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Autore: _Tallulah_    15/12/2021    1 recensioni
A breve inizierà il secondo al Karasuno. Una corona cadrà, una nuova monarchia sta per fare un colpo di stato nel regno che è la Palestra N2.
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«Per me sei la pallavolo al di fuori della pallavolo.»
Sgranò gli occhi a quelle parole, quella ammissione, con il cuore che pompava e il battito come un tamburo a riempirle le orecchie.
«Ti rendi conto di quello che hai detto?» chiese quasi senza fiato non osando girarsi «Tu..t-tu ami la pallavolo...»
«Già...»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karasuno Volleyball Club
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Fine Marzo 2013 
 

Era arrivata la primavera ma ancora sul viso si poteva percepire l'aria fredda delle mattinate invernali. Tre persone erano scese da un'auto posteggiata in quella via nella zona bene di Miyagi. 
 

Si stavano spostando verso una di quelle villette tutte uguali. 

«Sono sicura che questa casa vi piacerà.» disse la voce dell'agente immobiliare, rivolgendosi ai due clienti che la seguivano, mentre con un giro di chiavi apriva il cancelletto in ferro che dava l'accesso alle scale che portavano alla porta d'ingresso dell'abitazione. 

«E' una bella zona residenziale ma molto ben collegata, ci sono anche diversi supermercati e combini non troppo distanti. Come richiesto quello è il garage al coperto.» 

I due si fermarono volgendo lo sguardo al grande portone sulla destra della casa che l'agente indicava. 

«Sia il cancello grande sulla strada sia quello per il garage funzionano con telecomando?» chiese il giovane uomo, ne era abbastanza sicuro visto che la casa sembrava costruita recentemente, ma ne voleva essere certo. 

«Mmmmh vedo una finestra solo al piano di sopra, non sarà troppo buio il piano terra?» domandò invece la ragazzina che aveva spostato la sua attenzione sulla facciata dell'abitazione. «Ma si può definite piano terra? Insomma per entrare dobbiamo fare queste scale ed in parte è sopra il garage. E' come essere ad un primo piano.» 

 

«Si entrambi funzionano con telecomando.» aveva risposto, la donna, alla prima domanda. L'attenzione era rivolta al ricco mazzo di chiavi per trovare quella che avrebbe aperto la porta d'ingresso di quella casa, che sperava di riuscire ad affittare ai due. 

«Per la luce non si deve preoccupare.» aggiunse alzando lo sguardo per un momento da quel groviglio posandolo sulla ragazza per poi riportarlo giù. 

 

«Oh eccola finalmente! Prego seguitemi.» così dicendo inizia a salire quella rampa di scale che separa la casa vera e propria dall'esterno 

«Trovandoci in una zona collinare, i costruttori hanno optato per questa soluzione strutturale. Ma proprio per questo l'altro affaccio della casa offre uno splendido panorama. Vedrete che bella luce.» 

 

I due si avviano pigramente sulle scale richiudendo il cancelletto di ferro dietro di loro, alle spalle dell'agente intenta ad aprire la porta, si lanciarono uno sguardo eloquente nel linguaggio che solo un fratello e sorella possono capire. 

 

Avevano visto un'infinità di case in quei cinque giorni. Troppo piccole. Esageratamente grandi. Troppo vecchie. Troppo distanti dal lavoro dell'uno o dalla scuola dell'altra...c'era sempre qualcosa che li faceva desistere. Ma il tempo stringeva e dovevano trovare un posto dove trasferirsi e traslocare. 

 

Era anche vero che avevano fatto richieste molto specifiche, ma dopo gli anni trascorsi in Europa ormai si erano abituati in un certo modo. Era già stato un trauma aver rinunciato al bidet quando si erano spostati dall' Italia all'Irlanda, nonostante all'arrivo in Italia dal Giappone entrambi non sapessero che diavolo fosse. Inizialmente si erano detti che gli italiani avevano proprio un feticismo per fontane e fontanelle, tanto da metterle anche in bagno. 

 

La casa che stavano vedendo adesso però aveva guadagnato un punto almeno per la posizione, favorevole per entrambi. 

 

«Prego entrate pure, ecco a voi i calza scarpe.» i due giovani prendono quei buffi calzini slabbrati, l'agente immobiliare si fa di lato sul pianerottolo prima della porta in modo da lasciarli entrare. 

 

Restano entrambi un attimo all'ingresso nel genkan facendo spaziare lo sguardo su quel grande open space dall'aria industriale. Senza mutare espressione si appoggiano allo stipite della porta per mettersi i calza scarpe. Salgono infine lo scalino che divide il genkan dal resto e iniziano a camminare su di un parquet dal colore caldo guardandosi in giro. I loro passi non producono nessuno scricchiolio su quelle assi del pavimento. Un altro punto a favore per quella casa. 

 

«Questa porta sulla destra» disse l'agente richiamando l'attenzione dell'uomo «è collegata direttamente al garage, così da non dover fare il giro da fuori. C'è una piccola stanza prima di scendere, funge da lavanderia con lavatrice ed asciugatrice separate, come richiesto.» 

«Bene. Anche per le scarpe, vedo che la scarpiera è bella ampia.» 

«Sì, in ogni caso è possibile mettere un mobile nella lavanderia se lo spazio non dovesse bastare.» 

 

La ragazza era tornata indietro ed aveva aperto quella porta per verificare quanto detto. Dopo aver guardato il fratello con un cenno di assenso decise di salire le scale a vista che si trovavano invece alla sinistra dell'ingresso, per vedere che stanza si celasse al piano di sopra dietro l'unica porta che dava su quel ballatoio. 

Alla donna però non era sfuggita l'occhiata data alla parete in vetro intervallata ogni tanto da giunture in ferro, andava letteralmente da una parete all'altra non si poteva non notare, ed era anche discretamente alta terminando dove si incontrava con il tetto spiovente da quel lato della casa. 

 

«Come vi sembra la luce?» 

«C'è luce…» un sospiro ben studiato «mi preoccupa un pò la privacy, anche se vedo case solo più basse da qui.» il giovane uomo era fermo a guardare il panorama dando le spalle all'ingresso. 

«Può stare tranquillo i vetri sono specchiati, di giorno non è possibile vedere all'interno. Lì affianco comunque c'è un interruttore per tirare le tende se volete maggiore privacy . Lo trova all'altezza della maniglia della porta a vetri sulla destra. Il balcone che vede è abitabile ed è coperto.» 

L'uomo seguendo le indicazioni trova il pulsante, ci giocherella un pò facendo scorrere le tende «Mmmmmh ok.» 

 

«Qui sopra c'è una camera da letto con bagno annesso.» disse la ragazza facendo capolino dalla porta attirando l'attenzione del fratello «C'è la doccia. Bella, per carità, anche grande ma la vasca da bagno?» 

«C'è anche una cabina armadio in quella camera da letto.» precisa l'agente «La vasca invece è nel secondo bagno, qui sotto. È la porta a sinistra mentre quella a destra è la camera degli ospiti.» disse indicando le due porte proprio sotto dove si trovava la ragazza. 

 

Seguendo le indicazioni, la giovane, scende le scale e apre prima la porta del bagno lanciando uno sguardo all'interno. Sembrava soddisfatta di quello che aveva visto, lasciando la porta aperta, si dirige quindi verso l'altra porta per controllare quella che, potenzialmente, sarebbe stata la sua camera da letto. 

 

«Della cucina invece cosa ci dice?» attira l'attenzione dell'agente il giovane uomo, spostatosi verso l'isola aveva posato una mano sulla superficie per accarezzare quel top scuro, chiudendo successivamente la mano a pugno dà due colpetti veloci alla superficie fredda spostando lo sguardo al frigo, per poi fissare il piano cottura. 

«Nuovissima! Il top è in quarzo, un materiale molto resistente. Come vede ci sono addirittura 5 fuochi, una rarità in Giappone, la cappa ed il forno sono di ultima generazione.» 

L'agente, senza levare gli occhi di dosso dal giovane che si era fermato tra il piano cottura e l'isola, decide di rincarare ed esporre altri pregi di quella cucina. 

«I mobili e i pensili sono molto capienti, ed è tutto in rovere. Il lavandino ha due vasche, le dirò personalmente credo siano inutili due visto che c'è una splendida lavastoviglie. E sotto l'isola c'è anche una cantinetta per i vini.» 

 'e se non affittate nemmeno questa io mi licenzio'  pensò tra sé e sé l'agente. 

  

Alla parola "vini" entrambi i clienti hanno rizzato le orecchie e si sono lanciati uno sguardo complice. 

 

«Potrebbe lasciarci soli per un attimo così ne parliamo, per favore?» chiese gentilmente l'uomo rivolgendosi all'agente cercando, per quanto gli riesca, di non sembrare pronto a firmare il contratto d'affitto. 

«Certamente, faccio delle telefonate intanto. Mi trovate qui fuori appena avete finito di parlare, fate pure con calma.» congedandosi con un sorriso si chiude la porta d'ingresso alle spalle lasciandoli soli a discutere. 


 

«Quindi…» 

«Da che lato pensi dovremmo mettere rivolto il divano?» domandò la ragazza saltellando in un punto della stanza dove, presumibilmente, stava immaginando il mobile senza lasciare finire la frase al fratello. 

«Non so Scimmietta tu che proponi?» chiese allegramente poggiando i gomiti sull'isola della cucina e incrociando le braccia, abbassando leggermente il busto. 

«Allora la parete tra le due porte, qui assolutamente un mobile basso ci mettiamo il giradischi, il lettore cd e a lato le casse. Sopra il quadro con la maglia. Libri, la collezione dei vinili e dei cd invece in delle librerie qui sotto la scala.» 

«Ok lo vedo, mi piace. Quindi il divano lo giriamo verso la scala. La tv su un altro mobiletto a ridosso delle scale. Che poi perchè c'è una cantinetta per vini e non hanno pensato a mettere una tv?» 

«Chissenefrega! Capisci deve essere destino. Il divano lo voglio grande, ridicolmente grande e angolare. Ricordati che deve diventare letto, ci conto che prima o poi vengano a trovarmi dall'Europa, soprattutto ora che ci stiamo sistemando per bene a Miyagi.» 

«Va bene, va bene Scimmietta....sedie e il tavolo da pranzo? Rettangolare od ovale?» chiese il fratello indicando con un dito il lato opposto, vicino alla parete vetrata. 

«Beh è bella che moderna come casa, direi rettangolare. Potremmo prendere qualcosa con le gambe in ferro scure come le finestre e il top e il piano in..come aveva detto? Rovere?» 

«Fai una foto alla cucina, magari potremmo prendere anche un paio di sgabelli per l'isola.» 

«Sì ottima idea!» ribatte la ragazza mentre esce l'iPhone dalla tasca del giacchino e scattando la foto continua «Ma guarda guarda che oggi non sei tanto Disgraziato come tuo solito.» 
«Ehi è così che ti rivolgi al tuo fratellone? Guarda che non ho ancora firmato il contratto...» 

«Seh lo firmerai tranquillo, anche solo per fare lo splendido con le ragazze che ti porterai a casa "Uh vuoi venire da me ho degli ottimi vini nella mia cantinetta, sai sono stato in Italia"» lo prende in giro cercando d'imitare la voce del fratello, scimmiottandolo. 

«Tsk...ok sei mia sorella mi conosci alzo bandiera bianca.» ridacchia alzando le braccia in segno di resa «Direi che ci vuole qualcosa anche per il balcone fuori, non credi?>> riprende il discorso rimettendosi a braccia conserte sul bancone dell'isola. 

«Oh si, decisamente una panchina o due poltrone.» e con l'indice alzato indicando la parete in vetro aggiunse «Se il meteo ci sarà amico potremmo mettere, forse, anche dei vasi con degli odori. Il basilico, rosmarino, salvia, la menta..» disse la ragazza, riflettendo e contando sulle dita tutte le piante che avrebbe voluto. 

«Forse anche un barbecue piccolino ma bisogna capire se si può tenere.» la interrompe il fratello «In ogni caso se vuoi mettere le erbe devi curarle tu, riconosco di averne uccise tante, davvero troppe, e poi mi sgridi quando le trovi morte. Sto mettendo le mani avanti già adesso.» 

La ragazza sospirò «Forse potrei provare con delle flebo per centellinare l'acqua e tenerle umide.» pensando però a qualcosa di più importante e puntandogli un dito contro aggiunse «Però per le pulizie in casa al solito, tranne impegni improvvisi, ognuno fa la sua parte!» 

«Tranquilla.» disse alzando la mano destra facendo unire pollice e indice in segno di ok «La lavastoviglie c'è, sarà un grande aiuto. Che ne dici se compriamo il robottino aspirapolvere, quello che gira da solo. Sarà un'altra cosa in meno a cui pensare giornalmente. Che ne pensi?» le domanda con uno sguardo interrogativo alzando il sopracciglio. 

«Penso che oggi tu sia proprio il fratello migliore del mondo! Lea sarebbe così fiera di questa tua osservazione da casalingo>> e quasi non fa in tempo a portasi la mano davanti le labbra per coprire il risolino che non riesce a trattenere. 

«Che posso dire, due anni di sberle ci hanno temprati entrambi.» ridacchia anche lui al ricordo di come Lea li sgridasse per qualche piatto non perfettamente pulito «Scimmietta però prima di comprare tutto questo...i letti per primi. Almeno possiamo trasferirci quanto prima.» 

«Concordo, io lo voglio con secondo materasso estraibile.» 

«Devono venire i tuoi amici o tutti gli studenti della scuola a trovarti, scusa se chiedo.» 

«Come se non li avessi già visti dormire anche a terra quando capitavano a casa nostra. E poi dai il Giappone non è dietro l'angolo, non possiamo fare come in Europa quando c'era solo qualche ora di volo a dividerci.» 

«E va bene.» il fratello sposta lo sguardo dalla sorella al balcone «Forse al posto dei vasi e del barbecue, che magari nemmeno possiamo tenere, posso far installare una mia statua. Infondo sicuramente la meritAHIA!!» 
 
La ragazza si era avvicinata velocemente al fratello per tirargli un pugno sul braccio «Non sei affatto spiritoso sai.» lo rimprovera «Per niente.» aggiunge mentre poggiando i palmi delle mani sul top fa un saltello per sedervisi sopra « Oh entrambi i gabinetti sono tecnologici, non rimpiangeremo il bidet» riprende il discorso sulla casa dondolando avanti e indietro le gambe «...forse dovrò rubarti un pò di spazio nella cabina armadio, tutti quei vestiti eleganti per eventi che le tue ragazze mi hanno comprato dubito, fortemente, riuscirò a metterli spesso.» 

«Lo spazio c'è?» 

«Sì, è enorme quella cabina armadio. Nella mia stanza voglio tenere solo le cose che posso indossare più spesso.» 

Lui annuì «Dai direi che concordiamo, chiamo l'agente e le dico che la prendiamo.» 

«Asp...aspetta.» disse afferrando un braccio del fratello che si stava dirigendo verso l'ingresso per fermarlo. Si guardava le scarpe coperte da quei ridicoli copri scarpe per poi passare a fissare lo sguardo negli occhi dell'altro «Me lo devi promettere che farai come a Nagano.» e senza distogliere lo sguardo aveva alzato la mano libera sventolando il mignolo per rinnovare una vecchia promessa. 

L'uomo guardandola con un sorriso le mise una mano dietro la nuca, avvicinando poi la testa della sorellina per lasciarle un bacio sulla fronte. 

«Prometto solennemente di essere discreto come a Nagano.» cercò di tranquillizzarla stringendo quel mignolo rimasto alzato con il suo. «E adesso fammi firmare questo contratto, così andiamo subito a comprare i letti e vediamo un pò il resto del mobilio da prendere.» 


 

La ragazza aveva lasciato andare quel mignolo e scesa dal ripiano dell'isola si era spostata verso la vetrata per aprirne la porta, qualche altro passo fino alla ringhiera del balcone inspirando l'aria fresca, le mani in tasca e quel panorama di Miyagi che vedrà per i prossimi due anni.

Alle sue spalle, da dentro la casa, il chiacchiericcio del fratello e dell'agente immobiliare fece da sottofondo al pensiero che il meglio doveva comunque iniziare. 

«Kimiko vieni un attimo.» l'aveva richiamata il fratello per farla rientrare.  

«Dimmi...brrr che freddo.» disse rientrando e chiudendo la porta per poi strofinare le mani tra loro, cercando con quel gesto di allontanare il brivido che aveva avvertito. 

«Mi stava dicendo la signora che per firmare dobbiamo farlo in agenzia. Ci vorrà un pò credo, a questo punto perchè non vai a vedere adesso i tabelloni con i risultati delle ammissioni invece che pomeriggio. Poi se non ho ancora finito mi raggiungi o ti vengo incontro io.» aveva spiegato il fratello. 

«In che scuola ha fatto domanda? Forse la posso accompagnare io se è di strada verso l'agenzia.» la donna si era proposta volendo restare gentile e disponibile fino al momento della chiusura per quel contratto. 

Kimiko però era già con un piede fuori la porta «Oh no si figuri» disse gentilmente mentre si sfilava finalmente i calza scarpe «in ogni caso così posso scoprire subito che strada fare fino al Karasuno.» 

«Attenta che chiami la malasorte, non hai ancora visto i risultati.» la prese in giro il fratello. 

«Oh figurati...andare a vedere è solo una formalità, sono sicura di essere stata ammessa. Ci vediamo dopo.>> dicendo così fa un piccolo inchino verso l'agente immobiliare e aggiunge «Grazie per la sua pazienza sappiamo di essere stati dei clienti terribili.» 



C'era un numero non indifferente di ragazzi e ragazze assiepati davanti ai tabelloni. 

«Permesso, scusate.» cercava di farsi largo per raggiungere i tabelloni con gli ammessi al secondo anno. 

'Ikeda...Ikeda. Dov'è il mio cognome? Dannazione, certo che è davvero grande come scuola quanti nomi ci sono scritti.' 
 

C'erano voluti 10 minuti buoni ma alla fine l'aveva trovato "IKEDA KIMIKO AMMESSA" a quella lettura non si era potuta trattenere, aveva alzato le braccia al cielo e aveva urlato. Non che appunto non se lo aspettasse ma leggerlo nero su bianco faceva comunque il suo effetto. 

I ragazzi e le ragazze vicino a lei avevano fatto un balzo spaventati e l'avevano guardata con disapprovazione, Kimiko però non aveva colto troppo occupata a fotografare la porzione di tabellone con la sua ammissione. 
 

Allontanatasi dalla calca si era presa un momento per modificare la foto. Aveva cerchiato i kanji del suo nome e dell'ammissione aggiungendo l' emoji del pollice in su, in questo modo anche i suoi amici avrebbero capito il risultato non sapendo leggere il giapponese. 

'Peccato che da voi sia notte.... Tsk sicuramente andranno a fare colazione al bar per festeggiare.' e nonostante un pizzico di disappunto a quel pensiero, aveva sorriso «Ah quanto mi mancano quelle colazioni...mmmmh quei cornetti con la nutella...gli scones......» 

   
 
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