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Autore: Jeremymarsh    23/12/2021    11 recensioni
È una notte buia e silenziosa quella in cui Remus fa finalmente pace con se stesso e il diverbio con quelle due metà che hanno sempre lottato tra loro si conclude.
[Storia partecipante alla Secret Santa Challenge indetta da Mari Lace e Sia sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ad Ashla, 
leggendo la tua letterina ho avuto più di un'idea riguardante Remus e Tonks e alla fine questo è quello che ne è uscito. 
Spero possa riscaldarti in questi giorni un po' più freddi. 
Buon Natale 🧡.

 




Riflesso
 
 
Remus si guarda allo specchio.
 
Dall’altro lato un volto emaciato che porta le cicatrici di traumi passati lo fissa incerto. I vestiti sono logori, la barba incolta e i capelli, striati di grigio, raggiungono in ciuffi disordinati la base del collo.
 
La lucida superficie gli rimanda indietro, insieme all’immagine di un uomo provato dallo stress, la solitudine e l’odio per se stesso, i ricordi di una vita che, tutto sommato, gli ha riservato regali che non aveva mai immaginato di poter ricevere.
 
Gli mostra un uomo che, in quel mattino ancora buio, fatica a non considerarsi egoista. L’idea di aver condannato altre persone innocenti a causa della sua stessa natura ancora lo tormenta. Il cipiglio sempre profondo tra le sopracciglia ne è la prova.
 
Quello sguardo un po’ perso e al tempo stesso determinato, gli ricorda chi era: un bambino solitario, nonostante l’affetto dei genitori, nascosto al mondo; un ragazzino che ha scoperto la gioia pura grazie ai suoi migliori amici e un adulto che ha perso tutto nella stessa notte maledetta, costretto a ritornare nell’oscurità data dalla solitudine. Riflettere sulla perdita degli amici che per lui tanto avevano significato gli fa comprendere ciò che è stato ad un passo da rifiutare.
 
Il dolore e il senso di colpa che legge in quegli occhi scuri sono la prova di ciò che è oggi: un uomo finito sull’orlo del baratro, sul punto di rinunciare a una felicità ancora più pura per codardia e per quello stesso odio che ancora cova per se stesso – un po’ di meno, si dice, però; un po’ di meno.
 
A poco a poco, mentre la mente gli rimanda quest’ultimo pensiero, le labbra prima strette in una smorfia cominciano a curvarsi in su. Quella figura che lo guarda dall’altro lato dello specchio ora indossa un sorriso – ancora incerto, tremolante, sì, ma pur sempre un sorriso. Il viso non è adombrato, negli occhi appare una scintilla, la pelle è meno pallida di quel che aveva creduto all’inizio.
 
Remus continua a fissare quel volto che gli rivela tante verità, alcune più belle, altre più scomode e sa che è ora di smettere di scappare. È la prima volta che si vede in tutta la sua interezza dopo tanti mesi: è un completo disastro, ma riesce a guardarsi dentro e prendere piena consapevolezza di quell’essere; lo abbraccia con tutti i suoi pregi e difetti. Sa che attorno a lui, inspiegabilmente, ci sono ancora delle persone che faranno la stessa cosa.
 
Nonostante la guerra, nonostante la perdita di quegli amici a lui tanto cari. Anche se crede ancora di avere poco da offrire e tutto da perdere.
 
Ma Remus ha smesso di scappare. Ne è la prova il fatto stesso che sia lì, in quella camera da letto, davanti a uno specchio e accanto a un letto solo per metà vuoto. Si chiede quanto la sua assenza abbia reso quella parte del letto fredda e per nulla accogliente.
 
Allora rimanda all’altro uno sguardo di sfida, come a volergli ribadire che non andrà più da nessuna parte e non ha bisogno di essere giudicato così duramente. Infine, si volta dando le spalle al suo riflesso, concludendo il diverbio tra due metà che sono state per tanto tempo in conflitto.
 
Negli occhi la paura per il futuro e, con ancora un po’ di esitazione, Remus si accosta a quella parte vuota; piano piano cala il proprio corpo sulla superficie soffice e morbida, distendendosi su un fianco. Dall’altro lato, quello più caldo, riposa la donna che non aveva mai creduto di potere avere, amare; colei che lo rende egoista. Perché, in fondo, è l’incapacità di lasciare Tonks, dopo tutto questo tempo, a proclamarlo tale.
 
Eppure è per lei che ha smesso di scappare ed essere un codardo. Per lei e il figlio non ancora nato.
 
Guarda il suo petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente, il suo addome ormai gonfio e il sorriso sul suo volto si allarga. Il senso di colpa pian piano diventa fierezza. Remus è lì, ora, e quello che è stato importa solo perché lo ha portato a quell’istante, in procinto di avere una famiglia che ha sempre desiderato, sebbene non avesse mai veramente compreso quanto. Perché ora è lì e sa che mai più potrà allontanarsi da quelle due persone, qualsiasi cosa accada e qualsiasi paura risorga.
 
Forse ancora non le merita e i dubbi non scompariranno tanto facilmente, ma Remus è contento. Vuole lottare per se stesso e per Dora; vuole offrire al figlio un futuro in cui credere e crescere sereno.
 
Osserva il viso della moglie, ne segue ogni dettaglio con gli occhi: le ombre scure sotto gli occhi, la curva del naso, il rossore sulle guance e le labbra piene in parte schiuse; il respiro regolare che ne esce muove in continuazione una ciocca rosa cadutale sugli occhi. Sporgendosi, Remus la scosta, cogliendo l’opportunità per sfiorarle il volto con le dita.
 
A quel punto, Dora si sveglia. Non c’è alcuna sorpresa sul suo viso, solo un sorriso che lo illumina tutto, più della gravidanza, e la rende ancora più bella. “Bentornato,” gli dice solamente. Non fa alcun riferimento ai mesi in cui sono stati separati, né al probabile dolore che la partenza di Remus le ha recato. È contenta di vederlo lì, accanto a lei, a riscaldare finalmente quel letto inteso per due. Dentro di sé non ha mai avuto dubbi e lui coglie l’assoluta fede nello sguardo caldo di lei; ancora una volta, si rende conto di quanto è fortunato.
 
Si sporge ancora un altro po’, è a un soffio dalle sue labbra. “Sono a casa,” conferma infine, prima di catturarle la bocca in un dolce bacio.




 

N/A: Approdo su questi lidi per la prima volta e probabilmente per adesso sarà anche l'unica storia che pubblicherò su questo fandom su cui ho zero esperienza. Ciò nonostante è stata una bella sfida e sono soddisfatta del risultato. 
Ringrazio la mia carissima amica Liv che l'ha letta in anteprima e mi ha dato un suo parere e Sia e Mari Lace per aver organizzato l'iniziativa sul forum. 
Spero la lettura sia stata di vostro gradimento e di leggervi nei commenti qui sotto. 
Un abbraccio e buone feste a tutti.
🧡



 
   
 
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