereomobili di fabbricazione nazionale, e invece mentre lo IAR 93 effettuava il suo primo volo nella storia lei era ad agonizzare da qualche parte.
Non aveva decisamente un bel ricordo di quel periodo, la perdita dei capelli, la vista che la abbandonava, la pelle che cadeva...
<< AH! >>
Uno scossone fece trasalire tutto l'equipaggio mentre il viaggio del loro mezzo di fortuna si interrompeva bruscamente contro una piattaforma metallica a cui il vagone sembrò incastrarsi con malagrazia.
Lo schianto era stato bello forte, poteva intuirlo dal sibilo agonizzante di Nathan, schiacciato sotto il peso dei suoi compagni di viaggio.
<< S-siete pesanti e che cazzo! >>
<< Le mie scuse. >>
Facendo leva con le braccia sui bordi del vagoncino, Mihaela si alzò agilmente per aria e con una capriola all'indietro schizzò fuori dal mezzo, atterrando con entrambi i piedi sopra la piattaforma.
Bene, a quanto pare non aveva perso del tutto la propria agilità!
Faccia Bruciata e Nathan lasciarono il mezzo un po' più goffamente, lo spacciatore rimise il pranzo non appena riuscì a mettere la bocca fuori dal trabiccolo, Faccia Bruciata si lasciò cadere a terra non appena fu fuori da quella trappola mortale.
<< È stato... cazzo magnifico! Ecco cosa provavano quelli che lanciavano il napalm dai jet! >>
Quell'osservazione bastò a Mihaela per farle rendere conto di aver passato gli ultimi minuti di quel viaggio molto più immersa nei suoi pensieri di quanto non ritenesse possibile...
E la sua temperatura era calata! Non aveva sciolto nulla e i suoi compagni di viaggio non erano rimasti abbrustoliti.
Certo si saranno beccati un solo Lucifero sa quanto di radiazioni nello stare a così stretto contatto con lei, e quindi potrebbero sviluppare qualche più o meno grave problema di salute nel futuro prossimo o immediato ma l'importante era che rimanessero in salute quanto bastava per completare il loro ingrato compito.
… O almeno che lo rimanesse Faccia Bruciata, alla fine le serviva giusto una guida.
Ripresosi dallo sbocco, Nathan iniziò a controllarsi freneticamente le tasche, forse terrorizzato dall'idea che la sua merce potesse essersi dispersa durante la traversata.
Fortunatamente si era curato di tenere chiuse le numerose cerniere interne alla sua giacca, quindi scampato pericolo anche per lui.
<< Ok, pensavo che mi mancavano le montagne russe dopo tutto questo tempo... ora porca puttana non voglio mai più alzarmi da terra. >>
<< COSA? NO! RIFACCIAMOLO! >>
Sia il pusher che l'ex agente fulminarono con i loro sguardi le orbite vuote di Jack.
<< SOLO al ritorno e SOLTANTO se non ci saranno altre uscite. >>
<< NON CI SARANNO, VEDRAI! >>
<< Aspetta che controllo in che posto di merda siamo finiti... >>
Guardandosi attorno, Mihaela poteva notare che erano su una piattaforma metallica, ben diversa dalla sporgenza rocciosa da cui erano partiti.
Come avrebbe potuto intuire, c'erano diversi binari che da questa piattaforma si lanciavano nell'oscurità per disperdersi in più direzione, e tutti sembravano collegarsi verso l'alto, nessuno si lanciava invece ulteriormente giù nell'abisso che avevano sorvolato poco prima.
Mihaela non poté resistere alla tentazione di sporgersi, e come immaginava, l'illuminazione artificiale dei vari piccoli lampioni disposti sulla piattaforma non riusciva ad andare oltre il vuoto.
Quanto erano in basso? E quanto ancora potevano scendere?
L'idea di essere così lontana dalla superficie per la prima volta le regalò un brivido lunga tutta la schiena.
<< Jack... quanto manca? >>
<< Uhmmm poco! Credo. >>
<< Cazzo vuol dire credo? Lo sai o no? >>
<< Lo so! Lo so! Siamo vicini al nucleo! >>
<< … Nucleo? >>
<< Sì insomma... il centro! Il disco! Quello che è! >>
Mihaela non se ne intendeva molto di geografia dell'aldilà, ma aveva la ragionevole certezza che non fossero arrivati al centro della terra.
Ok erano andati parecchio in basso, ma non fino a questo punto, sempre se nella mente bacata di Jack non ci fossero parole migliori per dare un'idea di ciò di cui stava parlando.
<< Spiegati meglio. >>
<< E che ne so! So soltanto che... siamo vicini alla X, e che più in basso di lì non si deve andare! >>
Nathan non poté fare a meno di deglutire.
<< In che senso che più in basso di lì non si deve andare? Cosa c'è lì? >>
Faccia Bruciata che, come sempre, sembrava ignorare le cose più importanti, si limitò a fare spallucce.
<< Mi hanno soltanto detto che se osiamo scendere più in basso ci sarà un immenso stronzo che se la prenderà con noi, rivolterà i nostri corpi come calzini e giocherà a bowling con le nostre ossa! >>
<< Eeee quanto di questo è vero e non frutto della tua testa bacata? >>
<< Oh insomma! >>
Faccia Bruciata puntò il dito nerastro contro il più recente arrivato.
<< Se c'è una cosa che ho imparato con questo lavoro, e che quando ti dicono “non andare da quella parte” tu porca puttana non ci devi andare, per nessun cazzo di motivo ci devi andare! Nemmeno se lì ci fosse tua madre con il fottuto tacchino del ringraziamento ci devi andare! NEMMENO SE LO ZIO SAM TI STA ASPETTANDO CON UN BIG MAC PATATINE GRANDI E BIBITA GRANDE CI DEVI ANDARE! NEMMENO SE TUA MADRE E LO ZIO SAM STESSERO SCOPANDO SUL CADAVERE DI TUO PADRE MENTRE MANGIANO UNA TORTA DI MELE CI DE- >>
<< ABBIAMO CAPITO! >>
<< NEMMENO SE- >>
<< CHIUDI LA FOGNA! >>
Tappò la bocca di Jack prima di spingerlo all'indietro.
Lo yankee atterrò senza dire una parola prima di iniziare a riprendere fiato con profonde inspirazioni...
Mihaela non poteva certamente immaginare quali fossero le esperienze che questo disgraziato doveva avere vissuto lavorando come guida nel sottosuolo, ma a questo punto era palese che... non fossero delle migliori tra quelle che si poteva vivere all'inferno.
Il che diceva già molto.
La piattaforma, a sua volta attaccata ad una parete rocciosa, presentava un ingresso verso quella che doveva essere un'altra grande stanza.
Se Jack non stava solamente delirando, dovevano essere molto più vicini al loro obbiettivo di quanto avrebbero mai dovuto pensare.
La demone radioattiva fece per incamminarsi, quando un rumore metallico attirò l'attenzione dei presenti.
Non veniva dall'ingresso, ma dalle rotaie, a ore otto rispetto al passaggio!
I suoi compagni di viaggio se ne accorsero e i loro occhi si mossero subito alla ricerca di un posto dove nascondersi, e come di comune accordo tutti si lanciarono a lato del carretto su cui avevano viaggiato, in modo da essere coperti dallo sguardo del nuovo o dei nuovi arrivati.
Il suono si fece mano a mano più violento fino a cessare improvvisamente con un boato deciso: il carro era giunto a destinazione.
Dei tre demoni, Nathan era quello nascosto più vicino alla prua del mezzo, quindi quello che più facilmente poteva guardare i nuovi arrivati senza esporsi, mentre Mihaela ringraziava la presenza dei numerosi lampioni la cui luce nascondeva la propria radioluminescenza ad occhi indiscreti.
Posizionati tutti e tre a carponi, potevano sentire chiaramente le persone scendere dal carro, e quindi che erano più di uno.
<< Nathan... guarda quanti sono. >>
Il demone pusher scosse la testa con decisione, ma con una piccola spinta Faccia Bruciata lo... invitò gentilmente a dare un'occhiata.
Posizionata dietro i due, e quindi con il brutto culone di Jack davanti alla faccia, Mihaela non poteva notare la reazione di Nathan, o lo avrebbe visto irrigidirsi.
Notò chiaramente invece quando il demone si girò mostrando quattro dita dalla mano destra.
Quattro bersagli... poteva gestirli, sinceramente dubitava delle capacità combattive di Faccia Bruciata e non riponeva invece particolari aspettative per il pusher al loro fianco, quindi avrebbe dovuto fare tutto da sola, principalmente.
Certo, meglio non essere troppo arroganti: avrebbe atteso il momento giusto per prenderli di sorpresa ed eliminarne il più possibile prima dello scontro diretto, in questo modo non si sarebbe trovata troppi bersagli da gestire.
Questi almeno erano i pensieri che le stavano attraversando la testa quando improvvisamente il vagone venne sollevato con forza dal binario, scoprendo la posizione di tutti e tre i presenti.
Mihaela ebbe appena il tempo di girarsi di lato per notare che a reggere il loro odiato mezzo di trasporto era... un'imponente omaccione che sinceramente non avrebbe mai voluto sfidare a braccio di ferro.
Ma quello era un dettaglio quasi irrilevante rispetto a ciò su cui si stavano concentrando i suoi occhi un attimo prima che il bestione le schiantasse il carrello addosso.
Prima che ciò accadesse, i suoi occhi rimasero fissi sulla sua maschera, una maschera bianca con disegnato sopra un sorriso stilizzato.
Lo stesso che aveva visto sulle pareti di quella stanza di prima...
   
 
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