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Autore: pampa98    21/12/2021    1 recensioni
[Questa storia partecipa al "Calendario dell'Avvento" indetto da Cora Line sul forum "Ferisce la penna"]
What-if? Post season 2. Pre-Steve/Billy.
«Comunque no, non ci tengo a partecipare ad altre feste coi nostri coetanei. Hai mai notato che sono tutte uguali? E tutte ugualmente stupide?»
Billy si strinse nelle spalle. Prese alcuni pop-corn e li lanciò in aria, prendendoli al volo con la bocca.
«A me basta che ci siano alcol e ragazze.»
«Mm, be’ sì, di quelli se ne trovano in abbondanza.» Si voltò verso di lui e Billy fece altrettanto, inarcando un sopracciglio per invitarlo a esporre la domanda che gli premeva sulle labbra. «Perché sei qui allora?»
«Perché sono un fratello responsabile» disse, guadagnandosi un’occhiata di sbieco dall’altro.

"Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Ferisce più la penna"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: 'Ci siamo addormentati accidentalmente sul divano, ma perché la mia mano è fra i tuoi capelli e perché tu mi stai respirando sul collo? E soprattutto perché mi sta piacendo?'
 

È normale?


 

Il giorno in cui aveva comprato una confezione di birre ed era entrato a tradimento nell’auto di Harrington, Billy era certo di aver fatto la cosa giusta. Aveva sbagliato tutto con lui, fin dal loro primo incontro. E, sebbene fosse ancora convinto di aver avuto ragione a preoccuparsi per il fatto che sua sorella di tredici anni fosse nascosta in una casa abbandonata in mezzo al nulla con altri tre maschi, aveva anche riflettuto sul fatto che, probabilmente, pestare a sangue Harrington non era stata la cosa migliore da fare.
Si era scusato con lui, e poi anche con Lucas – su esplicita richiesta di Harrington – e dalla sera del Ballo Invernale le cose tra lui e il gruppo di amici di Max erano andate… normalmente. I ragazzini gli lanciavano ancora delle occhiate sospette quando lo vedevano, ma nessuno si era più fatto male né era stato insultato, il che rappresentava un grande passo avanti. Essersi chiarito con Harrington aveva anche fatto sì che il suo compito di babysitter non fosse più così schifoso. Il ragazzo era divertente e aveva decisamente bisogno di qualche amico – sebbene Billy non fosse del tutto certo che potessero definirsi così – della sua età. L’unico inconveniente era che spesso si ritrovava a dover restare a casa dei Byers, dove di solito il gruppo di nerd si radunava, per tenere compagnia a Harrington.
«Pensi mai di andare a qualche festa o semplicemente non stare tutto il giorno con dei poppanti?»
«Guarda che non sono così piccoli» ribatté Steve, infilandosi in bocca un’altra manciata di pop-corn. «Comunque no, non ci tengo a partecipare ad altre feste coi nostri coetanei. Hai mai notato che sono tutte uguali? E tutte ugualmente stupide?»
Billy si strinse nelle spalle. Prese alcuni pop-corn e li lanciò in aria, prendendoli al volo con la bocca.
«A me basta che ci siano alcol e ragazze.»
«Mm, be’ sì, di quelli se ne trovano in abbondanza.» Si voltò verso di lui e Billy fece altrettanto, inarcando un sopracciglio per invitarlo a esporre la domanda che gli premeva sulle labbra. «Perché sei qui allora?»
«Perché sono un fratello responsabile» disse, guadagnandosi un’occhiata di sbieco dall’altro. La ignorò e riprese a mangiare i pop-corn.
«Non volevamo guardare un film con questi?» chiese, sperando che Steve fosse disposto a cambiare argomento. «Sono già quasi finiti.»
Steve battè le mani sulle ginocchia e si alzò in piedi. Andò verso l’armadio accanto alla televisione dove si trovavano alcune videocassette e iniziò a cercare qualcosa che potesse fare al caso loro. Per loro sfortuna, il film più decente nel limitato catalogo di casa Byers era La storia infinita, così Steve inserì la videocassetta nel registratore e si sedette nuovamente sul divano accanto a lui.
Billy ricordò di aver visto un cavallo sprofondare nel fango e alla scena successiva era comparsa la schermata nera coi titoli di coda. Chiuse e riaprì le palpebre un paio di volte prima di passarsi una mano sugli occhi ancora assonnati. Aveva messo in conto che non sarebbe riuscito a sopravvivere per tutta la durata del film, anzi, considerato l’interesse che nutriva per quel genere di storie, era durato anche troppo a lungo. Quello che non aveva messo in conto era che anche Harrington sarebbe soccombuto alla pellicola; e che lo avrebbe fatto su di lui. Il ragazzo si era addormentato con la testa posata sulla sua spalla e fu solo quando mosse la mano che Billy si rese conto di aver adagiato le dita sui suoi capelli soffici.
Perché sei qui?
Era una domanda interessante, a cui lo stesso Billy avrebbe voluto trovare risposta. Perché gli andava bene rinunciare alla – poca – vita notturna che Hawkins offriva per passare la serata in una casa isolata insieme a Steve Harrington? Perché accompagnare Max e i suoi stupidi amichetti in giro per la città non lo infastidiva più come prima? Perché talvolta era lui a offrirsi di portare sua sorella ovunque volesse solo perché sapeva che in quel modo avrebbe potuto vedere Harrington?

Si era detto che lo faceva per non avere più problemi in casa, perché gli faceva pena sapere che un diciottenne era bloccato da solo con dei tredicenni; ma anche nella sua mente suonavano come bugie. Tuttavia, erano meglio quelle alla verità – quella verità che non poteva permettersi di accettare perché avrebbe significato perdere anche quel poco che aveva. C’era già passato in California. Anche allora aveva avuto la sensazione che fosse sbagliato, ma la reazione di James e successivamente quella più violenta di suo padre gli avevano tolto ogni dubbio: non era normale che a un ragazzo piacesse un altro ragazzo.
Eppure.

Eppure i capelli di Harrington sotto le sue dita erano soffici, gli sembrava di star toccando una nuvola, e il suo fiato sul collo scaldava il suo cuore e mandava scariche di piacere a tutto il suo corpo. Non sembrava sbagliato; ma lo era.
Si permise un’ultima, lieve carezza alla sua chioma perfetta, prima di alzarsi in malo modo, facendo cadere l’altro disteso sul divano.
«Sono sveglio!» disse subito Steve, tirandosi a sedere con i movimenti ancora impacciati dal sonno.
«Sì, la bava che ti scende dalla bocca dice proprio questo» commentò Billy, avviandosi verso la cucina per prepararsi una tazza di caffé – e, più semplicemente, per non doverlo guardare.
«Non c’è nessuna bava» brontolò lui, seguendolo. «Cazzo, almeno alla scena della canzone ci sarei voluto arrivare, ma mi sa che me la sono persa. Tu l’hai vista?»
«Fortunatamente no.»
«Ti sei addormentato anche tu?»
Billy si strinse nelle spalle. Mise il bollitore sul fuoco e aprì un paio di sportelli in cerca di qualcosa da mangiare. Trovò una confezione di biscotti alla cannella e li tirò fuori.
«Il mio livello di sopportazione per le cazzate è piuttosto basso, Harrington» spiegò, aprendo la confezione di biscotti e passandone uno anche a lui. Steve sospirò e lo addentò passandosi una mano tra i capelli.
«Se ti dispiace così tanto esserti addormentato, rimetti il film, no?»
«Non è che mi dispiaccia» rispose. «Cioè, un po’ sì, ma… Detto tra noi, a me i fantasy non piacciono per niente.»
«Grazie, Harrington! Temevo sul serio che l’influenza di quei sei nerd ti avesse fatto diventare scemo.»
Il bollitore fischiò e Billy versò il caffé in due tazze. Ne allungò una a Harrington, che bevve subito un lungo sorso.
«Ehi, hai una bocca d’amian…»
Billy non fece in tempo a finire la frase che Steve posò con uno scatto la tazza, rovesciando anche parte del contenuto, e tirò fuori la lingua scottata.
«Cafo, bufa!»
Billy si portò una mano alla bocca, ma non riuscì comunque a nascondere la sua risata. Steve gli diede uno schiaffo sul braccio, fulminandolo con lo sguardo.
«Te lo lanfo in faffa!» lo minacciò, prendendo in mano la tazza.
«L’avevo appena tolto dal fuoco, come pensavi che fosse?» esclamò Billy, togliendo la tazza di mano a Steve prima che potesse provare a mettere davvero in atto la sua minaccia.
«Non l’afevo fisto!»
«Va bene, sta’ calmo, pretty boy
Aprì il frigorifero in cerca di qualcosa di freddo da dare a Steve e fortunatamente trovò dei cubetti di ghiaccio. Ne prese uno e si sporse verso il suo compagno.
«Vieni qui, metti questo sulla lingua, credo possa aiutare.»
Avvicinò il cubetto alle sue labbra, che Steve spalancò senza farsi problemi. Fu solo quando le dita di Billy sfiorarono la sua pelle che entrambi scorsero negli occhi dell’altro un’ondata di sorpresa e di paura. Quello non era normale. Come non lo era trovare piacevole che un ragazzo dormisse sulla propria spalla. Come non lo era accettare di passare le giornata a fare niente solo per stare accanto a lui.
Billy gli afferrò un braccio con irruenza, piantandogli il cubetto di ghiaccio in mano.
«Sei in grado di mangiarlo da solo, no? Non sono mica la tua cazzo di infermiera.»
Steve aggrottò le sopracciglia, ma Billy lo ignorò, così come ignorò il rossore che era comparso sul suo volto.
«Sì» mormorò, posando sulla lingua il ghiaccio. «Grazie. Oh, wow, va già molto meglio!»
Billy annuì appena, concentrando tutta la sua attenzione nel ripulire il bollitore e il pianale su cui Steve aveva versato il caffé. L’alternativa sarebbe stata prenderlo di nuovo a pugni, per la sola colpa di essere carino, gentile e divertente, e di avergli fatto provare ancora una volta quelle sensazioni sbagliate che doveva estirpare dalla sua mente.
«Posso darti una mano?»
«No.» Sperò che il suo tono rendesse chiaro che non avrebbe accettato insistenze e così fu.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, durante i quali Billy terminò le sue faccende e Steve si occupò di riavvolgere il film prima di riporlo nella sua confezione.
«Per quanto ne avranno ancora?» chiese Billy, guardando l’orologio con impazienza. Desiderava solo andarsene da quel posto e mettere più distanza possibile tra lui e Harrington.
Steve si strinse nelle spalle.
«Non molto, penso.» Si sedette sul divano e prese in mano il telecomando. «Guardiamo qualche programma idiota mentre aspettiamo?»
Billy ponderò l’idea di scendere al piano di sotto per dire a Max di andare via, ma sapeva che la ragazzina non gli avrebbe dato retta e nel giro di un attimo si sarebbe ritrovato di nuovo da solo contro tutti. Sbuffò e si sedette a sua volta sul divano – dal lato opposto rispetto a Steve, così da evitare altri contatti inappropriati.
Fecero zapping per qualche minuto, di nuovo restando in silenzio. L’aria tra di loro si era fatta pesante e Billy sapeva che era solo questione di tempo prima che Steve gli presentasse il conto per il suo scatto di prima. Il ragazzo non si era mai fatto problemi a fargli notare quando aveva degli atteggiamenti sbagliati – in un certo senso, Billy gliene era grato, ma in quel momento avrebbe fatto volentieri a meno di una ramanzina.
«Ora dirò una cosa» disse infatti e Billy strinse i pugni, sforzandosi per non mandare al diavolo i progressi fatti negli ultimi mesi. «Tu non devi rispondere, né reagire in alcun modo. Ti chiedo solo di ascoltare, ok?»
Billy mugugnò un assenso.
«Quando c’è qualcosa che non va, che ti fa arrabbiare o che ti fa desiderare di spaccare tutto il mondo, io ci sono. Per ascoltarti e aiutarti come meglio posso. Puoi contare su di me.»
Billy si voltò verso di lui, gli occhi spalancati per la sorpresa. Steve lo stava guardando con un piccolo sorriso in volto. Nessuno lo aveva mai guardato così. Nessuno gli aveva mai detto che ci sarebbe stato per lui, se ne avesse avuto bisogno. Quello era normale?
«Tieni.» Steve gli lanciò il telecomando, impedendogli di sprofondare nei meandri della sua anima in cerca di una conferma che, forse, voler stare vicino a lui non era sbagliato. «Guarda se tu riesci a trovare qualcosa di decente.»
Billy premette un tasto per passare al canale successivo e si imbatterono in un film d’azione. Si prese un momento per placare il suo spirito, poi si voltò verso Steve e gli rivolse un sorriso di scherno.
«Non sei in grado nemmeno di fare zapping, Harrington. Sai fare qualcos'altro, oltre a respirare?»

Steve gli mostrò il dito medio, sprofondando poi in un silenzio offeso che fece ridere di gusto Billy. Quello era normale.


 
   
 
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