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Autore: GiuliaOngaku    24/12/2021    0 recensioni
Come ogni anno la famiglia Son si accinge a prepararsi per il banchetto di Natale di Bulma, tra cravatte troppo strette e stomaci brontolanti. Eppure nessun banchetto in casa di Bulma Briefs è privo di sorprese e rivelazioni! Vegeta in balia del fascino della moglie, Goten e Trunks che fanno i fidanzatini come se non ci fosse un domani, Gohan nervoso prima dell'annuncio... Anche quest'anno Goku andrà per mangiare a strafogo e per ridere di fronte a qualunque sorpresa!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Goten/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo racconto della "trilogia" sul Natale! Questa storia non ha nessuna pretesa artistica (e si vede... XD), solo il desiderio di infondere un po' di dolcezza e allegria. Se si va andate a dare un'occhiata agli altri due :3 
Buona lettura e...

 

Buon Natale!



 

- Chichi, soffoco! - si lamentò il guerriero più forte dell’universo.

- Non fare il bambino, Goku, la cravatta va stretta per bene, altrimenti sembrerai un teppistello! - ribatté la moglie stringendo i lembi del tessuto più del necessario. Goku emise un verso strano: aveva l’impressione, l’orrenda e catastrofica impressione, che la gola gli si fosse rimpicciolita.

- Ma Chichi, tesoro, non posso mettermi la tuta da combattimento? Magari a Vegeta viene voglia di sfidarmi.

La donna lo fulminò con lo sguardo: - La tuta da combattimento?! È Natale, santo cielo, e stiamo andando a una festa! Non se ne parla di combattere!

- Allora mi basterebbe un maglione un po’ più comodo… con la camicia, la giacca e la cravatta non riesco a respirare. Non potrò neanche mangiare normalmente!

- Non permetterò che mio marito si presenti vestito come un pezzente al party di Natale di Bulma Briefs! - tuonò Chichi mentre con pacche energiche, che facevano barcollare anche un saiyan, appiattiva il colletto della giacca color beige. Allora Goku smise di fare storie e non appena lei si fu allontanata, disse soddisfatta: - Ora sì che va bene - e gli stampò un bacio sulle labbra alzandosi sulle punte delle scarpe col tacco. Goku si grattò la nuca, felice del bacio ma ancora incerto sulla cravatta. Se l’allentò un poco e rifletté sulle prelibatezze che Bulma aveva senza dubbio fatto preparare per la festa di Natale alla Capsule Corporation.

Chichi si posizionò di fronte allo specchio della camera per mettersi il rossetto e sistemarsi gli orecchini. Indossava un paio di pantaloni color crema nei quali era racchiusa una camicetta rossa fiammante, in tinta con l’atmosfera natalizia. I capelli li aveva raccolti in uno chignon fatto di trecce, facendo ricadere due lunghi ciuffi ai lati del volto. Lo sguardo le piombò sulla sveglia del comodino e presa dal panico, gridò: - O mio Dio, è già così tardi?! Goteeen! Goten, sei pronto?

Il suo secondogenito apparve dallo stipite della porta, vestito con un maglione di lana arancione e una camicia grigia che sbucava da sotto il colletto e dai polsi. Goku avrebbe fatto notare la differenza di abbigliamento come una discriminazione ingiusta, ma era così contento di andare al banchetto che non volle ritardare la partenza con inutili rimostranze.

- Io ci sono, mamma - comunicò gioioso il ragazzo. La donna intanto vagava freneticamente da una parte all’altra per infilare le ultime cose nella borsetta e quando infine annunciò di essere pronta, guardò il figlio.

- Goten, ma non potevi fare qualcosa per quei capelli? Aspetti, vieni qua, ti passo un po’ di gel per raccoglierli indietro.

Il ragazzo ebbe i brividi: sapeva quanto diventava ridicolo se dava il via libera alle tecniche di acconciatrice della madre. Non voleva presentarsi in una stato pietoso, non poteva.

- No, mamma, dai, lascia stare. Siamo già in ritardo! - disse mettendo le mani avanti come di fronte a un nemico invincibile. Intervenne anche Goku: - Ha ragione, Chichi, e poi i capelli di Goten sono ribelli come i miei. Ci vorrebbe mezza giornata per domarli!

La donna sembrò convincersi, ma non rinunciò a prendere la sua spazzola per passarla velocemente tra i capelli del figlio. Dopodiché, lei e Goten appoggiarono una mano sulle spalle di Goku, che si toccò la fronte con indice e medio e domandò: - Vediamo… cerco Vegeta o Bulma?

- Papà, che domande fai? Saranno sicuramente insieme.

- Giusto. Ma forse è meglio Bulma, che starà organizzando il banchetto. Mi sa che se seguo la sua aurea sbucheremo dove c’è più cibo!

 

*

 

Bulma sfiorò il mento del marito, accattivante. Vegeta deglutì, con le spalle al muro, o meglio, con le gambe contro il mobile della cucina, e lei allargò il sorriso malizioso. Il suo seno si stava avvicinando sempre di più, stretto nel tubino rosso fuoco dallo scollo vertiginoso. Il ginocchio snello si protese pericolosamente in avanti, tra le gambe del marito, che voleva distogliere lo sguardo dagli occhi ipnotici della moglie, senza riuscirci. Sentivano le voci degli invitati e dei domestici nell’atrio adiacente: Bulma si divertiva sempre a mettere in difficoltà Vegeta nei momenti e nei luoghi meno opportuni.

- Salve, Bulma, Vegeta!

Goku, Chichi e Goten apparirono letteralmente dal nulla a pochi centimetri da Bulma. E quindi da Vegeta. Lui, in un primo momento pietrificato, si allontanò alla velocità della luce dalla moglie, sbattendo contro il muro della cucina sul quale lasciò il segno dell’impatto. Fulminò con gli occhi il suo acerrimo nemico, ma non osò dire niente che facesse riferimento a quella situazione imbarazzante e vergognosa.

- Ciao, ragazzi, siete arrivati! - Bulma, ovviamente, fece finta di niente. Che bisogno c’era di accampare scuse, che bisogno c’era di essere imbarazzati? Goku non si era neanche accorto della posa sensuale che aveva assunto Bulma di fronte al marito, mentre Chichi e Goten non ci trovarono niente di straordinario. Soltanto Vegeta si stava rodendo l’anima per non aver previsto una circostanza simile. In fondo doveva saperlo che prima o poi Kakarot si sarebbe teletrasportato vicino a lui o a Bulma.

- Anche tu condannato al completo elegante, eh? - gli disse Goku ridendo.

- Tks! - fece Vegeta, stizzito. Ma come al solito Goku non se la prese.

- Però non porti la cravatta, non è giusto! Chichi, lo vedi che neanche lui ce l’ha?

- Non discutere - lo contraddisse lei - Stai benissimo con la cravatta, guai a te se la togli.

Da quando si era ritrovato nella cucina di casa Briefs grazie alla tecnica del padre, Goten non aveva fatto altro che guardarsi intorno in cerca della sua anima gemella. Protendeva lo sguardo verso l’atrio, perché la sentiva così vicina che poteva avvertirne il calore. Pronunciò il suo nome prima ancora di vederla, quando capì che stava per entrare nella stanza. Trunks apparve come il sole in un giorno piovoso e Goten gli corse incontro per abbracciarlo.

Trunks si dimenticò dei capelli ingellati, della camicia perfettamente stirata, della giacca blu impeccabile che mal celava gli addominali scolpiti. Vide solo Goten nel maglione arancione e il suo sorriso naturale e sincero. Si dimenticò anche dei loro genitori, perché l’abbraccio durò diverse manciate di secondi e venne interrotto solo per lasciare spazio a un bacio che voleva cancellare i quattro giorni di lontananza a cui erano stati costretti per gli impegni scolastici.

Vegeta distolse lo sguardo dalla parte opposta, imbarazzato da tanta mancanza di discrezione. Invece Goku sorrise bonariamente a braccia conserte come se quella dimostrazione di amore fosse uno spettacolo a cui valeva la pena assistere. Poi però si ricordò di avere fame, quindi chiese all’amica: - Bulma, è pronto il banchetto?

- Certo, seguitemi.

Si avviarono verso il grande atrio. Era decorato con addobbi natalizi e un grande albero di Natale. La stanza era colma di tavolini e sedie per gli ospiti, ricca di voci allegre. Goku salutò i suoi amici: Crilin, Yamcha, Tenshinhan, Junior (quanto invidiava la sua tuta da combattimento). Poi finalmente vide l’altro suo figlio, Gohan, in compagnia di Videl. Da due anni vivevano insieme in città, dove potevano raggiungere meglio l’università e i cattivi da sconfiggere vestendo i panni di Great Saiyaman e Great Saiyagirl.

- Papà! Buon Natale - lo salutò Gohan, a qualche metro di distanza. Goku gli andò incontro e, come se non fosse passato un solo giorno da quando suo figlio era un bambino, gli scarruffò i capelli ispidi.

- Buon Natale anche a te, figliolo! Allora, come va la vita in città? Mangi come si deve? Mi sembri dimagrito. Guarda che se hai dei problemi, basta che torni a vivere con noi.

Gohan lo aggiornò sulla sua vita all’università, ma senza scendere nei dettagli, poiché sapeva che si sarebbe perso nella selva di termini articolati e infine avrebbe detto con tutta onestà: “non ci ho capito niente!”.

Goten e Trunks sembravano essersi ritirati nel loro mondo: seduti uno di fronte all’altro su due sedie scelte a caso, con le ginocchia che si toccavano, parlavano di ciò che avevano fatto nei quattro giorni di separazione, dei videogiochi che dovevano ancora completare, dei luoghi che volevano visitare nel weekend, delle ore che avrebbero passato insieme nelle vacanze natalizie. I sorrisi si alternavano agli sguardi trasognati tipici dell’amore giovanile, che avevano dichiarato da poco ma scoperto da tanto.

 

Bulma stava per dare il via ai festeggiamenti. Le tavole erano imbandite di cibo e gli invitati sedevano ai loro posti.

- Prima, però - esordì - Gohan ha un annuncio da fare.

Lo invitò a salire sulla pedana riservata ai musicisti dal vivo e non ci voleva la perspicacia di Bulma per capire che ciò lo metteva in imbarazzo.

- Tranquillo, caro, è una cosa veloce da dire, no? - gli fece sottovoce. Il ragazzo la guardò stupito, ma non più di tanto. In fondo si trattava di Bulma: lei capiva sempre in anticipo la situazione, di qualunque tipo essa fosse. Si volse verso Videl, che gli sorrideva accanto per dargli coraggio e iniziò a dire: - Sì, dunque…

Allentò un po’ la cravatta per respirare profondamente. Come gli aveva suggerito Videl, bastava che facesse finta di essere a una delle conferenze alle quali accompagnava spesso il suo professore di filosofia. Non doveva spiegare teorie intricate di decine di studiosi diversi, eppure era difficile. All’improvviso, una forte pacca sul sedere lo riscosse dalla spirale di pensieri inutili.

- Andiamo, Gohan, di questo passo finisce il Natale! - lo rimproverò Videl.

- Ha ragione, figliolo, il cibo si fredda! - bofonchiò Goku, che però stava già trangugiando una porzione maxi di katsudon.

- Ehm, vuoi dirlo tu, per caso— tentò di dire Gohan a Videl.

- No! Ne abbiamo già parlato: devi dirlo tu a loro, è giusto così. Non c’è nulla di difficile.

Gohan guardò dritto nei suoi occhi determinati e in un attimo avvertì la stessa determinazione farsi strada dentro di lui. Videl aveva ragione: non era complicato, anzi, era la cosa più naturale del mondo, perché loro due si amavano immensamente.

- Io e Videl vorremmo sposarci… presto.

“Vorremmo?” si domandò Videl scuotendo la testa, “perché deve essere sempre così umile?”. Però quello era anche uno dei motivi principali per cui gli aveva chiesto di sposarlo, no? Guardò la sua espressione a metà tra la determinazione e l’imbarazzo e se ne convinse ancora di più.

Bulma stava per mettersi ad applaudire energicamente, quando Chichi si alzò di scatto dalla sedia che occupava e disse: - Videl, cara, per le spese del matrimonio…?

- Stia tranquilla, signora Son, mio padre coprirà tutte le spese - dichiarò Videl, pronta a questa eventuale domanda. Allora Chichi, come cambiando personalità, si mise le mani davanti alla bocca e iniziò a piangere dalla gioia. Anche Goten, riemerso per pochi istanti dal mondo a parte in cui si era addentrato insieme a Trunks, sbarrò gli occhi per la sorpresa e abbracciò il suo amore come se fossero stati loro due i prossimi a sposarsi. Goku non fiatò e non ebbe nessuna particolare reazione: Gohan aveva appena detto la cosa più scontata e ovvia del mondo. Si sarebbe comunque congratulato col figlio appena fosse sceso dalla pedana. Però appena finì di masticare il riso, si alzò e accarezzò le spalle della moglie.

- E dai, Chichi, non c’è bisogno di piangere così.

- Il mio bambino… il mio bambino si sposa - singhiozzò la donna. Gohan, nel vedere la gioia della sua famiglia, si commosse e quando incrociò lo sguardo con il sorriso di Junior gli occhi si fecero inevitabilmente lucidi. Videl lo prese per mano, nell’applauso fragoroso e i fischi d’incitamento dei presenti. Scesi dalla pedana, Videl lo abbracciò forte sussurrandogli il suo amore nell’orecchio e Gohan, ormai in lacrime, la strinse tra le braccia, sempre più innamorato.

- Bene, e dopo questa meravigliosa notizia, diamo il via alla festa! Buon Natale a tutti!


 

   
 
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