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Autore: Smeralda Elesar    24/12/2021    1 recensioni
-Ehi, PK? Qualcosa non va?-
L'eroe della Terra sospirò pesantemente.
-Pensavo a Gorthan. L'anno scorso gli ho spiegato cos'è il Natale, gliel'ho fatto vedere. È già passato un anno ma a me sembra solo ieri. Un anno fa ti ha chiesto di costruire la consolle che volevano i nipotini, ha letto tutto quello che si poteva leggere sulle feste del solstizio, mi prendeva in giro perché diceva che noi terrestri non eravamo intelligenti se festeggiavamo solo perché l'asse terrestre si spostava... e... ed invece adesso chissà dov'è!-
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gorthan, Paperino aka Paperinik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La ballata dell'esule e dell'eroe'
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Da lontano

***

Come together, one and all
In the giving spirit
Gifts abound here great and small
Joyously we feel it

Blessings sent us from above
Guide us on our way
We raise our voice as we rejoice
Bow our head and pray
A miracle has just begun
God bless us everyone

(God bless us everyone – Andrea Bocelli; Christmas Carol 2010)



Luogo: Paperopoli

Giorno: 23-12-2021

Ore: 19:28 post meridiane

Condizioni meteo: cielo sereno; vento moderato da nord-est; fronte di aria fredda in avvicinamento; temperatura: cinque gradi Celsius.

Situazione del traffico: intenso.



UNO osservava la città collegandosi ad ogni possibile telecamera che riusciva a raggiungere. Ed erano parecchie.

Registrava audio, video, dati da ogni parte di Paperopoli, che a soli due giorni da Natale era più animata che mai.

L'intelligenza artificiale attivò lo scanner per il riconoscimento facciale e si mise alla ricerca di un becco ben preciso.

Un paio di match erano quasi perfetti, ma non il 100% che cercava lui.

Match>90%.

Match>95%

Unmatched.

Unmatched.

Unmatched.

100%.

Paperinik era più vicino di quanto lui si fosse aspettato.

Era davanti all'ingresso del personale della Ducklair Tower, ed un attimo dopo strisciò la chiave magnetica per avere accesso all'edificio.

***

-Ehi, UNO! Sono tornato!-

UNO apparve immediatamente accanto a lui, nella sua sfera luminosa.

-Lo so, ti ho portato su io-

-Ah, già... è incredibile come dopo tutto questo tempo io non mi sia ancora abituato al fatto che tu sei ovunque-

-Ci sono alte probabilità che questo concetto sia troppo estraneo al tuo modo di pensare, e ci metterai più tempo della media a costruire i collegamenti sinaptici corretti che lo facciano diventare un automatismo-

Paperino lo guardò un attimo perplesso.

-Ehm... non ho capito molto di quello che hai detto, ma sì, anche o ti voglio bene, palla verde-

-Se vuoi posso spiegartelo meglio-

-Per carità, no! Per favore, vorrei solo mangiare qualcosa e poi mettermi a dormire. Domani è l'ultimo giorno di lavoro, ma a fine turno devo andare subito in campagna da Nonna Papera. I miei nipoti mi stanno già aspettando lì-

UNO riportò in memoria le immagini dei nipoti di Paperino.

-Ti sembra giusto, UNO? Loro sono in campagna già dalla metà di Dicembre, ed io ancora sono qui a lavorare fino al giorno prima di Natale!-

-Direi di sì: il fatto che tu lavori domani rientra precisamente nella media del comportamento delle persone della tua fascia di età-

-Ma... e la magia del Natale? I giochi, la cioccolata calda, non avere nulla da fare e poter sognare guardando la neve fuori dalla finestra? Ed appisolarsi accanto al camino? Ed uscire a giocare con la neve fresca?-

-Se tutte le persone smettessero di lavorare per lo stesso periodo di tempo che impiegano le vacanze scolastiche, l'economia mondiale andrebbe nel caos nel giro di... cinque giorni. Una settimana al massimo-

-Ma UNO!!! è Nataleeeee!!! Oh, lascia perdere! Parlare con te è come parlare con...-

Paperino si zittì all'improvviso.

Il suo umore cambiò altrettanto improvvisamente su quello che UNO aveva imparato a catalogare nello spettro della tristezza.

-Ehi, PK? Qualcosa non va?-

L'eroe della Terra sospirò pesantemente.

-Pensavo a Gorthan. L'anno scorso gli ho spiegato cos'è il Natale, gliel'ho fatto vedere. È già passato un anno ma a me sembra solo ieri. Un anno fa ti ha chiesto di costruire la consolle che volevano i nipotini, ha letto tutto quello che si poteva leggere sulle feste del solstizio, mi prendeva in giro perché diceva che noi terrestri non eravamo intelligenti se festeggiavamo solo perché l'asse terrestre si spostava... e... ed invece adesso chissà dov'è!-

Tutti i parametri facciali che UNO stava applicando per analizzare l'espressione del papero davano un unico risultato: tristezza.

In quei casi era opportuno tentare di fare qualcosa per far sare meglio la persona.

-Ti aiuterebbe sapere che riesco a monitorare costantemente il suo mezzo?-

-Bè... dipende. Dimmi qualcosa in più-

-Si sta spostando. A volte si ferma, ma mai per avarie. La navicella non ha mai riportato danni alla struttura, ed i parametri vitali quando l'abitacolo è occupato sono sempre stati nella media. Da tutto questo posso dedurre che sta continuando a spostarsi, ma sta bene-

-Allora sì, mi aiuta sapere queste cose. Grazie, UNO-

-Figurati. Si fa quel che si può-

-Oh, non fare il modesto! Non ti riesce proprio-

-Spiacente: Padron Ducklair deve aver dimenticato di inserire un'applicazione per la modestia nel mio sistema operativo-

Per un breve momento Paperinik sorrise.

-Sono contento che non lo abbia fatto. Non sarebbe stato divertente parlare con te-

Poi però tornò serio.

-Puoi dirmi se è lontano?-

Non c'era bisogno che chiedesse a chi si riferiva.

-La lontananza è un concetto relativo. Ma se proprio vuoi saperlo si trova a 0,31101990 anni luce dalla Terra-

-Zero virgola? Non sembra tanto lontano-

-Te lo avevo detto che la lontananza è un concetto relativo-

-Ah, già-

Paperinik rimase pensieroso.

UNO avrebbe voluto sapere esattamente cosa pensava, ed in quel momento capì di essere molto simile per certi aspetti allo scienziato evroniano.

-Ma se avesse... che ne so... qualsiasi tipo di problema... tu me lo diresti, non è vero, UNO?-

-Certo che te lo direi. Perché non dovrei farlo?-

-Non so... per non farmi preoccupare... per non farmi stare male-

-Non lo farei, PK. Nascondere i problemi non serve a risolverli-

-Lo so. E so che posso fidarmi di te. Grazie, UNO, apprezzo davvero quello che fai. È solo che vorrei vederlo di persona per controllare come sta. E poi ci sono ancora così tante cose qui sulla Terra che avrebbe potuto vedere! Tanti posti che avrei voluto fargli visitare, libri da leggere, film da vedere, musica da ascoltare ai concerti... e... e...-

-Lui ti manca- definì alla fine UNO.

-Cos...? No! Cioè... oh, e va bene! Mi manca! Guarda che cosa assurda, se doveva finire a mancarmi il mio nemico!-

UNO non rispose.

Era in corso un calcolo piuttosto complesso, e lui non voleva sbagliare.

-Gorthan sa badare a sé stesso, non preoccuparti-

-Lo so-

Paperinik lasciò andare un sospiro pesante.

-Bene, è arrivato il momento di una doccia e della cena. Puoi pensare tu alla cena, per favore?-

-Certo. Ti preparo subito qualcosa-

-Grazie, UNO. Sei un vero amico-

***

Il sonno era un'esperienza strana. Da qualche tempo la sua mente aveva cominciato a rielaborare suoni ed immagini durante i momenti di stasi celebrale.

Quando accadeva, Gorthan vedeva paesaggi che avava già visto, oppure ripercorreva operazioni di manutenzioni che aveva effettuato sull'astronave.

Azioni semplici, rielaborazioni di cose che aveva visto o fatto appena prima di mettersi a riposo.

Quando era sulla Terra, ospite della Torre, aveva avuto il tempo di studiare come funzionava il cervello dei terrestri durante il sonno, ed aveva avuto modo di capire ancora una volta quanto le due specie fossero differenti.

Ricordava che si era sentito escluso ancora una volta quando aveva scoperto che persino durante il riposo la mente dei terrestri si popolava di luci, colori, storie... mentre la sua era un vuoto nero!

Per questo era rimasto sorpreso e... felice? Quando aveva compreso che la sua mente stava iniziando a creare dei sogni.

***

-UNO! Sto andando via!-

-Vai, vai pure, baldo eroe. Non fare espettare i parenti, e nemmeno i dolci di Natale-

-Puoi contarci! Stammi bene, amico mio!-

Paperino stava uscendo dal piano segreto della torre sventolando allegramente una mano, tutto imbacuccato in sciarpa e giubotto, ma all'improvviso si vide comparire davanti la boccia verde di UNO.

-Uack! Che c'è?-

-Ricordati di controllare lo scudo extransformer. Lo sai che lo usiamo per comunicare, no?-

-UNO? Lo so da anni ormai! Perché me lo ripeti?-

-Non fa male ripeterti certe cose. Controllalo, va bene? Potrei lasciarti di messaggi di testo-

-Sì, sì... mi raccomando, facciamoci gli auguri a mezzanotte!-

UNO lo lasciò andare, e Paperino entrò in ascensore per raggiungere il garage e la sua 313.

Aveva un bagagliaio pieno di pacchetti, e stava pe raggiungere la sua famiglia per festeggiare insieme la vigilia di Natale; la prospettiva della casa di campagna, della cucina di Nonna Papera, della stanzetta di quando era bambino che lo aspettava, della neve in arrivo, bastavano a far passare in secondo piano la strana precisazione del suo amico tecnologico.

***

Tornò al suo stato normale di coscienza a causa di un rumore.

Era un "bip" intermittente, non fortissimo ma abbastanza insistente da intromettersi nella sua stasi celebrale ed interromperla.

Gorthan si mise seduto e controllò la spia rossa che lampeggiava.

Era quella delle comunicazioni con la base dell'astronave.

Qualcuno lo cercava dalla Torre.

Accese il monitor e subito apparve il riferimento visivo dell'intelligenza artificiale.

-Gorthan. Dobbiamo parlare-

-Che cosa è successo? Lui sta bene?-

-Perché pensi che sia successo qualcosa?-

-Perché c'è qualcosa di diverso questa volta. Dimmi cosa è successo-

Il viso verde lo scrutò un paio di momenti.

Gorthan ormai sapeva abbastanza dell'Intelligenza da capire che stava cercando di estrapolare il suo stato emotivo dalla mimica facciale, e sapeva anche quanto fosse ironico che un essere basato su calcoli matematici tentasse di interpretare delle emozioni che non c'erano.

Non sempre almeno.

-Sei preoccupato per Paperinik. Non devi, lui sta bene. Cioè, nel senso fisico sta bene: non ci sono stati altri scontri dall'ultima volta che ci siamo sentiti, ed anche in quelli lui non era rimasto ferito-

Gorthan attese che continuasse.

C'era qualcosa di diverso davvero in quella chiamata, e lui si accorse che si stava sforzando di percepire le emozioni come se UNO fosse davvero presente in quel momento.

-Gorthan, il problema è che Paperinik sente la tua mancanza-

Non capiva. Per Gorthan era un paradosso irrisolvibile sentire una cosa che non c'era. Non si poteva afferrare un'assenza, giusto?

E se era solo un vuoto, allora come poteva generare delle sensazioni?

-Che cosa vuol dire? Come si può "sentire" una mancanza?- chiese.

-Vuol dire che vorrebbe essere vicino a te. Ti nomina spesso, e chiede spesso come stai come tu chiedi come sta lui. Fate la stessa cosa: ognuno vuole essere sicuro che l'altro non sia ferito, perché in caso contrario attraversereste lo spazio per portare un aiuto. Siete due esseri biologici strani, illogici e testardi. Oggi, a ricordare il Natale che tu hai passato qui sulla terra, era triste-

Quello Gorthan non se l'era aspettato. Così come non si era aspettato quei piccoli colpi che aveva sentito dentro di sé.

Il legame che aveva stretto con l'eroe della Terra era tornato nei ricordi, ed i ricordi gli avevano riportato le prime emozioni che aveva vissuto.

Inoltre sapeva che "essere triste" significava quasi la stessa cosa che "stare male", e non gli piaceva che Paperinik stesse male per qualsiasi cosa che avesse a che fare con lui.

-Cosa posso fare?-

-Non lo so. Ascoltami, io so perché ti sei allontanato, e rispetto la tua decisione. Il punto è che non posso fare finta con lui di monitorarti solo da lontano e poi parlare con te quasi ogni giorno. Sono due cose che vanno in contrasto. Se non glielo dico è una cosa ingiusta per lui che continua a preoccuparsi per te, se glielo dico, allora addio piano di allontanarvi per darti il tempo di capire cosa vuoi-

Lo scienziato rimase in silenzio a riflettere su quello che l'Intelligenza gli aveva appena detto.

-A quanto pare anche un'Intelligenza Artificiale può avere problemi di coscienza-

-Chiamalo come vuoi. Il punto è che non posso continuare così. Io volevo salutarti, Gorthan-

Qualcosa si mosse dentro di lui.

Qualcosa di cui ignorava l'esistenza, che si era ribellato all'idea di dire addio anche all'Intelligenza artificiale.

-Aspetta! No...-

-Non temere, non ti abbandonerò completamente. Continuerò a monitorare la navicella ed i tuoi parametri vitali per essere sicuro che tu stia bene, e potrai sempre premere il pulsate rosso per le emergenze se avrai bisogno del nostro aiuto. Solo che non posso continuare a mentirgli, per questo non posso più parlare con te. Quando chiuderemo questa chiamata, sarà per l'ultima volta-

Gorthan non capiva cosa gli stesse succedendo.

All'improvviso una paura nuova, sconosciuta, gli si era stretta dentro.

Realizzò che, quando avesse chiuso il contatto con la Terra, sarebbe stato solo.

Lui era in grado di sopravvivere, certo, era in grado di estrarre le emozioni da altri esseri viventi senza danneggiarli, sapeva riparare la navicella e di certo non cercava scontri, per cui le possibilità di restare ferito erano minime... ma la sua paura era diversa.

Era paura del vuoto, del silenzio, di aver perso qualcosa.

Aveva incontrato altre forme di vita durante il suo viaggiare, con alcune aveva anche avuto scambi interessanti, ma niente avrebbe potuto sostituire quello che aveva trovato sulla Terra.

Il pensiero di tagliare completamente i contatti conn quel mondo lo faceva stare male in un modo che nemmeno lui comprendeva.

-UNO. Io voglio parlare con lui-

-Ne sei sicuro? Ed il tuo progetto di allontanarti dalla cultura terrestre?-

-Non importa. Non voglio che stia male. Dimmi, come posso parlare con lui?-

Dallo schermo UNO gli sorrise.

-Stai facendo quello che farebbe un amico, lo sai?-

***

-Giaaaaallo e verde è l'agrifoglio. Fa-lalalala-lala-lala-

-Zio, ti prego, smettila!-

-Pfui! Qui sono tutti dei critici!-

Paperino faceva finta di essere offeso, ma in realtà non c'era altro posto dove avrebbe voluto stare: la casa della sua infanzia, la cucina da cui proveniva profumo di cibo delizioso, il salotto decorato a festa, il camino acceso, e tutta la sua famiglia riunta attorno.

E pazienza se non apprezzavano le sue canzoni.

Era tutto perfetto, quando si accorse che il suo orologio lampeggiava in un modo strano. Soprattutto perché quello non era un normale orologio!

-Scusatemi tutti, devo andare! Credo che mi stiano chiamando dal lavoro!-

Lasciò in fretta la sua postazione accanto ai torroni ed al panfrutto per correre subito al piano di sopra ad estrarre l'extransformer dalla valigia.

-Oh, andiamo! Non dirmi che sono gli Evroniani la vigilia di Natale!- esclamò mentre sollevava lo schermo.

-Perché? C'è qualche tradizione terrestre che lo proibisce?-

-GORTHAN!-

Era senza parole! Si era aspettato di vedere UNO, non certo Gorthan! Non dopo tutto quel tempo!

-Benritrovato, eroe. Come stai?-

-Io... io... ma dove ti eri cacciato?! Insomma, stai bene, non è vero?-

-Sto bene, sì. Ti sei preoccupato per me?-

-Certo! Te ne sei andato in giro per lo spazio da solo! ... Gorthan? Tutto bene?-

***

Ah! dunque era quello che voleva dire "sentire la mancanza!".

Gorthan lo sentiva, adesso!

Aveva davanti agli occhi l'immagine dell'eroe della Terra distante chilometri e chilometri da lui, dalle sue espressioni sapeva che stava provando delle emozioni, eppure lui non riusciva a percepirle.

Le conosceva bene, sapeva come avrebbero dovuto essere, eppure, non essendo fisicamente vicino, non percepiva nulla.

La discrepanza tra la sua mente che vedeva le emozioni e le sue percezioni che non sentivano nulla gl stavano facenda capire cosa volesse dire "sentire il vuoto".

E non gli piaceva.

Avrebbe voluto sentire le emozioni del terrestre, e vedere se in qualche modo lui avrebbe potuto produrre qualcosa di simile, ma in quel modo sentiva solo... nulla.

E non gli piaceva, nemmeno un po'.

Era come avere freddo dentro, come appoggiarsi e non trovare un sostegno, come se qualcosa di importante fosse stato disconnesso.

-Gorthan? Tutto bene?-

Ci mise un po' a capire il senso della domanda.

-Io... non lo so. Mi sento strano. Io... devo rifletterci-

Sentì il papero ridere attraverso lo schermo, e per un breve attimo la sua risata accese dentro di lui l'eco di qualcosa di assopito.

-Non sei cambiato proprio per niente, nemico! Sempre a riflettere e a studiare!-

-Temo di non poterne fare a meno-

-Certo, come no! Ehi, lo sai che oggi è la vigilia di Natale?-

-Lo so. Il calendario che ho sulla navicella è impostato sul tempo terrestre-

Lo sguardo dell'eroe si velò di qualcosa he Gorthan non riusciva a comprendere bene.

Era tutto così difficile in quel modo, da lontano!

Se fossero stati uno accanto all'altro Gorthan avrebbe compreso immediatamente tutto, e non poter vivere attraverso la sua pelle le emozioni del terrestre gli mancava.

Lo vide posare la mano sullo schermo con il palmo aperto.

-Avrei voluto mostrarti di più del Natale sulla Terra. Ed avrei voluto mostrarti tante altre cose- gli disse a voce bassa.

Scosse la testa. Gorthan ebbe l'impressione che nei suoi occhi ci fossero delle lacrime, ma era difficile capirlo da così lontano.

In ogni caso, proprio la lontananza, e ricordare cosa era stato, e rivedere Paperinik gli stavano facendo provare qualcosa di nuovo. Era simile al dolore, ma Gorthan non voleva che passasse.

Anche lui posò la mano sulla superficie liscia dello schermo e coprì completamente quella del terrestre.

-Hai fatto tanto per me, ed io te ne sono grato. Tu mi hai aperto il tuo mondo-

"Ed io sono scappato" pensò.

Ma non poteva dirlo. Non in quel momento.

Paperinik sorrise. Non aveva ancora staccato la mano dallo schermo, e Gorthan non riusciva ad interrompere il sontatto da parte sua.

-Sai come si dice, si fa quel che si può- tentò di minimizzare Paperinik.

-Tu hai fatto anche l'impossibile. Sei diventato amico del tuo nemico. Sei un vero eroe-

-Oh, smettila! Così mi imbarazzo!-

-Che cos'è un imbarazzo?-

-Ahahah! Visto? Non sei cambiato proprio per niente!-

Rimasero a scrutarsi attraverso lo schermo, lontanissimi eppure vicini.

-Tra poco dovrò chiudere- disse Gorthan -mantenere un contatto così lontano richiede molta energia-

-Peccato! Quanto puoi stare?-

-Ancora due minuti, forse tre-

In quel momento un suono festoso arrivò fino a Gorthan dalla Terra attraverso gli altoparlanti, un suono che lui riconobbe come campane.

-Che sta succedendo? -

-È appena scoccata la mezzanotte! È Natale, Gorthan!-

L'evroniano sapeva quasi tutto sui festeggiamenti per Natale, e non essere lì in quel momento, a vederli con i suoi occhi ed a viverli sulla sua pelle, gli mancava.

-Ah, il Natale! "Ed al rintocco della mezzanotte, riceverai la visita di tre spiriti"- recitò a memoria.

-Spero proprio di no!- esclamò Paperinik -Gli unici spiriti che voglio vedere sono quelli del vino speziato e del sidro di mele di mia nonna!-

Il gioco di parole era tipico umorismo terrestre.

Gorthan si accorse che stava sorridendo, non per il gioco di parole in sé, che per lui non significava nulla, ma perché... gli era mancato!

Sentire sotto la mano il freddo dello schermo invece del tepore dell'altra mano gli faceva provare delle sensazioni indefinibili.

Avrebbe voluto toccarlo davvero, ma al tempo stesso sapeva, nel modo distante e confuso in cui percepiva le emozioni, che anche il quel contatto lontano c'era bellezza.

-Come si dice sulla Terra oggi? "Buon Natale", se non ricordo male-

-Esatto! Hai imparato bene-

Era l'eco di un'emozione lontana, che si era acceso dentro di lui come quando sulla Terra sapeva che Paperinik provava emozioni positive che coinvolgevano lui.

-Allora... Buon Natale, eroe-

-Buon Natale... amico-

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Cantuccio dell'Autore

Buona Vigilia di Natale!

E buone feste del solstizio, qualsiasi cosa celebriate!

Ho messo momentaneamente in pausa il capitolo cinque di "Ciò che sorge" che sto ricostruendo perché dovevo scrivere questa one shot natalizia.

Quest'anno sono perfettamente in tempo, prima volta in dodici anni su EFP... Festeggiamo anche questo! *Stappa alcolici a caso *

Vi ricordo di seguire la mia pagina facebook https://www.facebook.com/Il-mondo-di-Smeralda-690971065087881 dove presto pubblicherò il banner per questa storia.

Dopo che avrò finito di cucinare per la vigilia, magari.

Vi lascio un abbraccio, del pandizenzero, e tanto affetto.

Festeggiate come vi sentite, con le persone che vi fanno stare bene, e non pretendete di essere felici a tutti i costi.

È stato un anno pesante per tutti, e ritengo che, se siete ancora vivi ed in uno stato discreto di salute mentale sia già un ottimo traguardo.

Buone feste a tutti!



Smeralda E. Elessar

























   
 
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