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Autore: Aranel95    20/12/2021    1 recensioni
Inuyasha è rimasto ormai solo al mondo e il suo unico parente in vita è il suo fratellastro maggiore, Sesshomaru. Nonostante condividano il sangue da parte di padre, il giovane Sesshomaru disprezza Inuyasha la cui unica colpa è stata avere una madre umana. L'astio del principe dei demoni aumenta con il passare del tempo, tutto a causa della spada Tessaiga, una potente arma lasciata in eredità dal padre al figlio minore... Quando Sesshomaru aveva l'occasione di uccidere suo fratello, tuttavia, ha deciso di essere sportivo e di non attaccare il nemico che non era in grado ancora di difendersi.
Il racconto unirà la narrazione degli eventi della serie ai vari flashback dell'infanzia dei due fratelli e di come il loro rapporto sia cambiato nel corso degli anni, nonostante la rivalità tra i due fosse palese e tagliente.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’ambra, grazie al suo tipico colore, sembrava infondere calore e conforto. Tranne quando essa era incastonata negli occhi del principe dei demoni… in quel caso, era in grado di pietrificare e gelare tutti coloro che incrociassero il suo sguardo, persino suo fratello. Già, fratello… quel piccolo esserino mezzosangue, come avrebbe di certo detto il giovane Sesshomaru.

“Va…vattene via!”

“Smettila di piagnucolare, sciocco!”

Inuyasha aveva il terrore dipinto in volto. I suoi occhi di cucciolo erano sbarrati, le orecchie abbassate, la bocca in una smorfia di dolore e paura. Sesshomaru lo fissa, in un misto tra disgusto e pena… già, gli faceva pena quel piccoletto, ormai rimasto solo al mondo. Avrebbe potuto porre fine alle sue sofferenze uccidendolo, così da poter raggiungere quell’insulsa di sua madre Izayoi nell’altro mondo.  Ma che gusto c’era nell’uccidere un avversario che non era nemmeno in grado di difendersi?

“Se vuoi uccidermi, fallo pure!”

“Non sono qui per questo, stupido!”

Improvvisamente, il terrore del piccolo Inuyasha si tramuta in stupore. Sesshomaru, il suo spocchioso, perfetto e gelido fratello maggiore, che gli ha promesso più volte di farlo fuori, oggi aveva deciso di graziarlo. No… non era possibile, sicuramente era stato mandato da sua madre, forse avevano deciso di accoglierlo nella loro famiglia? Di dargli un tetto?

“Non farti illusioni, non sono nemmeno venuto a prenderti…”

Sesshomaru sembrava aver capito i pensieri del fratellastro. Non poteva di certo biasimarlo, ma allo stesso tempo, sua madre non era una donna di gran cuore. Quella stessa mattina, dopo i suoi allenamenti di spada, l’aveva vista parlare con Daisuke, il gran maestro di corte, anche lui uno Inu yokai.

“Inukimi-sama, la principessa Izayoi di Setsuna è trapassata. Il vostro figliastro è rimasto da solo al mondo, che intenzioni avete?”

La gelida e raffinata imperatrice dei demoni cane guardava con aria annoiata Daisuke, fin quando sul suo volto impassibile si era creata un’espressione di fastidio.

“Quel piccolo mezzodemone fa parte della famiglia di mio marito, non della mia. Toga non è più in questo mondo, quindi la cosa non mi riguarda…”

“Ma Inukimi-sama! È soltanto un bambino!”

La donna non voleva saperne, Inuyasha è stato accolto a palazzo insieme a sua madre solo perché Inukimi voleva mantenere fede alle volontà del suo defunto marito. Adesso che anche Izayoi era morta, non aveva più vincoli. Sesshomaru era ben lieto di non avere tra i piedi quella piccola pulce fastidiosa, ma qualcosa dentro di sé gli impediva di fargli del male… per ora. Forse suo padre lo avrebbe fulminato per la sua pessima condotta e maledetto per l’eternità, forse l’etica di non aggredire un nemico indifeso, come lui stesso aveva già pensato… di certo, non era per rispetto nei confronti di quella stupida umana che aveva ammaliato il cuore di suo padre.

“Dimmi che cosa vuoi allora! Tu sei sempre stato cattivo con me, solo perché la mia mamma era diversa da te!”

“Fa silenzio! Ritieniti fortunato se oggi sarai ancora vivo! Anzi, sono venuto a lanciarti una sfida…”

“Una sfida?”

Sesshomaru voleva rimandare la morte del fratello a quando sarebbe stato più grande e più capace, più forte. Prende una pietra affilata che era proprio davanti ai suoi piedi, avvicinandosi a Inuyasha.

“Che… che vuoi fare?!”

“Taci!”

Prende con uno strattone la mano destra del piccolo hanyou, facendo un profondo taglio sul palmo. Il sangue iniziava a fiottare rosso e vivido come la casacca del piccolo demone. Sesshomaru fa lo stesso con la sua mano destra.

“Come principe dei demoni, io, Sesshomaru, ti faccio una promessa con il sangue. Prometto che quando sarai grande, non avrò pietà di te e tu dovrai combattere con tutte le tue forze, se ci tieni alla vita!”

Inuyasha sente pungere, il sangue demoniaco di Sesshomaru gli provoca una leggera reazione, provando dolore. In più, quello sguardo penetrante, crudele e carico di rancore lo faceva sentire ancora di più a disagio. Nonostante fosse piccolo, aveva fegato.

“Con chi credi di avere a che fare?! Anche io sono figlio del Grande Generale Cane! Cercami pure e avrai il benservito, principino spocchioso!”

Inuyasha stringe la mano del fratello maggiore, dimostrando di avere coraggio e valore. Sesshomaru, soddisfatto, lascia la stretta ripulendosi la mano su una foglia.

“Addio, Inuyasha. Quando sarai diventato un uomo, ci batteremo. E vedremo se il lurido sangue umano di tua madre non influenzerà la tua forza demoniaca…” dice storcendo il naso. L’odore di mezzodemone lo infastidiva tremendamente.

“Addio, Sesshomaru…” 

Inuyasha riprende il suo cammino in direzione opposta al fratello. No, lui non sarebbe tornato né al palazzo né al santuario dove sua madre è morta. Nessuno avrebbe voluto un mezzodemone tra i piedi, doveva trovarsi un’altra dimora, doveva imparare a procacciarsi il cibo… doveva diventare forte e prendere a calci, una volta per tutte, quel signorino arrogante e impertinente di Sesshomaru. Non gli importava che fosse un demone completo, per il piccolo hanyou il peggio era già successo: suo padre era morto il giorno stesso della sua nascita e sua madre, a nemmeno trent’anni, si era ammalata gravemente, spegnendosi poi tenendo per mano il suo bambino. 

I monaci del tempio lo avevano allontanato con la forza dal corpo esanime della madre, altrimenti non avrebbero potuto cremarlo. Inuyasha aveva preso a morsi chiunque gli mettesse le mani addosso nel tentativo di cacciarlo… che senso avrebbe avuto tornare da quei maledetti monaci che avevano tentato di placarlo piantandogli un fuda in testa?! Preferiva rimanere nella foresta, in preda ai demoni, ai briganti e ai soldati che passavano di lì.

“Meglio qui che dai monaci o al palazzo di mia madre… meglio qui che con la mia matrigna e Sesshomaru…”




A/N Prima storia a tema Inuyasha! Dopo un'intera estate a tema Winx, ho deciso di spostarmi su un altro fandom che ho sempre amato. Spero la storia vi piaccia, vi auguro una buona lettura!

 

  
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