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Autore: Violet Sparks    28/12/2021    2 recensioni
Storie a tema natalizio e non, su diverse coppie del mondo di Haikyuu!
1. Yuu non godeva affatto di buona memoria - [Asahi/Nishinoya]
2. "Ti ho già detto che secondo me è una pessima idea?" - [Kiyoomi/Atsumu, post!Timeskip]
3. “Secondo me, ci va la farina!” “La farina? Nella cioccolata calda?” [Kageyama/Hinata + sorpresa]
4. “Sposami!" gli era andata di traverso la coca-cola. [Bokuto/Akaashi]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Atsumu Miya, Koutaro Bokuto, Shouyou Hinata
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PIOGGIA DI SCINTILLE

A Bea,
con tutto l’affetto del mondo
Buon Natale e Buon Compleanno!

Akaashi non sarebbe mai stato in grado di prevederlo, quella era la verità.
Eppure, conosceva Bokuto come le sue tasche…
Nel corso di quei due anni di liceo, aveva imparato a leggere ogni più piccola sfumatura di lui, a captare ogni più impercettibile mutamento nel suo stato d’animo. 
Non era stato facile. C’era voluto tanto esercizio, una infinita dose di pazienza e un lavoro di analisi praticamente certosino, portato avanti tra ipotesi e confutazioni, esperimenti più o meno riusciti, ma alla fine il risultato era stato ottimale: i sensi di Akaashi ormai reagivano alle stranezze di Bokuto Kotaro con la precisione e la sensibilità di una sonda aerospaziale.
Per cui sì, qualcosa dentro di sé aveva intuito immediatamente che c’era un bell’asteroide in rotta di collisione sopra la sua testa, in quella fredda e – solo apparentemente- tranquilla notte di Capodanno. 
Quello che non avrebbe mai e poi mai potuto sapere in anticipo era la portata di tale asteroide.
O forse sì?
Magari avrebbe dovuto evitare di farsi distrarre dalla doppia sessione di sesso in cui era stato coinvolto appena aveva aperto la porta di casa.

“Sposami!”
Gli era andata di traverso la coca-cola.

***
 
La casa era immersa nel silenzio, se non per l’allegro cicaleccio del televisore acceso in soggiorno, intento a trasmettere l’ennesima performance dell’ennesimo gruppo K-pop di cui non ricordava il nome. Intorno a loro, la stanza era un disastro: Akaashi non era mai stato così felice che i suoi genitori avessero deciso di andarsene dai nonni a Osaka fino alla fine delle vacanze natalizie, perché – davvero!- non aveva idea di come avrebbe potuto giustificare i cartoni sporchi del cibo d’asporto accatastati in un angolo del pavimento o anche le lattine, le bucce di mandarino e gli involucri dei preservativi accatastati sul tavolino da caffè, per non parlare poi dei loro vestiti abbandonati intorno al divano. 
Akaashi sospirò -consapevole che sarebbe toccato a lui e a nessun’altro mettere in ordine quel casino- dopodiché abbassò il capo. 
Kotaro, steso con la testa sul suo grembo, lo stavo fissando dal basso con quei suoi occhioni dorati da gufo e un’espressione così elettrizzata e trepidante dipinta sul viso che Akaashi non riuscì a impedire alle sue guance di prendere fuoco. 
“Smettila di scherzare. E rivestiti che tra poco è mezzanotte! Manca un quarto d’ora al conto alla rovescia!” lo rimproverò, dandogli un leggero schiaffetto sulla fronte.
 A differenza sua, che aveva avuto la decenza di mettersi il pigiama, lo scemo si era infilato soltanto i calzoni senza nemmeno i boxer, aveva i capelli sparati in tutte le direzione e il petto sporco della cioccolata calda che aveva praticamente ingurgitato pochi istanti prima, insieme a delle altre macchie di… okay no, Akaashi si rifiutava anche solo di pensarlo!
“Akaashi! Ma io non sto scherzando!” si lamentò subito, mettendo il broncio.
“Oh, per l’amor del cielo…”
In uno schiocco di dita, Bokuto si sollevò a sedere, si sporse verso di lui arrivandogli a due millimetri dal naso e “Andiamo Akaashi! Sposami!” ripeté, aprendosi in un radioso sorriso. 
“Il gioco è bello quando dura poco, Kotaro, falla finita.” ribatté allora Akaashi, serio, ritraendosi un po' per riacquistare almeno un briciolo di spazio interpersonale e, soprattutto, di autocontrollo. 
Nella cassa toracica, sentiva il proprio cuore galoppare velocissimo, quasi rimbalzando tra una costola e l’altra. Possibile che Bokuto non capisse quanto stupido, imbarazzante e completamente fuori luogo fosse scherzare su una cosa del genere? Ma poi, come gli era venuta in mente un’idea simile?!
“Ma io non sto giocando! Voglio sposarti davvero! E il prima possibile! Anche domani!”
“Domani?”
“Sì!”
“E come vorresti fare, sentiamo?”
“Non lo so, vediamo su internet!”
“Ma che… Bokuto, noi non ci possiamo sposare!”
“Ma perché?” 
“Perché no, è assurdo. Fine della storia.”
Ed eccolo lì, il momento dell’impatto dell’asteroide con l’atmosfera terrestre, vale a dire la catastrofe assoluta. 
“Non è assurdo!” proruppe infatti Kotaro, alzandosi in piedi di scatto. 
Il livello di depressione nella sua voce si era acuito all’inverosimile. Tutto il suo viso si era distorto in una smorfia di teatrale tristezza, perfino i suoi capelli ingellati si erano ammosciati, mentre i suoi occhi si erano velati di una spessa patina di lacrime. “Perché non mi credi? Io ti voglio sposare! Che c’è di male in questo?!” urlò tutto d’un fiato, prima di voltarsi e sparire nel corridoio. 
Fu a quel punto che Akaashi si rese conto che Bokuto non stava scherzando.
Non stava scherzando affatto. 
E che lui aveva appena rovinato il Capodanno. 
***

“Bokuto? Esci da lì, per favore?”
“No! Lasciami morire qui!”
Akaashi si accovacciò sul materasso, si strizzò la radice del naso tra pollice e indice e prese un lungo respiro: Bokuto si era rifugiato nella sua stanza, al buio, appallottolandosi dentro al piumone formando un enorme fagotto triste e non sembrava avere alcuna intenzione di stare ad ascoltarlo. 
Si sentiva un completo idiota… 
Okay, la richiesta di Kotaro rimaneva sempre e comunque illogica -per non dire completamente assurda!- ma non avrebbe mai voluto ferire i suoi sentimenti, men che meno l’ultima notte dell’anno! 
Non gli andava di terminare così quella serata. 
Era il loro primo Capodanno insieme come coppia, e soprattutto era l’ultimo che avrebbero trascorso come studenti dello stesso liceo, compagni della stessa squadra, asso e alzatore, capitano e vice. 
Era per questo, dopotutto, che aveva deciso di rimanere a Tokyo e non andare coi suoi genitori a Osaka.
Doveva assolutamente rimediare.
“Kotaro… ti prego…” mormorò di nuovo Akaashi, affranto.
“Tu non mi vuoi!”
“Cosa?”
Bokuto fece capolino da un pertugio solo fino a metà viso e “È per questo che non vuoi sposarmi! Perché non vuoi stare con me! Dimmelo!” guaì come un cucciolo ferito, prima di rintanarsi un’altra volta.
“Non è vero, lo sai.” rispose subito Akaashi.
“Allora sposami!”
“Non è una cosa fattibile.”
“Perché?”
“Perché siamo troppo giovani!” cercò allora di spiegargli Akaashi, facendo appello a tutta la calma e la pazienza che possedeva dentro di sé “Kotaro, io non sono nemmeno maggiorenne e tu hai compiuto diciotto anni solo da qualche mese! Dobbiamo ancora finire il liceo! E poi andare all’università, laurearci, realizzarci lavorativamente! Non abbiamo una casa, un mutuo! Non siamo neanche in grado di sostenerci da soli economicamente!” poggiò una mano sulla superficie ruvida del piumone ed elargì qualche pacca di incoraggiamento “Non ci possiamo sposare, mi dispiace…”
Per circa cinque interminabili secondi, l’enorme bozzolo sul suo letto rimase sinistramente immobile. 
Poi, all’improvviso, Bokuto uscì fuori dal proprio involucro protettivo, accese la luce sul comodino, quasi accecando Akaashi e si piantò di fronte a lui, inchiodandolo lì, coi suoi occhi dorati e profondi, senza lasciargli alcuna via di scampo. 
In mezzo all’imbarazzo e alla sorpresa, Akaashi notò che non vi era più nemmeno un’ombra di sconforto o di malessere sul volto del compagno, reso aranciato dalla tenue luce dell’abatjour, perché al loro posto si era insediata quella che, nel corso del tempo, Akaashi aveva imparato a chiamare la scintilla: quel connubio di audacia, fermezza e potenza che trasformava Bokuto Kotaro in una supernova, un astro celeste fulgido e inarrestabile, impossibile da non ammirare incantati. 
“Ma io ti amo.” disse quello, con una tale sicurezza che Akaashi se ne sentì come schiacciato “Le persone si sposano perché si amano, giusto? Perché si amano e vogliono passare tutta la loro vita insieme! Ed io ti amo, Akaashi! Ci pensavo prima… mentre facevamo sesso… e anche dopo, mentre stavo steso sulle tue gambe e ti osservavo! Io ti amo tipo tantissimo! Non amerò nessuno quanto amo te, ne sono certo, perché altrimenti… boh, esploderei! E sono anche sicuro di volere passare ogni secondo di ogni giorno di ogni mese di ogni anno di ogni secolo di ogni millennio insieme a te! Insieme a te e nessun altro! Questo vuol dire che ci dobbiamo sposare, no? Secondo me, è una cosa log… Akaashi, ma stai piangendo?”
La risposta era sì, Akaashi stava effettivamente piangendo. 
Non sapeva in che punto del discorso avesse iniziato e nemmeno come fermarsi, adesso che Bokuto aveva terminato, fatto stava che il suo viso era bagnato e asciugare le lacrime, col dorso della mano, non stava servendo a granché. 
“Bokuto…” mormorò, la voce che gli tremava.
Al solito, la serietà di Bokuto si trasformò in panico e ottusità nel giro di un battito di ciglia. 
“Akaashi! No! Oddio! Io non ti volevo fare piangere! Fai piangere anche me così! Che devo fare?! Ti prendo dell’acqua? Vuoi sciacquarti il viso? Vuoi della cioccolata? Oddio, viene da piangere anche a me! È troppo brutto vederti così!” iniziò a urlare e ad agitarsi, nemmeno fossero nel bel mezzo di un terremoto “Rompi con me! Rompi con me seduta stante! Io non mi merito niente!”
“Bokuto?”
“SONO UNA PERSONA ORRIBILE! UN MOSTRO!”
“Bokuto, mi ascolti per favore?”
Akaashi dovette prendergli le mani tra le sue per placare la sua crisi. 
Gli fece una tenerezza assurda; il ragazzo di fronte a lui non era semplicemente depresso, era disperato! Si era messo a piangere anche lui per davvero e adesso aveva la faccia impiastricciata di muco e di lacrime come un bambino piccolo.
Quanto lo amava…
“Richiedimelo!” gli ordinò allora Akaashi, sorridendogli.
“Richiederti cosa?” chiese Bokuto, tirando su col naso sonoramente.
“Di sposarti! Richiedimelo!”
“Ma… che senso ha?”
“Richiedimelo e basta.”
Bokuto allora deglutì, si prese qualche minuto per calmarsi e trovare la forza interiore di far fronte alla richiesta di Akaashi, dopodiché “Keiji, mi vuoi sposare?” domandò, senza alcuna convinzione. 
Dall’altra però, il sorriso di Akaashi si arcuò.
“Sì, lo voglio.”
“C-cosa?” 
“Ho detto che lo voglio. Ti sposo, va bene.”
Bokuto si rianimò come se qualcuno gli avesse appena fatto un elettroshock, “S-stai dicendo davvero? M-ma… tu hai detto che… siamo giovani… e non abbiamo una casa, una laurea, i soldi e tutta quell’altra roba…” iniziò a balbettare, incredulo ed entusiasta nello stesso momento. 
“Sì, è vero. Motivo per cui non ci sposeremo adesso. E no! Non lo faremo nemmeno domani o la settimana prossima o nell’arco di quest’anno! È inutile anche che lo chiedi!” puntualizzò subito Akaashi. 
Prima che Bokuto potesse cadere di nuovo in depressione però, gli strinse forte le mani tra le sue e si protese nella sua direzione “Però anche io ti amo e voglio passare la mia vita con te, hai ragione. Perciò ci sposeremo… fra qualche anno! D’accordo?”
“È una promessa?” domandò allora Bokuto, con due stelle al posto degli occhi.
“Sì, lo è.”
“E se poi te ne dimentichi?”
“Te lo sto promettendo negli ultimi dieci secondi della notte di Capodanno. Promesse del genere sono le più importanti di tutte, non si possono dimenticare.”
E in effetti, in soggiorno, la presentatrice televisiva aveva appena cominciato il countdown. 
Bokuto lo colse di sorpresa, avvicinando i loro volti fino a congiungere le loro fronti, ma Akaashi non oppose resistenza. Il calore di Kotaro gli sfiorava la pelle, così come il suo respiro irregolare che ondeggiava avanti e indietro direttamente sulle sue labbra schiuse. Negli ultimi istanti, trovò il coraggio di specchiarsi nei suoi immensi occhi dorati e gli sembrò di trovarci dentro l’amore più sincero e incondizionato che avesse mai conosciuto, allora se ne sentì pervaso in ogni cellula, in ogni singola goccia di sangue. 
Quella sensazione, per tutta la vita. 
Sì, lo voleva.
3… 2… 1… 
“Non vedo l’ora che arrivi, Akaashi!”
“Che cosa?”
“Il Capodanno in cui saremmo veramente sposati!”
In televisione, la festa esplose tra fuochi di artificio e acclamazioni della folla, ma tutto ciò che Akaashi avvertì fu la morbidezza della bocca di Bokuto che incontrava la propria, la apriva con gentilezza e assaggiava piano il suo sapore. 

Alla fine, Akaashi pensò che gli asteroidi fossero proprio come Bokuto. 
Brillanti.
Potenti.
Imprevedibili. 
Il suo si era appena trasformato in una magica pioggia di scintille.

“Possiamo già decidere il colore degli inviti, Akaashi?” chiese Bokuto, contro il suo collo accaldato.
“No, Kotaro, assolutamente no.” rispose Akaashi prima di lasciarsi distendere sul letto.
Bel modo di cominciare l’anno nuovo. 




NOTE AUTORE

Buon Compleanno tesoroooo! Finalmente posso postare il tuo regalo di Natale ahahah sai che, in realtà, è la primissima OS che ho scritto? :P Spero tanto che questa piccola sciocchezza ti piaccia, a me ha divertito molto scriverla, devo dire la verità! 
Ci tenevo a farti un pensierino per il tuo compleanno e, in generale, per Natale! Conoscere te e Bennina è stato uno dei regali più belli che ho avuto da questo 2021! Sei una ragazza davvero preziosa e non vedo l’ora di riabbracciarti al più presto!

Ricordo che questa e le altre storie che faranno parte di questa raccolta partecipano all’iniziativa #regalidiinchiostro del gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta”.
Ringrazio infinitamente la signorina Leila91, che ha letto la storia in anteprima e mi ha dato un feedback immediato!  <3

Con questa si concludono le mie storie natalizie a tema Haikyuu! Scriverle è stato più che un piacere, è stata la boccata d’ossigeno che mi serviva in mezzo al caos quotidiano. Mi auguro di aver strappato un sorriso ai destinatari delle OS, ma anche a voi altri lettori, che avete voluto passare a dare uno sguardo. 

Ed è a voi tutti che io auguro BUON ANNO NUOVO, con tante nuove storie da raccontare (… e da finire! Lo so che Wakatoshi e Shoyo mi aspettano, non temete)!

A prestissimo, 
Violet Sparks
   
 
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