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Autore: Yurippe    01/12/2021    8 recensioni
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Ogni storia è fine a sè stessa ed eventualmente collegata ad altre long, quindi potrete decidere di recensire quella che volete senza tener conto delle altre.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Incest, Tematiche delicate
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Fandom/Universo: Bloody Sunset;

Personaggi: Katherine Williams e Michael;

Prompt: Divano.

“Aah, finalmente un po’ di tranquillità!”

Katherine Williams si buttò sul divano del salotto a peso morto, per poi portarsi una mano sopra la fronte e osservare il soffitto.

Quel pomeriggio era da sola a casa e ne era davvero felice. Aveva bisogno di stare un po’ da sola, senza niente e nessuno, dato la sua vita lì era un vero inferno.

Tutto era iniziato quando i suoi genitori si erano separati, e, lei, era stata costretta ad andare a vivere in quella casa, che mai e poi mai avrebbe considerata sua, con la mamma, il compagno e la figlia di quest’ultimo.

Nicholas, il compagno, si credeva di essere chissà chi e di poter comandare e criticare tutto e tutti, solo perché portava i soldi a casa, sua madre che non aveva il coraggio di mandarlo a fanculo e, poi, Jade, la figlia del compagno. Lei forse era quella che più la faceva incazzare, quella diciottenne a cui tutto era dovuto e che faceva la bambina viziata, con il padre che la giustificava sempre, quando in realtà ne aveva fatta, e continuava a farne, una più del diavolo!

Ma ora non voleva pensare a tutto ciò, voleva solo godersi quelle ore da sola per rilassarsi, e, perché no, fare qualcosa che normalmente con loro intorno non le riusciva, come ad esempio scrivere o disegnare.

Ma, proprio mentre lo pensava, un sonno tremendo la avvolse, come se non dormisse da una settimana. Probabilmente era tutto lo stress che, finalmente, piano piano si scioglieva.

Decise quindi di fare un bel sonnellino. Così prese il plaid blu appoggiato nel tavolo vicino, se lo sistemò bene addosso, e, chiudendo gli occhi, si addormentò subito.

 

*

 

Katherine Williams camminava, facendosi largo tra arbusti, rami e cespugli, in un bosco che pareva non avere mai fine.

Ella sapeva di trovarsi in un sogno ma, quello non era un sogno normale, se lo sentiva nell’anima, quello era un richiamo.

Lei che era strega da parte di mamma aveva imparato a distinguere i sogni normali dai richiami, tutto grazie alla buon’anima della sua cara nonna materna, che le aveva insegnato, fin da piccola, tante cose, tra cui questo.

Così, tenendo ben a mente quegli insegnamenti, ella avanzava, ma con cautela, con i sensi, quali la vista, l’udito e l’olfatto ben vigili.

Infatti non era mai detto che chi le mandava un richiamo o un segnale fosse buono, poteva trattarsi di chiunque: un fantasma, un demone, o, ancora peggio, un principe infernale. Come ad esempio Asmodeus, che le dava il tormento da anni.

Dopo una camminata che parve interminabile, Katherine finalmente uscì da quella fitta boscaglia, ritrovandosi in una grande distesa verde. Doveva, probabilmente, avere raggiunto la prateria.

 Ma quella grande distesa aveva qualcosa che non andava, infatti era circondata dalle fiamme. Un incendio?

No! Quello non era un semplice incendio! Nessuno aveva appiccato fuoco, lì c’era qualcosa di più grande!

Con quei pensieri la giovane Williams si guardò intorno e, finalmente, lo vide!

Lì, a qualche metro da lei, posto praticamente al centro di quel luogo, a braccia incrociate e gli occhi chiusi, con la spada legata alla cintura dei pantaloni di pelle nera, come il resto del vestiario, con i suoi inconfondibili sbarazzini capelli rossi e con le sei grandi ali bianche stava Michael, l’arcangelo del fuoco e spada di Dio, non che il suo arcangelo custode.

A quel punto Katherine si avvicinò di qualche passo, stando comunque attenta alle fiamme circostanti. Se il suo arcangelo custode era apparso nei suoi sogni sicuramente c’è un motivo e, considerando com’era messo, doveva sicuramente dirle qualcosa.

Non era la prima volta che lo sognava, come non era la prima volta che sognava un arcangelo, ma ogni volta era sempre una sorpresa, anche se iniziava ad abituarsi.

“Michael…”

Lo chiamò a quel punto.

“Che succede? Come mai sei qui? Devi dirmi qualcosa?”

A quelle domande l’arcangelo del fuoco aprì gli occhi, rivelando uno sguardo di una freddezza assoluta, a differenza del suo elemento, che gli dava un aria ancora più imponente di quanto già non fosse.

Talmente tanto da intimidire la protetta che, di reazione, indietreggiò di qualche passo. Per quanto lei adorasse il suo arcangelo custode quando faceva così riusciva sempre a spaventarla.

Lui, dal canto suo, non parve preoccuparsene e prese parola.

“Ascoltami bene Katherine: tra due giorni ti arriverà una lettera. Non sarà una lettera normale, lo capirai solo vedendo la busta, so che la leggerai e ti do il diritto di farlo ma…tu non fare e non accettare quello che leggerai”.

A quelle parole l’umana dai lunghi ricci mori spalancò gli occhi. Cosa vuol dire quel discorso? Davvero le arriverà una lettera? Cosa contiene di tanto grave da dirle di non accettare? E soprattutto, chi gli ella manda?

“Di quale lettera parli Michael? Chi è che me la spedisce? Cosa contiene?”

Michael di tutta risposta scosse piano la testa, per poi chiudere gli occhi.

“Non posso dirti altro, purtroppo, per mia grande rottura, ho i miei limiti anch’io pur essendo la spada di dio. Ma quello che posso dirti è questo: tu non accettare, per nessun motivo. Hai capito? Non accettareeeeeeeeeeeee!”

 

*

Dopo quell’urlo tremendo, lanciato da Michael, Katherine aprì di scatto gli occhi, per poi portarsi altrettanto velocemente seduta.

Era un sogno, no, era un richiamo del suo arcangelo che voleva metterla in guardia riguardo alla lettera che pare le arriverà a giorni.

La ragazza sospirò, per poi portarsi una mano sul viso e assumere poco dopo un aria pensierosa.

Se Michael le ha detto di stare attenta lei lo farà, sa bene che non le direbbe mai una bugia.

Ma…come si può stare tranquille dopo aver saputo che una strana lettera, dal dubbio contenuto, sta arrivando a te?

  
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