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Autore: Giadavnt    28/12/2021    2 recensioni
|| BloomxValtor ||
Il Grande Drago creò l'universo servendosi della sua Fiamma. In seguito la divise il 3 poteri con lo scopo di mantenere l'equilibrio tra il Bene e il Male.
Una nuova minaccia attenta alla pace e le Winx saranno costrette a collaborare con un vecchio nemico pur di vincere.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Valtor, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensa a qualcosa.
Qualcosa di certo, di sicuro.
 
Una verità assoluta a cui aggrapparti, ora che tutto ciò che conosci sembra rivoltarti contro.
Qualcosa di solido, resistente, che sai non scomparirà.
 
È questo ciò che pensava Bloom, mentre le sue amiche, rinvisalite da quella sorta di maleficio, raccontavano al resto del gruppo l'incontro con i propri genitori e il “nuovo generale” Egnis.
 
La stretta di Flora sembrava un buon appiglio in quel momento.
Ma cosa sarebbe successo se il Negativo, un giorno, avesse manipolato anche lei, come Stella, Aisha e Tecna?
 
Avrebbe perso un'altra spalla, un'altra sicurezza.
Ma c'erano sicurezze in quel momento?
 
Guardò la sorella, seduta al suo fianco, intenta a ragionare sull'accaduto, cercando di trovare una qualche spiegazione ai vari interrogativi.
 
Come aveva fatto il Negativo a entrare così facilmente nel castelli dei vari Regni?
Nessun allarme, nessuna avvisaglia.
 
Come poteva aver potuto soggiogare così facilmente i regnanti?
Come era possibile evitare la sua manipolazione?
Come avevano fatto le ragazze a riprendersi?
 
L'unica spiegazione plausibile era pensare che la trasformazione Bloomix, derivante direttamente dalla Fiamma del Drago Positiva, avesse in qualche modo respinto, curato il maleficio nel Negativo.
 
Due poteri così opposti...eppure così uguali da avere un'origine comune.
 
Bloom scosse la testa, allontanando quel pensiero, mentre abbracciava nuovamente Stella che non smetteva di scusarsi, insieme alle altre.
Cercò di sorridere, di dimostrarle che non aveva nulla di cui scusarsi.
Non era lei in quel momento, non era cosciente di se stessa, solo un burattino comandato dal nemico per raggiungere i propri scopi.
 
Eppure, la consapevolezza di non poter contare pienamente neanche sulle sue amiche le pesava come un macigno sul petto.
 
Guardò Valtor, braccia incrociate, con la schiena al muro che ancora guardava in cagnesco le tre ragazze.
 
Trova una sicurezza, si ridisse Bloom.
Trova una certezza.
 
***
-Faragonda vuole parlarvi.- Griselda camminava per i corridoi, in testa all'intero gruppo.
 
Daphne si affiancò a Bloom, afferrando per un braccio anche Valtor che camminava di lato, più in disparte.
 
-Mamma e papà mi hanno convocata a Palazzo.- disse quasi in un sussurro, la preoccupazione chiaramente percepibile nella sua voce.
Chiaro cosa la rendesse nervosa.
-Spero che il Negativo non sia arrivato anche a Domino.-
 
Bloom annuì soltanto alla sorella, sentendo un nodo alla gola che non le permise di parlare subito.
 
-Fa attenzione.- lo stregone rispose prima di lei e Daphne gli sorrise, accennando con la testa.
-Quando devi partire? Quanto resterai?- la rossa si costrinse a trovare la voce.
 
-Subito dopo l'incontro con Faragonda. Non so quanto ci vorrà. Mi metterò in contatto con te il prima possibile.-
Per dirmi se mamma e papà stanno bene o sono stati manipolati.
Non era necessario che Daphne lo dicesse ad alta voce.
 
Quando arrivarono nello studio della Direttrice, Faragonda era in piedi davanti alla grande vetrata della stanza, pensierosa come poche volte lo era stata.
 
-Temo di dovervi dare brutte notizie.-
-Ormai non sembrano essercene più buone da tanto.-
Faragonda sospirò, chiudendo gli occhi, cercando di trovare le parole giuste.
 
-Stando agli ultimi avvenimenti, Alfea non è più considerata un posto sicuro. La Principessa Diaspro ha sparso la voce velocemente.- la preside guardò lo stregone.
Era possibile scorgere un briciolo di accusa nel suo sguardo ma, dopotutto, non poteva negare di comprendere, in qualche modo, il suo gesto.
 
-I vari Regni credono, o meglio, sono stati intimati a credere, che Alfea sostenga il Negativo, che sia un pericolo. I genitori voglio ritirare le proprie figlie dalla scuola nonostante io abbia negato ogni loro accusa.- un altro sospiro, come se quel discorso le pesasse sul petto.
-Dopotutto, non è facile dimenticare il passato.-
 
Valtor ringhiò, incrociò le braccia.
Quindi ora era colpa sua?
Era lui la causa di tutto questo casino?
Era a causa sua se ora Alfea perdeva fiducia e studentesse?
 
Daphne fece qualche passo.
-Cosa crede sia meglio fare Direttrice?-
 
-Non lo so. Vi ho chiamato per questo motivo. Voglio sapere le vostre opinioni. Se non interveniamo velocemente i Regni manderanno le proprie truppe qui e, dopo ciò che è accaduto a Stella, Aisha e Tecna, credo non verranno da soli.-
 
Tra le righe: anche il Negativo sarebbe arrivato ad Alfea.
Non erano pronte per affrontarlo. Nessuna pista, nessun indizio su come sconfiggerlo.
Solo una dannata frase: Agire come Uno.
Cosa significasse, Bloom ancora non l’aveva capito. Nessuno di loro aveva la minima idea di cosa implicasse.
 
Ora Alfea rischiava di essere attaccata.
Il posto in cui aveva sempre trovato rifugio ora veniva a mancare.
Un’altra sicurezza che si volatilizzava.
 
-Non possiamo permettere che il Negativo arrivi qui.-
 
Trova una certezza.
 
-Non possiamo coinvolgere tutte le fate, non sarebbero capaci di reagire.-
 
Trova una certezza.
Un posto sicuro.
 
-Dobbiamo andarcene.-
Le ragazze si voltarono a guardare Bloom, fino ad ora rimasta in silenzio.
-Voi tornare a Domino?! Bloom non…- Musa non continuò la frase.
 
Qualcosa che ti rende forte.
Dove ti sei sentita forte, Bloom?
 
-Non a Domino. Su Pyros.-
 
Faragonda sorrise materna alla fata.
-Lì sei diventata più forte, hai guadagnato il tuo Enchantix. Ma ora sei già molto più forte Bloom. Non credo che allenarti su Pyros possa aiutarti molto in questo momento.-
 
Bloom abbassò gli occhi.
Era vero. Ma quali alternative aveva?
Non sarebbe rimasta ferma ad Alfea aspettando l’arrivo del Negativo e mettendo in pericolo tutti.
 
-Non posso neanche rimanere qui, Preside Faragonda. Inoltre, credo che un po’ di allenamento nella natura e tra i draghi non possa far tanto male.- tentò di sdrammatizzare alla fine, forzando un sorriso.
-Inoltre sarà bello rivedere Maya e Buddy dopo tanto tempo.-
 
Valtor guardò la fata. Ricordava quella donna, Maya, e anche il piccolo drago verde.
Entrambi l’avevano aiutata a diventare più forte, per sconfiggere lui.
 
L’aveva spiata durante la sua permanenza su Pyros.
Quando le Trix non erano nel suo rifugio, aveva passato la notte a guardarla.
 
Il piccolo draghetto l’aveva convinta a infilare il braccio in un cespuglio di spine e lui aveva osservato il sorriso di Bloom quando, con la mano ricoperta di graffi sanguinati, aveva stretto il frutto appena raccolto tra le dita.
 
Maia le aveva insegnato a meditare, per equilibrare il suo potere, nel corpo e nello spirito. Le aveva donato la collana con l’Essenza di Pyros.
La stessa boccetta blu che era poi diventata la sua polvere di fata, e che le pendeva sul seno nella trasformazione.
 
Aveva goduto della sua frustrazione nel non riuscire a raggiungere il suo obiettivo e poi l’aveva osservata trasformarsi per la prima volta in Enchantix.
Aveva ammirato la forza e la sicurezza con cui aveva affrontato le Trix.
 
E da allora non aveva fatto altro che pensare a quando se la sarebbe trovata davanti, in quel completo celeste, pronta ad ucciderlo.
Mai in quel momento aveva pensato che quella ragazzina ci sarebbe riuscita. Eppure quella minima possibilità aveva un sapore agrodolce che lo attirava, eccitava e spaventava in un certo senso.
 
Ed ora eccola lì, in piedi davanti a lui.
Un po’ più alta di allora, la stessa figura snella ma più armoniosa e morbida.
Non più una ragazzina ma una donna.
 
Non era la prima volta che si ritrovava a pensarlo e scosse la testa, mandando via quel pensiero.
Se Oritel avesse potuto leggere la sua mente, non avrebbe aspettato due volte prima di tagliargli la gola e al diavolo il Patto di Potere.
 
E in quel momento qualcosa scattò nella sua mente. Tornò a guardare Bloom, il suo viso che lasciava trasparire preoccupazione e tensione.
 
Eppure lui non sentiva nulla.
Nulla che non fosse suo.
Nulla che provenisse da lei.
 
Nessuna ondata di freddo, nessuna sensazione bruciante.
Nulla che la collegasse a lui.
 
La fata si voltò verso di lui in quel momento, incontrando il suo sguardo e forse leggendoci qualcosa all’interno perché la vide aprire di più gli occhi, come presa alla sprovvista.
 
La voce di Flora che lo richiamava lo fece risalire da quella trance in cui era caduto e si rese conto che molti dei presenti lo guardavano come in attesa di qualcosa.
 
Si voltò verso la fata dei fiori, alla sua destra.
-Cosa? - la sua voce fuoriuscì roca e rabbiosa, forse più del solito.
 
La castana si trattenne dall’istinto di indietreggiare e ripeté la domanda che a quanto pare lo stregone non aveva sentito.
-Andrai con Bloom su Pyros?-
 
Esitò qualche istante, perché quella domanda gli scatenò qualcosa dentro e l’eco di una conversazione con Daphne di qualche giorno prima tornò a occupargli il cervello.
 
---
-Vuoi farmi credere che alla fine di tutto questo, tu tornerai a volerti impossessare della Dimensione Magica? Tornerai a volerti sbarazzare di Bloom?-
 
-Sai bene che non posso farlo. Non potrei neanche solo tentare di ucciderla.-
---
 
-Si. - rispose poi e si voltò a guardare il pavimento, incerto di ciò che stava provando in quell’istante.
 
-Quando vuoi partire?- era la voce di Faragonda ora e non se ne preoccupò, sicuro che la domanda non fosse rivolta a lui.
Dopo qualche secondo sentì Bloom risponderle.
 
-Anche subito se per Valtor va bene.-
Chiamato in causa da lei, si sforzò di alzare la testa, ritrovando gli stessi sguardi fissi su di lui.
Annuì soltanto.
 
Dopo pochi minuti si trovarono fianco a fianco. Il portale viola che aveva appena creato ruotava su se stesso, come un vortice, pronto a risucchiarli.
 
 
Si ritrovarono in pochi su Pyros, in mezzo alla natura selvaggia, vicino ad una ampia distesa di acqua in cui cadeva cascata.
 
-Prima o poi dovrai farmi esercitare di nuovo a creare portali.- Bloom era di nuovo al suo fianco e si guardava attorno, forse riconoscendo il luogo in cui erano arrivati.
-Tu quando sei stato qui?- gli chiese poi.
 
-Cosa?-
 
-Mi hai detto che per creare portali bisogna visualizzare bene nella mente dove si vuole arrivare. Quindi conosci questo posto. Ti sto solo chiedendo quando ci sei stato.-
 
-Non ci sono stato.-
Aveva risposto senza pensare. Solo dopo si rese conto del controsenso in cui era finito.
 
-Allora come hai fatto a…?-
 
-I libri hanno le figure.- disse semplicemente, iniziando a camminare verso la riva del lago.
Vero, i libri hanno le figure ma è raro che quelle immagini a due dimensioni diano la conoscenza necessaria per creare portali.
Ma Bloom sembrò soddisfatta della risposta, annuendo e ammettendo di non averci pensato.
 
Mai le avrebbe rivelato il vero motivo. Mai le avrebbe detto perché quel posto in particolare era scolpito nella sua mente.
 
-Credo che questo sia un buon posto per montare le tende. Siamo vicino all’acqua, abbiamo una buona visuale nel caso in cui un drago si avvicini. Che ne dici?-
 
-Si.- lo stregone si guardò attorno, fermandosi sulla cascata.
Sembrava perso in chissà quale pensiero. Come durante l’incontro con Faragonda.
Non che si aspettasse chissà quali grandi chiacchierate con lui ma quelle risposte monosillabiche non facevano altro che inquietarla ancora di più.
Eppure ultimamente sembrava essersi aperto un po’, almeno con lei.
 
-Valtor, va tutto bene?-
 
-Si.-
 
-Sei sicuro?-
Non ottenne risposta. L’uomo si voltò solo a guardarla, un’espressione irritata sul suo volto.
Bloom sospirò.
-E’ solo che mi sembri distratto o preoccupato, non so…-
 
-Niente del genere.-
Lei annuì, ancora incerta.
 
-Se ci fosse qualcosa che non va, me lo diresti, vero?-
Stavolta fu lui ad annuire soltanto, dopo qualche secondo.
E Bloom se lo fece bastare.
 
 
-Cercate di ascoltarvi l’un l’altro. Pensare come l’altro e prevedere le sue mosse.- Maya guardava verso l’alto, dove Valtor e Bloom erano sospesi nell’aria, faccia a faccia, pochi metri di distanza tra loro, gli occhi chiusi, sullo specchio d’acqua.
 
Avevano incontrato la strega di Pyros il giorno stesso del loro arrivo e con lei anche Buddy che era immediatamente volato tra le braccia della fata.
All’inizio la donna era stata un po’ restia nei confronti di Valtor.
 
Non è facile dimenticare il passato, lo aveva detto anche Faragonda, ma la stessa Preside aveva spiegato la situazione alla vecchia amica e ora Maya cercava di aiutarli il più possibile, proponendo ad entrambi esercizi di meditazione che potessero mettere in contatto i loro spiriti.
 
Era così ogni giorni da circa una settimana.
Non sapevano molto di ciò che stesse accadendo fuori da quel pianeta.
 
Nelle brevi chiamate che Bloom aveva con le ragazze, avevano saputo che tutte le Winx erano tornate sui loro pianeti d’origine, fingendo di essersi ormai rivolte contro la fata del Fuoco del Drago.
Avrebbero fatto da spie, aggiornandosi l’una l’altra sugli sviluppi di ogni pianeta.
Era ormai assodato che tutti i regnanti fossero sotto maleficio, e tutti controllati dal Negativo, ovvero il nuovo generale dell’esercito di Magix, Egnis.
 
Anche Daphne, dal Palazzo di Domino non aveva dato buone notizie e Valtor aveva visto Bloom trattenere le lacrime fino al termine della chiamata con la sorella. Poi si era allontanata, andando a sfogarsi chissà dove.
 
Non l’aveva seguita, lasciandola sola, nonostante fosse notte, rimanendo invece a rimuginare su ciò che sentiva.
O meglio, non sentiva, già da svariati giorni.
 
Non le aveva detto nulla. Nè che non sentiva più le sue emozioni né degli strani pensieri che gli erano tornati nella mente di recente. Probabilmente non lo avrebbe mai fatto.
 
Potere, forza, violenza, conquista.
Sembrava di nuovo tutto così familiare, così vicino da poterlo toccare.
Eppure, stavolta era lui stesso a cercare di resistere.
 
Quel giorno avevano deciso di lasciar perdere gli scontri con i draghi del pianeta, la loro coordinazione era notevolmente migliorata, gli attacchi combinati più semplici da organizzare.
Avevano deciso, invece, di provare ad affrontarsi l’un l’altro.
 
Passarono altri secondi di silenzio.
 
Il draghetto verde, di fianco alla strega, guardava la scena incuriosito, senza davvero capire la necessità di ciò che stavano facendo. Eppure non osava parlare, cosa decisamente non da lui.
 
Poi successe tutto in pochi istanti.
Lo stregone creò un vortice d’acqua che si alzò attorno a Bloom. Buddy la perse di vista pochi istanti per poi rivederla riaffiorare da una nuvola di vapore, un drago di fuoco che le ruotava attorno fino a che si dissolse nell’aria.
Lo stregone giocava sempre in attacco, Bloom ormai lo aveva capito.
 
La fata volò velocemente verso Valtor, fiamme rosse già attorno alle sue mani. Ora toccava a lei attaccare.
 
-Tempesta di fiamme!-
 
Prima che l’attacco lo colpisse, un muro d’acqua gli si parò davanti e nuove nuvole di vapore impedirono a Bloom di vedere lo stregone emergere da quella stessa barriera.
Valtor le afferrò le spalle, concentrando puro fuoco delle sue mani, bruciando la sua pelle attraverso i vestiti.
 
Uccidila.
 
La fata si agitò nella sua presa. La vide strizzare gli occhi e urlare dal dolore ma non si fermò.
-No! NO! Globo del Drago!-
Una bolla traslucida le si creò attorno, spingendolo violentemente via da lei.
Riuscì a fermarsi a mezz’aria, solo una volta a circa 4 metri da lei, ancora avvolta nella bolla.
 
Il tessuto celeste dei suoi abiti era completamente bruciato lì dove l’aveva afferrata e la pelle scoperta completamente rossa, quasi sanguinante. Bloom respirava affannosamente e la sentì ancora gemere dal dolore.
 
Uccidila.
 
Una voce fece eco nella sua testa.
Sentì nuovamente un campanello dall’allarme.
 
Non si era fermato.
Non c’era stato nulla a fermarlo dal ferirla.
Nessuna forza invisibile che lo tenesse lontano da lei, che trattenesse le sue mani.
 
Anzi, qualcosa, o qualcuno lo stava incoraggiando a continuare.
 
La vide usare il potere curativo su sè stessa e trarre un respiro di sollievo quando le ferite scomparvero completamente.
Quando alzò la testa vide che aveva ancora gli occhi lucidi di lacrime.
 
E sentì qualcosa colpirlo al petto. Un dolore bollente espandersi nel petto.
 
Che fosse tornato il collegamento tra loro?
 
No.
Era diverso.
Ciò che aveva appena sentito non proveniva da lei.
 
Era suo. Completamente suo.
 
Quella realizzazione lo immobilizzò e quando rinvisalì, lei aveva già annullato la bolla.
Le lacrime erano ancora lì a farle luccicare gli occhi eppure il suo viso era ora contratto in un'espressione di rabbia.
Puro odio fiammeggiante.
 
Era spaventosa, eppure anche bellissima.
 
La videe alzare le braccia al cielo, e luce rossa comparve nelle sue mani.
 
-Attacco vulcanico! - Valtor vide l'acqua agitarsi ed insieme ad essa anche la terra che circondava il lago.
Poi qualcosa iniziò a comparire dal fondale, proprio sotto di lui.
 
Uno scoppio, poi schizzi di acqua e un vapore bollente lo avvolse di colpo facendolo urlare dal dolore.
 
Una dannata eruzione sottomarina.
 
Provò a richiamare uno scudo, senza successo. La sua mente troppo annebbiata dal dolore per concentrare l’energia necessaria.
Strinse gli occhi mentre sentiva la pelle bruciarsi anche attraverso i vestiti, come se metallo incandescente gli fosse premuto contro.
Si ritrovò a stringere i pugni mentre il suo corpo si trasformava e la pelle corazzata della sua forma demoniaca sostituiva quella umana. Riuscì finalmente a riaprire gli occhi, ora che il bruciore era scomparso e iniziò a guarda attorno a sé, alla ricerca della fata.
 
Uccidila.
 
Poi la voce Maya ordinò loro di fermarsi.
 
La nuvola bollente non si dissolse subito.
 
Valtor sentì nuovamente la voce della strega, una lingua che lui non conosceva, probabilmente un incantesimo.
Solo allora il vapore iniziò a scomparire, rivelando lo stregone, ancora sospeso a mezz'aria, le ali spiegate e il respiro affannato.
 
E Bloom non sembrava essere da meno, anche lei senza aria, gli occhi sgranati e le mani tremanti distese verso di lui.
 
Tornarono con i piedi per terra, di fronte alla strega, scrutandosi e studiandosi a vicenda.
Bloom non si avvicinò a lui. Rimase ferma a qualche metro da lui, le mani strette al petto, le pupille insolitamente piccole sull’azzurro delle iridi.
 
Avevano penso il controllo.
Entrambi.
 
Come non era mai successo prima ad Alfea.
 
-Su Pyros la vostra vera natura si rivela in tutta la sua potenza. Siete nel vostro elemento. Tutto il pianeta risponde pienamente a voi. Dovete imparare a controllare tutta questa energia.-
 
-L'altra volta non è mai successo.-
Bloom parlava con la strega ma i suoi occhi rimasero sull'uomo.
 
-Ora sei più forte, ragazza mia. Il fuoco ti risponde pienamente, esegue ciò che tu ordini. Segue il tuo stesso essere. Sei più forte...ma sei anche più tormentata.-
 
---
 
Era ormai scesa la notte.
Bloom era ancora nel suo Bloomix, seduta sulla riva del lago, abbastanza vicina a dove avevano montato le tende e acceso un piccolo fuoco per illuminare lo spazio circostante.
Guardava, senza veramente vedere, le lievi onde infrangersi sui suoi tacchi.
 
Aveva perso il controllo di sè stessa.
 
Non aveva fermato l’eruzione.
Avrebbe ucciso Valtor se Maya non fosse intervenuta.
Troppo potere a sua completa disposizione.
Lo aveva usato, sentendo il fuoco e la lava risalire dalle viscere del pianeta, così come dentro di lei erano risaliti rabbia, paura e dolore, repressi da troppo tempo.
 
Sentì la presenza dello stregone dietro di lei.
Non gli aveva parlato da quel pomeriggio, svolgendo in silenzio gli esercizi di meditazione che le aveva consigliato Maya, mentre lui si curava dalle scottature che erano riapparse una volta tornato nella sua forma umana.
 
Erano pari ora.
Entrambi erano stati feriti dal potere dell'altro, entrambi si erano curati con il proprio.
Si guardò le spalle, lì dove la pelle era ancora lasciata scoperta dal tessuto mancante.
Non si era curata di riavviare la sua trasformazione e i sottili brandelli di stoffa e velo bruciati erano ancora lì.
 
Ispirò profondamente, cercando qualcosa da dire. Non la trovò.
 
-È così che ci si sente?-
 
-Di che parli?-
 
-Quando si ha così tanto potere a disposizione. Ci si sente fuori controllo, senza alcun freno. Eppure non ti importa. Non pensi che potresti uccidere qualcuno. Vuoi solo usarlo, anzi ne vuoi ancora di più. É così?-
Valtor rimase in silenzio.
Voleva dirle che si, che il potere, che il sentirsi forti, invincibili, dava alla testa. Che sembrava non bastare mai. Che avresti fatto di tutto per averne ancora.
 
Uccidila.
Quell’eco lo stava assillando da ore ormai, ininterrottamente.
E insieme ad esso, la tentazione di farlo davvero.
La voglia, di sbarazzarsi di lei.
 
-Io non voglio farlo di nuovo. Non voglio farti di nuovo del male.-
La vide raggomitolarsi di più su sé stessa, stringendo le ginocchia al petto, e le sue parole gli provocarono di nuovo quella fitta bollette al petto.
Sua. Completamente sua.
 
Non rispose di nuovo, stringendo i pugni per trattenersi dal fare qualcosa che neanche lui sapeva.
 
Uccidila. Prendila.
Strozzala. Baciala.
 
Bloom si alzò in piedi, girando appena il viso verso di lui senza guardarlo. E forse era giusto così.
Non avrebbe visto il suo braccio e metà del suo petto, scoperto e ancora corazzato, in forma demoniaca, che non riusciva a trasformare.
 
-Vado a darmi una rinfrescata.- disse solo la fata, alzandosi in volo e dirigendosi verso la cascata, verso quella piccola rientranza nascosta, che lui non avrebbe dovuto neanche conoscere.
 
Quando scomparve dalla vista, un dolore acuto gli attraversò la testa.
Le orecchie iniziarono a fischiare e Valtor portò d’istinto le mani ai lati della testa, nel tentativo di fermare quel suono, strizzando gli occhi.
 
-Ora sei libero di scegliere, Valtor.
Nessun vincolo, nessun Patto.
Puoi finalmente decidere davvero per te stesso.-
 
Di nuovo quella voce. Riaprì gli occhi, trovando solo buio attorno a lui. Solo la figura grigia e traslucida di un uomo di cui riusciva a distinguere appena i tratti.
 
-Unisciti a me-.
 
-Chi diavolo sei?!-
 
-Mi sembra ovvio, Neutrale.-
 
Il Negativo.
Nessun vincolo, nessun Patto.
 
-Cosa hai fatto a Oritel?!-
 
-Tranquillo. Il padre della tua principessa è ancora vivo. Ucciderlo sarebbe stato uno spreco, non trovi? Preferisco averlo come alleato che come cadavere. Ho solo fatto in modo da annullare il legame tra voi. Dovresti essermi grato.-
 
Non sentiva più Bloom. Poteva ucciderla se avesse voluto.
 
Il legame era spezzato, come era stato anni prima.
Ininfluente. Sospeso temporaneamente.
Libero.
 
-Uccidila.-
 
Gli schizzi d’acqua non lo infastidivano. Il rumore stesso dell’acqua che cadeva forte sembrava non esistere.
Si muoveva quasi per inerzia, spinto da qualcosa che non sapeva definire, e incurante di ciò che aveva attorno.
 
La rientranza nella roccia era quasi completamente buia. Solo i raggi della Luna che riuscivano a filtrare attraverso l’acqua illuminavano quel piccolo scorcio, creando giochi di luce delle pareti marmoree.
 
Si spostò sul lato, lì dove l’acqua apriva una piccola fessura. Quella che Bloom aveva sempre attraversato per nascondersi dietro alla cascata.
Il fondale era basso in quel punto, creando un piccola piscina naturale,
 
Non la vide subito. Per un attimo pensò di aver sbagliato, che la sua mente stesse completamente perdendo il senno, ripiegando su aspetti perversi che fino ad allora era riuscito ad ignorare ma che ora salivano in superficie senza che potesse fermarli.
 
Poi la vide riemergere dall’acqua, dandogli le spalle, e passarsi una mano sugli occhi.
I capelli rossi, resi lisci dall’acqua, le coprivano la schiena per poi galleggiare liberamente sull’acqua, nascondendo anche il resto della sua figura.
 
Non si era accorta di lui. La vide solo alzare lievemente la testa e poi sobbalzare, forse realizzando finalmente che l’ombra sulla parete non era la sua.
 
Si voltò verso di lui, coprendosi d’istinto il petto con le braccia, gli occhi sgranati.
 
-Valtor…cosa?-
 
Ha paura. Uccidila. Ora.
 
Poi Bloom spostò lo sguardo sul suo corpo ancora corazzato. La vide trattenere il respiro.
 
La voce del Negativo continuava rimbombargli nella testa.
Doveva solo sbarazzarsi di lei.
Poi avrebbe avuto tutto. Tutto ciò che voleva.
 
Cosa voleva?
Essere temuto, essere il più potente.
Anni prima i suoi desideri erano questi.
 
Era ancora così? Quella domanda ebbe un sapore amaro.
La risposta gli apparve con chiarezza nella mente.
 
Non voglio farti di nuovo del male.
 
-Cosa succede? Il tuo braccio…- la voce della fata era così flebile da non fare neanche eco nella caverna.
 
-Non preoccupartene ora.- e così dicendo coprì la poca distanza tra loro.
 
Si sentì completo nel momento in cui unì le loro labbra.
La mente vuota, finalmente in pace.
La strinse d’istinto più a sé, facendo aderire i loro corpi, cercando di cogliere a pieno quella sensazione.
 
Bloom sentì la testa girare, una sensazione di vuoto nello stomaco, come in caduta libera, nonostante le braccia di Valtor ad avvolgerla come non mai.
Ricordava vagamente di essersi sentita così altre volte.
 
Gli alti e bassi con Sky avevano lentamente logorato il loro rapporto, senza che se ne rendesse davvero conto.
 
Diaspro, i suoi genitori, Valtor, il Regno, i suoi doveri e la politica, il Negativo, di nuovo Diaspro.
E nuovamente Valtor.
 
Aveva superato tutto fino ad allora, credendo di aver lasciato indietro tutte le ferite.
 
Ma forse non l’aveva fatto davvero. E non era sicura che sarebbe riuscita a passare nuovamente sopra all’ennesima rottura.
Specialmente non ora, non in quel momento, in cui si sentiva davvero bene dopo settimane.
 
Non mentre ricambiava il bacio di Valtor e bruciava con lui, senza sentirsi consumare.
 
 
Maya guardava in alto, in un punto indefinito del cielo.
Un sorriso spuntò sulle sue labbra quando un’ondata di energia la attraversò, facendo svolazzare lievemente i capelli bianchi.
 
Nella sua mano destra spuntò una piuma d’oca e una piccola pergamena. Scrisse velocemente facendo poi volatilizzare la carta nell’aria, segno del trasferimento del messaggio.
 
Faragonda lo avrebbe letto tra diverse ore, quando il sole sarebbe sorto su tutta Magix.
Fino ad allora, sperò, i suoi due allievi sarebbero stati ancora un po’ tranquilli.






Angolo autrice
Se esiste un modo per chiedere perdono per il mio profondo ritardo, lo invoco con tutto il cuore.
E spero che questo capitolo abbia almeno soddisfatto le aspettative che io, per prima, custodisco in questa storia.
L'idea di questa scena c'è sempre stata, fin dall'inizio. Spero di non averla trattata troppo velocemente ma capitemi se vi confesso che sentivo la necessità di scriverla, specialmente dopo mesi e mesi, anche abbastanza difficili, di silenzio.
Sperando di non avervi deluso, chiedo come sempre scusa per eventuali errori, e aspetto i vostri commenti, sempre che abbiate ancora voglia di seguirmi in questa "corsa".

Baci.
Sempre vostra GiadaVnt
  
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