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Autore: Eevaa    07/12/2021    1 recensioni
[future!AU] [no-spoiler al manga]
Katsuki era sempre stato un osso duro, ma Izuku sempre ammirato, sostenuto, seguito. Nonostante il bullismo, nonostante i maltrattamenti. E, ora che riuscivano – quasi – ad andare d'accordo, gli dispiaceva che quello fosse l'ultimo giorno insieme.
Le loro strade si sarebbero divise a partire dall'indomani. Per la prima volta dai tempi dell'asilo non sarebbero più stati in classe insieme. Avevano raggiunto il loro obiettivo.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il meglio deve ancora venire'
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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo.
I personaggi appartengono esclusivamente a
 Kōhei Horikoshi.
Nessun copyright si intende violato.
 


- IL MEGLIO DEVE ANCORA ARRIVARE - 


 
 



«Sono così fiero di te, Midoriya shonen».
Le ombre negli occhi di All Might sembravano brillare come tempi lontani, quando salvava persone con il sorriso.
Izuku non lo vedeva nella sua forma muscolosa da tempo immemore, ma poco importava. Tutto ciò che contava era che fosse vivo, lì vicino a lui, nel giorno più importante.
Strinse a sé il sacchetto contenente la toga piegata, brillante nei suoi colori blu, oro e bianco. Izuku ricambiò lo sguardo commosso di All Might e sorrise.
«Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza di te, All Might. Grazie».
S'inchinò con rispetto, ma presto avvertì la mano callosa del mentore scompigliargli i capelli.
«Credo sia l'esatto opposto. L'esatto opposto, ragazzo mio».
Izuku si accigliò. Non capì il senso di quelle parole, lui senza One For All non sarebbe stato niente.
«Ma io prima non ero-»
«Nessuno?» lo anticipò All Might, poi scosse il capo. «No. Tu eri un eroe già da tempo. Io... ti ho solo dato i mezzi. Tu eri il ragazzetto che senza alcun Quirk né preparazione fisica si è gettato a capofitto per salvare un amico».
Izuku ricordava quel giorno. Il giorno in cui aveva ricevuto il suo potere, il giorno in cui Kacchan era quasi morto e lui aveva tentato di salvarlo gettandosi sul nemico - rischiando anch'esso di soccombere senza poter fare niente. Era stata pura fortuna che così facendo All Might avesse avuto il tempo di trasformarsi e combattere.
Dopo anni di formazione ed esperienza sul campo, riconosceva alla perfezione la pericolosità di quel gesto.
Izuku sorrise mesto. «Ero solo molto incosciente».
All Might lo fissò con più serietà. «Vuoi forse dirmi che, tornando indietro con la coscienza di ora, del pericolo, dell'esperienza... non lo faresti? Non tenteresti di salvare Bakugou shonen con tutte le tue forze?» gli domandò, addolcendo poi il volto ossuto. Evidente che All Might sospettasse già una risposta.
Izuku aprì la bocca senza che suono uscisse. Il suono - un rumore forte di esplosioni e risate - giunse direttamente dagli spogliatoi maschili. A parlar del diavolo!
«Ora vai, shonen. Devi prepararti. Ci vediamo là fuori» concluse, e Izuku annuì concitato.
Era il tempo di concludere il suo percorso alla U.A.

 



Quando entrò nello spogliatoio, si fermò a guardare, ad ascoltare per un'ultima volta quella straordinaria normalità. Una normalità irruente, a volte confusionaria, ma la sua quotidianità preferita.
«Ti ho detto di no, Faccia da Pirla, non metterò questo stupido cappello. E se continuerai a insistere te lo caccerò su per il culo così in alto che ti uscirà il cordoncino dalla bocca!»
«Così virile, ma così testardo...» sospirò Kirishima.
«Zitto, Capelli di Merda. Non iniziare anche te».
«Fratello, non si dovrebbe fare la foto del diploma senza il tocco!»
«Non la si dovrebbe fare nemmeno con quella chioma da imbecille, quella fottutissima foto».
Izuku serrò le labbra per non scoppiare a ridere di quel diverbio, ma un'alta figura entrò in derapata nel suo campo visivo.
«Midorya-kun, sei ancora in vestiti quotidiani?» Iida si sbracciò con movimenti convulsi. «Devi metterti la toga, subito, forza! Aizawa sensei ci sta aspettando all'arena! Forza, forza!» lo ammonì, poi scattò alla vista di un Ojiro in difficoltà per non saper dove mettere la coda sotto la sua uniforme.
Izuku ridacchiò alla vista del panico di Iida, dei tentativi fallimentari di Kaminari e Kirishima di ammaestrare un Bakugou selvatico, del disappunto di Mineta e Sero sul fatto che quelle toghe troppo lunghe non avrebbero fatto intravedere le gambe delle ragazze, della completa indifferenza di Todoroki a tutto quel chiacchiericcio, del volto elettrizzato e scintillante di Aoyama nel sentirsi splendido in quell'uniforme speciale.
Era tutto così normale, così tipico. Erano passati tre anni in un soffio, ma erano accadute talmente tante cose da non poterle contare sulle dita di tutte le loro mani messe insieme.
Erano partiti come aspiranti eroi, erano diventati una famiglia. Una famiglia di eroi in procinto di diplomarsi.
Sarebbe stato strano non vivere più tutti insieme da quel momento in poi, ma qualcosa diceva a Izuku che la parte migliore non fosse ancora iniziata.
«TUTTI IN POSIZIONE! Dobbiamo essere tutti pronti, tutti in fila! Cravatte ben annodate e cappello in testa! CLASSE 3-A, TUTTI CON ME!» Iida marciò fuori dallo spogliatoio, seguito prontamente solo da Kouda e Tokoyami. Gli altri, presi dalle loro chiacchiere, lo seguirono con assoluta calma.


Pensò di essere rimasto solo nello spogliatoio mentre si infilava camicia, uniforme e toga, ma si sorprese di vedere che Bakugou fosse rimasto lì ad attenderlo. Con la schiena contro gli armadietti, in una posizione annoiata.
«Oi, Nerd. Scommetto che hai portato qui il tuo culo in ritardo perché eri impegnato in una commovente chiacchierata con All Might, vero?» gli disse. Forse non era rimasto proprio ad attenderlo, quanto più per trarre informazioni. Oramai era sua abitudine informarsi di quanto si dicessero lui e All Might, questo oramai dal primo anno di scuola per eroi, da quando era l'unico studente a conoscenza di One For All.
«Vero! Voleva dirmi in bocca al lupo, e io ci tenevo solo a ringraziarlo» spiegò Izuku, con semplicità.
Bakugou alzò gli occhi al cielo.
«Il solito sentimentale del cazzo».
Non si aspettava risposta diversa da lui, quindi scosse semplicemente la testa mentre si infilava le scarpe eleganti. Ma, quando Bakugou fece per andarsene e seguire tutti gli altri, Izuku lo fermò.
«Kacchan... non vorrei intromettermi ma-»
«Ma lo stai già facendo».
Così tipico. Izuku si sistemò il tocco sulla testa e gli si avvicinò.
«Credo davvero che dovresti sistemarti un poco» osò. Oramai aveva la confidenza per farlo – era dal primo anno che riuscivano ad andare più d'accordo - per quanto andare d'accordo con Bakugou includesse farsi urlare addosso.
«Ti ci metti anche tu, Merdeku? Vale lo stesso avvertimento che ho dato a Faccia da Pirla».
Così tipico, di nuovo.
«Passi per il cappello, ma se zia Mitsuki ti vedesse alla cerimonia con la toga slacciata e la cravatta penzolante, temo che potrebbe scendere dagli spalti e dare spettacolo» gli rammentò. La madre di Bakugou era la versione di Bakugou al femminile, però più ordinata e rispettosa del prossimo.
Izuku sapeva che non gli avrebbe perdonato passi falsi e figuracce il giorno del diploma.
«Quella vecchia megera deve solo provarci!» ringhiò Bakugou, con le mani scoppiettanti dalla rabbia.
«Sai che ho ragione». Izuku sapeva anche che fosse il punto debole del suo amico, l'unica che potesse convincerlo a fare qualcosa.
«Tu non hai mai fottutamente ragione, Nerd! Ma che il destino me ne scampi di dover sopportare una scenata dalla vecchia il giorno del fottuto diploma» sbuffò Bakugou, contrariato, e con malavoglia iniziò ad allacciarsi meglio la camicia e la cravatta. Guardò il tocco con aria schifata, come se mettersi quel cappello fosse il peggior insulto al suo orgoglio.
Forse Midoriya avrebbe dovuto rammentargli di quando Best Jeanist aveva tentato di mettergli in ordine la chioma sbarazzina.
Izuku si morse il labbro per non ridere al pensiero e continuò a fissarlo nei suoi gesti teatrali di disappunto.
Osò persino sistemargli il colletto piegato male – gesto che Izuku sapeva sarebbe equivalso a mettere la mano nella gabbia di un leone. Eppure Bakugou si limitò a grugnire e fissarlo storto.
Katsuki era sempre stato un osso duro, ma Izuku sempre ammirato, sostenuto, seguito. Nonostante il bullismo, nonostante i maltrattamenti. E, ora che riuscivano – quasi – ad andare d'accordo, gli dispiaceva che quello fosse l'ultimo giorno insieme.
Le loro strade si sarebbero divise a partire dall'indomani. Per la prima volta dai tempi dell'asilo non sarebbero più stati in classe insieme. Avevano raggiunto il loro obiettivo.


«E ora che hai da fissare, cazzo di pervertito?» berciò Bakugou, in imbarazzo per momento fin troppo intimo.
Izuku si morse il labbro al ricordo dei tempi andati.
«Pensavo, Kacchan... riesci a crederci? Questo è esattamente ciò che sognavamo da bambini! Quando fingevamo di essere eroi, quando facevamo finta ci combattere, inscenavamo battaglie. E ora... beh, è tutto vero» realizzò Izuku.
Le labbra di Bakugou sembrarono incresparsi in un sorrisetto compiaciuto ma, naturalmente, egli fece di tutto per nasconderlo. Le serrò e alzò gli occhi al cielo, teatrale come di consueto.
«Sei davvero il solito sentimentale del cazzo».
Izuku ridacchiò.
«Forse è vero ma... grazie, Kacchan. Senza quei sogni, senza l'ispirazione che mi davi... non sarei qui. Volevo ringraziarti. Sono sempre stato grato a tutti per l'aiuto che mi avete dato, più o meno volontariamente, per diventare un eroe. Tu e All Might siete... al primo posto».
La sua sincerità non l'aveva mai ripagato troppo, quando si trattava di Bakugou. Ma quel giorno l'irascibile amico d'infanzia non sembrava sul piede di guerra. Si limitò a tacere, a fissarlo. E a non minacciarlo di morte, sicuramente un passo avanti.
«...»
«E All Might mi ha fatto ricordare una cosa, prima! Ci stavo riflettendo...» continuò Izuku.
«Tu che rifletti e sovra-rifletti su qualcosa?! Ma non mi dire!»
Izuku ignorò la provocazione e continuò. Osò farlo, anche se temeva sarebbe stato troppo.
«Lo so che ti fa arrabbiare solo ricordarlo, perché in quel momento ti sei sentito umiliato e hai odiato che io mi sia intromesso... e mi dispiace ma... lo rifarei» sussurrò, nascose lo sguardo sotto un ciuffo di riccioli verdi.
«Dovrei sapere di che parli, Nerd?» Bakugou lo guardò sottecchi.
«Tenterei di salvarti di nuovo. Quel giorno, in centro. Anche a costo di rimetterci io stesso» ammise Izuku. Era vero, era stato spericolato, ma All Might aveva ragione. Tornando indietro con la consapevolezza del giorno d'oggi, l'avrebbe fatto ugualmente.
«Tu, brutto cogl-» Bakugou si accese di rabbia, gli occhi del diavolo e i denti digrignati, ma Izuku lo interruppe prima dell'escalation.
«Perché quello è stato il giorno in cui si è concretizzato il sogno che avevamo da bambini e... non avercela con me, per favore... in quel momento non ho pensato che non volessi essere salvato, non ho pensato che potessi arrabbiarti. Ho pensato solo che vivere e concretizzare quel sogno senza di te non sarebbe stata la stessa cosa, Kacchan» sorrise Izuku.
La rabbia di Bakugou sembrò incrementare per qualche istante, poi si spense. Niente “crepa, Deku di merda!” niente “non avevo bisogno del tuo cazzo di aiuto”. Solo chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
«Odio dovermi ripetere... ma sei davvero un-»
«Un sentimentale del cazzo, lo so» concluse Izuku, e Bakugou spalancò gli occhi, sorpreso.
«Whow, Nerd, baci tua madre con quella bocca?» ghignò. Da che pulpito.
«Beh, sono maggiorenne e diplomato ora, no?»
«Non ancora, Uomo Volgare. Prima dobbiamo sorbirci la cerimonia e tutte le altre rotture di coglioni» puntualizzò Bakugou.
Izuku guardò l'orologio appeso sopra gli armadietti e si allarmò. «Caspita, muoviamoci, o Iida ci ucciderà!» trillò, incamminandosi verso l'uscita.
Ma Bakugou non lo seguì. Rimase fermo, impalato al centro dello spogliatoio. E Izuku se ne accorse solo quando lo chiamò.
«... Deku...»
Izuku si voltò, stranito nel vederlo lì, pugni chiusi e occhi bassi.
«Sì, Kacchan?» lo incalzò.
Finalmente Bakugou sollevò lo sguardo e lo degnò di un ghigno compiaciuto.
«Questo non è il fottuto traguardo, lo sai, vero? La sfida resterà sempre a aperta. Come...» si interruppe e arrossì lievemente prima di far scoppiettare le sue mani «... come quando eravamo mocciosi» concluse.
Izuku si illuminò e annuì. Era pronto.
«Lo so. Il meglio deve ancora arrivare».
Si incamminarono insieme, allineati per la prima volta e non più uno avanti all'altro, come gli eroi che avevano sempre sognato di essere.
Insieme verso la fine di quel percorso, ma all'inizio di una nuova grande avventura.



 

ANGOLO DI EEVAA:
Ehm... ehilà :)
Questa è la mia prima primissima storia in questo fandom. Voleva essere una cosuccia semplice, giusto per metabolizzare di aver guardato tutto questo anime in tipo due mesi e aver recuperato i restanti capitoli del manga in una settimana. 
Eh, sì. Sono proprio nuova nuova, qui dentro, siate clementi please! T___T
Potete immaginare dalla scelta dei personaggi che una - una tra le millemila - ship che amo di questo fandom è BakuDeku, ma non volevo proprio partire col botto e scrivere una yaoi. Questo non vuol dire che io non ne abbia in programma :3 forse farò una serie a partire proprio da questa, chissà, chissà.
Beh, spero tanto che vi sia piaciua nonostante la sua semplicità (e forse scontatezza?)
Un abbraccio a tutti e, ovviamente, w Aizawa mon amour.
Eevaa




 
  
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