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Autore: MIV93    12/12/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11
- The origins of the hollow masks -



 
Il terribile suono d’apertura del Garganta sorprese tutti quelli presenti nella sala dove erano soliti radunarsi i Capitani del Gotei 13 nell’edificio della Prima Divisone. Il Capitano Comandante delle tredici brigate, Kyoraku Shunsui, era intento a sentire l’accalorata spiegazione scientifica del capitano Kurotsuchi dietro l’apertura e la chiusura di quegli strani squarci. Ad accompagnarli ovviamente la vice di Kyoraku, Nanao Ise, e Akon, novello tenente della Dodicesima Divisione.
Arrivati al punto in cui Mayuri stava spiegando come lo strano terremoto del mattino aveva impedito qualsivoglia ed ulteriore ricerca sugli squarci, il Garganta si aprì e da esso emerse, sornione e fischiettando Urahara Kisuke seguito poi da Setsuna, Aya, Regina e dalla appena ritrovata Akira, rimessasi velocemente in sesto e che aveva passato gli ultimi minuti ad assillare le colleghe con le domande sul cosa fosse successo nel periodo della sua assenza.

“Wow… quindi questo è il mondo degli Shinigami? Un mondo separato dal nostro?!” chiese la ragazza, ondeggiando piano i capelli candidi mentre muoveva il viso a destra e a sinistra. Gli occhi verdi cercavano attentamente ogni dettaglio alieno, eppure si fissarono solo all’ultimo momento ai quattro shinigami che, in contemporanea, si erano ammutoliti per vedere i nuovi visitatori.

“Si, Akira, questo è il mondo degli shinigami…” rispose Aya, un po’ stanca del dover rispondere alle continue domande della shinigami nonostante Setsuna le avesse ordinato di placare ogni sua curiosità.

“Bleh, c’è troppa poca energia spirituale qui! Si stava meglio a Hueco Mundo! Mi sentivo più in forma!” disse Regina, ridacchiando mentre varcava per ultima il portale.

“Già… meglio… - disse Setsuna, fissandosi un attimo la mano. Sentì il reiatsu da hollow ribollire per un secondo prima di placarsi. L’aria di Hueco Mundo forse stava ancora dando gli ultimi segni di attività sul suo sangue hollow, pensò – Capitano Comandante Kyoraku, Capitano Mayuri, la missione è compiuta. La nostra visita a Hueco Mundo è stata prolifica…”

Kurotsuchi Mayuri fissò subito, quasi affamato, la scatoletta nera tra le mani di Setsuna mentre gli occhi del Comandante Kyoraku si puntarono sulla nuova ragazza: “Capitano Hayashi… quella bella shinigami dai capelli argentati non è dei nostri, vero?”

“Lei è Akira Kimura, una shinigami dello stesso comando di Regina… scomparsa in uno degli squarci quasi un mese fa. Alcuni Arrancar… non particolarmente amichevoli la tenevano prigioniera… tra le altre cose”.

Setsuna provò a spiegare il resto, ma Kyoraku si era già avvicinato ad Akira, facendole l’occhio dolce, ma la shinigami dei Void Territories non esitò un secondo ad assestargli una tallonata sulla testa in una frazione di secondo. Per qualche istante tutti si guardarono attorno mentre Kyoraku sbavava a terra, farneticando a denti stretti alcune avances, ma a questo punto Nanao si schiarì la voce: “Se… se l’è meritato. Prego, capitano Hayashi… ci può spiegare cosa è accaduto nei Void Territories? I tre Espada vi hanno dato problemi? Urahara-san ha di nuovo fatto esplodere una torre di Las Noches?”

“Ehi! Non ho mai fatto esplodere nulla!” intervenne Urahara, ma Kurotsuchi Mayuri lo interruppe, ridacchiando: “Dare fuoco, far esplodere… cambia poco, Urahara!”

“È successo che uno shinigami, un lancia-frecce come il quattrocchi del mondo umano e un arrancar con la ridarella ci hanno attaccato perché il vostro Aizen aveva informazioni su di noi nei suoi computer! Ah, tra l’altro – disse Regina, lanciando contro gli shinigami un bozzolo piuttosto comico di catene – l’arrancar che ci ha attaccato lo abbiamo pure catturato!”

“Desideriamo interrogarlo noi nei Void Territories, se è possibile. Poi potremo pure lasciarvelo, ma il nostro Comandante penso esigerà di interrogarlo e non voglio… contravvenire ad altri ordini” disse Setsuna, deglutendo e innervosendosi al pensiero di Uminojoo ancora più arrabbiata.

“Aizen… aveva dei dati su di voi?!” disse Mayuri, eccitato, ma Akon al suo fianco cercò di riportarlo alla realtà: “Capitano… hanno anche detto che uno shinigami, un arrancar e un quincy hanno collaborato per attaccarli”.

Kyoraku, ripresosi, fissò l’arrancar avvolto di catene: “Nanao, tieni d’occhio il prigioniero … e voi… spiegatemi tutto quanto, cortesemente…”

Urahara si levò il cappello e cominciò a spiegare, con voce stranamente grave, quello che era successo nelle ultime ore, continuando a guardare male il suo vecchio tenente che, avido di informazioni, stava letteralmente allungando le mani verso l’unità di memoria contenente i dati di Aizen. Nanao, nel frattempo, teneva il cumulo di catene che praticamente imbozzolava l’arrancar prigioniero.

“L’unico problema è che forse… potrei aver danneggiato l’unità di memoria con una scossa elettrica di troppo. Dobbiamo controllare l’integrità il prima possibile, quindi temo di non potermi trattenere oltre. Farò aprire uno squarcio e torneremo tutti nei Void Territories…” concluse Setsuna, ma Kurotsuchi Mayuri alzò un dito: “Oh, capitano Hayashi… temo ci sia stata una piccola anomalia: ogni squarcio presente tra i mondi pare essersi chiuso all’improvviso, generando un terremoto, definendolo impropriamente, di lieve entità. Da ore non abbiamo più registrato alcun fenomeno, forse l’anomalia si sta arginando…”

Aya deglutì rumorosamente: “Se il fenomeno si sta arginando…”

“Vuol dire che siamo bloccate qua?!” terminò Setsuna. La capitana impallidì ma prese il comunicatore che aveva in tasca e lo attivò, cercando di contattare il Comandante Uminojoo. Il “telefono” squillò per alcuni istanti e alla fine la voce austera dell’Alto Comandante, seppur lievemente disturbata, placò le paure della shinigami: “Capitano Hayashi, mi sente? Rapporto!”

“Comandante… abbiamo compiuto la nostra missione, siamo nuovamente nella Soul Society. Qual è la situazione degli squarci?!”

Uminojoo esitò: “C’è stata una forte scossa, stiamo arginando nuovamente i danni… e il macchinario degli squarci stenta ad aprirne uno. Il capitano Gakusha ha parlato di una sorta di esaurimento dell’energia, ha lasciato intendere che i nostri esperimenti e viaggi hanno alterato l’equilibrio degli squarci ma ha già messo a punto un prototipo. Poche ore e potremo portarvi a casa, a meno che non abbiate la possibilità di ridurvi alle dimensioni di un sassolino e passare da un micro-squarcio!”

Urahara e Mayuri alzarono un dito in contemporanea, ma Regina fece loro segno di tacere, condendo la minaccia con un ringhio feroce. Setsuna sospirò: “Analizzeremo qui i dati, nel frattempo, e aspetteremo la vostra chiamata… Com’è la situazione, comandante?”

“Il terremoto è stato violento. Diverse vittime – la voce di Uminojoo si incrinò – Un distretto del quadrante est è stato totalmente evacuato. Dobbiamo essere più cauti, Gakusha sta lavorando a qualcosa che chiama “stabilizzatore” per aprire squarci senza… le conseguenze. Fate in fretta il vostro lavoro, Hayashi…”

“Sissignora… la terrò aggiornata” concluse Setsuna, chiudendo la comuncazione. Regina, Aya e Akira si guardarono confuse, quindi la shinigami dai capelli bianchi parlò: “Che sta succedendo, capitano Hayashi?”

“Un altro terremoto… non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo analizzare i dati” disse secca Setsuna e Mayuri, ancora una volta, intervenne, fissandola con estrema bramosia: “Venite nei miei laboratori… sarò lieto di prestarvi le mie attrezzature per controllare tutti i dati che volete…”

“E magari farne qualche copia, vero Mayuri?” disse, ridacchiando, Urahara, fissandolo con sguardo penetrante. Kurotsuchi lo ignorò e cercò di prendere i dati, ma Setsuna fece un passo indietro. Aya intervenne: “Penso sia equo condividere i dati, quindi accetteremmo volentieri di usare i vostri laboratori. Ma la copia dovrà essere autorizzata dal capitano Hayashi e all’Alto Comandante Uminojoo, senza nessun trucco. Noi siamo stati trasparenti con voi e vi abbiamo fornito informazioni sensibili sul nostro mondo. Un buon scienziato farebbe altrettanto”.

Punto nell’orgoglio, il Capitano della Dodicesima Brigata si voltò: “Certo, ovviamente solo previa autorizzazione. Prego, utilizzate i miei laboratori, Akon vi accompagnerà. Io ho da attendere compiti più impellenti, perdonatemi” e il bizzarro capitano andò via di corsa, lasciando il suo vice, esasperato, a fare il lavoro che gli sarebbe spettato.

“Il prigioniero se volete lo sistemeremo nelle celle della Prima Divisione. Potrete riprenderlo quando partirete” disse Nanao, prendendo la parola e dando un calcio all’arrancar avvolto dalle catene, che mugolò.

“Grazie, siete molto gentili” concluse Setsuna con un inchino e il tenente della Prima Divisione strattonò con forza il prigioniero, trasportandolo verso il retro della stanza mentre altri due shinigami, comparendo dal nulla, prendevano a scortarla. Kyoraku fece un brevissimo inchino e quindi fece un cenno con la mano ad Akon che, sospirando, si fece avanti: “Prego, seguitemi… vi faccio andare a lavorare in pace…”.

Setsuna annuì piano e prese a seguirlo, seguita dalle altre tre commilitone, ma Akira prese da parte Aya e Regina in modo che fossero qualche passo più indietro: “Ma qui sono tutti così pazzi? Perché quel tizio con la faccia da pagliaccio a me fa paura!”

Regina grugnì: “Qui sono tutti pazzi… e dicono che noi siamo di un mondo leggendario!”

Akira sbigottì: “Loro hanno un capitano vestito con una maschera a strisce e un copricapo giallo!”

Aya, per la prima volta, rise e la sua risata inaspettata contagiò le altre due donne dei Void Society mentre Setsuna, pensierosa, seguiva lo strano tenente, troppo presa dai disastri che pendevano sul suo mondo come una spada di Damocle per poter ridere delle stranezze di un mondo alieno a cui, purtroppo, si era dovuta abituare troppo presto
 

 
[…]
 

L’enorme schermo dello studio privato di Akon era al centro dell’attenzione di tutti, soprattutto la lenta barra di caricamento che vi dominava.
“La brutta notizia è effettivamente che la memoria è danneggiata. La buona notizia è che possiamo provare a ripristinare tutto. Non dovrebbe volerci molto e quasi sicuramente riusciremo a recuperare i dati. Però… in effetti… sarebbe una copia dei dati salvata poi nei nostri database. Credetemi, è l’unico modo, non voglio fare le parti del capitano…” aveva detto Akon pochi istanti dopo aver collegato l’unità di memoria ai suoi computer.
Setsuna non aveva esitato un secondo a dare l’assenso, fidandosi della buona fede e dell’evidente imbarazzo di Akon per l’operato del suo superiore, ed in quel momento attendevano che l’operazione di copia e ricostruzione dei dati andasse a buon fine. Tutte e quattro le donne provenienti dai Void Territories attendevano con il fiato sul collo e quando finalmente quel caricamento terminò, mostrando sullo schermo una cartella piena di file, tutte saltarono per l’entusiasmo.

“Si! Si dannazione! Almeno una cosa che va dritta!” sbottò Setsuna, dando una fortissima pacca sulla spalla di Akira, quasi facendola cadere.

Aya fu la prima, tuttavia, a ricomporsi e ad avvicinarsi al pc, cominciando in pochissimo tempo a scartabellare i file. Prese a sussurrare: “Sperimentazioni… indagini… rapporti con… gli autoctoni… Un… informatore… collega?... Setsuna, Regina, Kimura… venite a leggere…”

Le tre si avvicinarono, timorose, e Regina prese a leggere velocemente e ad alta voce il file che aveva aperto Aya.

“Diario delle ricerche, giorno 1; siamo arrivati nei cosiddetti Void Territories meno di un giorno fa. Aizen-sama ha liberato un locale sotterraneo e ha manipolato gli autoctoni in modo da poter creare una base temporanea. Ha incaricato me di tenere d’ora in poi i registri delle attività. Il Corvo Shinigami è sotto sedativi, Aizen-sama sta preparando una cella con specifiche difese e restrizioni. Ci vorrà tempo”

“Il corvo shinigami? Non penso si riferisca a me, vero?! Io non lo conosco questo Aizen, lo giuro Vice-Capitano Hierrobosque!” disse allarmata Akira.

“Il file sembra essere stato creato qualcosa come cento anni fa… non penso c’entri nulla col tuo rapimento, Kimura… - disse Aya, scorrendo il file e mostrando i testi di quell’insolito diario – Aizen ha portato uno shinigami e qualcuno con sé, la stessa persona che ha scritto questo resoconto… non sembra una persona paziente, ma sembra temere Aizen…”

Setsuna mise mano alla tastiera e continuò a leggere il documento, andando poi a leggere un’annotazione in particolare: “Giorno 34: La base è operativa. I collaboratori tutti uccisi, meno di uno. Aizen-sama dice sia una risorsa preziosa, mi affiancherà negli esperimenti. Il Corvo è ormai legato nella sua cella ed è docile. La prima infusione di potere dallo pseudo-Hogyoku di Aizen-sama è avvenuta con successo. Siamo in attesa di risultati. Aizen-sama ha detto che se ne occuperà personalmente”

“Hogyoku?” chiese Aya ad Akon. Il tenente annuì: “È un artefatto estremamente potente, capace letteralmente di compiere metamorfosi al limite del miracoloso sui corpi di Hollow e Shinigami… miracoli per trascendere il limite tra gli shinigami e gli Hollow… Aizen con questo metodo ha anche creato gli shinigami con sangue Hollow, i Vizard…”

Setsuna e Akira spalancarono gli occhi ma fu Akira a scattare questa volta: prese il controllo e scrollò velocemente il diario. Parlava della produzione di hollow dalle anime torturate di shinigami; parlava di esperimenti terribili per potenziare una abilità non meglio specificata del “Corvo Shinigami”, cosa non gradita da chiunque stesse scrivendo quel diario, sempre più spazientito da quel compito e dai compiti che Aizen affidava a… lei.

“Giorno 82: Aizen mi ha fatto raccattare una ragazza mezza morta per i suoi esperimenti di hollowificazione. Redigere questi dossier è stata la parte più odiosa di tutte…” lesse Akira mentre le altre, allibite, assistevano alla shinigami appena salvata che cliccava sulla parola “dossier”: una nuova cartella si aprì, piena di altre cartelle con vari numeri identificativi. Akira prese ad aprirle in ordine e ciò che scoprì lasciò tutti inorriditi: esperimenti dettagliati su orfani, delinquenti, malati raccattati dalle strade dei Void Territories e sottoposti a hollowificazione forzata.

“Porca… tutto questo è… disgustoso… - disse Regina, finchè i suoi occhi non si posarono sul contenuto della cartella 35 – Akira-chan, no!”

Ma Akira aveva già visto… sé stessa, stesa su un letto di ambulatorio, con una sostanza bianca che le usciva dalla bocca. Senza dire nulla, aprì il file di testo presente nella cartella e lo lesse ad alta voce: “SOGGETTO 35: Donna. Poteri Shinigami Latenti. Portata alla base in condizioni disperate su ordine di Aizen. Sottoposta al processo di hollowificazione, ha mostrato una straordinaria affinità. Ferite mortali rimarginate all’istante; tempo di perdita del controllo ridotto. Causa natura dei poteri latenti da shinigami, è sottoposta a sedazione costante dal momento della stabilizzazione dei propri poteri. Il processo va raffinato, ma al momento è stabile. Verrà rilasciata nei Void Territories a breve.”

“Akira… questo… questo…” cercò di dire Setsuna mentre Regina allontanava Akira dal pc: stava piangendo.

“Il giorno in cui hanno attaccato la mia famiglia… pensavo fosse stata la rabbia a farmi diventare un Vizard… una settimana di buio dopo che la mia famiglia è stata sterminata dai banditi… mi hanno… mi hanno fatto…”

Setsuna continuò a cercare nella cartella, trovando costanti aggiornamenti sulla vita di Setsuna, con tanto di documenti riservati del Comandi, referti medici e foto che ricostruivano la carriera e la crescita della shinigami per i successivi mesi. Setsuna a quel punto fu troppo consumata dalla curiosità. Come un lampo continuò a cercare tra tutti i soggetti delle ricerche folli di Aizen e alla fine… trovò quello che cercava e lesse, bisbigliando e fremendo di rabbia.

“SOGGETTO 52: Donna. Shinigami membro del Comando Affari Segreti. Alcuni collaboratori esterni hanno creato l’occasione per sperimentare sul suo corpo. Occasione rara visto il suo livello già alto e il potenziale ancora non espresso. Tenuta sedata costantemente e sottoposta da Aizen a ipnosi e incantesimi capaci di alterare le sue percezioni in modo da essere sicuri non ricordi nulla dopo il rilascio. L’infusione di potere Hollow si è rivelata turbolenta, con una manifestazione della creatura a livelli paragonabili a quelli di un Vastolorde. La transizione, seppur instabile in prima battuta, si è stabilizzata velocemente. Le istruzioni sono di farla ritrovare ai membri dei Comandi tra qualche giorno. Il nostro alleato ne monitorerà la crescita”

Le foto che accompagnavano quel referto erano inequivocabili: sul lettino non c’era più Akira ma Setsuna, che si dibatteva come una furia mentre sparava Cero e la sostanza bianca che componeva la maschera Hollow la avvolgeva tutta. Anche per lei c’era una documentazione completa per circa l’anno successivo, con foto e referti che avrebbe potuto reperire solo una…

“… spia… nei Void Territories c’è qualcuno che ha aiutato Aizen a rapirci e a… trasformarci…” mormorò infine Setsuna, allontanandosi.

Regina teneva sulla spalla Akira, infine arresasi a quella folle situazione, ma Aya, freddamente, chiuse la cartella relativa alle hollowificazioni e tornò al diario delle ricerche, scorrendo in avanti di quasi un mese i giorni: “Giorno 107: Aizen sta sforzando il Corvo sempre di più e mi costringe a sottoporlo ad un potenziamento continuo. Quell’ameba di Shinigami sembra si sia abituato all’Hogyoku, ne è uscito terribilmente potenziato, ma comunque non reggerebbe senza il mio intervento. Aizen mi sta prosciugando e sono stufa di stare qui nella base. Mi manda fuori solo per adescare gente che lui utilizza come cibo per il suo prezioso Hogyoku… se solo avessi io quell’affare…”

“Il corvo sembra proprio essere al centro dei piani di Aizen… e forse è per questo che non ci sono dati evidenti su di lui qui… ma la donna che sta scrivendo questi registri non è più tanto fedele ad Aizen… e neanche di fare il lavoro sporco al suo posto…” concluse Akon mentre Aya continuava.

“Giorno 185 – lesse ancora Aya, ad alta voce e lentamente, facendosi sentire bene dalle altre – Aizen ha deciso di smettere di giocare con gli Shinigami trasformandoli in mezzi Hollow. Sta facendo circolare un po’ l’Hogyoku tra gli arrancar più disperati, ma devo ammettere che in questo mondo gli Arrancar sono decisamente più evoluti di quanto lo fossero quelli di Hueco Mundo prima dell’arrivo di Aizen. Forse allearsi con gli Shinigami porta a questo? Per quel che mi compete, meglio così: gli arrancar almeno sfogano i loro poteri in eccesso fuori da questa base… l’ultima shinigami sottoposta a hollowificazione ha letteralmente fritto la stanza dove era chiusa e per poco non folgorava il computer principale con tutti i dati salvati!”

“Suppongo parli di me…” ridacchiò, amara, Setsuna, riavvicinandosi al pc e scorrendo i file. Ma man mano che i giorni passavano, la scrittrice diventava sempre più indolente verso i compiti e verso il trattamento riservato al misterioso corvo, finchè non giunse il giorno 212.

“Giorno 212: Il corvaccio è morto per due minuti buoni. Quel maledetto di Aizen ha costretto me e quel bastardello del mio “collega” a riprenderlo spendendo buona parte del nostro Reiatsu. Lo avevo avvisato che non avrebbe retto, e invece lui insiste con questa dannata precisione degli spostamenti e con la Chiave del Re! Non so neanche cos’è la chiave del re! Io so solo che voglio uscire di qua, e comincio a compatire il povero mollusco vittima di questi esperimenti”

Akon ascoltò Setsuna leggere quell’estratto e sbiancò terribilmente, ma la capitana lo interrogò nonostante tutto: “Cos’è la Chiave del Re?”

“Serve… è un’autorizzazione, una sorta di lasciapassare a base di kido, per accedere al mondo del Re degli Spiriti. Chi vi accede può provare ad uccidere il Re degli Spiriti e… prenderne il posto… era questo il piano di Aizen e anche il piano dell’uomo che, pochi mesi fa… ha quasi distrutto l’universo come lo conosciamo…”

Le quattro donne dei Void Territories lo fissarono, incredule, ma Setsuna non riuscì ad elaborare tutto quanto. Riuscì solo meccanicamente a scorrere il file fino all’ultimo giorno registrato.

“Giorno 380: il piano è pronto. Quello stronzo di Aizen sarà pure fortissimo, ma nel suo continuo pensare a sperimentare sulle anime degli autoctoni non è riuscito a prevedere nulla. È stato divertente tenere questo diario… Aizen neanche lo leggeva, quindi l’ho tenuto per me… ma da domani non mi servirà più… vado a sciogliere le catene del mio amatissimo corvetto e da domani… io sarò la regina… e Aizen non riuscirà mai più a tornare nei Void Territories!”

Aya allontanò piano Setsuna dalla tastiera e cominciò ad elaborare le informazioni ad alta voce: “La donna che ha scritto questo file e teneva gli appunti deve aver fatto qualcosa per cacciare via Aizen. Usando il Corvo Shinigami… probabilmente è lui la chiave per viaggiare nel nostro mondo, visto che nelle ultime annotazioni parla di spostamenti e di una chiave per un mondo separato da questo e dal nostro… la Chiave del Re… Aizen ne voleva un surrogato, una sostituzione… Quindi Aizen ha interrotto gli esperimenti per l’ammutinamento della donna che scriveva questo diario oppure… se ha avuto successo… la donna è riuscita a mandarlo via?”

“E se quella bastarda fosse ancora nei Void Territories?! Forse c’è ancora quello shinigami e soprattutto” urlò Regina, ma l’ultima parola la disse Setsuna, livida.

“Il suo collega – disse la capitana con voce secca – l’autoctono, come ha scritto più volte, che l’ha aiutata a curare il corvo e a rapire gente per dare ad Aizen carne da macello… un traditore dei Void Territories, che forse sta continuando ancora oggi ad aiutarla, se questa donna è ancora nostra ospite…”

Aya rifletté in silenzio, ma alla fine fu Akira, con gli occhi lucidi, a ringhiare la verità che nessuno voleva affermare: “Ma per raggiungere anche un vice e passare inosservato per così tanto tempo… il traditore non dovrebbe essere un membro di uno dei Comandi?”

Akon si grattò la testa, molto a disagio, mentre Setsuna e Regina ringhiavano di rabbia e Aya, insicura sul da farsi, riprendeva a salvare i file ricostruiti per poterli portare con sé nei Void Territories.

“Una Talpa – concluse Setsuna – Questo vorrebbe dire che per cento anni potremmo aver avuto una talpa senza che nessuno se ne accorgesse…”

Il capitano del Comando Affari Segreti attese che Aya finisse il trasferimento dei dati prima di dirigersi di gran passo verso l’edificio della Prima Brigata. Tornare nei Void Territories era ormai diventato della massima priorità.


 
[…]


Fu il capitano Kyoraku a voler contattare personalmente il Comandante Uminojoo, chiedendo cortesemente a Setsuna di poter usare il suo dispositivo di comunicazione. Sembrava essere rimasto terribilmente appesantito circa le rivelazioni su ciò che aveva fatto Aizen e dei probabili suoi collaboratori rimasti a combinare guai in un mondo che poi tanto sconosciuto e alieno non era, viste le ingerenze continue dell’ultimo secolo.
Fu Kyoraku a spiegare a Uminojoo chi fosse Aizen Sousuke, quale fosse stato il suo piano e che fine avesse fatto, oltre a spiegare cosa fosse, nel dettaglio, il Rei-O e il suo mondo separato e quello che era accaduto solo pochi mesi prima tra Shinigami e Vandenreich. Uminojoo, dopo i saluti formali, aveva ascoltato la lunga spiegazione in silenzio.

 “Aizen non smette mai di dar fastidio… e ora non possiamo neanche andare a interrogarlo… la Camera dei 46, il nostro organo decisionale e giudiziario, ci ha imposto di portarlo nuovamente in prigione sotto la massima sicurezza, i sigilli che lo trattenevano sono stati ritenuti troppo fragili e sono stati rinforzati – e il capitano si toccò il petto, come se sentisse prurito – Fortuna vuole che è ancora in corso di guarigione…”

“Capitano Kyoraku, con tutto il rispetto possibile, quello che mi ha raccontato è intollerabile! Tutto questo caos, l’equilibrio stesso di interi mondi… per una scheggia impazzita che non siete riusciti a controllare!” urlò al telefono, con voce autoritaria e carica di astio, Uminojoo. Alle quattro sue sottoposte parve di sentire la sua Reiatsu anche attraverso il comuncatore.

Urahara bisbigliò qualche parola a Nanao dal fondo della sala in cui si erano rifugiati mentre i due comandanti supremi parlavano tra loro per poi andare via, ridacchiando come suo solito.

Kyoraku sospirò e per un secondo gli apparve un’espressione terribile sul volto, oscura e quasi perversa: “Da quanto mi è stato riferito, Alto Comandante, probabilmente anche lei capirà cosa significa avere a che fare con un traditore rimasto troppo tempo a piede libero…”

Uminojoo, straordinariamente, tacque. Fu di nuovo Kyoraku a parlare: “Noi vogliamo aiutarvi. È colpa nostra se Aizen ha potuto giocare a fare Dio e vi aiuteremo. Manderemo con le vostre meritevolissime collaboratrici una squadra di capitani e vicecapitani per aiutarvi a risolvere la faccenda il prima possibile…”

“No” disse laconica Uminojoo tramite il comunicatore.

“L’alto Comandante adesso viene qua e ammazza tutti, me lo sento…” disse Regina, impaurita.

“Non siglerò nessun tipo di alleanza tramite queste… accozzaglie tecnologiche. Se qualcuno dei vostri dovrà entrare nel MIO mondo… allora è il momento che parliamo e sigliamo l’alleanza faccia a faccia. Da Comandante a Comandante. E finalmente potrò conoscere questi mondi… alieni di cui ormai non riuscirò più a liberarmi.”

“Oh no, vuole per davvero venire ad uccidere tutti…” bisbigliò Akira. Aya sorrise e Setsuna, pur cercando di mantenere la calma, in cuor suo cominciò a pensare che l’Alto Comandante volesse davvero annegare la Soul Society coi i suoi devastanti poteri.

“E io sarei lieto di riceverla e di farle conoscere tutto quello che desidera! Potrebbe essere un incontro epocale! Venga pure accompagnata da chi vuole, saremo lieti di accogliervi e di aiutarvi. Io, nel frattempo, metterò a disposizione i miei uomini migliori!” disse, con fare decisamente più gioviale, Kyoraku. L’alto Comandante Uminojoo tacque per alcuni secondi, quindi disse: “Saremo lì tra due ore, il tempo di terminare gli ultimi test. Hayashi, Hierrobosque, Sanjusan e Kimura, mi sentite?!” terminò il comandante, urlando così forte da riempire la sala con la sua voce.

“Sissignora!” risposero all’unisono le quattro donne dei Void Territories.

“Avete fatto un ottimo lavoro e sono lieta che siate tutte sane e salve. Ora però rimanete lì dove siete. Stiamo arrivando” disse Uminojoo per poi chiudere la comunicazione.

Kyoraku sospirò e si avvicinò alle ragazze, consegnando il comunicatore a Setsuna. Regina gli diede una pacca sulla spalla: “Stia tranquillo, il Comandante fa sempre questo effetto!”

“Dovrebbe vedere quanto fa paura alle reclute al primo giorno di Accademia!” disse, ridacchiando nervosamente, Akira.

“Urahara-san dove è andato?” chiese dunque Aya mentre Nanao si avvicinava a loro. La vice di Kyoraku si sistemò gli occhiali sul naso: “Aveva previsto l’idea del Capitano Comandante di formare una squadra di aiuto ed è andato a contattare il capitano Kuchiki e… Hueco Mundo”.

Kyoraku sorrise: “Una missione congiunta Shinigami-Arrancar! Potrebbe essere una svolta! Ma come mai è andato da Byakuya-kun?”

Nanao scosse la testa: “Non Kuchiki Byakuya… Kuchiki Rukia…”; Kyoraku scosse la testa: “Ah… ma l’avevamo mandato in vacanza per tenerlo lontano da questi affari…”

Le quattro dei Void Territories si guardarono confuse, quindi Setsuna chiese: “Che sta succedendo?”

Kyoraku le sorrise: “Sta arrivano la cavalleria, dal mondo degli arrancar e… anche dal mondo degli umani…”

 
[…]
 

Kuchiki Rukia, ancora in attesa di conferma e investitura ufficiale ma de facto il nuovo capitano della Tredicesima Brigata del Gotei 13, attendeva in piedi sulla cisterna di fronte alla casa del suo vecchio amico e compagno d’armi. Tirò fuori un cellulare nuovo fiammante, concessione di Urahara, e controllò le notifiche.

“Dieci minuti e siamo a casa” recitava il messaggio. I dieci minuti erano passati da oltre venti minuti. Rukia sbuffò mentre la luna sorgeva alle sue spalle. Ci vollero altri dieci minuti prima che Ichigo Kurosaki, accompagnato da suo padre Isshin e dalle sorelle Yuzu e Karin facesse la sua comparsa. La reazione fu immediata.

“Dove eri finito, cretinoooooo!?” urlò Rukia, precipitandosi su Ichigo con un drop kick devastante sul ragazzo dai capelli arancioni.

Nel suo vecchio gigai con il solito vestito leggero, la shinigami continuò a sbatacchiare Ichigo contro l’asfalto mentre salutava il resto della famiglia Kurosaki.

“Yo Rukia-chan…” disse Karin mentre sua sorella Yuzu le abbracciava la testa, incurante di quello che faceva a suo fratello.

“Rukia-chan! Qual buon vento ti porta qui! Scusaci, abbiamo trovato traffico dalla stazione a casa… non potevo mica far tornare Ichigo a casa saltellando come un pazzo. Lascio questo piacere a Kon!” disse gioviale Isshin, fissando Rukia. Sembrava nervoso.

“Capi… ehm, Kurosaki-san, ho bisogno di parlare con Ichigo. È urgente. Mi manda Urahara….”

Ichigo si riprese immediatamente e si alzò, sistemandosi i capelli tagliati di fresco. Fissò prima Rukia e poi suo padre, capendo che il vecchio gli aveva nascosto di nuovo qualcosa: “Oh, vecchiaccio… che altro mi hai nascosto?! Prima mi mandi per settimane in vacanza con tutti gli altri e poi mi vieni a riprendere dalla stazione facendo il papà perfetto…”

Rukia si schiarì la voce: “È in corso una strana… evoluzione degli eventi. Abbiamo dei problemi che forse saresti felice di aiutare a risolvere”.

Isshin fece uno sguardo serio al figlio, quindi appoggiò le mani sulle spalle delle due figlie, curiose ma in silenzio accanto al fratello, e le portò in casa.
Ichigo digrignò i denti: “Che succede? La Soul Society è ancora in pericolo? Yhwach?”

Rukia scosse la testa: “No, stavolta la Soul Society non c’entra, ma tutto potrebbe essere coinvolto. C’è… qualcosa di nuovo all’orizzonte… e gente che deve essere protetta. A quanto pare da altre macchinazioni fatte da Aizen anni e anni fa…”

Ichigo strinse il pugno sinistro e mise la mano destra in tasca, stringendo il distintivo da sostituto shinigami, quindi sorrise fiero: “Va bene, se dopo avermi spedito in vacanza forzata mi siete venuti a cercare, allora deve essere seria. Vado a prendere Kon e a salutare i miei. Vai ad avvisare gli altri, ci vediamo da Urahara per partire tra qualche minuto”.

“Ishida ci aspetta là, tu fai in fretta, sai quanto ci tiene alla puntualità!” concluse Rukia, cominciando a correre per poi sparire lungo la strada.

Ichigo tirò fuori dalla tasca il distintivo e lo fissò, sospirando: “Pronto, Zangetsu? Ti senti in forma?”; il teschio sul distintivo lo fissò, immobile. C’era ancora una leggera impronta della reiatsu di Ukitake al suo interno e Ichigo quasi sentì la mancanza del capitano malaticcio della tredicesima brigata. Chiuse gli occhi, alzò il capo e si rimise il distintivo in tasca, quindi spalancò la bocca: “VECCHIO! – urlò a pieni polmoni – CHE ALTRO AVETE COMBINATO VOI DEL CIRCOLO RICREATIVO DI URAHARA, EH!?” e si avviò verso casa.

Dieci minuti dopo, un’ombra nera con una spada enorme dalla lama ricurva uscì dalla finestra del secondo piano di Casa Kurosaki, pronta a ritornare a vedere un po’ di azione.
 

 
[…]
 

Quando lo squarcio si aprì, la sua forma era perfettamente circolare e il rumore che produsse, per quanto sgradevole, era identico a quello dei Garganta hollow. E con precisione chirurgica, lo squarcio si aprì nel centro della sala riunioni della Prima Brigata, di fronte ad una selezione di capitani di tutto rispetto: con Kyoraku al centro dello schieramento, accompagnato dalla fedele Nanao, c’erano il capitano della Quinta Divisione, Shinji Hirako, e la sua vice, Momo Hinamori; il capitano della Sesta, Byakuya Kuchiki, accompagnato dal tenente Renji Abarai; Zaraki Kenpachi, capitano dell’Undicesima Brigata, da solo, che osservava il portale con aria scocciata; e Rukia, con un leggero fiato e senza l’haori da capitano addosso, non avendo avuto ancora modo di essere ufficialmente dichiarata capitano.
A pochi passi da loro, sulla sinistra, c’erano i tre signori di Hueco Mundo, con tanto di Trio Bestias alle spalle di Haribel e Dondochakka e Pesche alle spalle di Nel; sulla destra invece c’era il gruppo dei Void Territories, in attesa fremente dell’arrivo del loro comandante. E alla fine dal portale emerse prima il vice-capitano, Gautama Tenzin, camminando lentamente e con le mani nella posizione di meditazione e, infine, con un enorme scoppio di Reiatsu, emerse Nami Uminojoo, terribile e bellissima.

Tutti i presenti soffrirono per la pressione spirituale, chi più chi meno, e Kyoraku ridacchiò: “Questa donna è la versione sexy di Yama-jii…”

Kenpachi sorrise, preso da piacere estatico, e strinse la mano sull’elsa della spada: “Voglio combattere con lei…”; Grimmjow, straordinariamente, imitò lo shinigami.

“Questi sono pazzi…” concluse Akira, facendo ridacchiare Regina. Setsuna si fece avanti e le altre la seguirono, fermandosi poi ad un passo da Uminjoo, con il portale che si chiudeva alle sue spalle, e facendole un profondo inchino.

Uminojoo annuì e disse: “Dopo mi farete rapporto” per poi indirizzarsi verso il Capitano comandante. I loro soprabiti stranamente si assomigliavano!

Kyoraku si inchinò con fare sciantoso e guardò Uminojoo intensamente col suo unico occhio buono: “Benvenuta nella Soul Society, Uminjoo-sama! Io, Kyoraku Shunsui, capitano della Prima Brigata e Capitano Comandante del Gotei 13, le do il benvenuto a nome di tutti i capitani e di tutte le brigate, qui rappresentate oggi da coloro che ho selezionato come corpo diplomatico per l’occasione!”

“Avete selezionato Kenpachi come membro del corpo diplomatico?! Ecco perché avete chiamato anche me!” disse una voce alle loro spalle: dalla porta laterale entrò Ichigo, in tenuta da Shinigami, che veniva picchiato da Yoruichi al suo fianco per la sfrontatezza, accompagnato da Inoue, Chad e Ishida, in divisa da combattimento. Non molti apprezzarono rivedere i simboli quincy sulla giacca di Ishida.

Urahara comparve alle spalle di Setsuna, ridacchiando: “Abbiamo chiamato tutta la cavalleria, contente? Presto saprai cos’è un Getsuga Tensho!”

Setsuna, confusa, si girò per guardare il biondo shinigami trasandato, che però con fare sbarazzino andò a stringere la mano del Comandante Uminojoo: “Ma che piacere finalmente conoscerla! Sono Urahara Kisuke dell’Urahara Shop, consulente tecnico della Soul Society! Che bello vedere il capo del leggendario mondo dei Void Territories!”

A quel punto Yoruichi prese per i capelli Urahara e lo tirò via, fissandolo malissimo e lasciando i due Comandanti a parlare. Entrambi avevano espressioni confuse sul viso.

“Il vostro è un mondo chiassoso…” disse Uminojoo, allibita.

“Lo è diventato da quando sono comandante io, temo. Il mio predecessore era molto più simile a lei, non so cosa gli sia passato per la testa quando mi ha nominato suo erede!” rispose ridacchiando Kyoraku.

“Oh, è un mondo chiassoso anche il mio… specie ultimamente…” disse Uminojoo, rilassandosi leggermente.

“Venga, le presento la squadra che vi seguirà nei Void Territories… se vorrà. Prego! Venga anche lei signor…” disse Kyoraku rivolto al vice di Uminojoo: “Mi chiami Gautama, comandante… grazie per la cortesia”.

Il gruppo dei comandanti e dei vice si diresse verso gli shinigami e gli espada mentre Urahara tornava da Setsuna, Regina, Aya e Akira accompagnato dal gruppo dei difensori di Karakura.

“Quindi sono loro gli alieni?! Io mi aspettavo gente più spaventosa!” disse Orihime, stringendo la mano a tutte le ragazze e sorridendo cordialmente.

Chad, come sempre gigantesco e austero, sorrise gentile mentre Ishida aveva l’aria tremendamente scocciata. Yoruichi fissò le ragazze con un largo e furbo sorriso, affiancandosi a Urahara.

“Signore dei Void Territories, vi presento Ichigo Kurosaki, Sado Yasutora e Inoue Orihime. Il vecchio brontolone Ishida lo conoscete già!” disse allegro Urahara. Ichigo salutò con uno “Yo!” e fissò incuriosito tutte le nuove conoscenze: “Due Vizard, un arrancar e una shinigami… il vostro mondo deve essere interessante!”

Setsuna contrasse la mascella: “Lo aveva pensato anche il vostro Aizen…”

“Prima di fare esperimenti su Shinigami e Arrancar e chissà che altro!” sbottò Regina, ma Ichigo rise sardonicamente: “Almeno non vi siete sorbiti i suoi discorsi… qui siamo stati tutti pedine di Aizen, in un modo o nell’altro”

“È una fortuna che non sia lui il nostro nemico, chiunque altro sia rimasto nel vostro mondo, comunque sarà meno fastidioso dell’Ipnosi Totale di Aizen…” concluse Ishida, sistemandosi gli occhiali.

“E ovviamente vi aiuteremo ad arginare tutti i danni, contate su di noi!” aggiunse Orihime, prendendo le mani di Regina e sorridendole calorosamente.
L’arrancar la guardò stranita: “Com’è che una shinigami qua non ha paura di un arrancar?!”

“Io sono umana!” disse Orihime, sorridendo ancora più caldamente.

“Un’umana?! Ma che… loro possono… ma…” esordì Regina, confusa, ma a quel punto fu Urahara a interromperli.

“Che ne dite se le spiegazioni ve le fate in viaggio? Pare che i nostri comandanti si stiano stringendo le mani e abbiano concluso le trattative!”

Il gruppo di Ichigo e le quattro ragazze dei Void Territories si girarono per osservare l’epocale stretta di mano tra i due comandanti. Chad sorrise e mise una mano possente sulla spalla di Regina: “Vi aggiorneremo noi su tutto, anche per noi umani è stato difficile accettare tutto questo, capiamo il vostro sconcerto. Aiuteremo per quanto possibile”

“Oh… grazie… ehm… Sad?” rispose Regina.

“Chiamatemi pure Chad” disse a bassa voce e sorridendo il grosso fullbringer. Setsuna osservò la scena, incuriosita e chiedendosi come fosse possibile, in un mondo in cui tutti sembravano odiarsi a causa della propria razza di appartenenza, che quel gruppo di umani fosse così… a proprio agio.

Il flusso di pensieri fu interrotto dall’arrivo di Uminojoo e Kyoraku: “Signori – esordì il capitano della prima brigata – siamo pronti per dare inizio alla missione diplomatica verso i Void Territories. A nome del Gotei 13, ringrazio e saluto le nostre ospiti dei Void Territories che tanto hanno fatto per svelare l’ennesima macchinazione di Aizen Sousuke… ufficialmente vi affido come delegazione diplomatica, in rappresentanza del mondo degli umani, il capitano de facto della tredicesima brigata, Kuchiki Rukia, e i suoi uomini, Ichigo Kurosaki, Uryu Ishida, Sado Yasutora e Inoue Orihime; in rappresentanza della Soul Society invece verranno con voi il capitano Shinji Hirako, particolarmente esperto degli esperimenti di Aizen essendo stato suo superiore e, malauguratamente, una delle sue prime cavie…”

“Bello essere ricordati così, Shunsui, davvero bello…” disse Shinji con un sorriso, malevolo e disgustato, sul volto.

“… il capitano Zaraki Kenpachi, senza dubbio il più forte dei nostri capitani a livello di forza bruta pura e semplice…” continuò Kyoraku.

“Spero ci sia qualcuno divertente da ammazzare nel vostro mondo!” disse Kenpachi, sorridendo a Regina e incutendo un certo dubbio in Uminojoo e Akira, che conoscevano da meno tempo il capitano.

“… e infine il tenente della sesta brigata, Renji Abarai, in vece del capitano Byakuya, ancora impegnato in quanto nobile a risanare i danni della Guerra” concluse Kyoraku mentre lo shinigami dai capelli vermigli salutava le donne dei Void Territories.

“Ehi Renji, ormai hai fatto l’abbonamento a viaggiare per mondi con noi!” disse ridendo Ichigo mentre Renji si affiancava a Rukia: “Zitto, teppista! È una presentazione ufficiale!” e quindi anche lui diede un pugno in testa a Ichigo.

“Il Getsuga Tensho sarà qualcosa di insignificante visto quanto tutti picchiano Kurosaki Ichigo” concluse Aya, con voce atona e piatta.

“Inoltre, ho permesso anche a due dei tre sovrani di Hueco Mundo di seguirci” aggiunse Uminojoo mentre Nel si avvicinava a loro trascinando per il braccio un Grimmjow a dir poco svogliato.

“Sarebbe un onore per me vedere un mondo in cui shinigami e arrancar vivono in pace!” disse con la sua insolita voce bambinesca Nel, strattonando forte Grimmjow.

“… mi ci costringono, io voglio solo combattere, possibilmente con Kurosaki o la tizia elettrica con la maschera… ogni volta con la scusa di collaborare combatto sempre con disadattati del cazzo come quello stronzo della dose letale!” ringhiò il Sexto Espada.

“Ma che diavolo sta dicendo?!” sbottò Akira, non riuscendo più a sopportare tutti quei retroscena senza contesto.

“I dettagli ve li daremo noi durante il viaggio, tranquilli” disse sorridendo Rukia mentre a pochi metri da loro il portale si riapriva: Uminojoo, con un piccolo telecomando in mano, aveva dato ordine di riaprirlo e ora fissava tutti il gruppo di viaggiatori radunati davanti a lei: “È giunto il momento: shinigami, arrancar e umani di ogni mondo… i Void Territories ci attendono!”

Tutti, chi più chi meno volentieri, annuirono alle parole dell’Alto Comandante e, con sguardo caparbio e pieno di dubbi, aspettative e curiosità, si avviarono verso il portale. Paradossalmente furono proprio le quattro ragazze arrivate per prime negli altri mondi ad attraversarlo per ultime, osservando Renji che, mal volentieri, trascinava per una grossa catena Eiralos, l’arrancar iena non più avvolto da catenacci ma legato mani e piedi con catene e strane manette e con una museruola sulla bocca.

“Andiamo bestiaccia… e se fai un’altra barzelletta scema anche con la museruola addosso, giuro che ti rompo l’osso del collo a suon di pedate!” borbottò lo shinigami, facendo un cenno alle ragazze per poi andare nel portale. L’arrancar le fissò quasi intristito per poi sparire a sua volta nel varco, senza dire nulla.

“Stiamo per tornare a casa” disse Akira, quasi sollevata.

“Con uno o più traditori che ci attendono e che forse stanno causando tutto questo…” aggiunse Aya.

“Abbiamo già sistemato altri traditori in passato. I Void Territories sono il nostro mondo, non lo lasceremo in mano a degli sporchi bugiardi” urlò Regina, arrabbiata ed euforica.

“No. Dovranno prima passare sul mio corpo – aggiunse Setsuna, guardando verso il portale – e presto proveranno sulla loro pelle tutto il dolore che hanno provocato assaggiando i poteri che loro stessi ci hanno dato…”

Le quattro ragazze voltarono lo sguardo verso Kyoraku, Nanao, Urahara e Yoruichi, unici rimasti in sala dopo che anche i tenenti e il capitano rimasti erano tornati ai loro lavori. I loro visi erano seri e colmi di preoccupazioni, molto più di quanto avessero mai mostrato prima.

“Andiamo, abbiamo il destino di quattro mondi sulle nostre spalle…” disse Setsuna, varcando il portale assieme alle compagne di viaggio.
Un viaggio che, paradossalmente, era solo agli inizi.






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Eccoci con il capitolo 11! Finalmente è stato svelato, oppure confermato - dipende se lo avevate pensato o meno -, che l'hollow dentro a Setsuna e Akira è opera di...Aizen! Già, il simpatico farfallone si è messo a fare i suoi giochetti spastici pure nei Void Territories. Dato che, l'hollowificazione è dovuta all'Hogyoku, non potevamo che dare questa spiegazione. Certo, molte delle cose raccontate non sono canoniche e, nonostante in Bleach ci siano buchi di trama immensi, cerchiamo sempre di trovare un filo logico (o qualcosa di molto simile, dai xD).
Come vi è sembrato questo capitolo? Ora vedremo tutto il team spostarsi nei Void Territories, quindi possiamo dire che l'avventura è appena iniziata :)




 
   
 
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