Un’antica festa
“È realmente necessario?”
Ofelia sorride di fronte
alla quieta protesta del marito. Molti non noterebbero nulla di diverso dalla
sua solita espressione seria, ma lei è diventata brava a leggerlo: il sopracciglio
destro inarcato di due centimetri, le labbra un po’ più tirate del solito. Sa
che non comprende del tutto il motivo di quel viaggio, che avrebbe preferito
restare a casa con lei, se proprio era necessario festeggiare. Ofelia è
cresciuta su Anima con la sua ricca tradizione di feste e celebrazioni, Thorn
invece si è sempre estraniato dagli eccessi della corte del Polo. Ma il mondo
in cui vivono è diverso, ora, ed è per riconciliarsi con chi troppo a lungo è
stato dimenticato che Octavio ha deciso di organizzare a New Babel i
festeggiamenti per il Natale, una festa che nel Nuovo Mondo non è mai
esistita ma prima della Spaccatura era piuttosto importante. Octavio ha esteso
un invito a lei e alla sua famiglia, spiegandole che il Natale aveva a che fare
con lo stare insieme alle persone a cui si vuole bene, e – nonostante Thorn non
fosse proprio entusiasta all’idea – lei ha accettato l’invito. Berenilde e zia
Roseline sono già lì con Vittoria e Archibald.
“Sarà bello rivedere tutti,
e poi sarà solo una cena. Per noi avremo tutta la notte, e anche un po’ di più.”
Thorn non aggiunge altro, ma
distende le labbra e accenna persino un sorriso. Non che chiunque altro lo
noterebbe, tranne forse Berenilde.
Non parlano molto, per il
resto del viaggio.
🎄
“My friend, è bello
vederti.”
“Anche per me, Octavio”
risponde sorridendo, poi gli presenta Thorn.
Il suo sguardo, mentre i due
si scambiano un saluto e qualche parola, vaga nella sala riccamente addobbata;
ovunque ci sono festoni oro, argento e rosso, ma ciò che più la colpisce è l’enorme
abete al centro. Altissimo, ai suoi rami sono state appese decorazioni di ogni
tipo: palline di ogni forma e colore, lucine multicolore, altri festoni d’argento.
E a terra, sotto l’albero, Ofelia nota decine di pacchetti incartati.
Octavio ha accennato anche a
quello.
“È lì che dobbiamo mettere i
nostri regali?” domanda, per conferma, continuando a osservare quelli già
presenti nel vano tentativo di contarli. Sono davvero moltissimi.
“Yes. Più tardi li
scarteremo tutti insieme” spiega Octavio con un sorriso. Poco dopo si congeda
per salutare altri ospiti.
Thorn la segue, scrutando
accigliato il grande albero. È una tradizione che non comprende appieno, Ofelia
glielo legge negli occhi. Nonostante ciò, Thorn le passa i regali che hanno
portato. Lei si prende il suo tempo per posizionarli: nel farlo, studia gli
altri pacchi presenti, osserva il modo in cui sono stati impacchettati e cerca
di indovinare tra sé chi ne sia il responsabile. Su quasi tutti sono presenti
dei bigliettini con una dedica, ma i suoi preferiti sono quelli con un disegno:
li attribuisce d’istinto a Seconda, finché non nota un disegno dal tratto più
indeciso e uno stile che le pare diverso da quelli – un tempo spaventosi – che le
sono ormai familiari.
“Quella bambina è un
portento, non è vero?”
Ofelia si volta, riconoscendo
la voce allegra che l’ha sorpresa alle spalle. Thorn si acciglia nel vedere chi
li ha raggiunti, ma si limita a un cenno di saluto.
Archibald ricambia il gesto,
ma i suoi occhi sono tutti per il disegno notato da Ofelia. “Vittoria diventerà
una grande artista” afferma, con occhi lucidi. Lentamente distoglie lo sguardo
dal disegno e lo porta su di lei. “Finalmente siete arrivati” commenta, lanciando
un’occhiata divertita a Thorn (indovinando il motivo per cui sono arrivati
giusto in tempo e non un secondo prima, probabilmente). “Vittoria è impaziente
di rivedere suo zio e la sua affascinante consorte” aggiunge poi, accennando
verso un punto indefinito della sala.
Thorn è ancora accigliato –
forse scontento per la vicinanza tra l’ex-ambasciatore e la figlia di Berenilde
–, ma all’ultima frase la sua espressione si addolcisce leggermente.
“Mia zia come sta?”
Archibald annuisce, esibendo
un sorriso ora ironico. “Vostra zia sta benissimo” l’informa.
“Spero stiate bene anche voi,
Archibald” interviene Ofelia, posando l’ultimo pacco a terra e raggiungendoli. “È
bello vedervi.”
L’ex-ambasciatore accenna un
inchino, piegando la tesa del cappello. “Anche per me, Ofelia. Quanto a
me, sto a meraviglia.”
Ofelia sa che non è proprio
così: fondere nuova e vecchia scienza ha consentito di trovare una cura per la
malattia di Archibald, ma è una cura che, allontanando la fine, gli provoca stanchezza
la maggior parte del tempo. Non l’ha mai sentito lamentarsi, tuttavia: la sua
gioia nel poter sopravvivere ancora un po’ e veder crescere Vittoria è
sempre stata lampante.
“Ora seguitemi, o Berenilde mi
accuserà di avervi trattenuti lontano da lei” aggiunge scherzoso.
Ofelia e Thorn non se lo
fanno ripetere, impazienti a loro volta di ritrovare parte della loro famiglia.
🎄
La serata è trascorsa pacifica:
si è fatta raccontare da Berenilde i progressi di New Babel e degli spiriti di famiglia,
mentre zia Roseline insisteva che mangiasse questa o quell’altra portata, asserendo
che fosse troppo magra e chiaramente denutrita. Thorn si è accigliato a quei
commenti, prendendoli alla stregua di un’accusa, e ha informato sua zia che
Ofelia può avere tutto il cibo che desidera ed è perfetta com’è. La zia ha
scosso la testa, dichiarando di sapere cosa è meglio per sua nipote; a sventare
il rischio di litigio fortunatamente è intervenuta Vittoria, che ha strattonato
Thorn per farlo giocare con lei. Ofelia gli ha rivolto un cenno per fargli
capire che se la sarebbe cavata bene anche da sola, e alla fine suo marito si è
lasciato trascinare dalla figlia di Berenilde in un angolo provvisto di alcuni
pupazzi, fogli di carta e matite dai mille colori.
Ora Octavio sta richiamando
l’attenzione di tutti gli invitati, spiegando che è giunto il momento di scartare
i regali. Esorta ad avvicinarsi all’albero per cercare i propri, e conclude augurando
“Merry Christmas” a tutti.
Ofelia cerca Thorn con lo
sguardo, ma non lo trova e suppone che sia già stato trascinato da Vittoria e
Seconda – ha notato a metà serata la sorellina di Octavio raggiungere l’angolo
giochi e unirsi a loro – a caccia di regali. Si avvicina a sua volta all’albero,
scoprendosi curiosa di scoprire cosa le avranno destinato i suoi cari.
Trova
i pacchetti destinati
a lei e li porta in un punto poco distante dall’albero, prima di
aprirli.
Scarta così un elegante abito da sera, scelto da Berenilde e
incartato da Vittoria con il disegno di una sciarpa molto simile alla
sua, ma più colorata;
un mazzo di rose da Archibald, che riesce a strapparle un sorriso e a
riportarle alla mente il loro primo incontro e la passeggiata nel
giardino; un
manuale sulla cultura del mondo prima della Spaccatura, in cui è
evidente l’impronta
di Octavio, e un libro di ricette da sua zia Roseline.
“Sei qui.”
Ofelia si volta, il sorriso
che si amplia nel vedere Thorn. La gioia si muta in sorpresa, quando nota che
suo marito stringe in mano una scatolina, e la domanda che stava per porre – che
regali hai ricevuto, tu? – le muore in gola. Thorn le porge la scatolina.
“Io non ti ho preso un
regalo” mormora Ofelia, studiando curiosa l’oggetto. Si sente un po’ in colpa.
Thorn scuote la testa e apre
la scatola, svelandone il contenuto. È un orologio con il cinturino, che subito
le allaccia intorno al polso. “Non ho bisogno di regali” dichiara, mentre lo
fa. “Tu mi hai già donato tutto, e anche un po’ di più.”
Ofelia vorrebbe dire che non
è così, che tirarlo fuori dal Rovescio è stato qualcosa che non poteva non
fare, perché lei ha bisogno di Thorn almeno quanto lui ha bisogno di lei. Non
lo dice, però; sorride, incrociando lo sguardo del marito, e lo bacia.
“Grazie.”
E anche un po’ di più.
NdA
Buon Natale, JeremyMarsh!
Ho riflettuto a lungo su
cosa scriverti, escludendo in partenza di buttarmi su Thorn e Ofelia perché sento
di aver bisogno di una bella rilettura della saga prima di poter trattare decentemente
questo fandom. Dopo aver scartato varie ipotesi legate a HP, tuttavia, ho
capitolato e sono tornata qui, anche perché in fondo sentivo che sarebbe stato
più bello scrivere qualcosa su un fandom che ci accomuna più di quanto non
faccia HP, che sarebbe stato un po’ la “via facile” per me.
Quindi, tra moltissimi
dubbi, è nata questa storia: mi scuso per eventuali imprecisioni, non avevo i
libri a portata di mano e mi sono arrangiata come ho potuto. L’epilogo degli spiriti
di famiglia e di Berenilde non è molto specifico, quindi io ho voluto
immaginare almeno in questa storia che restassero tutti a New Babel (gli
spiriti rimanendo insieme, Berenilde per stare accanto a Faruk con Vittoria,
zia Roseline per aiutare Berenilde, Archibald per Vittoria). Spero che non sia
parso troppo forzato, come spero che non lo sia il fatto che Octavio decida di
festeggiare il Natale nello spirito di riconciliare gli abitanti del vecchio
mondo con quelli del nuovo. Per quanto riguarda Ofelia e Thorn, ho ovviamente
dato per scontato che lei riesca a trovarlo e riportarlo nel Dritto.
Il prompt che ho scelto del calendario dell'avvento (giorno 24) è “Scartare i regali”.
Spero di non aver fatto
troppi pasticci (anche con l’IC dei personaggi), ma soprattutto spero che la
storia sia piaciuta. Buon Natale e grazie per aver letto! ❤