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Autore: LadyPalma    12/12/2021    2 recensioni
«Quindi sei gay, Allock?»
«Oh, queste etichette, signor Moody – o posso chiamarti Alastor, mio caro? La mia è solo filantropia, mettiamola così: perché privare qualcuno della possibilità di stare con una bellezza come me?». A questo punto si interruppe per fare un sospiro teatrale e sfoggiare quel sorriso seducente che era stato nominato già più volte il miglior sorriso dal Settimanale delle Streghe. «La verità è che a me piacciono tutti – uomini e donne, maghi e streghe – perché a tutti piaccio io!»
«Hem, ma se puoi avere tutti, non posso non chiedermi: perché tra tutti proprio Kingsley Shacklebolt?»
| Scritta per blackjessamine, Kingsley/Gilderoy + Alastor/Dolores
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Gilderoy Allock, Kingsley Shacklebolt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prompt della challenge «Calendario dell’Avvento» indetto da Coraline sul forum «Ferisce più la penna»: 12 dicembre – liquore alla ciliegia.

 
 
A Greta,
era da tanto tempo che volevo provare
a far collidere il mio mondo di scrittura con il tuo.
 
 




 
Perfino più del lilla
 




 
«…E poi, ovviamente, bisognerebbe verificare anche se la cellula di criminali in questione è in contatto con – Alastor, mi stai ascoltando
Moody riportò di scatto entrambi gli occhi sul suo interlocutore, con un’aria vagamente confusa. Del resto, aveva gli occhi ovunque, non le orecchie, né la testa, che in quel momento era proiettata a circa cinque ore in avanti nel tempo. Perché il caso per cui era stata richiesta la sua consulenza si stava rivelando più semplice e innocuo del previsto, e nessuno di quei piccoli, adolescenti fanatici del sangue puro lo terrificava quanto lo terrificava la prospettiva della serata di gala di Natale.
«Ma certo che ti sto ascoltando, Kingsley, anche se stai sparando soltanto chiacchiere, e lo sai benissimo anche tu. Il caso è chiuso… Piuttosto, ci sarai anche tu alla porcheria di stasera?»
L’Auror più giovane spalancò leggermente gli occhi, senza neanche provare a nascondere la propria sorpresa. Non sapeva, però, se a turbarlo era più l’insolita noncuranza dell’altro uomo, o piuttosto l’idea che la tortura di presenziare alle feste del Ministero non sarebbe finita neanche con il pensionamento.
«Non credevo dovessi venire anche tu».
Alastor sbuffò con aria seccata e aprì la giacca alla palese ricerca della sua necessaria fiaschetta di Whisky – un po’ più necessaria del solito alla luce della festa. «Non ho ricevuto un invito, se è questo che ti chiedi, sono il fottuto più uno di Dolores. Sul serio, ragazzo mio, non mettermi mai con nessuno – e soprattutto con nessuno che lavori al Ministero».
Kingsley non poté evitare di accennare un sorriso. «Troppo tardi per questo, anche io ho un più uno per stasera, a dire il vero».
«Ah, ti sei incastrato anche tu con una bambola, eh?» commentò Alastor con un tono che, a dispetto del consiglio di soli pochi secondi prima, suonava tanto come quello di uno zio fiero e vagamente pettegolo.
Il sorriso di Kingsley tremò un istante, e poi assunse una sfumatura quasi malandrina. Si schiarì la gola, in una pessima imitazione non voluta di Dolores, e disse solamente: «Beh, a dire il vero, è un bambolotto».
Moody restò in silenzio per lunghi istanti, ma il suo sguardo insistente era un chiaro invito a continuare il discorso. Ora sì che era tutto orecchi.


 
*


«Hem hem hai finito?» chiese Dolores, trattenendo a stento la propria irritazione, mentre si guardava  con insoddisfazione allo specchio.
Alastor, seduto sul divano con una scatola di biscotti stretto in grembo per proteggerla dalle mira del gatto più stronzo della sua compagna, grugnì in disappunto. «Credevo ti piacessero i pettegolezzi! Non fai altro che dirmi Amelia Bones di qua e Caramell di là e blah, blah, blah! Ora ti dico che Kingsley Shacklebolt è… gay e tu non fai una piega, come se fosse una cosa normale!»
La strega si lisciò la giacca rosa cipria e poi si girò sui tacchi inutilmente vertiginosi per scoccargli un’occhiata di fuoco. «Forse perché è una cosa normale, Alastor? Maghi amano maghi e streghe amano streghe: è la cosa più vecchia del mondo! Cosa ci trovi di così assurdo?»
Alastor aggrottò le sopracciglia e la momentanea confusione gli costò un biscotto, prontamente trafugato dal gatto. «Non ho mai detto che è assurdo, d’accordo? Però converrai con me che è insomma… Dannazione, Bamboluccia, non metterti tu a fare quella a cui va bene tutto con tutto il tuo stramaledetto odio per i Babbani che…»
«Ma cosa c’entra adesso? I maghi omosessuali sono pur sempre persone come noi, i Babbani no invece!»
La frase era talmente comica – ancor di più per lo sguardo mortalmente serio che l’aveva accompagnata – che l’uomo non poté fare altro che scoppiare a ridere in modo plateale, così tanto che la scatola di biscotti cadde per terra e finì per diventare subito banchetto di tutti e tre i gatti di casa.


 
*


Neanche a farlo apposta, per il gran cenone Dolores e Alastor erano finiti allo stesso tavolo di Kingsley Shacklebolt e del suo più uno, insieme ad altre due coppie di anonimi funzionari che non potevano reggere minimamente il confronto in fatto di curiosità. Alastor non poteva fare a meno di tenere l’occhio magico puntato sulla coppia, tanto che seppure fosse entrato un Mangiamorte redivivo nella Sala forse non se ne sarebbe accorto in barba alla sua vigilanza costante, mentre Dolores aveva iniziato a chiacchierare con una cordialità eccessiva perfino per lei – tanto più che non sembrava affettata ma sincera.
«Potevi dirmelo che il tipo di Shacklebolt era Gilderoy Allock, questo sì che è un pettegolezzo!» sussurrò al suo orecchio, prima di lanciarsi in un chiacchiericcio divertito con lo scrittore, tra sciocche risatine, vuoti convenevoli e un animato dibattito su quale colore fosse il migliore tra il rosa cipria e il lilla.
«Pare vadano d’accordo» commentò Kingsley con un sorriso divertito.
«Hm» fu tutto ciò che Alastor riuscì a dire, mentre nella sua mente vorticava un intero interrogatorio che soltanto per decenza si ostinava a tenere ancora inespresso.
Ma, del resto, non c’era bisogno di molte altre parole, non in quella tavolata dove le parole di certo non mancavano.
«Il punto di rosa della tua giacca è davvero incantevole, mia cara, permettimi di dire, però, che con un incarnato come il mio risulterebbe decisamente più spettacolare. Ma le tonalità io le ho provate tutte per i miei numerosi set fotografici e le sfilate per cui mi chiamano ossessivamente, e posso dire che il lilla è ciò che mi sta meglio addosso in assoluto. Capirai da sola, quindi, che il lilla deve essere proprio il colore più bello del mondo!»
La donna si schiarì la gola, sbatté i grandi occhi verdi e spazzò via tutta quella logica dicendo semplicemente: «Ma il lilla è solo un colore… derivato. Il rosa è il colore delle bambole».
La profonda conversazione si interruppe momentaneamente solo quando una figura torreggiò per dietro di loro, chinandosi con un po’ di goffaggine verso la brocca semivuota di vino elfico.
«Oh, potresti portarcene una nuova? Anche un po’ di bianco, se possibile. Sai, non macchia le labbra ed è una qualità fondamentale!»
«Hem hem, e anche un liquorino alla ciliegia non sarebbe affatto male».
Gilderoy ridacchiò. «Quella sì che è una tonalità interessante di rosa, tuttavia è solo un altro inutile tentativo. Dimmi, caro cameriere, avete un liquore lilla, per caso?»
Il ragazzo – perché di un ragazzo si trattava – apparve per un attimo confuso a quelle richieste. «Io non… Sono seduto al vostro stesso tavolo, di fronte a voi. Volevo un po’ di vino e… Non sono un cameriere».
«Se non sei un cameriere, cosa ehm sei, allora?»
Di fronte al sorriso decisamente inquietante della strega, Ole Nissen ne accennò uno di rimando senza troppa convinzione e fece dietro front, pronto a passare l’intera serata nel bagno, se necessario, con una sola domanda in testa: dove diavolo era finito Homer?


 
*


«Quindi sei gay, Allock?»
Alla fine ce l’aveva fatta, a tirare fuori la domanda (o almeno una delle domande) che lo avevano assillato da tutta la sera. E, a onor del vero, l’avrebbe tirata fuori molto tempo prima, se non fosse stato per Dolores – e i suoi calci sotto il tavolo, e le sue occhiatacce, e la sua minaccia di dormire sul divano nella sua stessa casa. Il rischio del divano, però, c’era comunque, visto che ora l’occhiataccia era, adesso, diventata praticamente assassina. Il diretto interessato non sembrava affatto offeso, ad ogni modo.
«Oh, queste etichette, signor Moody – o posso chiamarti Alastor, mio caro? La mia è solo filantropia, mettiamola così: perché privare qualcuno della possibilità di stare con una bellezza come me?». A questo punto si interruppe per fare un sospiro teatrale e sfoggiare quel sorriso seducente che era stato nominato già più volte il miglior sorriso dal Settimanale delle Streghe. «La verità è che a me piacciono tutti – uomini e donne, maghi e streghe – perché a tutti piaccio io!»
«Hem, ma se puoi avere tutti, non posso non chiedermi: perché tra tutti proprio Kingsley Shacklebolt?»
La nuova domanda sembrò mettere in difficoltà l’uomo più della prima. L’Auror e lo scrittore incrociarono gli sguardi solo per un istante – uno sguardo incerto e insolitamente titubante da parte del primo, più sfacciato da parte del secondo – e già in quel semplice scambio c’era in fondo tutta la risposta.
«È per la sua pelle» rispose Allock alla fine, in tono quasi solenne. E poi, con un solo, fluido e dolce gesto, afferrò la mano dell’altro da sotto il tavolo per stringerla saldamente nella propria, fino a fonderle in una presa stretta. «La tonalità della sua pelle è la cosa più perfetta che io abbia mai visto a contatto con la mia. Perfino… perfino più del lilla».
La dichiarazione era stata tenera, Alastor doveva ammetterlo, tuttavia non abbastanza da giustificare il suono assurdo da gattina ferita – qualcosa tipo awww – che uscì dalle labbra di Dolores. In cinque anni di relazione non lo aveva mai udito, neanche quando di sua spontanea volontà le aveva riportato a casa un gatto dopo averne già due (che poi, tra l’altro, quello era pure il gatto più stronzo, il ruba-biscotti!).
Dolores, comunque, doveva sentirsi chiaramente ispirata, perché si voltò per un momento verso di lui con il solito sorriso esagerato. «Anche la mia pelle senza neanche un graffio sta molto bene con quella tagliuzzata e malamente ricucita di Alastor» dichiarò e, a dirla tutta, poteva essere per davvero la cosa più dolce che gli avesse mai detto.
«Vedo proprio che c’intendiamo, mia cara» approvò Gilderoy, annuendo con vigore. «Tra l’altro, sei una donna proprio intelligente. Metterti con un uomo più brutto di te è una mossa azzeccata, e non era nemmeno facile trovarne uno!»
Per un momento nessuno parlò, e sia Kingsley sia Alastor preferirono nascondersi nei loro calici di vino bianco, che nel frattempo un vero cameriere aveva portato in tavola. Ma Dolores ampliò se possibile ancora di più il suo sorriso e si schiarì la voce. Era per davvero intelligente, quindi aveva capito benissimo il sottotesto, però per lei l’intelligenza era sempre valsa molto più della bellezza, anzi si era consolata nella vita credendo fortemente nell’equiparazione bellezza = stupidità.
Per questo, incassò il mezzo complimento e, con una nota appena più stridula nella voce, disse semplicemente: «Tu invece sei davvero un bell’uomo, Gilderoy».


 
*


Tutti e quattro si trattennero alla festa molto più del previsto, tanto che Kingsley aveva finito per ubriacarsi malamente e Alastor per addormentarsi sul tavolo con l’occhio finto accanto alla testa, comunque puntato sulla nuova coppia del momento. Gilderoy e Dolores, invece, avevano trovato il modo per chiacchierare con tutti i presenti in sala, fare almeno quattro giri di ballo insieme e, ovviamente, scolarsi una bottiglietta di liquore alla ciliegia
«Hem hem, Gilderoy, tu e Kingsley avete mai pensato di sposarvi?»
Gilderoy apparve confuso, poi sorrise – anche se «Perché, mia cara, è forse possibile per un mago sposare un mago?»
Dolores considerò la domanda, più a lungo di quanto l’uomo avesse mai potuto sospettare. «E se fosse possibile, ci penseresti?»
Gilderoy scosse la testa, ma adesso il suo sorriso era sincero e lo sguardo perso in qualche fantasticheria. «Se posso vestirmi di lilla e avere un bouquet di orchidee, perché no?»


 
*

 
«È il momento di dimostrare che i maghi sono migliori dei Babbani: queste le parole di Dolores Umbridge dopo l’approvazione della legge per l’unione matrimoniale tra mago e mago, e strega e strega» proclamava la Gazzetta del Profeta di una giornata di maggio dell’anno successivo.
Poco più sotto, a condividere la prima pagina del giornale, una foto animata di Gilderoy Allock annunciava: «Il mio cuore appartiene a tutti voi, ma a Kingsley Shackbolt un pochino di più».
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

*Ole e Homer sono due personaggi originali di blackjessamine, di cui ho chiesto esplicito permesso per il loro utilizzo in questa storia. Vi rimando a questa bellissima long su di loro: Surya Namaskara
Anche la coppia Kingsley/Gilderoy è stata creata da blackjessamine, e potete trovare tante belle storie in merito sul suo profilo!

Il messaggio sociale e serio contenuto nella storia demenziale: il razzismo è un concetto amplissimo, chi è razzista per una cosa, potrebbe non esserlo per un’altra. Non smettete mai di chiedervi se il vostro atteggiamento discrimina qualcuno, perché in verità un po’ tutti in piccolo ci comportiamo come la Dolores di questa storia, possiamo essere super supporter di alcune cose e manco accorgerci di essere veri e propri haters di altre. Ragioniamo sul valore delle differenze e delle libertà sotto ogni aspetto, è il mio augurio serio per tutti in questo Natale <3
   
 
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