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Autore: Mnemosine__    06/12/2021    1 recensioni
"Peter, tu credi a Babbo Natale?"
Peter spalancò gli occhi, alzando lo sguardo dai compiti di matematica su cui era chino da ore e trovandosi davanti nientemeno che la piccola Morgan Stark.
"Cosa?" chiese Spider-man, sperando di aver frainteso la domanda.
"Tu ci credi a Babbo Natale?" chiese la bambina per la seconda volta, guardandolo negli occhi.
Peter si guardò intorno, cercando una via d'uscita. O qualcuno che fosse in grado di gestire una domanda del genere al suo posto.
[Raccolta collegata a "Di ritorni e attacchi di panico"]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Famiglia'
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Ciao a tutti. Questa sarà una raccolta natalizia collegata all'altra mia storia "Di ritorni e attacchi di panico". Non è necessario leggere anche la storia principale, ma mi farebbe piacere se andaste a dare un'occhiata anche lì. Se, però, non l'avete letta, sappiate che in questo what if Tony è riuscito a sopravvivere allo schiocco, anche se con qualche difficoltà. 
Sarà una raccolta di drabble e one shot pre e post schiocco che si dipanano nel periodo natalizio.
Lo giuro, è l'ultima cosa che pubblicherò per quest'anno :)
Spero vi piaccia, buona lettura.

 

25 Novembre 2022


“Papà, chi è Peter?”
Tony si voltò di scatto verso Morgan, che lo stava guardando in attesa di una risposta dondolandosi sui piedi avanti e indietro, mentre arricciava le labbra, impaziente.
“Peter?” Tony sussultò, mentre riponeva l’ultimo piatto sulla credenza. Lo sguardo gli cadde sulla foto che aveva messo lì, sullo scaffale della cucina, proprio per poterlo vedere tutti i giorni.
“Il ragazzo della foto.” Indicò la bambina. “Quello lì.”
Tony chiuse gli occhi, scuotendo leggermente la testa.
“La mamma ha detto che si chiama così.” Aggiunse lei portandosi le mani dietro la schiena e guardando in basso.
“Ah si?” chiese Tony lanciando uno sguardo verso la porta della cucina. Lui e Pepper ne avevano parlato, riguardo a quando e se dire a Morgan di Spider-man, ma lei era ancora piccola e Tony aveva continuato a procrastinare il discorso.
Peter Parker era un argomento off-limits. Era il suo ragazzino, un raggio di luce che lui non era riuscito a salvare.
“È lo stesso ragazzo nell’album delle foto di là.” Disse Morgan. “Con te, zio Happy, la mamma e l’altra signora.”
“Oh, Maguna.”
Tony strinse lo strofinaccio tra le mani, sorridendo stanco a sua figlia. Lentamente si abbassò fino a poterla guardare negli occhi e, passandole le mani sotto le ascelle e poi sulle spalle, la alzò fino a farla sedere sul tavolo della cucina.
“Peter è… era-“ Tony si bloccò. Sua figlia che lo guardava impaziente. Con la coda dell’occhio, vide Pepper entrare in cucina con l’album delle foto di famiglia tra le mani. Un album cartaceo, diverso dagli ologrammi che Tony adorava tanto; Pepper era riuscita a convincerlo a riempirlo con le fotografie che avevano scattato prima. Quelle foto che sembravano appartenere ad un universo parallelo, ad un momento lontano e che, per questo, faceva ancora fatica a guardare.
Tony si ritrovò senza parole, bloccato con l’immagine di Peter che gli sorrideva davanti ai propri occhi, sovrapponendosi con il viso della figlia.
“Peter è tuo fratello, tesoro.” Disse la rossa.
 
Tony alzò gli occhi verso sua moglie, colpito dalla semplicità con cui aveva detto quelle parole.
Peter era… sì. Peter era il fratello di Morgan. Era stato parte della famiglia, così come Happy e Roody e anche May. Ed il fatto che Pepper lo avesse detto in quel modo, come se fosse stata una cosa scontata, senza bisogno di rimuginarci sopra, fece sorridere Tony.
“Ho un fratello?” chiese la bambina sporgendosi verso l’album che Pepper aveva appena appoggiato sulla tavola, mentre la guardava sfogliare le pagine. “E dov’è?”
Pepper si fermò su una pagina, girando i fogli con le dita tremanti in modo che sua figlia potesse vedere bene.
“Hai, sì- avevi un… fratello, Maguna, ora-“ Tony si ritrovò incapace di creare un discorso. Peter era il fratello maggiore che Morgan non aveva mai conosciuto perché lui non era stato in grado di salvarlo. Gli era sparito tra le braccia. Si era trasformato in cenere tra le sue braccia e lui non aveva fatto nulla per impedirlo.
“È scomparso anche lui?” Scomparso. Questo era successo? Peter era morto. Era diventato nulla. Peter non c’era più e Tony non aveva nemmeno un corpo da piangere. Solo il doloroso ricordo del suo ragazzo, di suo figlio, che aleggiava nella sua mente come un fantasma.
 
“Si, piccola.” Disse Pepper, mettendo una mano su quella di Tony. “Vedi?” indicò con un dito la foto in cui Peter sorrideva, felice, insieme a Tony, Happy e May. Pepper aveva scattato personalmente la fotografia con il proprio cellulare.
“Qui ci sono papà, zio Happy, Peter e May. La foto l’ho fatta io.” Disse, con un pizzico di orgoglio nella voce.
Tony guardò la fotografia davanti a lui. Se la ricordava bene, l’occasione di quello scatto. Era il giorno in cui lui, Pepper e Happy erano andati ad assistere al concorso di scienze organizzato dalla scuola di Peter. Si erano fermati a prendere un cheeseburger dopo la premiazione e lo avevano mangiato al parco. Ed eccoli lì, seduti su una panchina con Peter che mostrava fiero il primo premio in una mano e il proprio panino nell’altra, mentre spargeva insalata e maionese ovunque.
 
Pepper indicò la seconda foto della pagina.
Il giorno del ringraziamento, May e Peter stavano cercando di spezzare l’osso del tacchino ed ottenere la parte più lunga. Vicino, si intravedeva la manica di Roody.
“Questi sono Peter e May… Zia May.” Si corresse.
Morgan sfiorò la fotografia, guardando Peter con interesse.
“Peter era come me da piccolo?” chiese Morgan toccando l’immagine del ragazzo con il dito. “Voglio crescere anche io.”
“Tutti crescono, piccola.”
 
Morgan annuì, concentrata. Sfiorò la pagina e poi guardò la madre, con espressione triste.
Tony e Pepper si guardarono negli occhi, cercando di nascondere un respiro tremolante tra le labbra.
“Peter non era come te… era… non era figlio nostro, ma è come se lo fosse.” Aggiunse Pepper, guardando Tony e annuendo come per sottolineare il concetto.
“Ma se non è vostro figlio… come fa a essere mio fratello?”
Pepper sorrise, facendo una carezza alla bambina. “Zio Roody non è veramente il fratello di Tony, ma è tuo zio, giusto?”
Morgan annuì, sicura.
“Lui e papà sono come fratelli, una famiglia. Lo stesso vale per Peter. Fa parte della famiglia.”
Spiegò la donna.
 
“Ho capito.” La bambina riportò lo sguardo sulle foto e girò pagina, sussultando felice quando vide uno scatto di Iron Man e Spider-man che volavano insieme sui tetti di New York. “Spieder-man!”
Tony sorrise, si ricordava come avevano scattato quella foto. Peter aveva utilizzato una vecchia macchinetta fotografica – una di quelle che avevano addirittura il rullino – ed era riuscito ad attaccarla al vetro di una finestra con una ragnatela, avevano fatto una specie di selfie, aveva detto lui.
“Papà, tu conoscevi Spider-man?” chiese con occhi luccicanti. “È il migliore!”
“Ehi!” Tony si voltò di scatto, fingendo di essersi offeso.
“Tu sei fuori gara, tesoro.” Disse Pepper cercando di non ridacchiare.
“E, per tua informazione, signorinella…” continuò Tony guardando fiero l’immagine del suo ragazzo librarsi in aria come un’acrobata provetto. “Certo che papà conosceva Spider-man, il costume gliel’ho fatto io!” disse sporgendosi verso la foto.
Ne aveva fatti tanti, di costumi per Peter. Costumi, armature, spara-ragnatele. Tanti oggetti mai utilizzati e relegati in garage da cinque anni, che ormai sembravano più reliquie che accessori per supereroi aracnoidi. Gli unici che mancavano all’appello erano il costume e l’armatura con cui Peter si era dissolto, scomparsi insieme a lui.
“Anche Peter lo conosceva?” chiese Morgan voltando pagina.
 
Prima che i genitori potessero rispondere la bambina si bloccò. “Oh!”
“Peter è Spider-man!” gridò prendendo in mano l’intero album e portandoselo sulle ginocchia per vedere meglio.
Tony spalancò gli occhi, così come Pepper, trovandosi a fissare la foto che assolutamente aveva decretato di non sviluppare perché troppo pericolosa, che ritraeva Peter Parker - nel laboratorio del complesso con addosso il costume da Spider-man, la maschera appoggiata sulla sedia di fronte – e Tony lavorare chini sul drone-ragno, completi di occhiali protettivi sugli occhi e cacciaviti in mano.
“Happy.” Si lasciò sfuggire Tony dalle labbra, sconsolato.
“Papà! Mio fratello e Spider-man sono la stessa persona!”
Tony boccheggiò. Annuendo piano.
Guardò la fotografia, reprimendo una smorfia di dolore e stringendo gli occhi.
 
“Si, Maguna, Peter era Spiderman. Ma, ma era molto più di questo. Era un ragazzo d’oro. Ti sarebbe piaciuto da matti, sai? Come te adorava stare in garage, solo che all’epoca era il laboratorio al complesso. Ha creato da solo le ragnatele – in camera sua, ci crederesti? – Ed era molto intelligente, come te…” senza volerlo, Tony iniziò a parlare di Peter, mentre Morgan lo ascoltava, rapita.
Dopo cinque anni in cui non aveva voluto pensare o parlare del suo ragazzo le immagini del tempo passato con il giovane Parker strariparono come un fiume in piena, abbattendo il muro che Tony aveva creato cercando di relegare il suo ricordo in un cassetto nascosto nei meandri della sua memoria.
Si ritrovò, insieme a Pepper, a passare la serata sul divano sfogliando le pagine dell’album fotografico e cercando di convincere Morgan che l’identità di Spider-man sarebbe dovuta rimanere un segreto.
 
Dopo quelle che sembrarono ore, tante domande ed un paio di ghiaccioli, Tony riuscì a portare Morgan a letto, con la promessa che ogni sera fino a Natale le avrebbe raccontato, prima di andare a dormire, una storia su Spider-man.
 
Si sorprese, quando, un paio di settimane dopo, dopo essere tornata dalla scuola Morgan si era presentata con un foglio di carta, una busta e un francobollo, dichiarando che quel giorno la maestra le aveva fatto scrivere la lettera per Babbo Natale e che avrebbero dovuto farla arrivare al Polo Nord. Perché lui, come aveva spiegato la maestra, poteva esaudire i desideri.
“Pep!” si sentì in dovere di chiamare, quando lesse la richiesta della figlia.
 
Babo Caro Babbo Natale,
per natale Natale voglio conosciere il mio fratelLone. Tti prego.
maguna Morgan Stark
   
 
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