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Autore: Carme93    03/12/2021    3 recensioni
Il Natale è ormai alle porte e nulla renderebbe più felice James Potter di un bacio della sua amata Lily.
[Questa storia partecipa alla challenge “Calendario dell’Avvento” indetta da Coraline sul forum Writing games- Ferisce più la penna e all’iniziativa “Regali d’inchiostro tra i tavoli del pub” indetta sul gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta].
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[Questa storia partecipa alla challenge “Calendario dell’Avvento” indetta da Coraline sul forum Writing games- Ferisce più la penna e all’iniziativa “Regali d’inchiostro tra i tavoli del pub” indetta sul gruppo Facebook L’angolo di Madama Rosmerta]
2 dicembre. Prompt: “Dici che se riempio la casa di vischio sarà costretta a baciarmi?”.



 
 
 
Chi di vischio ferisce


 
 
«Sirius, Sirius, svegliati».
Una voce squillante risuonò nella stanza dei Grifondoro del quarto anno. Fuori spirava un freddo vento e si preannunciava una nevicata. D’altronde che Natale sarebbe stato senza neve?
«Sirius, dormi?».
Nuovamente il richiamo si perse nel silenzio notturno e nemmeno il minimo movimento pervenne dagli altri tre letti a baldacchino.
Il ragazzino, ben noto per la sua irruenza in tutta la prestigiosa e antica Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, scese da letto e, sfidando il freddo dicembrino, si avviò a piedi nudi verso il letto più vicino – dopotutto i Grifondoro sono sempre stati famosi per il loro coraggio.
«Sirius, su, svegliati» sussurrò scuotendo un ragazzino.
Essendo, oltre che ardito per natura, anche molto impaziente il giovane Grifondoro si puntò la bacchetta alla gola – ringraziava ogni giorno di essere un mago – e pronunciò: «Sonorus!».
Pochi secondi dopo gridò: «SIRIUS, SVEGLIATI!».
Sirius scattò a sedere con gli occhi sgranati e una mano sul cuore; contemporaneamente un altro quattordicenne, un po’ grassottello, cadde dal letto; infine il quarto occupante della camera lanciò un’occhiata scioccata al compagno.
«Oh, finalmente sei sveglio».
Lo sguardo lacrimoso del ragazzino grassottello si puntò su di lui insieme a quelli furiosi degli altri due, ma nessuno fece in tempo di pronunciare una sola parola che la porta si spalancò.
«Voi quattro! Sempre voi quattro!».
La scena avrebbe potuto essere ridicola – e a onor del vero i ragazzini fecero molta fatica a trattenere le risate –, ma il Caposcuola di Grifondoro – con indosso una camicia da notte di color salmone e un cappellino abbinato – sembrava a dir poco inferocito.
«Non abbiamo fatto nulla» disse candidamente il ragazzino che, in pochi secondi, aveva svegliato metà della Scuola.
Il ragazzo più grande lo fulminò con lo sguardo: «Ti do tre secondi per tornare a letto o giuro che ti pietrifico» sibilò.
«Ma non puoi…» tentò.
«Non ha importanza, Potter. Mi farei mettere in punizione della McGranitt per un mese pur di togliermi questo sfizio» ribatté quello.
James Potter, sebbene fosse un ragazzino fin troppo vivace, comprese che non era proprio il caso di insistere. «Che esagerazione! Ho sonno anch’io!» esclamò tranquillamente e, con un sorriso furbo in volto, ignorò bellamente le occhiatacce di tutti i presenti. «Buonanotte» aggiunse nascondendosi sotto il piumone scarlatto.
«Bene» disse il Caposcuola, ma sembrò più un ringhio – forse sperava davvero che fosse così sciocco da farsi affatturare. «Farò rapporto domani».
Nessuno parlò finché la porta della camera non si richiuse alle spalle del ragazzo e i suoi passi sparirono lungo le scale.
«James» sibilò Sirius, «che problemi hai?».
«Ho avuto un’idea fantastica!» trillò allora il ragazzino, sbucando fuori dalle coperte.
«Non potevi aspettare fino a domani?» domandò Sirius spazientito.
«No, naturalmente… e Remus non fare quella faccia! È veramente importante».
Remus Lupin era un ragazzino molto assennato e, ben conoscendo l’amico, gli gettò un’occhiata scettica.
«Uno scherzo a Mocciosus?» tentò di indovinare Sirius.
«Sirius!» sbottò Remus. «Avete promesso di comportarvi bene fino a Natale!».
«Mocciosus, non centra» lo assicurò James.
«Giuro che, se non ti muovi a parlare, ti spingo giù dalla Torre» minacciò Sirius.
«Ho un piano per farmi baciare da Lily Evans».
Peter, che si era rimesso faticosamente in piedi, scivolò nuovamente a terra; Remus si spiaccicò una mano sul volto.
«Buonanotte» sibilò Sirius.


 
*
 



«Che schifo, James. Che schifo».
«Smettila!» ribatté il ragazzino. «Vedi nemmeno Remus si lamenta».
«No, sono stanco di sprecare fiato» borbottò il ragazzino. «Ho preparato un kit di pronto soccorso, però».
James sbuffò. «È un piano perfetto».
«Mi spieghi perché vuoi baciare proprio la Evans? È insopportabile!».
«È meravigliosa» esclamò James con gli occhi puntati proprio sulla ragazzina che, insieme a delle amiche, si stava avvicinando a loro nascondiglio dietro una poltrona.
«Rem, scommetto un galeone che lo dovremo portare in infermeria» borbottò Sirius.
«Niente gioco d’azzardo. Non ti ci mettere anche tu, per oggi basta James».
«Beato Peter che non deve vedere questa scena».
«È in punizione con la McGranitt, perché ha consegnato un compito disastroso».
«Non sa nemmeno copiare» commentò Sirius alzando gli occhi al cielo.
«È il momento» strillò James, che aveva ignorato la loro discussione, e uscì allo scoperto.
«Evans!».
James fissava la compagna con un enorme sorriso -abbastanza grande da risultare inquietante – in attesa.
«Potter, che vuoi?».
Il ragazzino si limitò a indicare il soffitto con un dito.
Lily Evans, una delle studentesse migliori del loro anno, sollevò lo sguardo verso il punto indicato e si accigliò: il vischio pendeva sulle loro teste.
«Conosci la tradizione, no?».
«Scordatelo, Potter» sibilò lei, mentre le altre ragazzine iniziavano a ridacchiare. «Guarda, se mi sposto un po’…». Le parole le morirono in gola appena si rese conto che l’intero soffitto era ricoperto di vischio. «Non ci posso credere».
«Credici. Siamo destinati a stare insieme».
«Potter» sbottò Lily come se quel nome fosse di per sé un insulto.
Remus mise da parte il suo kit improvvisato e sussurrò a Sirius: «Solo Madama Chips potrà aiutarlo».
«Su, Evans, le tradizioni vanno rispettate!».
Ormai l’attenzione degli altri Grifondoro era puntata su di loro: molti ridevano o cercavano di approfittare dell’opportunità offerta da James.
James socchiuse gli occhi e si avvicinò all’amica protendendo le labbra: quello era il suo momento!
«Engorgio».
«Cosa?» biascicò il ragazzino riaprendo gli occhi, ma non fu abbastanza veloce da evitare un grosso cespuglio di vischio: si ritrovò schiacciato sul tappeto scarlatto e circondato dalle risate dei presenti.
James gemette incurante delle foglie appuntite che lo graffiavano: ancora una volta la Evans lo aveva fregato.
 
   
 
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