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Autore: littlegiulyy    07/12/2021    1 recensioni
LaPush. Una riserva sperduta nello stato di Washington, uno dei posti più piovosi d'America, un luogo dove la magia è intrinseca nei suoi abitanti. Ma se esistesse della magia anche in altri posti? Se il branco Quileute non fosse l'unico branco che esiste? Le favole ormai sono realtà, questo si sa.
Hailey Bennett non è una ragazza come tutte le altre. La magia scorre anche nelle sue vene e questo comporta grandi responsabilità. Decisa ad allontanarsi dalla sua riserva Navajo, andrà a trovare il cugino Johnny, trasferitosi a LaPush un anno prima. Convinta di poter fuggire dalle sue pesanti responsabilità solo per qualche settimana, alla fine nella sua vita tutto cambierà; complice soprattutto l'incontro con un giovane Quileute, Embry Call.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Embry Call, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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1. Pilot

Guardò distrattamente fuori dall'opaco finestrino dell'aereo.
Delle goccioline di pioggia bagnavano ripetutamente il vetro, rendendo le luci all'esterno delle piccole fonti confuse di bagliore.
In vista delle feste ormai alle porte, l'aeroporto di Seattle era stato totalmente decorato da tantissime luminarie natalizie ed addobbi, che rendevano l'atmosfera ancora più caratteristica. Qualche traccia di neve per terra faceva ancor più la sua parte, donando nell'aria una tangibile senzazione di feste natalizie.
Finalmente il momento era arrivato, le vacanze di natale le avrebbero dato un po' di respiro; gli ultimi mesi erano stati fin troppo pesanti.
-Avvisiamo i gentili passeggeri che il volo DA76548 è atterrato in orario all'aeroporto di Seattle. La temperatura all'esterno è di 2°C ed il meteo è prevalentemente piovoso. Da questo momento è possibile utilizzare gli apparecchi elettronici e slacciare le cinture di sicurezza. Vi diamo il benvenuto nello stato di Washington e vi ringraziamo per aver volato con noi- disse la voce metallica dell'hostess dagli auto parlanti presenti sull'aereo.
Non perse un attimo. Slacciò la cintura stretta in vita e tirò fuori dalla borsa il cellulare. Lo accese subito, aspettando che la fila di gente già in piedi defluisse all'esterno dell'aereo prima di alzarsi.
Allontanarsi dall'Arizona per qualche settimana le avrebbe fatto bene.
Allontanarsi dal branco per un po' le avrebbe fatto bene.
Allontanarsi da Scott le avrebbe fatto bene. 
Allontanarsi da tutta quella confusione che aveva lasciato dietro di sé le avrebbe fatto bene.
Lo schermo del cellulare si illuminò, rivelando una chiamata da parte di Jonathan.
Non attese, rispose.

-Pronto?-
-Ciao Hailey... sei atterrata?-
-Appena adesso...-
-Perfetto, ti aspetto fuori dall'aeroporto, sono già qui-
-Va bene, a tra poco-

 

Richiuse la rapida chiamata, sentendo pesare su di lei lo sguardo di una anziana sinora in piedi affianco al suo sedile. La fila non accennava a muoversi di un passo, erano ancora inchiodati tutti lì dentro. Sospirò lasciandosi cadere nel sedile e chiuse gli occhi.
Non aveva riposato molto durante il viaggio; forti turbolenze avevano scosso il mezzo per tutta la durata del volo. Adesso però la stanchezza iniziava a farsi sentire parecchio.
Le ultime settimane erano state dure, sia fisicamente che mentalmente. Un po' di riposo lontano da tutto e tutti le avrebbe sicuramente fatto bene. Era proprio quello che ci voleva.
Che fosse una fuga in piena regola la sua? Possibile.
-Signorina deve scendere?-
La voce dell'hostess la riportò alla realtà facendole riaprire gli occhi di scatto.
-Oh si... certo- disse alzandosi dal sedile frettolosamente. Tutta la coda che poco prima occupava il corriodio era defluita all'esterno senza che lei se ne accorgesse, quindi prese velocemente la sua borsa sul sedile affianco e scese anche lei dall'aereo.
Una volta all'interno dell'aeroporto, recuperò in fretta la sua valigia e si diresse nel parcheggio dove la stava aspettando suo cugino.
Non si vedevano da mesi.
Quando uscì all'aria aperta, la pioggia era molto più leggera rispetto a prima. Adesso era quasi nevischio e, l'aria, decisamente più secca, sferzava gelida. Probabilmente, nel giro di poco tempo, ogni superficie sarebbe stata ricoperta da uno strato bianco di neve.
Lo sentiva nell'aria.
-Hails!-
Il suo soprannome.
La voce conosciuta di suo cugino attirò la sua attenzione.
Non appena lo vide, il suo viso pensieroso virò subito in un'espressione felice.
-Johnny!- lo chiamò andandogli incontro, quasi correndo per l'emozione.
Non appena lo raggiunse, si abbracciarono forte scoppiando a ridere felici.
-Da quanto tempo Hails! Mi sei mancata- le disse il ragazzo dandole un bacio sulla guancia, senza sciogliere l'abbraccio. Hailey sorrise stringendolo ancora più forte a sé.
Il calore sopranaturale emanato dal corpo del cugino la riscaldò subito, nonostante ci fossero solo pochi gradi sopra lo zero.
-Anche tu mi sei mancato- ammise sincera -Rosewood non è più la stessa senza di te- aggiunse sottovoce.
E in fin dei conti era proprio così.
Jonathan ridacchiò sciogliendo un po' l'abbraccio.
-Sono sicuro che qualcuno è felice che io non sia più lì...- disse guardandola in faccia.
Hailey storse il naso.
-Forse qualcuno... ma non è il caso mio- rispose vaga.
Non era di certo il momento adatto per tirare fuori quell'argomento.
Johnny le sorrise.
-Forza andiamo, abbiamo un po' di strada da fare- disse prendendo la sua valigia. Prima che potesse aggiungere altro, la caricò nel bagagliaio della macchina e chiuse lo sportello.
-Fa freddo qui- commentò la ragazza guardandosi intorno.
Erano già quasi le 10 di mattina, ma la temperatura non accennava ad alzarsi. Il cielo grigio e cupo era coperto da una coltre di nubi che rendeva l'atmosfera ancora più fredda.
Del resto, era arrivata nella cittadina più piovosa d'America, cosa si aspettava?
Non attese altro tempo; salì in macchina, si sedette sul sedile del passeggero e chiuse la portiera. Accese subito il riscaldamento a palla e si strofinò le mani rapidamente, tirò giù le maniche della giacca, nella speranza di riscaldarsi un po'.
-Sei quasi al confine con il Canada qui... cosa ti aspettavi?- rise il ragazzo prendendo posto sul sedile affianco a lei. Mise in moto il motore e partirono.
-Niente di diverso in realtà- affermò Hailey -almeno qui il natale sembra vero...- aggiunse guardando fuori dal finestrino il paesaggio -ci sono un sacco di addobbi e la neve fa il suo effetto-
-Quest'anno ha nevicato ancora poco per essere dicembre... nei prossimi giorni hanno previsto pesanti nevicate, soprattutto a Forks-
-Per fortuna mi sono portata vestiti pesanti- ridacchiò Hailey.
-Non fa poi così freddo...-
-Tu hai la pelliccia che ti scalda- gli fece notare la ragazza guardandolo meglio  -e quando non ce l'hai il tuo lupo ti riscalda lo stesso- aggiunse inarcando le sopracciglia.
In quel momento, Hailey si rese conto che il cugino indossava solo dei jeans ed un maglioncino, decisamente leggero per il freddo che faceva fuori. Rabbrividì solo guardandolo.
Johnny accennò un sorriso.
-Hai ragione... anche questo è vero-
Il silenzio invase la macchina per qualche istante, poi il ragazzo parlò di nuovo.
-Allora... ci sono novità a Rosewood?- chiese titubante.
Non era certo di volerlo sapere davvero.
Allontanarsi da Rosewood era stato difficile, ma allo stesso tempo la scelta più azzeccata della sua vita.

Hailey intuì lo stato d'animo del cugino all'istante; non era certo di voler sapere proprio tutto.
-Niente di nuovo... lì è sempre tutto uguale. Scott comanda a bacchetta tutti, i ragazzi fanno le ronde notte e giorno come schiavi, gli anziani tirano i fili restando a casa, i nostri genitori in qualche modo mettono sempre bocca su quello che facciamo e tutti sanno tutto di tutti- rispose apparentemente distratta.
Hailey spostò lo sguardo fuori dal finestrino.
Il sollievo che provava in quel momento per essere a chilometri di distanza da casa sua era qualcosa di inspiegabile e assolutamente bellissimo.
La morsa allo stomaco che sentiva da settimane era finalmente sparita.
-E' frustrazione o rabbia quella che sento nella tua voce?- le chiese il ragazzo con un ghigno.
-Entrambe- ammise sottovoce.
Sospirò.
Rosewood stava diventando un po' stretta.
-Wow...- commentò Johnny ridendo -sempre tutto uguale insomma... lì non cambia mai niente- aggiunse lanciandole un'occhiata.
-Tutto uguale- borbottò sottovoce Hailey.
-Va tutto bene? Ti vedo un po' strana...-
-In che senso?-
-Sì insomma... - iniziò titubante il ragazzo -sei Hailey 'BOOM' Bennett, sei sempre così... esplosiva- ridacchiò lanciandole un'occhiata -invece mi sembri piuttosto spenta. Credevo fossi felice di venire a trovarmi...- aggiunse tornando serio. 
- Va tutto bene, sono sempre io- rispose secca  -avevo solo bisogno di allontanarmi per un po' da Rosewood- tagliò corto.
Johnny la guardò attentamente, non lo convinceva.
-I ragazzi come stanno?-
-Stanno tutti magnificamente- rispose incorciando le braccia al petto e guadagnandosi uno sguardo stranito da parte del cugino. Hailey sembrava più tesa del solito. 
-Immagino tu sia stata messa molto sotto pressione nell'ultimo periodo... ma qui starai bene, è il posto perfetto per rilassarsi un po'- le disse accennando un sorriso -i Quileute sono fantastici. Ti piaceranno, vedrai...- aggiunse continuando a guardare la strada.
Hailey guardò davanti a lei. Le case si stavano diradando sempre di più, mentre gli alberi iniziarono a costeggiare la strada sia a destra che a sinistra. Nel giro di qualche minuto, si allontanarono da ogni centro abitato, immergendosi nel bosco e proseguendo lungo quella strada che sembrava non avere fine. Si stavano addentrando sempre di più nella vegetazione, che via via si faceva sempre più fitta e rigogliosa. 
-Tu come stai?- gli chiese la ragazza tornando a guardarlo.
-Io benissimo... qui sto molto bene. E' stato strano all'inizio imparare a convivere con un altro branco, ma in fin dei conti i Quileute non sono molto diversi da noi Navajo. Ormai è un anno che sono qui. Mi trovo bene, con tutti loro. Gli voglio bene e loro vogliono bene a me-
Studiò la sua espressione; Johnny le sembrò tranquillo e sincero.
-Tu non torneresti indietro, vero?- gli chiese a brucia pelo la ragazza.
Jonathan tuttavia non si scompose, continuò a guardare la strada davanti a sé.
-Rosewood sarà sempre casa mia Hails... ma per me rappresenta il passato. Tutto quello che ho lasciato lì è superato ormai. Adesso vivo qui, ho una vita qui, vado al college, ho i miei amici ed il mio branco qui...-
Una serie di eventi della vita lo avevano portato fino a LaPush, nella riserva Quileute, decretando definitivamente la sua dipartita dal branco Navajo.
Non era stato facile per Jonathan allontanarsi da Rosewood; ma era la cosa giusta da fare.
Lui aveva avuto il coraggio di farlo.
-Non fraintendermi- aggiunse subito dopo il ragazzo -non che non stessi bene a Rosewood... ma lo sai anche tu perché sono venuto qui. Il college in cui volevo andare era qui... non avrei rinunciato al mio futuro come hanno fatto Bill e Matt per restare con il branco-
Era davvero questa l'unica motivazione?
-E poi tu ed Elle vi siete lasciati...- borbottò sottovoce la ragazza, guardando fuori dal finestrino. Quella frase ebbe lo stesso effetto di una bomba esplosa sotto acqua.
Lo poté avvertire distintamente nell'animo di suo cugino. 
-Non sono venuto qui per scappare da Elle- precisò Johnny.
-Ne sei sicuro?-
-Ne sono sicuro- affermò convinto il ragazzo.
Hailey lo guardò attentamente; anche questa volta sembrava sincero.
-Avanti, parlami di lei...- cambiò discorso la ragazza accennando un sorriso malizioso.
Jonathan la guardò per un istante, poi le sue labbra si aprirono in un grande sorriso.
-Leah è... beh, è una bomba!- disse ridacchiando -devi conoscerla- aggiunse stringendo un po' più forte il volante. Hailey non lo aveva mai visto così radioso.
L'imprinting faceva questo effetto.
-Sono curiosa di conoscerli, tutti- ammise Hailey.
-Ti ospiteranno Sam ed Emily finché starai qui...- le spiegò Johnny -hanno la casa più grande e poi... ospitano anche me- aggiunse facendole un occhiolino.
-Vivi ancora da loro?>>
-Sì... ma sto cercando casa, credo di essere sulla buona strada. Entro primavera dovrei avere i soldi per prendermi qualcosa di mio in affitto-
-Ed il college come va?-
-Benissimo! Uno dei ragazzi del branco, Embry, frequenta il mio stesso corso di ingegneria meccanica... spesso andiamo a lezione insieme e riusciamo a passarci appunti e libri. Conoscerai anche lui- spiegò entusiasta Johnny.
-Sono felice che tu stia bene qui... ti vedo bene- commentò Hailey guardandolo attentamente. Ed era vero; lo vedeva proprio bene.
Non lo vedeva così rilassato e raggiante da anni probabilmente.
-Siamo quasi arrivati... che ne dici se ci fermiamo a mangiare un boccone da qualche parte e poi ti porto a casa?-
-Volentieri, ho parecchia fame-
Le diede un buffetto scherzoso sulla guancia -mi sei mancata Hailes, te l'ho già detto?-

 

Hailey guardò incuriosita quella casa dispersa in mezzo al bosco della riserva di LaPush.
Gli alberi sembravano esserle cresciuti intorno, come se fossero una protezione per la casa stessa. E forse era proprio così, dato che sotto il portico un grande albero si alzava verso il cielo. 
I colori tenui della facciata erano molto rilassanti, nonostante la grossa quantità di fangopresente sul vialetto d'ingresso a causa della pioggia che continuava ascendere incessantemente. 
Scese dalla macchina continuando a guardare la casa, mentre Johnny prendeva la sua valigia.
-Eccoci arrivati, questo è il quartiere generale-
Hailey lo guardò interrogativa, quindi si affrettò a spiegare.
-Come punto di ritrovo solitamente usiamo casa di Sam ed Emily... le porte sono sempre aperte, per tutto il branco, ad ogni ora del giorno e della notte-
Si incamminarono sotto la pioggia, raggiungendo in fretta il portico per ripararsi.
-Vieni, entra- disse Johnny aprendo al porta ed entrando in casa.
Hailey si fermò sullo stipite della porta, analizzando l'interno della casa.
Non era molto grande e tutto sembrava essere arredato con mobili in legno,probabilmente costruiti a mano. Svariate foto ed oggetti personali rendevano lacasa personalizzata e con molto carattere, gli addobbi natalizi rendevanol'atmosfera ancora più calda ed un fuoco lieve scoppiettava timido dentro ilcaminetto, trasmettendo una sensazione di calore tipica delle case di montagna. Le piaceva quel posto, le trasmetteva vibrazioni positive. 
-Tu devi essere Hailey! Benvenuta-
Una voce dolce e gentile attirò la sua attenzione, catturando immediatamente con lo sguardo la figura di una donna decisamente bellissima.
I capelli lunghi e neri erano raccolti in una treccia, la pelle ambrata eracoperta da un paio di jeans ed un maglione bianco decisamente grosso, mentre isuoi occhi castani le sorridevano raggianti. Non poté fare a meno di notare la grande cicatrice che solcava parzialmente ilsuo volto.
Lei doveva essere Emily.
Alle sue spalle, sopraggiunse subito un uomo. Capelli scuri e fisico possente, sguardo sicuro. Indossava solo dei pantaloncini corti ed una maglietta a maniche corte, nient'altro. Lo stemma Quileute risaltava tatuato sul suo bicipite muscoloso. 
Lui doveva essere Sam, l'Alpha del branco Quileute.
-E' un piacere conoscerti Hailey- disse l'uomo -io sono Sam e lei è Emily- aggiunse indicando la donna al suo fianco. Il braccio di Sam avvolse la vita di Emily, stringendola dolcemente a sé. Hailey non poté non notare la delicatezza con cui le strinse la vita. 
-Resterai da noi in queste settimane- le disse Emily sorridendole di nuovo -siamo così felici di conoscerti finalmente... Johnny ci ha parlato tanto di te-
-Vi ringrazio molto per l'ospitalità, spero di non darvi troppo fastidio-
-Siamo felici di averti qui con noi per le feste- insistette Emily -Johnny nonstava più nella pelle per il tuo arrivo! Vieni, ti mostro la tua stanza...- aggiunse incamminandosi su per le scale. Hailey guardò per un attimo Johnny,che le sorrise rassicurante dandole una spintarella.
Si incamminò a sua volta dietro ad Emily, seguita dal ragazzo con la sua valigia.
Arrivati al piano superiore, Hailey individuò quattro porte.
-Lì c'è la camera di Johnny ed il suo bagno- le spiegò Emily indicandole le due porte alla loro destra, poi si voltò verso sinistra -da questa parte invece c'è la tua camera con il tuo bagno... dovrete convivere sullo stesso piano, ma sono sicura che andrà bene- concluse ridacchiando.
-Per qualche settimana credo di potercela fare- scherzò Hailey -grazie, davvero,è tutto perfetto- aggiunse guardandosi intorno.
-Oh figurati, per così poco... se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa chiedi senza farti problemi-
-Intanto io metto questa in camera sua- disse Jonathan interrompendo la conversazione e superandole nel corridoio -si è portata via mezza casa...- aggiunse borbottando sottovoce il ragazzo.
-Sono i vestiti invernali che occupano spazio e pesano- rispose Hailey prontamente.
Emily lo seguì con lo sguardo, senza smettere di sorridere.
-Sei in ritardo Johnny, sarà meglio che ti sbrighi prima che Quil ed Embry vengano a prenderti a morsi- gli disse la donna.
-In ritardo per cosa?- chiese curiosa Hailey.
-Cambio turno di ronda- spiegò Johnny uscendo dalla stanza -mi dispiace lasciarti sola, ma nessuno poteva darmi il cambio! Quando torno giuro che ti porto a fare un giro e stiamo un po' insieme... adesso devo andare,ci vediamo per cena Hails- disse dandole un bacio sulla guancia. -Sono così felice che tu sia qui- aggiunse radioso.
-Lo sono anche io- rispose la ragazza sorridendo.
E lo era davvero.
Aveva sempre avuto un bellissimo rapporto con suo cugino Jonathan, era il fratello che non aveva mai avuto. Erano nati e cresciuti insieme. Il loro legame di sangue li aveva fatti crescere fianco a fianco, e la magia che scorreva nelle loro vene li aveva definitivamente legati per sempre.
Quando un anno prima aveva deciso di trasferirsi a Forks per studiare nel college dei suoi sogni non l'aveva presa molto bene; tuttavia, la speranza cheprima o poi sarebbe tornato era definitivamente svanita nel momento in cuiaveva avuto l'imprinting con Leah, l'unica donna lupo della tribù Quileute.
Forks era diventata la sua nuova casa, LaPush era la sua nuova casa.
Leah era il centro di tutto adesso.
I Quileute lo avevano accolto nel loro branco come se fosse uno di loro fin dal principio e Johnny sembrava davvero felice di essere lì. Non lo aveva mai visto così sereno in tanti anni che lo conosceva.
-Uno dei ragazzi oggi compie gli anni- disse Emily attirando di nuovo la sua attenzione -faremo una cena qui da noi, ci farebbe piacere se partecipassi anche tu! Ti divertirai, vedrai- le disse appoggiandole una mano sulla spalla rassicurante.
Hailey deglutì un po' nervosa.
Era sempre stata molto socievole ed espansiva, ma conoscere tutto il branco e compagne annesse in una sera sola un po' la innervosiva.
-Così conoscerai anche Leah- disse ad alta voce Jonathan mentre scendeva lescale -e anche tutti gli altri! Vedrai, ti piaceranno- aggiunse sparendo al piano di sotto.
-Grazie per l'invito, ci sarò volentieri... non vedo l'ora di conoscervi tutti- rispose Hailey.
Emily sorrise raggiante.
-Benissimo! Inizio a preparare qualcosa per questa sera... tu sistemati pure con calma, fai come se fossi a casa tua- le disse la donna. Dopo un sorriso rassicurante, scese al piano inferiore lasciandola sola in quell'ambiente nuovo ma decisamente accogliente.
Entrò in quella che sarebbe stata la sua stanza ed iniziò a tirare fuori alcuni vestiti dalla valigia. Mise sotto carica il telefono ormai scarico, e proseguì con la sistemazione di tutte le sue cose.
La camera era davvero carina, aveva tutto ciò che le sarebbe potuto servire; un letto, un armadio, una scrivania ed una grande finestra che si apriva sul bosco sul retro della casa.
Guardò fuori; aveva quasi smesso di piovere finalmente.
Magari avrebbe potuto fare un giro lì nei dintorni finché Jonathan era di ronda.
Scendendo al piano di sotto, un buonissimo profumo di muffin e biscotti raggiunse le sue narici. Scese le scale e trovò Emily che si destreggiava tra i fornelli.
-Cannella?- chiese Hailey avvicinandosi al forno per vedere cosa stava cucinando.
-Sì- rispose la donna con un sorriso -i ragazzi adorano i miei biscotti alla cannella, quindi ogni volta ne faccio quintali...-
-Immagino finiscano sempre tutti subito- ridacchiò Hailey.
-Immagini bene- rispose ridendo Emily continuando a impastare amorevolemente; poi alzò lo sguardo sulla ragazza davanti a lei -vai a farti un giro?- le chiese notando la giacca.
Hailey annuì.
-Sì, pensavo di fare un giro finché non è ancora buio... volevo andare a vedere la famosa First Beach... Johnny me ne parla sempre, sono curiosa-
-Fai bene, attenta a non perderti però! Qui è tutto uguale se non conosci bene la zona, soprattutto nel bosco quando cala il sole-
-Starò attenta...-
-Prendi il sentiero qui dietro casa nostra, prosegui sempre dritta e poi percorri quello che costeggia il mare-
-Farò così, grazie mille-
Si salutarono e, dopo essersi chiusa bene la giacca, si incamminò nel sentiero che le aveva indicato Emily.


Ciao a tutti e bentornati!
Non odiatemi per aver iniziato una nuova storia... l'ispirazione, si sa, va e viene. Prima o poi concluderò tutto.
Come ormai avrete capito, mi sono affezionata particolarmente al personaggio di Embry Call, tornando a scrivere di lui anche a distanza di anni. Spero che questo inizio possa incuriosirvi... siete curiosi di conoscere meglio questa Hailey Bennett? Quando incontrerà gli altri Quileute?
Spero seguirete in molti la mia nuova stori. Fatemi sapere cosa ne pensate e recensite! Attendo trepidante i vostri commenti :)
A presto,
Littlegiulyy

  
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