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Autore: Lisaralin    29/12/2021    3 recensioni
Niente terrorizza Victoria Chase più dell'idea che Maxine Caulfield possa vincere il concorso fotografico al suo posto. A mali estremi, estremi rimedi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victoria Chase
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Good vibes only
 

La mano dalle unghie impeccabili scosta la tendina dalla finestra, con un gesto secco, lasciando che la luce fulgida del mattino inondi la stanza da letto. Victoria si sposta di un paio di passi verso destra, il viso lievemente inclinato. Socchiude le labbra atteggiandole a cuore - non in modo plateale e volgare come certe zoccole che vendono foto da due soldi su internet, ma quel tocco che basta per conferire una scintilla di sensualità in più - poi protende il braccio e controlla l’inquadratura per l’ennesima volta.
Arriccia la bocca in una smorfia di disappunto, muove ancora un passo quasi impercettibile più vicina alla cornice della finestra. La irrita quel lampione che continua a infiltrarsi caparbio nel suo scatto perfetto.
Non sta usando la macchina professionale - sebbene il suo smartphone nuovo fiammante valga infinitamente di più di qualsiasi videocamera posseduta dai suoi compagni di corso, tranne forse quelle di Nathan Prescott - ma anche un semplice selfie non può essere lasciato al caso.
Non se sei Victoria Chase, almeno. Regina della Blackwell Academy. Stella del Vortex Club.
Ma soprattutto futura vincitrice del concorso “Eroi quotidiani, colei che avrà l’onore di esporre il proprio scatto in una delle mostre più prestigiose di San Francisco accompagnata dal guru della fotografia d’avanguardia in persona Mark Jefferson.
Il quale, tra l’altro, è anche suo professore alla Blackwell. Nonché un uomo dannatamente sexy con la sua barbetta finta casual e gli occhiali da hipster che apparirebbero ridicoli su chiunque tranne che su di lui.
Click.
L’otturatore scatta un paio di volte, quanto basta perché Victoria si dichiari soddisfatta. Le dita saettano veloci sulla tastiera digitale, impostando la saturazione di un filtro e selezionando una decina di hashtag scelti con cura. Un ultimo tap, et voilà, il selfie appare simultaneamente su tutte le sue pagine social. Ad accompagnarlo, solo tre parole e una sfilza di faccine sorridenti:
 

Good vibes only!
 

I primi like e commenti non tardano ad arrivare. Il sorriso di Victoria è un gatto che si stiracchia soddisfatto, compiaciuto dall’indicatore delle notifiche che in pochi secondi raggiunge le due cifre e poi, dopo soltanto un paio di minuti, le tre.
Le prime a manifestare la loro approvazione con una serie di emoticon a forma di labbra che schioccano un bacio sono Taylor e Courtney, ovviamente, ma ben presto sotto la foto campeggiano anche i pollici in su di persone che al campus non le rivolgono mai la parola o che - lo sa benissimo - le sparlano continuamente dietro le spalle.
Il che va benissimo. Del resto lo scriveva anche Oscar Wilde: “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé affatto.
La catena dei suoi pensieri a questo punto incappa in un nodo inaspettato, esegue una svolta sgradevole che la conduce a tradimento in acque infestate da coccodrilli. L’immagine del grande poeta irlandese ne evoca un’altra, quella di una ragazza timida insignificante che porta un cognome originario di quelle stesse terre. Un cognome che condivide fortuitamente con uno dei personaggi più famosi della letteratura americana, motivo per cui tutti i professori si ricordano di lei anche se trascorre ogni lezione a scribacchiare con la testa bassa sul suo diario e interviene soltanto quando qualcuno le fa una domanda diretta. E, anche in quei casi, risponde con un pigolio sommesso da pulcino bagnato, senza mai guardarti negli occhi. Le fa venire il voltastomaco.
E da qui la domanda che tormenta Victoria senza sosta: perché a un figo come Jefferson interessa tanto che una nullità come Maxine Caulfield partecipi al concorso fotografico?  Perché continua a fermarla alla fine di ogni lezione, domandando con insistenza di vedere il suo scatto? Incoraggiandola a non lasciarsi sfuggire quell’occasione?
Ma soprattutto: perché Jefferson non fa la stessa cosa con lei?
Victoria sussulta, allontanando appena in tempo l’unghia del medio dalla bocca. Una brutta abitudine che talvolta la sorprende ancora, specialmente quando è nervosa. Non che Caulfield la renda nervosa, figuriamoci. Ma insomma, il giudice del concorso è lo stesso Jefferson, e Maxine somiglia pericolosamente alle modelle che il grande fotografo predilige come soggetti: occhi da cerbiatta e sguardo spaurito sulla realtà. La purezza inquadrata sotto i riflettori, un attimo prima di rendersi conto di essere stata catturata.
La coperta di cachemire accoglie Victoria in un morbido abbraccio. Naturalmente si è assicurata di chiudere per bene le tendine della finestra: troppi curiosi e soprattutto troppi cellulari pronti a rubare foto proibite nel cortile del campus. La prima cosa che aveva fatto a settembre, al suo arrivo alla Blackwell, era stata spostare il letto nel punto più lontano dalla finestra possibile.
Certa di essere perfettamente al sicuro nel suo rifugio morbido e caldo, Victoria medita se scaldarsi una tisana con il bollitore regalatole da Taylor. Scarta subito l’idea: la bottiglia d’acqua è terminata, e recarsi al bagno delle ragazze con il fondotinta pasticciato non è un’idea praticabile. È riuscita a impedirsi di mangiare le unghie, ma non di tormentare un foruncolo appena percepibile sul lato sinistro della mandibola. Victoria riesce a immaginare il sopracciglio inarcato e disapprovante di sua nonna, le labbra arricciate in muto rimprovero.
Sua nonna e i suoi genitori si aspettano che vinca il concorso, naturalmente. Lo danno per scontato. Perché dovrebbe essere scontato: nessun altro studente ha il suo curriculum, le sue apparecchiature, il suo successo in società. Lo sanno tutti che nell’ambiente delle mostre internazionali non conta soltanto la bravura, ma anche e soprattutto le public relations. Victoria è la regina delle public relations. Caulfield invece è la classica presidentessa del club degli sfigati: in due mesi di scuola l’ha vista parlare soltanto con Warren Graham - un nerd ancora più sfigato di lei - e con quella santerellina di Kate Marsh. E veste ancora come una ragazzina delle elementari, con i jeans e le T-shirt con i pupazzi.
Afferra il cellulare annegato da qualche parte tra le pieghe della coperta, pensando di distrarsi rispondendo a qualche commento sul selfie appena postato. Public relations.
La foto che lampeggia improvvisamente sullo schermo non è il suo selfie, però. Victoria aggrotta le sopracciglia, si accorge della presenza dell’icona play in sovraimpressione: un video.
Courtney ha appena condiviso un video nel gruppo privato del Vortex Club.
E, a giudicare dal numero impressionante di messaggi che lo segue, sembra davvero roba grossa.
Lo fa partire, ma deve abbassare immediatamente il volume non appena una scarica di musica techno la assale dai potenti amplificatori del cellulare. Il video dura appena una trentina di secondi. Secondi in cui Victoria dimentica persino come si fa a respirare.
Non è roba grossa: è direttamente una bomba atomica.
Deve vederlo un paio di volte per riconoscere la ragazza illuminata dalle luci stroboscopiche, la bocca semiaperta e le mani intorno al volto di uno dei ragazzi della squadra di football - Hayden, probabilmente - il quale le cinge la vita e la attira a sé in un bacio che sembra il preludio di un film porno.
Kate Marsh. La stessa santerellina che partecipa a tutti i club religiosi del campus e ha frantumato le scatole a tutti loro per mesi con quella stupida campagna sull’astinenza.
La migliore amica di Caulfield.
Ubriaca, o strafatta, o probabilmente un mix di entrambe le cose.
Non ha molta importanza. Victoria ha appena trovato qualcosa che le risolleverà la giornata e le impedirà di preoccuparsi troppo per quel dannato concorso.
Qualcosa che distoglierà tutto il campus dal pensare a quel dannato concorso.
Il suo sorriso è una lama affilata mentre salva il video e seleziona l’opzione condividi, impostando la privacy su pubblica.
Il numero di like e commenti supera in poche decine di secondi quelli del suo selfie, ma va benissimo così. Victoria appoggia la testa sul cuscino mentre il cellulare continua a vibrare, impazzito di notifiche.
Le vibes positive sono tornate in grande stile.

  
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