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Autore: Andromeda 5    02/12/2021    0 recensioni
Madeline di Tule è diventata da poco una dipendente dell'Abstergo e pensa di collaborare alla scrittura di un videogioco, ma non sa che le stanno carpendo le informazioni per cercare l'ennesima mela dell'Eden. Tuffatevi assieme a lei e i suoi due antenati, Aua e Albiorix, in questa avventura tra il mondo di oggi e l'impero romano di Nerone.
Nota: ogni capitolo ha una parte in comune, la storia del presente, ma si può scegliere se seguire la storia di Aua o quella di Albiorix
Genere: Avventura, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Incompiuta
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Presente

 

-Allora, com'è stata la prima seduta nell'animus?-chiese Tina mentre spingeva i tasti della macchinetta facendo scorte di patatine, sandwich e merendine varie. Tina è mia amica da quando eravamo entrambe impiegate delle pulizie prima della promozione a impiegate dell'animus. Tina ha un anno in meno di me, ma è un po' più alta. È magra, ha gli occhi a mandorla e castani. Ha la faccia un po' cavallina,i capelli ricci castano scuri e ha la pelle bronzea.

-Fantastico ma...tremendamente faticoso!-esclamai ordinando una tazza di thé caldo dalla macchinetta accanto.

-È sempre così la prima volta.-s'intromise Leon. Leon è il tecnico degli animus(infatti, è a lui che bisogna rivolgersi in caso di guasto) ed è il ragazzo di Tina da un anno. Leon è più grande di me e Tina; è alto, magro e slanciato. I suoi occhi sono neri,come i suoi capelli corti e a spazzola, ed ha la barba.

-Ah, già.-disse Tina- Tu hai avuto molte più esperienze di noi.-

-Ricordo ancora la prima volta che ho usato l'animus.-disse Leon pensieroso -Il mio antenato era Herry Green, un assassino indiano vissuto nella Londra vittoriana aiutando i gemelli Fry.-

-Ce l'hai raccontato un sacco di volte.-disse Tina, poi mi chiese di parlarmi di Aua e Albiorix.

-Beh,-risposi cercando di trovare le parole adatte- finora Albiorix è il più attivo, ma la storia di Aua mi piace di più...sarà perché è come guardarsi allo specchio. Tu,invece?Dove ti ha portato il manufatto?-

-Sono finita nella mia epoca preferita,il Giappone dell'epoca sengoku.-rispose Tina entusiasta- Pare che una mia antenata,Yashimono Sakura, sia stata una guerriera Aizu che lottò assieme a Ruico Takeko e fu una delle poche che si salvò e che pulì il palazzo prima dell'arrivo dei samurai dell'imperatore.-

-Ma è fantastico!-esclamai prendendo la tazza di thè appena riempita dalla macchinetta, poi chiesi a Leon-Hai visto Klaus?-

-Sì,-rispose Leon-siamo alle prese con un nuovo modello di animus ancora più potente di quello che state usando. È ancora in fase di sperimentazione, ma ci stiamo lavorando.-

-Non starai per caso spifferando a tutti il progetto. Vero?-disse una voce dietro a Leon. Dietro di lui c'era un ragazzo alto, smilzo,con gli occhi neri(portava gli occhiali) , i capelli ricci e corvini si avvicinò sorridendo.

Leon si voltò ed esclmò:-Klaus!-

Klaus e io ci conosciamo da tanto tempo: siamo cresciuti nello stesso quartiere e siamo amici di lunga data rimanendo in contatto nonostante ci fossimo persi di vista e ci ritrovammo quando mi trasferii agli alloggi Abstergo.

Infatti, decisi di trasferirmi per essere più vicina all'università che avrei frequentato per tre interminabili anni. I miei genitori erano disposti a pagare gli studi, ma ero io a dover provvedere al vitto e alloggio. Valutai molte proproste sulla bacheca dell'università, ma poi diventai amica di Tina, che mi procurò il colloquio. Ed ora eccomi li.

Come Leon, anche Klaus è un tecnico, anche se lui, più che le riparazioni degli ingranaggi, preferisce riparare i bug del sistema e i glich.

-Mi cercavi,Madeline?-chiese Klaus.

-Ehm...pensavo che tu...che tu volessi sapere come è andata la mia prima esperienza nell'animus.- dissi io cercando le parole giuste.

-Mi hai letto nel pensiero.-disse Klaus sorridendo-Me lo stavo giusto chiedendo poco fa. Hai incontrato qualche glich?Qualcosa che non appartiene ai tempi di Nerone?-

-Finora no.-dissi io-Non ho esplorato ancora tutta la città, ho appena concluso la prima sequenza.-

-Che ne dite se stasera festeggiamo?-propose Tina.

-Cosa dovremo festeggiare?-chiesi non capendo.

-Ma è ovvio,-rispose Tina-festeggiamo il tuo primo giorno di lavoro.-

-Ottima idea!-esclamò Leon,poi si rivolse a Klaus chiedendogli-Sei dei nostri?-

-Beh, il mio appartamento è vicino a quello di Madeline. Quindi è difficile che non venga.-rispose Klaus.

-Allora ci troviamo a casa mia dopo il lavoro.-conclusi io.

In quel momento si sentì la voce metallica dell'altoparlante che diceva che la pausa di metà mattina era finita e tornammo tutti alle nostre postazioni.

 

Aua

Ricordo 3: Sogni premonitori

-Allora, riesci a vedere dove posso incontrare Duncan? Riuscirò ad incontrarlo?- Aua era impaziente: era passato un mese dal banchetto durante il quale l'imperatore Claudio era stato avvelenato e da allora, per ritrovare Duncan, andava da un'indovina,che abitava in un rudere appena fuori dalle mura di Roma, per cercare di capire se e quando lo avrebbe rivisto.

-Un momento,-disse seccata l'indovina- le viscere di questo pesce sono molto più spinose di quelle di ieri.-

-Più spine ci sono, più è attendibile la previsione.-disse Aua-Lo diceva sempre il druido del mio villaggio. Questa volta ne ho pescate due di trote ed è stato anche molto difficile.-

-Si vede che ci tieni molto a sapere il tuo futuro.-disse finalmente l'indovina dopo cinque interminabili minuti-Sono riuscita a decifrare meglio la previsione di ieri. Il druido che te l'ha detto ha ragione: più spine ci sono, più il responso sarà preciso. Vedo un giovane legato a te da un legame molto forte...è sicuramente un legame di sangue.-

-Albiorix?-sussurrò Aua sorpresa.

-Non interrompere.-disse l'indovina, poi continuò-Tu lo credevi morto, ma egli è vivo e i vostri destini sono intrecciati come una corda molto resistente. Ma la corda rischia di spezzarsi se egli commetterà un grave errore.-

-Puoi dirmi che tipo di errore?-chiese Aua.

-Non si capisce bene.-disse l'indovina-Se il giovane si innamora del bel corvo, egli potrebbe farti del male. Vedo te incatenata e impotente ad un palo...Che strano...le pesanti catene ti stringono il collo e il ventre, ma le mani sono libere. Più cerchi di liberarti,più soffochi, mentre il giovane uomo è attaccato da due corvi, che inspiegabilmente vogliono una mela dorata. Il bel corvo è il più maestoso dei due, l'altro è meno forte. Guardati dal bel corvo: se il giovane uomo si farà incantare, provocherà la fine del mondo. Poi il bel corvo coverà un uovo e se esso è nero, il mondo sarà condannato, ma se è candido come la neve, allora il mondo sarà salvo.-

-Ieri non avevo capito, ma oggi hai descritto l'inizio di un mio incubo ricorrente, solo che mi sveglio prima di vedere i due corvi attaccare l'uomo di cui parli.-

-Un ultimo monito.-disse l'indovina non ascoltando le parole di Aua-Per salvare la mela dorata dalle grinfie dei due corvi, devi trovarla e per farlo devi cercare i pezzi del sigillo. La chiave ce l'hai, ma il lucchetto no. Quando hai ucciso,non te ne sei accorta, ma nella visione c'era il pezzo del sigillo: esso è circondato da drappi di seta e oro,in un cofanetto, all'interno della stanza di un sovrano.-

Aua era confusa: perché le era sfuggito un dettaglio così importante? Che cos'era il sigillo?

-Ti vedo un po' turbata,-disse l'indovina-ma ricorda le mie parole: guardati dal bel corvo. Ora dammi l'altro pesce.-

Aua pose sul tavolo l'altro pesce e l'indovina lo esaminò, poi disse:-Questo pesce è più facile da leggere:rincontrerai un uomo che hai conosciuto da poco sotto una pioggia di petali di rose. Egli sta in cima ad un podio ed è trionfante e tu quel giorno diventerai ricca come un Creso.-

-C'è dell'altro?-chiese Aua rianimata da un'insolita domanda-Quest'uomo è scapolo o sposato?Dimmi che non è sposato!-

-Vuoi sapere se la freccia di Cupido destinata a lui ha inciso il tuo nome sopra?-

-Non so perché,-disse Aua-ma vorrei tanto saperlo.-

-Non c'è nessuna donna nella sua vita.-disse l'indovina-Ma se vuoi sapere se ti ama o no, allora devi andare al tempio di Venere e pregare ogni giorno.Se la tua preghiera sarà costante,allora è vero amore. Poi, durante una notte di luna piena, dovrai andare sempre al tempio di Venere e dovrai vegliare sul bracere: se il fumo sarà bianco, allora il tuo amore è corrisposto;se,invece,il fumo è nero,...il mondo è pieno di pesci.-

-Speriamo che il fumo sia bianco.-sospirò Aua.

Si alzò dal tavolo e fece per andarsene, quando l'indovina disse all'improvviso:-Il giovane uomo della visione è qui!-

In quel momento, Aua si voltò spaventata sentendo il fruscio della tenda d'ingresso e vide l'uomo che aveva visto al banchetto, colui che assomigliava ad Albiorix.

L'uomo era sorpreso quanto lei e,imbarazzato, disse:-Aspetto qua fuori.-

-Ehm...no,no.-disse Aua,ancora più imbarazzata di lui-Ho appena finito. Il tempo di salutare l'indovina e vi lascio il posto.-

Infatti, l'indovina si faceva pagare con gli animali dei quali leggeva le interiora. Aua la salutò e le chiese in un sussurro:-Se aspetto quell'uomo qua fuori, cosa potrebbe accadere?-

L'indovina trovò e tolse una spina,che non aveva visto prima,dal pesce sul tavolo e disse:-Qui dice che questo incontro inaspettato ti aiuterà per recuparare il pezzo del lucchetto. Aspettalo fuori e chiedi...chiedere non costa nulla.-

Aua uscì dalla casa dell'indovina, si sedette su una roccia vicino a un ruscello che scorreva li vicino ed aspettò per qualche ora. Mentre aspettava, Aua rifletteva ed era una cosa che ultimamente le accadeva piuttosto spesso.

Se l'uomo del banchetto era anche l'uomo della visione, allora non poteva che essere Albiorix! Ma se,invece, non fosse lui? E se l'indovina si fosse sbagliata? E se Albiorix non ricordava più nulla del suo passato oppure se non avesse voluto collaborare?

 

Ricordo 4: Albiorix

Aua aspettò per quasi mezz'ora riflettendo e pianificando su cosa fare: venire incontro a quell'uomo o semplicemente seguirlo?

Aua pensò che se avesse chiesto a quell'uomo se era Albiorix, si sarebbe esposta inutilmente e magari l'avrebbe imprigionata per aver avvelenato l'imperatore Claudio. Poi pensò che se lo avesse solo seguito, magari non l'avrebbe portata da nessuna parte. Seduta su una roccia sotto un albero, Aua pensò ad Albiorix: probabilmente era ancora schiavo presso qualche nobile romano, oppure poteva essere un gladiatore che ancora combatteva o che era morto sull'arena. Magari poteva anche essere finito come schiavo in quei territori più a sud, oltre il mare, oppure poteva aver viaggiato su diverse barche. Aua ricordò la sua infanzia: quando Albiorix cercava di imparare ad utilizzare la daga (corretto spesso dal padre di Aua) mentre lei, a sei anni, riusciva a incoccare un arco e a centrare il bersaglio; quando si addormentavano accoccolati nello stesso giaciglio nelle notti d'inverno per scaldarsi; quando andava a caccia e lei aspettava il suo ritorno intrecciando corone di margherite e solo pochi giorni prima di essere catturati lo aveva accompagnato. Ricordò con orrore la loro cattura e solo allora capì da dove derivasse la sua fobia per i cani.

In quel momento, l'uomo uscì e Aua non sapeva cosa fare, poi si nascose dietro il masso su cui poco prima era seduta. L'uomo si guardò intorno per un po', poi proseguì per la sua strada e Aua, stando attenta a non farsi scoprire, lo pedinò. L'uomo entrò in città e Aua,coprendosi il viso con il cappuccio del suo chitone, fece fatica a stargli dietro, soprattutto quando inboccava le vie più affollate.A volte aveva paura di averlo perso di vista scambiandolo per un altro, ma ogni tanto egli si girava pensando di essere osservato e lei si rincuorava.

L'uomo entrò in una via che Aua non conosceva, ma che sapeva essere malfamata per via dei racconti di Locusta. Si fece coraggio e seguì l'uomo, che entrò in un lupanare. Aua pensò che la cosa fosse sospetta perché, sempre dai racconti di Locusta (che aveva, tra i clienti abituali, anche gente che aveva amanti nei lupanari),sapeva che quei luoghi erano frequentati principalmente di notte. Cercò un posto dal quale arrampicarsi per ascoltare meglio quello che l'uomo diceva al proprietario, così poté udire la sua voce.

-Cosa desiderate?-chiese umilmente la proprietaria vedendo la divisa da centurione dell'uomo.

-Avete delle undicenni?-chiese l'uomo.

Aua riconobbe, anche se dopo cinque anni, la voce di Albiorix.

-Sì,-disse la donna-proprio ieri ne è arrivata una dalla Numidia.-

-Non mi interessa.-disse secco l'uomo- Avete undicenni che vengono dal nord?-

-No, mi spiace.-disse la donna-Ma abbiamo una bretone che si fa chiamare Morrigan. Ha un nome insolito, ma è poco richiesta perché nonostante abbia dei bellissimi capelli rosso fuoco,si comporta come un cavallo selvaggio. Vi interessa la sfida?-

-Non saprei.-disse l'uomo imbarazzato.

La donna insistette e lui accettò per pochi spicci.

Aua era in piedi sul tetto della casa vicina e guardava la finestra dell'ingresso. Spostandosi da una finestra all'altra, notò che l'uomo era andato in una delle stanze più vicine all'entrata.

Aua si abbassò sotto la finestra sedendosi con la schiena contro la parete dell'edificio. Dopo qualche minuto in cui si sentirono dei bisbigli incomprensibili, Aua sentì delle urla provenienti dall'interno e inizialmente pensò che l'uomo stesse picchiando la donna chiamata Morrigan. Poi capì che si trattava di urla di piacere, una cosa che le aveva accennato Atte. All'improvviso Aua vide che il bordo del suo chitone era umido: aveva trattenuto la vescica per tutto l'inseguimento. Imprecando a bassa voce rimproverandosi, tirò su il chitone, si accovacciò contro il muro ed espletò i suoi bisogni:tanto il suo nascondiglio era una casa abbandonata e lei era ben nascosta.Il caldo sole estivo fece il resto asciugando il chitone. Intanto le urla dei due raggiunsero il culmine e poi le urla si fermarono di colpo. Aua si alzò e vide l'uomo che si rivestiva mentre lei, ancora nuda, sembrava non volere. Allora lui la spinse via quando lei cercò di riavvicinarsi e finì di rivestirsi quando lei uscì. Prima di uscire,l'uomo guardò in alto, in direzione della finestra, ma Aua si nascose prontamente. Poi l'uomo tornò all'ingresso, diede i soldi alla padrona del lupanare e le disse:-Quella Morrigan non è niente di speciale e non ha neanche le informazioni che cerco.-e detto ciò, uscì.

Aua, che ormai aveva capito che quello era Albiorix, scese e lo seguì ancora un po', finché lui non si girò accorgendosi di lei.

Aua rimase come pietrificata: il momento che stava aspettando da cinque lunghi anni era finalmente arrivato. Albiorix le si stava avvicinando, ma sembrava un po' arrabbiato. Aua pensò che ce l'avesse con lei oppure che la donna chiamata Morrigan gli avesse rovinato la giornata. Lui capì che era spavantata e sorrise dicendo:-Sei la serva che ha portato i funghi?-

Aua annuì e, togliendosi il cappuccio, balbettò:-Mmi ffarrette arrrestttare, vvvvveeerrrooo?-

-No,-disse lui- sappiamo chi c'è dietro. Locusta ha confessato ed è stata arrestata, ma Nerone ha intenzione di liberarla.-

Ormai l'uomo era vicino e Aua, come per istinto,mormorò:-Albiorix?-

L'uomo la guardò sbigottito, poi sorrise annuendo e lei gli andò incontro abbracciandolo.

Al che lui la abbracciò sollevandola e disse:-Aua. Ti ho ritrovata finalmente!-

-Allora mi avevi riconosciuto al banchetto?-chiese Aua.

-Non ne ero certo,-disse Albiorix-ma quando mi hai chiamato poco fa, ti ho riconosciuta.-

-Anch'io ti ho riconosciuto quando ho sentito la tua voce.-disse Aua, poi, con tono di disprezzo e indicando il lupanare, aggiunse-Perché mi hai cercata in quel postaccio?-

-Alcune schiave di Rufio Crispino erano finite in questo lupanare. Inoltre, l'indovina mi aveva detto che ti avrei trovata nel luogo più putrido della città.-

-Mannaggia a me.-disse Aua- Non dovevo nascondermi dietro al masso, dovevo subito venirti incontro fuori dalla casa dell'indovina.-

-Ma ora ci siamo ritrovati,-disse Albiorix-non è questo ciò che conta?-

Aua annuì e Albiorix continuò dicendo:-E staremo sempre insieme come una famiglia. Verrai a vivere con me in casa del generale Tullio Svetonio.-

-Non vorrei essere di troppo.-disse Aua- Vivere con Atte non è poi così male. A proposito, prima hai detto che avete imprigionato Locusta, giusto?-

-Sì, ha confessato.-rispose Albiorix-Non sappiamo, però, cosa ne farà Nerone dato che si è scoperto che il vero mandante era qualcuno in alto.-

-Bene.-disse Aua tra sè, poi si rivolse di nuovo ad Albiorix dicendo:-Ascolta: quando l'imperatore è morto, ho avuto una visione simile a quella che abbiamo avuto prima di essere separati.-

-Ti riferisci al sigillo per quella cosa?-disse Albiorix capendo.

-Esatto.-disse Aua-L'Indovina ha detto che non ho visto con attenzione, ma il pezzo del sigillo è nelle stanze dell'imperatore circondato da sete finissime e oro. Dobbiamo entrare e prenderlo.-

-Lo faremo insieme.-concluse Albiorix abbracciando Aua, poi disse:-Ma per prima cosa...sarà meglio andare via da questo postaccio.-

 

Albiorix

 

Ricordo 3: Premonizioni

-Allora?-chiese Albiorix all'indovina-Vedi niente nel pesce che ti ho portato?-

-Anche la giovane prima di te era piuttosto impaziente.-rispose l'indovina -Deve essere una cosa di famiglia.-bisbigliò dopo, ma Albiorix non sentì l'ultima frase e pensò che stesse borbottando una qualche formula magica.

Dopo minuti interminabili, l'indovina trovò una lisca e disse:-Vedo che vuoi scongiurare una profezia, ma non puoi evitare quello che accadrà.-poi ne trovò un'altra e proseguì dicendo:-Due corvi si contendono una mela d'oro.Il primo è piccolo e verrà schiacciato dal secondo, che è un enorme corvo bianco. Il corvo bianco cova un uovo: se nero, il pulcino morirà; se bianco, il pulcino vivrà. Il corvo bianco, però, non vedrà suo figlio perché cercherà di attaccarti e se non libererai l'unica persona che può sconfiggerlo dalle catene che la imprigionano, il mondo entrerà nel caos. Sarai tentato sia dal corvo bianco che dalla mela, guardati da entrambi. Solo la persona incatenata può maneggiare la mela senza esserne corrotta.-

-Chi è questa persona?-chiese Albiorix.

-Sta a te scoprirlo.-disse l'indovina-Ma posso dirti dove la troverai.-

-E dov'è?- chiese Albiorix sempre più impaziente.

-La troverai nel posto più putrido della città.-disse l'indovina- Anche il corvo piccolo si trova la.-

-E di Aua?-chiese Albiorix-Non si sa niente della bambina che cerco?-

-Qui non parla di banìmbine,ma dice solo che avrai tutte le risposte quando troverai la persona di cui ti ho parlato prima.-

-Forse questa persona può anche aiutarmi a rintracciare Aua.- mormorò tra se Albiorix quando uscì dalla casa dell'indovina.

Albiorix sentì un fruscio tra i cespugli e si voltò di scatto, ma poi vide che era solo un uccellino e continuò per la sua strada pensando a quale fosse il posto più putrido della città mentre aveva la strana sensazione di essere seguito da qualcuno. Ogni tanto si voltava, ma non vdeva nessuno di sospetto e alla fine pensò che se lo immaginava di essere seguito da qualcuno.

 

Ricordo 4: Il lupanare

Albiorix arrivò davanti a un lupanare e pensò che quello fosse il posto più putrido della città e vi entrò sperando di incontrare la persona che cercava.

La proprietaria lo accolse calorosamente e Albiorix pensò che faceva così solo per il vil denaro.

-Cosa desiderate?-chiese umilmente la proprietaria vedendo la divisa da centurione dell'uomo.

-Avete delle undicenni?-chiese Albiorix.

-Sì,-disse la donna-proprio ieri ne è arrivata una dalla Numidia.-

-Non mi interessa.-disse secco Albiorix - Avete undicenni che vengono dal nord?-

-No, mi spiace.-disse la donna-Ma abbiamo una bretone che si fa chiamare Morrigan. Ha un nome insolito, ma è poco richiesta perché nonostante abbia dei bellissimi capelli rosso fuoco,si comporta come un cavallo selvaggio. Vi interessa la sfida?-

-Non saprei.-disse l'uomo imbarazzato.

La donna insistette e lui accettò per pochi spicci.

Prima di entrare, Albiorix guardò in alto e scorse un ombra dalla finestra. Appena la vide, l'ombra di nascose e Albiorix non ebbe il tempo di osservare meglio perchè si sentì trascinare in quella stanza spoglia. L'inico arredo era un letto di pietra contro il muro, che era ricoperto di paglia. La stanzetta era piena di scritte incise dai frequentatori. C'erano sia complimenti che insulti, ma la maggior parte indicava che chi c'era stato e con chi aveva giaciuto.

La tendina venne scostata e Albiorix si girò: nella stanza era entrata una donna con i capelli rossi come il fuoco e ben fatta. Indossava un velo trasparente annodato insieme da una pesante collana dorata intrecciata lungo il suo corpo.

La donna si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio:-Albiorix?-

Albiorix sussultò e rimase pietrificato, ma non si scompose e, ripresosi, disse:

-Morrigan?- poi proseguì riacquistando coraggio- Sei tu che hai le informazioni che cerco?-

-Dipende da cosa vuoi sapere.- rispose lei languidamente.

-Da quanto sei qui a Roma?-chiese lui.

-Fammici pensare...-disse lei-Avevo 16/17 anni quando mi hanno rapita.Direi un 5/6 anni.-

-Hai mai lavorato per un certo Rufio Crispino?-continuò lui.

-Sì, prima di venire qui-rispose lei-Molte delle sue schiave sono finite qui, mentre altre sono state rivendute.-

-Conosci una schiava reta?-disse lui.

-Che cosa sono tutte queste domande?-disse lei seccata-Se non faccio il mio mestiere, mi sbatteranno in cantina. È la terza volta che lo fanno e la cosa inizia a non piacermi.-

-Prometto che ti pagherò il disturbo per avere l'informazione che cerco.- disse Albiorix- farei qualsiasi cosa per la persona che sto cercando.-

-Le informazioni hanno un prezzo.-disse Morrigan accarezzando il petto di Albiorix- Siccome che mi sei simpatico e sei pure bello, il mio prezzo è in natura.-

Albiorix non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni che lei lo baciò in bocca e iniziò a spogliarlo. Poi si alzò e tolse lentamente il velo scoprendo i seni e rimanendo con solo la collana indosso. Da lì iniziò la danza.

Albiorix aveva già fatto l'amore con alcune schiave mentre era in Britannia e anche nella casa del suo ospite(anche se li cercava sempre di evitare), ma, per paura della profezia, si fermava sempre prima di raggiungere il culmine del piacere.

Albiorix capì che stava per succedere e si staccò appena in tempo e corse in un angolo a finire da solo quello che Morrigan aveva iniziato. Morrigan, però, non era contenta e disse arrabbiata:-Perchè ti sei fermato? Non mi hai ancora pagata del tutto.-

-Sono vittima di una profezia.-spiegò lui.

Morrigan gli si avvicinò ancora, ma lui la respinse e disse:-Allora, vuoi rispondere alla mia domanda sì o no?-

-E va bene.-disse Morrigan- Ma che sia l'ultima volta: nessun uomo mi ha mai respinta prima d'ora, semmai li respingo io. Sì, ho conosciuto una schiava reta,ma era una bambina. Una sudicia sguattera che rimaneva sempre da sola. Lei è stata rivenduta e non ho idea di che fine abbia fatto.-

-Bene.-disse Albiorix andandosene dopo essersi rivestito-Non hai l'informazione che cerco...accontentati.-

-Ci rivedremo?- chiese Morrigan

-No, addio.-disse lui.

-Lo so che tornerai da me.-disse Morrigan- Nessuno può resistere al mio fascino.- Ma Albiorix non la stette a sentire perchè uscì dalla stanza.

Prima di uscire, Albiorix guardò in alto, in direzione della finestra e vide ancora quell'ombra, ma essa si nascose prontamente. Poi tornò all'ingresso, diede i soldi alla padrona del lupanare e le disse:-Quella Morrigan non è niente di speciale e non ha neanche le informazioni che cerco.-e detto ciò, uscì.

Fuori vide ancora l'ombra che lo stava pedinando che scendeva dal tetto del palazzo vicino. Si voltò facndo finta di niente, ma dopo pochi passi si voltò e vide una ragazzina incappucciata di circa undici anni che lo osservava atterrita.

Lui capì che era spavantata e sorrise dicendo:-Sei la serva che ha portato i funghi?-

Lei annuì e, togliendosi il cappuccio mostrando i capelli dorati, balbettò:-Mmi ffarrette arrrestttare, vvvvveeerrrooo?-

-No,-disse lui- sappiamo chi c'è dietro. Locusta ha confessato ed è stata arrestata, ma Nerone ha intenzione di liberarla.-

Ormai Albiorix era vicino e lei, come per istinto,mormorò:-Albiorix?-

L'uomo la guardò sbigottito, poi sorrise annuendo e lei gli andò incontro abbracciandolo.

Al che lui la abbracciò sollevandola e disse:-Aua. Ti ho ritrovata finalmente!-

-Allora mi avevi riconosciuto al banchetto?-chiese Aua.

-Non ne ero certo,-disse Albiorix-ma quando mi hai chiamato poco fa, ti ho riconosciuta.-

-Anch'io ti ho riconosciuto quando ho sentito la tua voce.-disse Aua, poi, con tono di disprezzo e indicando il lupanare, aggiunse-Perché mi hai cercata in quel postaccio?-

-Alcune schiave di Rufio Crispino erano finite in questo lupanare. Inoltre, l'indovina mi aveva detto che ti avrei trovata nel luogo più putrido della città.-

-Mannaggia a me.-disse Aua- Non dovevo nascondermi dietro al masso, dovevo subito venirti incontro fuori dalla casa dell'indovina.-

-Ma ora ci siamo ritrovati,-disse Albiorix-non è questo ciò che conta?-

Aua annuì e Albiorix continuò dicendo:-E staremo sempre insieme come una famiglia. Verrai a vivere con me in casa del generale Tullio Svetonio.-

-Non vorrei essere di troppo.-disse Aua- Vivere con Atte non è poi così male. A proposito, prima hai detto che avete imprigionato Locusta, giusto?-

-Sì, ha confessato.-rispose Albiorix-Non sappiamo, però, cosa ne farà Nerone dato che si è scoperto che il vero mandante era qualcuno in alto.-

-Bene.-disse Aua tra sè, poi si rivolse di nuovo ad Albiorix dicendo:-Ascolta: quando l'imperatore è morto, ho avuto una visione simile a quella che abbiamo avuto prima di essere separati.-

-Ti riferisci al sigillo per quella cosa?-disse Albiorix capendo.

-Esatto.-disse Aua-L'Indovina ha detto che non ho visto con attenzione, ma il pezzo del sigillo è nelle stanze dell'imperatore circondato da sete finissime e oro. Dobbiamo entrare e prenderlo.-

-Lo faremo insieme.-concluse Albiorix abbracciando Aua, poi disse:-Ma per prima cosa...sarà meglio andare via da questo postaccio.-

 

   
 
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