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Autore: MedusaNoir    01/12/2021    1 recensioni
Slice of life dei Perao (Percy/Ferao) del Ferusaverse.
Partecipa all'iniziativa "Calendario dell'Avvento" di Writing Games.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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#1 Secret Santa

«Come hai potuto?!»

Quando lo sentì urlare scandalizzato, Fera stava finendo di impacchettare il regalo per Paul – un romanzo babbano che faceva parte di una serie poliziesca amata da entrambi. Sì, “scandalizzato” era la parola giusta. Non offeso o incredulo: Percy era talmente fuori di sé da fissarla con gli occhi spalancati dietro le spesse lenti, la bocca che mimava un balbettio incapace di trasformare in suono. In meno teneva un pezzo di carta su cui spuntava la calligrafia della stessa Fera. Che, però, ancora non aveva capito.

«Tu…» riuscì finalmente a dire il suo fidanzato. «Come hai… Come ti… Perché proprio… No, dico, ti ha dato di volta il cervello?!»

Una simile indignazione veniva di solito messa in mostra da Percy quando, al Ministero, si vedeva passare davanti colleghi che non rispettavano alcuna etichetta, infrangendo da una a sedici regole – una volta le aveva contate – dello Statuto Internazionale di Segretezza. Regole talmente antiquate che la stessa Fera ne aveva dimenticato l’esistenza.

“No, Percy” ricordò di avergli detto “Goodkind non può indossare il cilindro per mescolarsi ai Babbani. No, nemmeno se ci aggiunge un mantello. Soprattutto se ci aggiunge un mantello.”

«Perce, si può sapere cosa c’è che non va?» chiedeva ora, domandandosi cosa avesse potuto rendere il ragazzo tanto sconvolto. Poi guardò di nuovo il foglio che teneva tra le mani e capì.

Tacque.

«Ah.»

Gonfiò le guance.

Scoppiò in una fragorosa risata.

«Non ridere!» si infiammò ulteriormente Percy. «È… è… oltraggioso! Perché hai messo il suo nome?»

«A essere onesti…» provò a dire Fera reprimendo le lacrime «non dovresti… ah ah… svelarmi il tuo… ah ah… regalo segreto!»

Le guance di Percy avvamparono fin quasi a cancellare le sue lentiggini. «Non è un regalo, se non lo faccio!»

«Sì che lo farai, è questo il senso del Babbo Natale segreto: un regalo per uno senza pensare a tutti gli amici.»

«Ah, era questo il gioco? Allora perché non Paul? Catherine? Perché… perché lei

«È mia amica! Dai, non fare il tragico: ho da parte una penna che avrei voluto regalarle prima o poi, gliela puoi dare tu.»

«Ma… è una penna. Che ci fa?»

Fera sollevò un sopracciglio. «Ci scrive, genio

«Intendo dire che è una bella penna, è sprecata per lei.»

Sospirando, spinse la penna tra le sue mani. «Fidati, preferisci questo a lambiccarti il cervello per farle un regalo.»

Apparentemente convinto, Percy ritrovò il suo colorito naturale e tornò in camera; Fera, tuttavia, poteva vedere gli ingranaggi girare nella sua testa. Quella storia del Babbo Natale segreto non gli era piaciuta, oh no, non gli era piaciuta per niente.

 

«…e questo è il mio.»

Nel momento in cui Paul scartò il pacchetto con il suo nome sopra, dalla sua bocca uscì un “Oooh” estasiato, mentre sua moglie roteava gli occhi al cielo.

«Ancora quel tipo lì?» sbuffò Catherine. «Come fa a piacervi? Ci sono così tanti libri babbani interessanti… E poi non vale: si capisce che il regalo viene da te, Fera!»

«È un regalo fantastico!» ringraziò invece Paul. «Grazie, Fera, lo leggerò stasera stessa.»

«Assolutamente! Devo sapere cosa ne pensi di…»

Catherine tossì.

«Oh, giusto… Giusto, finiamo prima con i regali. Chi è il prossimo?»

«Percy» disse la padrona di casa porgendo all’ospite un pacchetto rosso.

«Non penso faccia parte del gioco babbano» rifletté, girandoselo tra le mani. «Non riconosco la vostra calligrafia.»

«Beh, è questo il punto, no? Aprilo, dai!»

Titubante, Percy lo scartò. Conteneva una confezione di dolcetti. Sorrise.

«Deve averli fatti la mamma. Strano, di solito ci manda un maglione…» Gonfiò il petto. «Forse vuole congratularsi per il posto al Ministero.»

«Ma se hai cominciato mesi fa!»

«È sempre un traguardo da festeggiare.»

Fera avrebbe voluto afferrare il regalo con su scritto il proprio nome, ma Percy titubava, continuando a fissare i dolcetti.

«Va bene» sospirò. «Puoi mangiarne uno, non ti chiederemo di offrircene.»

«Non so cosa tu voglia…»

«E mangiali!» sbottò Catherine.

Di fronte a tale sfoggio di maleducazione e in virtù del buon nome delle feste natalizie, Percy non poté fare altro che obbedire. Prese una delle quattro crostatine al limone dalla scatola e le diede un morso; apprezzandone il sapore, la finì in soli due bocconi.

E cominciò a diventare giallo.

Con terrore crescente, notò le proprie mani allungarsi e le dita trasformarsi in piume dello stesso colore, mentre dove poco prima c’era stato il suo naso comparve un becco aguzzo, che scalciò gli occhiali per terra.

Caddero insieme alla scatola regalo, che rovesciandosi rivelò un biglietto nascosto.

 

I tuoi fratelli sono geniali!

Buon Natale, idiota

   
 
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